INTERVISTA A EVELINA SANTANGELO AUTRICE DEL LIBRO: IL SENTIMENTO DEL MARE



Cari lettori,

L'ospite di oggi è Evelina Santangelo. Nata a Palermo. Presso Einaudi ha pubblicato nel 2000 la raccolta di racconti L'occhio cieco del mondo (con cui ha vinto i premi Berto, Fiesole, Mondello opera prima, Chiara, Gandovere-Franciacorta), e i romanzi La lucertola color smeraldo (2003), Il giorno degli orsi volanti (2005), Senzaterra (2008), Cose da pazzi (2012), Non va sempre cosí (2015) e Da un altro mondo (2018, libro dell'anno della trasmissione Fahrenheit Rai-Radio3, Premio Feudo di Maida, Superpremio Sciascia-Racalmare, Premio Pozzale Luigi Russo). Nel 2023, sempre per Einaudi, è uscito il reportage narrativo Il sentimento del mare. Suoi racconti sono apparsi nelle antologie Disertori e Ragazze che dovresti conoscere (Einaudi Stile Libero, 2000 e 2004), Principesse azzurre 2 (Oscar Mondadori, 2004) e Deandreide (Rizzoli Bur, 2006), Le ferite (Einaudi, 2021). Con il racconto Presenze ha partecipato all'antologia L'agenda ritrovata. Sette racconti per Paolo Borsellino (Feltrinelli, 2017). Ha anche tradotto Firmino di Sam Savage, Rock'n'roll di Tom Stoppard, e curato Terra matta di Vincenzo Rabito.


D. EVELINA CI PARLI DI LEI E DEL SUO INCONTRO CON LA LETTERATURA…

R. Diciamo la verità. Io da piccola non ero una gran lettrice. Amavo I giochi scalmanati. Avevo bisogno di muovermi all'aria aperta. La lettura e la letteratura sono arrivate nella mia vita quando ho capito che volevo avere pensieri miei e mie parole per esprimerli, quando cioè ho sentito il bisogno di una libertà più grande.

D. DA QUALE IDEA, SPUNTO, ESIGENZA O FONTE DI ISPIRAZIONE, NASCE QUESTO SUO ROMANZO “ IL SENTIMENTO DEL MARE”?

R. Questo libro è nato da due tensioni. Da una parte, un sentimento di ribellione dinanzi alla crescente consapevolezza che il mio mare, il mar Mediterraneo, mare tra le terre (che storicamente unisce le sponde del sud Europa e del nord Africa) da tempo è ridotto a un immenso sudario dove si consuma una ecatombe. Così mi sono detta: ma ce lo vogliamo ricordare cosa è questo mare? e cosa è il mare in generale? Vogliamo tornare alla radice della legge del mare tanto evocata? Dall'altra, sono stata spinta al mare dal bisogno personale di tornare a un elemento che ha scandito la mia vita e che, per questo, potesse aiutarmi a ritrovare me stessa in un momento di perdita totale del senso della mia esistenza. Così ho scoperto come il mare cura, salva, accoglie la fragilità, e l'ho scoperto mettendo in relazione la mia esperienza con quella di altre persone: madri che hanno perso figli in mare, apneisti che calandosi negli abissi scendono nella propria interiorità, nuotatori che affrontano il mare in un corpo a corpo, donne e uomini che ci lavorano per sopravvivere o lo solcano per mettere alla prova se stessi...

D. QUANTO TEMPO È STATO NECESSARIO PER LA REALIZZAZIONE DEL LIBRO?

R. Mi ci sono voluti 3 anni per scrivere questo libro. È stato difficile trovare la strada delle parole. All'inizio ho sperimentato il mare, ho riscoperto la mia mediterraneità, ho ascoltato tante voci che in maniere diverse mi restituivano modi di stare nel mare e nella vita, poi ho trovato la prima frase del libro e non mi sono più fermata. Ci ho messo anni per trovare quell'incipit così semplice. Il resto è venuto da sé.

D. HA DELLE ABITUDINI PARTICOLARI DURANTE LA SCRITTURA?

R. Prima di cominciare un nuovo libro, quando sento che più o meno è arrivato il momento, prendo una pezzuola e pulisco i tasti, lo schermo, come per fare spazio alle nuove parole, ai nuovi pensieri, all'immaginazione. E quando scrivo, mi sveglio anche di notte per prendere appunti su qualsiasi supporto mi capiti sottomano.

D. UN LIBRO CHE HA AVUTO UNA GRANDE INFLUENZA NELLA SUA VITA?

R. Mah, sono tanti i libri che hanno segnato vari momenti della mia crescita spirituale e umana. Il ricordo più vivo di una lettura che mi è rimasta impressa risale ai miei 15 o 16 anni. Avevo una febbre fortissima che quasi non ragionavo e intanto leggevo «Il tamburo di latta» di Gunter Grass. Il malessere fisico si è andato a saldare al malessere esistenziale del nano Oscar calato nella Germania neonazista. Ho un ricordo esatto e indelebile di quei giorni a letto trascorsi a leggere al punto che non riesco più a separare il libro da quel momento della mia vita.

D.C'È QUALCOS'ALTRO CHE VUOLE AGGIUNGERE... CHE VORREBBE DIRE AI SUOI LETTORI?

R. Quel che vorrei dire a lettrici e lettori è semplicemente questo: non smettere di leggere i libri che vi appassionano. Leggere aiuta a essere persone libere.

D. PROGETTI PER IL FUTURO?

R. Ancora non ho un nuovo progetto. Scrivo articoli, brevi pezzi narrativi e intanto nutro un pensiero che non so ancora se diventerà un libro: penso a come posso immaginare e raccontare la fragilità. 


Ringrazio Evelina per la sua disponibilità nel rispondere alle mie domande.


 



In libreria e sugli store online dal 23 maggio 2023 Einaudi

SINOSSI

Il mare, lo sa chi lo ama, è un sentimento. Ma anche un serbatoio di memoria, una possibilità, un tesoro, un pericolo. Il mare è di tutti. Nessuno può raccontarlo senza finirci dentro, senza perdersi anche nella fragilità. E così, in questo libro al calor bianco, le storie di uomini e donne che hanno sfidato, amato o subíto il mare s’intrecciano con quella di chi racconta, mettendosi a nudo. Al punto che qualsiasi etichetta – romanzo, memoir, reportage narrativo – diventa inutile: questo è un testo vertiginoso, che inventa se stesso pagina dopo pagina. «Anche il mio è un viaggio di ritorno attraverso il mare, di ritorno a quanto mi sembrava irrimediabilmente perduto: la passione per qualcosa che ci fa sentire vivi». Il mare trabocca di storie: viste da terra, cercate fra le onde o luccicanti sul fondale. Vicende e avventure che hanno sempre qualcosa di epico, mitico ed estremo. E a raccontare questo mare corale è la voce della scrittrice colta in un momento di deriva della propria esistenza. È lei, ferita e stremata come dopo un naufragio, che ne raccoglie le tante storie con un’angolazione calda, narrativa, quasi investigativa: l’ostinazione di Carmelo, che ha cercato di dare una nuova esistenza a un capodoglio ucciso dall’uomo ricomponendone lo scheletro per anni; le parole di due apneisti, Fausto e Gaetano, che ci trasmettono con una concretezza visionaria cosa significa «sentirsi tutt’uno con l’acqua, sentirsi pesce, mare...»; la mattanza finita con la morte di un ragazzo pieno di vita; le gesta di chi – come Donald Crowhurst nel 1968 – il mare lo ha voluto sfidare in barca a vela, in un giro del mondo senza scali che lo ha portato alla follia; le disavventure di quanti hanno rischiato la vita tra pirati e banditi, o fronteggiato tempeste che nemmeno il coltello che taglia la coda di drago è riuscito a domare; le donne di Lipari, instancabili, che negli anni Cinquanta hanno affrontato fatiche immani per strappare magre risorse alla terra e alle onde. Il Mediterraneo è il mare tra le terre, il mare delle civiltà, e insieme il mare della vergogna, il mare dei migranti. Sulla sua superficie affiora pian piano anche la vita della donna che scrive: l’infanzia scatenata tra campagna e rocce, la passione matta per uno zio pescatore, la crisi che sta vivendo ora, mentre racconta da sopravvissuta anche lei, e si immerge d’inverno nell’acqua gelida alla ricerca di qualcosa che assomigli alla più sfrenata vitalità, a una ridefinizione liquida di sé, forse. Tanto da poter dire: «Così adesso ho raccolto i miei venti favorevoli nel bicchiere di vino che sorseggio lentamente e sto in ascolto di quel che accade intorno e dentro di me…»

COSA NE PENSO

Poeti e scrittori di ogni epoca sono rimasti affascinati dal mare e dalle sensazioni che questa distesa infinita di acqua gli faceva provare.
In “Il sentimento del mare” Evelina Santangelo, racconta
Il mare con occhi diversi, con gli occhi di coloro che il mare lo vivono o che lo hanno vissuto sulla propria pelle, dalle madri e mogli dei pescatori, da quest'ultimi stessi, testimoni di una tradizione ormai, quasi perduta, per arrivare fino ai naufraghi che ogni giorno attraversano il Mediterraneo con la speranza di avere un futuro migliore in Europa.
In conclusione, libro scritto molto bene, capitoli brevi, ma suggestivi e incalzanti, alcuni episodi narrati ci colpiscono per la loro profondità e viene spontaneo porsi alcune domande sul valore del mare. Un continuo rimescolarsi di sentimenti veri e contrastanti verso ciò che rappresenta la vita stessa.
Consigliato! Buona lettura.


Intervista e recensione a cura di C.L

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