INTERVISTA A CINZIA TANI

Cari lettori,

L'ospite di questa nuova intervista è Cinzia Tani, autrice e conduttrice di programmi televisivi, tra cui FantasticaMente, Italia mia benché, La Rai @ la carte, Visioni private e Il caffè. Insegna Storia sociale del delitto alla facoltà di Sociologia dell'Università La Sapienza di Roma, e nel 2004 è stata nominata Cavaliere su iniziativa del Presidente della Repubblica Italiana Carlo Azeglio Ciampi.
Ha pubblicato per Mondadori: Assassine (1998), Coppie assassine (1999), Nero di Londra (2001), Amori crudeli (2003), L'insonne (2005), Sole e ombra (2007, premio Selezione Campiello), Lo stupore del mondo (2009), Charleston (2010), Io sono un'assassina (2011), Il bacio della dionea (2012), Mia per sempre (2013), Il capolavoro (2017). Per Rizzoli ha pubblicato Donne pericolose. Passioni che hanno cambiato la storia (2016), Darei la vita. Grandi donne di grandi uomini (2017), la trilogia Il Volo delle Aquile (Mondadori, 2018-2020), Angeli e carnefici (Rizzoli, 2021).
L’ultimo boia (Vallecchi, 2021)
Quella notte a Valdez (Vallecchi, 2022)



D: TI CHIEDO SUBITO DEL TUO NUOVISSIMO LIBRO: “QUELLA NOTTE A VALDEZ” COSA TI HA SPINTO A SCRIVERE QUESTO LIBRO?

R: Di solito scelgo un luogo che mi affascina  in cui ambientare un romanzo. Un luogo che faccia sognare il lettore e gli faccia visitare il paese che descrivo. Poi cerco un evento storico legato a quel posto. In questo caso, dopo aver scelto l'Alaska e aver fatto lunghi sopralluoghi, ho deciso di raccontare l'impatto che ha avuto la scoperta di enormi giacimenti di petrolio sulla vita serena degli Inuit. Dopo la crisi energetica del 1973 (dovuta all'embargo dei paesi arabi esportatori di petrolio) Nixon fece costruire un lunghissimo gasdotto, uno dei più grandi al mondo,  che taglia verticalmente l'Alaska in due: da Prudhoe Bay a Valdez dove c'è il terminal. Ambientalisti e nativi contestarono l'oleodotto che rovinava un tratto di natura incontaminato e aveva un impatto negativo su flora e fauna. Per esembio cambiava il modo di vivere dei caribù della zona e rendeva difficile la caccia che, con la pesca, era l'attività che consentiva a molta gente di sopravvivere.I contestatori temevano anche una fuoriuscita di petrolio. Infatti.  Il 24 aprile 1989 la superpetroliera Exxon Valdez si incagliò su una scogliera sversando oltre 40 milioni di litri di petrolio. Una catastrofe ambientale che dura ancora. 
 
D: QUAL È STATO IL PERSONAGGIO PIÙ DIFFICILE DA RACCONTARE?

R: Ho dovuto fare molte ricerche soprattutto sugli alaskani. Per Anik, una inuit che viene violentata a 18 anni e non riesce a riconoscere il suo aggressore, ho studiato le tradizioni, la religione, le abitudini alimentari e sociali degli inuit. Per la figlia, Malaya Bennett,   ho fatto molte ricerche sulla caccia, sui fucili utilizzati, sulle   gare con le slitte, sui luoghi estremi in cui va a sciare, sui parchi nazionali e così via. Sempre per quanto riguarda gli Inuit ho approfondito la pesca del salmone, gli attentati all'oleodotto, le manifestazioni e le reazioni dopo lo sversamento. E' stato più facile raccontare l'arrivo dei due petrolieri e dei loro figli che cambiano drasticamente la vita della famiglia Bennett, di Valdez e dell'intera Alaska.  

D: STAI GIÀ LAVORANDO A UN NUOVO LIBRO?

R: Mentre correggo un libro lavoro già al successivo. Di solito comincio con lunghe ricerche e l'acquisto dei volumi che mi serviranno e che di solito sono in lingue straniere (inglese soprattutto ma anche spagnolo e francese. In italiano trovo pochissimo). Non voglio anticipare niente sul prossimo libro perché ho cambiato recentemente. Stavo scrivendo delle particolari biografie già da mesi e sono arrivata a un personaggio meraviglioso che meritava una storia tutta per lei. Sto cominciando a raccogliere il materiale e dovrò partire presto per il paese in cui è nata per i miei sopralluoghi.  

D: LUOGHI DELLA CULTURA, COME MUSEI E BIBLIOTECHE, SONO STATI PARTICOLARMENTE COLPITI DALL' EMERGENZA SANITARIA, QUAL È IL TUO PENSIERO IN PROPOSITO?

R: Anche prima dell'emergenza sanitaria non stavamo certo bene! L'Italia, il paese più bello del mondo, che dovrebbe vivere soprattutto di turismo, cultura, arte, non fa niente per valorizzare le sue meraviglie. Penso alla Francia in cui anche il più piccolo luogo da visitare viene annunciato con cartelli, dépliants, informazioni sulle guide e organizzato alla perfezione. Ma perfino la Spagna, che era più indietro rispetto a noi, adesso ci ha superati. Ci sono stata recentemente e ho visto nuovi musei, itinerari culturali  che prima non c'erano…Con l'emergenza sanitaria è tutto peggiorato. Sono molto amareggiata perché non so proprio quale possa essere la soluzione se la politica non si rimbocca le maniche e si dedica ad approfondire questi problemi e risolverli. 


D: PARLACI DELLE INFLUENZE LETTERARIE CHE HAI AVUTO, DEGLI SCRITTORI CHE AMI.

R: E' difficile dire quali sono le mie influenze letterarie. Io vivo di libri. Ne ho ventimila a casa e leggo continuamente. Ho tanti scrittori che rileggo volentieri e sono tutti stranieri: inglesi, francesi, spagnoli ma anche nigeriani, indiani etc. Da diversi anni ho abbandonato la narrativa italiana che non mi piace più. Sono rimasta ai grandi scrittori del recente passato. Ho fatto la tesi su Pavese ma ho adorato la Morante, Calvino, Buzzati, Bassani e tanti altri. Di solito, dipende da cosa sto scrivendo, prendo alcuni libri  e rileggo dei brani che ho sottolineato.  Questo mi serve a superare i blocchi, a ispirarmi e ad aiutare la concentrazione.


D: HAI DELLE ABITUDINI PARTICOLARI DURANTE LA SCRITTURA?

R: Scrivo solo nel mio studio, al computer. Scrivo o faccio ricerche continuamente, a qualsiasi ora e non ho alcuna abitudine a parte fumare. Fumo solo mentre scrivo. Quindi non posso smettere di fumare o smetterei di scrivere. Quando vado all'estero uso i taccuini.  Vivo sola e quindi nessuno mi disturba. Anzi, vivo con un pappagallo che mi disturba moltissimo perché parla in continuazione. Mi fa molte domande: Sono bello? Come fa il pulcino? Sono profumato? Mi dai la pappa? Perciò scrivendo devo chiudere la porta dello studio per non sentirlo.  


D: SE DOVESSI CONSIGLIARE AI MIEI LETTORI UN LIBRO CHE È FONDAMENTALE AVER LETTO NELLA VITA, QUALE SAREBBE?

R: Ho un quaderno in cui annoto tutti i libri che leggo e ci sono diversi capolavori ma sono troppi e non ne ho uno preferito. Voglio però consigliare due libri piccolissimi che tutti dovrebbero leggere.   Uno, ambientato nel 1932,  si chiama Destinatario Sconosciuto e l'ha scritto la tedesca Katherine Kressman Taylor. E' un libro sulla vendetta e non bisogna assolutamente guardare l'ultima pagina prima di leggerlo. L'altro, uscito nel 1942,  si chiama Il silenzio del mare ed è stato scritto da Vercors, il nome da partigiano di Jean Bruller. Uscì in sole 300 copie ma il generale De Gaulle lo fece subito ristampare e il libretto,  in carta molto leggera, veniva  lanciato con i paracadute dagli aerei clandestini che sorvolavano la Francia occupata.  


Ringrazio di cuore Cinzia Tani per aver risposto alle mie domande 


SINOSSI

L' Alaska con la sua natura selvaggia, i ghiacciai, la tundra, il permafrost, le grandi foreste, le lunghe notti invernali e il sole a mezzanotte durante l'estate. Malaya Bennett è la bellissima e temeraria figlia di Lawrence, antropologo di Boston, e di Anik, una inuit che contesta il lunghissimo oleodotto che ha cambiato drasticamente la vita del paese dopo la scoperta del petrolio. Il fratellastro Koko, ribelle e aggressivo, è nato dalla violenza subita da Anik quando aveva diciotto anni. Lo sceriffo non ha individuato il colpevole perché lei non ricorda più nulla di quella notte. L'estate del 1988 arrivano a Valdez, terminal dell'oleodotto, i petrolieri Brendan Peterson e Desmond Morris con le loro famiglie, che sconvolgeranno la vita dei Bennett e della città.


COSA NE PENSO 

Cinzia Tani ci consegna un giallo psicologico avvincente, potente in cui il movente, le reazioni sproporzionate, i comportamenti successivi inadeguati di Koko alla gravità dei fatti ci riportano alle tristi vicende di cronaca nera purtroppo ancora attuali.
Del libro ho amato molto la forza e il coraggio della giovane inuit Anik Sanaak,vittima di uno stupro che dopo l'esperienza distruttiva, covata ed elaborata nell'arco di tutta la vita, riesce a crearsi una vita tuttavia normale accanto all'uomo di cui si innamora. La sua triste vicenda porta con se le fragilità e la forza interiore delle  donne che hanno vissuto il suo stesso dramma.Complice il connubio perfetto tra l' immaginazione dell'autrice e i fatti realmente accaduti.
In conclusione, questo libro mi è piaciuto tantissimo e non posso far altro che consigliarvelo. Buona lettura!


Intervista e recensione a cura di C.L

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