INTERVISTA A MASSIMO GRANCHI AUTORE DEL LIBRO "IL PRINCIPE DELLE ARENE CANDIDE"

NOTE SULL' AUTORE

Massimo Granchi è nato a Cagliari nel 1974. Vive a Siena. È specializzato in Media, storia, cittadinanza. Ha conseguito un Dottorato in Istituzioni e Società. Lavora nel settore pubblico della formazione professionale. Ha fondato l’Associazione culturale Gruppo Scrittori Senesi di cui è presidente e il “Premio Letterario Città di Siena” del quale è direttore artistico. È coordinatore del “Premio Letterario Toscana”, responsabile culturale del Circolo “Peppino Mereu” e vicepresidente del Club per l’Unesco di Siena. I suoi racconti sono stati inseriti in antologie di vari editori. Ha pubblicato i saggi Camillo Berneri e i Totalitarismi (2006) e Siena: immagine e realtà nel secondo dopoguerra 1943-1963 (2010). Il suo romanzo d’esordio Come una pianta di cappero (2013) ha vinto il Premio online “Scrittore toscano dell’anno 2014”. Il suo secondo romanzo Occhi di sale (2015) ha vinto il “Premio della Giuria Memorial Vallavanti Rondoni”, il “Premio della Giuria Murex Città di Parole”, il “Premio Città di Sarzana”, il “Rive Gauche Festival” e il “Santucce Storm Festival”. Nel 2017 è uscito il suo terzo romanzo dal titolo La bellezza mite, finalista al concorso letterario nazionale “Argentario”, al Premio letterario “Città di Montefiorino” (2018) e al “Casa Sanremo Writers” (2019). L’opera inedita Il principe delle Arene Candide è stata finalista al Premio Letterario “Città di Montefiorino”, al “Premio Letterario Nazionale Bukowski”, al “Torneo Letterario IoScrittore 2018”.



D: CHI È MASSIMO? DESCRIVITI IN POCHE RIGHE? 

R: Sono nato a Cagliari e vivo a Siena. Sono una persona curiosa, perennemente alla ricerca di nuove esperienze. Mi confronto con i miei limiti per comprenderli e superarli. La scrittura è uno strumento che mi permette di farlo. Ho pubblicato romanzi, saggi e articoli. Ho varie specializzazioni e mi occupo con soddisfazione di formazione professionale per un ente pubblico. Il mio ultimo romanzo è Il principe delle Arene Candide, edito da Arkadia. 


D: COM’È NATO L’AMORE PER I LIBRI E PER LA SCRITTURA? 

R: Ero molto piccolo. Tenevo un diario in cui memorizzavo i miei pensieri e le esperienze del giorno. Ho cominciato a scrivere racconti brevi alle scuole superiori e a cimentarmi in concorsi di scrittura. Ho letto molto, soprattutto gialli, fumetti e libri scientifici per ragazzi. Ho avuto la fortuna di essere formato da una insegnante d’italiano estremamente sensibile e preparata che ha riconosciuto nella mia passione per la scrittura, una possibile crescita personale e una strada verso l’emancipazione. 


D: SEI IL FONDATORE E PRESIDENTE DELL ’ASSOCIAZIONE GRUPPO SCRITTORI SENESI. COSA TI HA SPINTO AD APRIRE QUESTA ASSOCIAZIONE? 

R: Era il 2014 e avevo appena pubblicato il mio primo romanzo con una casa editrice di Varese. Mi sono imbattuto in un’altra scrittrice senese che aveva fatto altrettanto. Trovai naturale contattarla per conoscerla e proporle di realizzare un’iniziativa insieme, partendo dai nostri libri e da una presentazione condivisa. Mi venne l’idea di allargare il gruppo di lavoro ad altri che, come noi, amassero la città di Siena e trovassero piacevole e interessante la scrittura. Durante l’incontro, ci si rese infatti conto che non esistesse nulla di simile a livello locale o regionale. Abbiamo, dunque, esteso il nostro invito ad altri autori, saggisti, giornalisti, poeti, narratori con l’intento di creare un gruppo di riflessione e progettazione di idee comuni. Siamo partiti in cinque, poi siamo diventati dieci e ora siamo oltre venti. I primi anni abbiamo mantenuto un’organizzazione spontanea. Eravamo un semplice comitato. Nel 2016, è diventato necessario strutturarci in un Associazione perché i nostri progetti sono cresciuti (abbiamo istituito il Premio Letterario Città di Siena, giunto alla VII edizione, e abbiamo vinto il premio come migliore progetto culturale dell’anno assegnatoci dalla Federazione Unitaria Italiana Scrittori) ed essere riconosciuti, da un punto di vista istituzionale, rendeva possibile l’accesso a risorse pubbliche e private o l’interlocuzione con i vari enti.  


D: QUALE SUPPORTO POTETE DARE AGLI ASPIRANTI SCRITTORI? 

R: Offriamo, innanzitutto, un luogo informale in cui aprire un dialogo sul tema della scrittura. Le nostre riunioni sono a cadenza mensile ed è richiesta una quota annua per associarsi. La rete di scrittori crea uno spazio privilegiato per confrontarsi su vari temi d’interesse personale o attuale nel mondo della letteratura e dei libri, in genere, e per avere consigli su come approcciarsi all’editoria. Organizziamo presentazioni di autori e gemellaggi con varie contaminazioni artistiche che ci hanno portato anche a collaborare con successo con realtà di altre regioni. Ogni socio può fare proposte di progetto e se il Consiglio approva, ci mobilitiamo insieme per realizzarlo. Per informazioni: scrittorisenesi@gmail.com


D: SECONDO TE PERCHÉ IN ITALIA SI LEGGE POCO? 

R: Credo che in Italia ci sia una buona educazione formale, molto ben strutturata e molto presente, almeno fino al conseguimento dell’obbligo scolastico. Il fatto che si associ la lettura allo studio è sicuramente una prima questione limite. Leggere significa studiare! E’ un’interpretazione legata soprattutto a un fattore anagrafico che, a volte, nel tempo, e con la maturità personale, fortunatamente, si attenua. La maggiore consapevolezza permette di associarla allo svago. La lettura è anche una questione di genere. Leggono soprattutto le donne. Quando però incombono gli impegni familiari e lavorativi, in cui spesso si denuncia un insufficiente sostegno sociale che permetta di coltivare le proprie passioni, la cultura e la lettura, in particolare, sono le prime a soccombere. Inoltre, la lettura e la scrittura sono considerate non professionalizzanti, non qualificanti, trascurando l’aspetto formativo trasversale che queste passioni possono offrire. E’ molto facile associare la lettura alla “perdita di tempo” perciò nei percorsi di crescita personale, le famiglie tendono a orientare i ragazzi verso altre forme di affermazione professionale invece di assecondare le espressioni artistiche. C’è, inoltre, una sovraesposizione. Ogni anno in Italia sono pubblicati oltre 10.000 testi. E’ complesso riuscire a essere selettivi o sensibili quando si è sottoposti a un costante bombardamento mediatico, soprattutto se consideriamo, come scritto sopra, che  non siamo un popolo di lettori e,  dunque, non abbiamo una capacità critica matura. E’ indubbio ed evidente, invece, che siamo un popolo di scrittori! Interessante contraddizione…   


D: UN LIBRO A CUI SEI PARTICOLARMENTE AFFEZIONATO E CHE CONSIGLIERESTI? 

R: Mi piace molto la letteratura sarda perciò, scavando nel mio passato, suggerirei “Canne al vento” di Grazia Deledda, un classico. Per quanto riguarda i miei autori contemporanei preferiti, direi assolutamente Marcello Fois e il suo “Stirpe,” tanto per cominciare. 


D: CHIUDIAMO CON UNA CITAZIONE FAMOSA INERENTE ALLA LETTURA, A TE LA SCELTA … 

R: Il libro è una possibilità di felicità che abbiamo noi uomini (J.L. Borges), perciò siate felici. Buone letture a tutti!

Grazie Massimo per la tua disponibilità.

Intervista a cura di C.L 


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