INTERVISTA AD ANTONIO CHIRICO


Cari amici,

L'ospite di questa nuova intervista è Antonio Chirico.
Antonio è avvocato e risiede a Lecce. Ha vissuto l'infanzia nel Brindisino. È al suo terzo romanzo. Risale al 2021 il suo primo libro, "Ramondo lo scudiero", ispirato alla figura realmente esistita di Raimondello Orsini del Balzo, risultato al primo posto nella classifica Amazon categorie "Commedie e drammi medievali" e "Narrativa storica medievale per ragazzi e adolescenti".


D. CHI È ANTONIO?

R. Antonio è un uomo qualunque che si è presentato sul palcoscenico del mondo cinquantasette anni fa e, prima o poi, tornerà da dove è venuto e la gente lo dimenticherà, così come Antonio, per sopravvivere e tirare avanti, si è messo alle spalle i molti volti e anime incontrati nel suo percorso e ora scomparsi, in primis quelli di suo padre, che comunque serba nel cuore. È un uomo che, da piccolo, aveva grandi sogni, era convinto che avrebbe rivoluzionato e raddrizzato il mondo, in fondo non pareva tanto difficile. Ora Antonio vive alla giornata, con sua moglie e il suo cagnolino. Se potesse, viaggerebbe sempre. Quando può, raddrizza qualche stortura facendo l’avvocato, ma è come lottare contro i mulini a vento.

D. COME E QUANDO NASCE LA TUA PASSIONE PER LA SCRITTURA?

R. Per la lettura, la passione è nata insieme con me. Da bambino tutte i cartelloni per strada e gli avvisi nelle sale d’attesa richiamavano la mia attenzione. La grammatica mi appassionava, avevo voti molto alti nelle materie umanistiche, i miei temi di italiano venivano letti in classe. Però poi ho scelto giurisprudenza e gli esami universitari erano esclusivamente orali. Sono tornato alla scrittura da avvocato, con gli atti giudiziari, perché un buon civilista deve saper scrivere, altrimenti non riuscirà a convincere il giudice. Sinceramente, appena dieci anni fa, se qualcuno mi avesse detto che oggi avrei scritto dei romanzi, lo avrei giudicato un pazzo. Poi, dopo, in un periodo della mia vita un po’ fosco - era deceduto mio padre, la testa era come una pentola a pressione, molti pensieri la affollavano - presi a riportare su una sorta di diario la mia vita, i miei amori giovanili e i dilemmi del presente. E lì mi accorsi che scrivere mi faceva bene, quei tormenti, una volta scaricati sulla pagina scritta, non mi appartenevano più, erano come di un altro, me ne ero liberato. È così che ho cominciato a scrivere. Consiglio a tutti di farlo: è terapeutico.

D. DOVENDO RIASSUMERE IN POCHE RIGHE IL SENSO DEL TUO NUOVO LIBRO “NON AVRAI ALTRA DONNA ALL' INFUORI DI ME”, COSA DIRESTI?

R. … Che siamo tutti di passaggio, e che tanto odio non ha senso. La famiglia di cui narro era la più in vista del borgo, ma è stata corrosa dal seme dell’odio, che ne ha causato praticamente la disintegrazione.

D. UNA SCENA DEL LIBRO CHE TI PIACE PARTICOLARMENTE?

R. La parte finale, con i dubbi che tormentano da anziano il giudice istruttore, dal cui punto di vista la storia viene raccontata, compresa la poesia di chiusura, che non è mia, bensì di uno dei personaggi reali del libro, che è stato un noto poeta locale. Ma non posso aggiungere altro per non svelare la conclusione del giallo.  

D. A QUALE SCRITTORE TI SENTI PIÙ VICINO PER GENERE O SCRITTURA?

R. Posso dire quali scrittori amo particolarmente: Italo Svevo più di tutti, ma anche Tomasi di Lampedusa, Pavese, Hemingway, Gabriel Garcia Marquez, Zafon, Steinback, Bernard Cornwell per gli storici d’avventura, il nostro Faletti per i gialli. Ma non saprei a quale io assomigli, penso a nessuno di loro, parliamo di giganti della letteratura…

D. QUAL È IL MESSAGGIO CHE VORRESTI TRASMETTERE AI LETTORI CHE HANNO LETTO O LEGGERANNO IL TUO LIBRO?

R. Un messaggio di elasticità e tolleranza, in tempi in cui i femminicidi sono all’ordine del giorno: ammazzare il partner, uomo o donna che sia, non è mai la soluzione, non colma il vuoto, semmai lo amplifica. Inoltre, nel mio libro, in mezzo a tante miserie umane, vince il figlio non riconosciuto, colui che ha sofferto più di tutti e che partiva svantaggiato rispetto agli altri: la pietra scartata dai costruttori è diventata testata d’angolo, mi pare un ottimo messaggio. Biblico, direi, come il titolo del libro.

D. PROGETTI PER IL FUTURO?

R. Questo romanzo è appena uscito. Un’amica, quando ho pubblicato “Ramondo lo scudiero”, per convincermi a superare la ritrosia a sottopormi alle presentazioni in pubblico, mi ha detto: “Un libro è come un figlio. Una volta che lo hai messo al mondo, lo devi accompagnare fino a che non è in grado di camminare sulle sue gambe”. Ecco, la mia attenzione adesso è tutta concentrata nella promozione del nuovo romanzo e, tra l’altro, di pari passo devo portare avanti il lavoro, da cui traggo il mio sostentamento. Verrà il tempo per pensare ad altri progetti, ma ora è prematuro. Ce n’è uno, sempre di quest’anno, che è stato ritirato dal mercato subito dopo la pubblicazione e non per volontà mia o dell'editore, ma per fattori esterni: un obiettivo più immediato potrebbe essere riuscire a farlo rimettere in vendita. È un libro di impegno e denuncia estremamente attuale e leggerlo potrebbe essere utile a molte famiglie che vivono determinate situazioni.

Ringrazio Antonio per essere stato mio ospite

Nelle librerie e sugli store online dal 2 settembre 2024 Readaction


SINOSSI 

1923. C’era stata l’esplosione di tre colpi di rivoltella alla chiusura della farmacia D’Andria. Il morto prima di perdere i sensi era riuscito a ripetere più volte: «i miei cugini mi hanno ucciso.» Venti minuti dopo si era proceduto a un arresto. Due contadini, infatti, si erano imbattuti in uno strano figuro, che procedeva strisciando lungo i muri delle case. Uno dei due era rimasto a sorvegliarlo, mentre l’altro era corso ad avvertire le forze dell’ordine. Quando un carabiniere era giunto sul posto aveva appurato che si trattava di una donna travestita da uom Il giudice istruttore Francesco Giove giunse a Torre Santa Susanna convinto che avrebbe sbrogliato facilmente la matassa. Non sapeva che ne sarebbe rimasto irresolubilmente imbrigliato. 


Intervista a cura di C.L

© Riproduzione riservata 



Commenti

  1. Non conoscevo il motivo per cui Antonio ha iniziato a scrivere ma credo che il consiglio che ci ha dato sia di notevole importanza. Non vedo l'ora diiniziare a leggere il suo nuovo libro e sono sicura che gli darà grandi soddisfazioni..peccato per l'altra sua opera letteraria che poco tempo fa è stata ritirata dal commercio

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