CONOSCIAMO SELBY WYNN SCHWARTZ, AUTRICE DEL LIBRO “LE FIGLIE DI SAFFO”.

Miei cari lettori, l'ospite di oggi è Selby Wynn Schwartz ha conseguito un dottorato in letteratura comparata presso l’Università della California-Berkeley. Le figlie di Saffo è il suo romanzo d’esordio in libreria e sugli store online dal 5 marzo 2024 Garzanti
Note personali: Una penna appassionata e appassionante quella di Selby Wynn Schwart. Lettura consigliata!

D. CHI È SELBY?

R. Sono soprattutto una lettrice accanita. D’origine sono una californiana (lì sono nata e cresciuta), più recentemente sono un’ammiratrice dei tenerumi palermitani—e sono fiera di far parte del movimento transfemminista Non Una di Meno.

D.DA QUALE IDEA, SPUNTO, ESIGENZA O FONTE DI ISPIRAZIONE, È NATO IL TUO ROMANZO “ LE FIGLIE DI SAFFO”?

R. A parte Saffo stessa—oppure la traduzione bellissima dei suoi frammenti firmata da Anne Carson, If Not Winter —l’ispirazione è arrivata dalla scoperta della figura di Lina Poletti: femminista, scrittrice, studiosa, spirito libero, donna queer. Dopo aver letto Gli occhi eroici di Alessandra Cenni, in cui si parla dei rapporti di Lina Poletti con Sibilla Aleramo e Eleonora Duse, mi sono un po’ innamorata della figura di Lina. Avrei voluto che ci fosse un archivio dedicato a lei, ma purtroppo non esiste. (Però voglio menzionare gli sforzi dello studioso Jessy Simonini per trovarne le tracce) Quindi mi sono detta: “se desidero che esista un archivio della storia di Lina, se desidero che ci sia un racconto per onorare la sua vita—dandole anche più di una vita—magari dovrei crearlo io.” Allora ho cominciato a fantasticare una vita per Lina, con cerchi intrecciati di donne intorno a lei, e con poesia e politica per riempire le mancanze storiche. 

D. IL TUO LIBRO HA SUBITO CAMBIAMENTI SIGNIFICATIVI RISPETTO ALLA PRIMA STESURA?

R. Grazie all’intuizione e visione e dedizione e sensibilità di Elly Millar e Sam Jordison della Galley Beggar Press (UK) ,sì, e io glene sono riconoscentissima. Loro riuscivano a vedere quello che questo libro sarebbe potuto diventare, e mi hanno aiutato ad ogni passo per raggiungere quella potenzialità. 

D. QUAL È STATA LA SCENA PIÙ DIFFICILE? PERCHÉ?

R. Sono sempre serena quando comincio a scrivere un libro, sento la leggerezza delle possibilità. Verso la fine, invece, quando le scelte già fatte diventano inevitabilmente una costrizione per quello che potrebbe ancora succedere, ho più difficoltà. 

D. PARLACI DELLE INFLUENZE LETTERARIE CHE HAI AVUTO, DEGLI SCRITTORI CHE AMI.

R. Ho letto Virginia Woolf quando ero molto giovane; la sua scrittura ha aperto una finestra nella mia visione monolitica di cosa dovrebbe essere un romanzo, un saggio, o una biografia. Il suo Orlando è stato un modello per il mio Le figlie di Sappho: tante vite; l’ironia e l’amore insieme; la possibilità di cambiare tutto—incluso il genere—in uno spirito di avventura e libertà. Amo le scrittrici che creano dei libri che io non sarei capace di concepire, come Dionne Brand in The Blue Clerk: Ars Poetica in 59 Versos.

D. C'È QUALCOS'ALTRO CHE VUOI AGGIUNGERE... CHE VORRESTI DIRE AI TUOI LETTORI?

R. Vorrei dare spazio ai collettivi, agli spazi, e alle iniziative che mi ispirano, da Maldusa alla Feminist Autonomous Centre for Research alla Libreria Tuba. Sosteniamo le collettività che sostengono i nostri sogni! 

D. PROGETTI E SOGNI?

R. Sono felicissima di aver ricevuto un Rome Prize in Literature dall’American Academy in Rome, grazie a questo premio potrò scrivere il mio prossimo libro… 

Ringrazio Selby Wynn Schwart per la sua disponibilità nel rispondere alle mie domande.

SINOSSI 

Viviamo… l'opposto… con audacia. «La nostra prima iniziativa fu quella di cambiarci il nome. Saremmo diventate Saffo.» Ci facciamo chiamare così perché vogliamo essere libere e indipendenti. Vogliamo avere idee e prospettive. Vogliamo essere attrici, scrittrici, o qualunque cosa scelgano i nostri sogni. Vogliamo avere speranze e infinite possibilità. Vogliamo essere e sentirci donne nel modo in cui piace a noi e a nessun altro. Ma non sempre è possibile. Molte volte, ci obbligano a sottostare al volere degli altri. Molte volte, altri prendono le decisioni al posto nostro. Molte volte, siamo costrette a sposarci, a essere madri, a essere docili, a essere belle come dicono loro, a dire sempre di sì. Ed è allora che decidiamo di resistere, di lottare, di ribellarci. Siamo Lina Poletti, Virginia Woolf, Natalie Barney, Romaine Brooks, Sarah Bernhardt, Isadora Duncan, Nancy Cunard, Gertrude Stein e Radclyffe Hall. Siamo qui a dirvi cosa vuol dire essere donna quando non hai una voce. Quando soffocano la tua voce. Siamo qui a dirvi che un futuro diverso è possibile. Siamo qui a dirvi che per viverlo bisogna lottare, ieri come oggi.

Intervista a cura di C.L

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