«CHIACCHIERATA CON LUCA TRAPANESE: UN PAPÀ SPECIALE.»

 


 È stato un piacere, ospitare nel mio blog Luca Trapanese, il papà della piccola Alba.  Un uomo che da sempre ha a cuore la tematica della disabilità.


D: NEL 2007 HA FONDATO L’ASSOCIAZIONE A RUOTA LIBERA ONLUS, NEGLI ANNI SUCCESSIVI AVETE REALIZZATO IL PROGETTO “LA CASA DI MATTEO”. CI PARLI DELLA SUA ASSOCIAZIONE E DI QUESTO PROGETTO?

R: A Ruota Libera nasce con l’dea di creare delle attività per persone disabili in età post-scolare, l’associazione e rivolta a tutte le fasce d’età. Nasce in relazione a un forte bisogno dovuta l’assenza delle istituzioni e l’assenza di una vera e propria progettualità sulla persona disabile. In tredici anni di attività A Ruota Libera si è specializzata non solo ad accompagnare le famiglie delle persone disabili, ma anche ad accompagnare le stesse persone affette da disabilità verso una vera e propria autonomia per cercare di creare non solo attività ludiche ma anche un inserimento lavorativo. Infatti i ragazzi lavorano in un bar, abbiamo anche una fattoria dove produciamo il miele e presto apriremo un albergo e un ristorante, abbiamo inoltre una serie di case dove i ragazzi disabili vivono in forma di Housing. Abbiamo tantissime attività e altrettante numerose sedi e due progetti importanti; Il primo si tratta di un borgo sociale, il parco regionale di Rocca Monfina nel comune di Marzano Appio. Il secondo progetto anch’esso importante è la Casa di Matteo, è la prima comunità in tutto il sud Italia dove vengono accolti i bambini con grave disabilità anche in stato terminale alcuni di loro sono stati abbandonati in ospedale dopo la nascita o tolti alle famiglie di origine perché non sono all’altezza di portare avanti un peso così grande come la gestione di una persona disabile.

D: QUAL’ È STATO IL SUO PRIMO PENSIERO, QUANDO HA INCONTRATO PER LA PRIMA VOLTA ALBA?

R: Ho incontrato Alba per la prima volta subito dove aver ritirato in Tribunale il decreto di affido. Il nostro primo incontro avvenne in ospedale. La prima volta che la vidi e la presi tra le mie braccia capì subito che ci appartenevamo l’un l’altro. Ero felicissimo come credo che avvenga a tutti quando si diventa genitori soprattutto dopo aver desiderato un figlio così a lungo. Allo stesso tempo mi resi conto che la mia scelta era una scelta definitiva e dalla quale dipendeva la felicità di una creatura. Alba per me è stata subito mia figlia sin dal primo giorno.

D: COM’È STATO IL SUO PERCORSO DI ADOZIONE?

R: Il mio percorso di adozione è stato molto lineare e non faticoso. Perché avevo innanzitutto chiesto in affido un bambino disabile che non riusciva ad essere collocato nelle coppie tradizionali e quando io ho fatto richiesta Alba non era ancora nata. Successivamente venni contattato per Alba. La bambina mi è stata data prima in affido poi in affido pre-adottivo e poi grazie all’articolo 44 sulla legge delle adozioni ho potuto richiedere l’adozione speciale lettera C, perché Alba in quanto neonata però con la sindrome di Down non riusciva ad essere collocata nelle coppie tradizionali che avevano l’idoneità all’adozione e perché ricordiamo che Alba è stata lasciata in ospedale dalla madre al momento della nascita dunque era adottabile per questo ho potuto fare richiesta per prenderla in affido. Invece l’adozione definitiva è arrivata esattamente un anno dopo.

D: COME SONO STATI I PRIMI GIORNI INSIEME AD ALBA?

R: Appena uscita dall’ospedale l’ho subito portata nella nostra casa di campagna, desideravo fortemente avere un rapporto privilegiato con lei e vivermi appieno questa paternità. I primi giorni siamo stati proprio da soli avevo bisogno di conoscerla, di far pratica con un neonato. Tutt’oggi abitiamo in questa casa dove abbiamo vissuto i tre mesi di reclusione per il recente Lockdown. Sono stato fortunato perché Alba è una bambina buonissima, non abbiamo passato notti intere senza riposare né tantomeno ci sono stati lunghi pianti inconsolabili da questo punto di vista è stata una vera passeggiata. Adesso sicuramente è un po’ più pesante perché Alba è più esuberante.

D: COME È NATO IL PROGETTO EDITORIALE (INSIEME A LUCA MERCADANTE) CHE HA CONSENTITO LA REALIZZAZIONE DI “NATA PER TE”?

R: All’inizio quando siamo finiti su tutti i giornali si parlava di tante cose per giunta tutte sbagliate. La mia adozione venne definita come un gesto di carità di un uomo che ha salvato una bambina, si parlava di una madre senza cuore per aver abbandonato una disabile, e delle coppie che non volevano adottarla. Non ero assolutamente d’accordo con tutto quello che veniva detto. Quando ho fatto la richiesta d’ affido di un bambino disabile non ho fatto un gesto di carità, la mia scelta nasce da una forte e maturata esperienza di vita dove per me la disabilità non è una sconfitta ma è un modo di essere, ero pienamente consapevole della mia decisione, non ero nemmeno spaventato ero preparato. Questa è un’enorme differenza rispetto a chi si trova davanti a questa scelta e non è una scelta ma un obbligo. Non ero nemmeno d’accordo di colpevolizzare la mamma di Alba, perché io credo che la madre di Alba abbia fatto un gesto di grande coraggio e di dignità ed è un gesto regolamentato da una legge (Una donna può andare in ospedale per partorire e decidere di lasciare il bambino in ospedale) quindi cento volte la madre di Alba che piuttosto quei bambini che vengono buttati nella spazzatura senza nemmeno che si sappia della loro esistenza ma lo sappiamo solo se li troviamo. Tra le tante attività sociali gestisco anche una casa famiglia per ragazze madri e se penso che la mamma di Alba poteva essere una di quelle ragazze che noi accogliamo, molto spesso sono donne vittime di violenze di soprusi di abusi dove loro per prime non hanno avuto una famiglia e quindi è probabile che la madre di Alba non era in grado di essere madre e non ultimo io mi sentivo in grado di difendere e di parlare delle coppie che non hanno voluto Alba perché credo che bisogna lasciare la libertà a tutti di fare le proprie scelte. Personalmente credo che una coppia che si avvicina all’adozione comunque è una coppia ferita perché non può avere un proprio figlio è spaventata comunque dalla disabilità. Oggi quando nasce un figlio disabile i genitori si sentono abbandonati poiché nessuno pensa concretamente alla vita di questo bambino che un giorno diventerà un adulto disabile per questo bisogna creare dei percorsi educativi alla disabilità non trovare i colpevoli. Da qui nasce l’idea con Luca Mercadante di parlare di paternità di scelte, siamo due papà completamente diversi. Io sono cattolico credente a favore di un figlio disabile, gay, ho una famiglia molto allargata. Luca Mercadante è ateo a favore dell’aborto ha un problema con la piccola disabilità del figlio che è celiaco è per lui è un grande problema ha una famiglia molto ristretta, ha una compagna. Siamo due mondi completamente diversi. Ma dal libro non nasce uno scontro ma un incontro di due paternità dove dialoghiamo e dove nessuno dei due vuole prevalere sull’altro, o immagina di dire che le sue scelte sono quelle giuste.

D: CHE TIPO DI PAPÀ È?

R: Cerco di essere un papà sereno, dando ad Alba serenità, solidità, ma soprattutto fiducia in sé stessa e di chi la ama. non credo di essere apprensivo sono un papà allegro mi diverte stare tanto con Alba, le giornate passano anche se poi a fine giornata avrei bisogno di una spa (ride), spero di essere un papà speciale in modo che lei non senta mai troppo la mancanza di una madre.

D: CHE BAMBINA È ALBA?

R: È una bambina molto allegra esuberante, gioiosa, giocosa, le piace cantare e ballare ed è un tipo tostissima dico sempre che noi litigheremo tantissimo perché è una bambina determinata quando una cosa non la vuole fare non la fa, è una vera donna perché quando è nervosa è insopportabile è una forza della natura. È una bambina molto carismatica e sicuramente non solo ha cambiato la mia vita ma l’ha reso meravigliosa.  Non ho mai pensato di tornare indietro e non ho mai pensato che questa scelta mi avesse compromesso tante altre possibilità. Alba ha cambiato la vita di tante altre persone che sono intorno a noi, io dico sempre che io ho scelto di adottare Alba ma c’è chi ha scelto di adottare me e Alba e di aiutarci in questo percorso.


Intervista a cura di C.L


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