QUESTIONI DI SANGUE: INTERVISTA AD ANNA VERA VIVA.


Ben ritrovati miei cari lettori!
L'ospite di questa nuova intervista è Anna Vera Viva.
Anna Vera Viva, salentina, si trasferisce a Napoli nel 1982. Scrive da molti anni ed è sceneggiatrice di docufilm e cortometraggi tra cui La consegna e Specchio delle mie brame, candidati al David di Donatello. Le sue passioni sono viaggiare e gironzolare per musei e gallerie d'arte contemporanea.
Questioni di sangue “Un’indagine nel cuore segreto di Napoli”, edito da Garzanti in libreria dal 3 marzo 2022.


D: JOËL DICKER DICEVA: “SCRIVERE UN LIBRO È COME APRIRE UNA COLONIA ESTIVA. LA  TUA VITA, IN GENERE SOLITARIA E TRANQUILLA, VIENE IMPROVVISAMENTE SCOMBUSSOLATA DA UNA MOLTITUDINE DI PERSONAGGI CHE UN GIORNO GIUNGONO SENZA PREAVVISO E TI SCONVOLGONO L'ESISTENZA”. COME È CAMBIATA LA SUA VITA SCRIVENDO?

R: È incredibile come lei abbia, casualmente, usato la frase che più rappresenta il mio modo di vivere la scrittura e che ho addirittura in primo piano nella pagina di apertura del mio sito ufficiale.Perché nei periodi in cui scrivo o nei quali progetto un nuovo romanzo è esattamente quello che mi succede. I Personaggi si appropriano di ogni spazio della mia vita, di ogni pensiero. Li vedo vivere, agire tra di loro, spio le reazioni alle prove davanti alle quali io stessa li ho messi, ne analizzo i sentimenti. E ognuno di loro pretende cure e attenzioni particolari cercando di prevaricare gli altri in una gara dove, comunque, vincono tutti. Per mesi, fino alla conclusione del romanzo,diventano le più reali delle creature che mi circondano. Poi tutto questo finisce e li lascio andare per il mondo con le proprie gambe; non le nascondo che in quel momento provo un grande sollievo.


D: DA QUALE IDEA, SPUNTO, ESIGENZA O FONTE DI ISPIRAZIONE, NASCE QUESTO SUO NUOVO ROMANZO “QUESTIONI DI SANGUE”?

R: Da una suggestione nata dalla scoperta del Rione Sanità e dalla Basilica Di Santa Maria alla Sanità. Dovevo trovare un modo, dei personaggi che mi consentissero di usare quelle ambientazioni, di parlare di quei luoghi magici. Personaggi che vivessero quella Basilica colma di storia e di fascino. E chi meglio di un Prete avrebbe potuto fare tutto questo?


D: QUANTO TEMPO HA IMPIEGATO A SCRIVERLO?

R: Un paio di mesi, se parliamo della scrittura vera e propria. Ma la parte precedente, quella di ricerca storica e sociologica, è durata più a lungo.


D: NEL LIBRO CI SONO DIVERSI PERSONAGGI, UNO PIÙ INTERESSANTE DELL' ALTRO. POI CI  SONO I DUE PROTAGONISTI PRINCIPALI. RAFFAELE IACONO E PEPPINO ANNUNZIATA.CHE TIPO D' UOMO È “PEPPINO ANNUNZIATA”? COME LO DESCRIVEREBBE?

R: Peppino è un uomo di malavita, su questo non ci sono dubbi, ed è un essere convinto di aver percorso l’unica strada percorribile e che non accetta di essere giudicato per questo. La particolarità di questo personaggio sta, a mio avviso, in un vissuto dove l’amore da cui è stato circondato, in primis dalla madre e poi dalla prima moglie, ha segnato la sua parte più profonda e questo lo rende un individuo di una complessità affascinante.


D: CON QUALI COLORI DESCRIVEREBBE I SUOI PERSONAGGI?

R: Rosso senz’altro per Raffaele, il rosso della passione che mette in ogni sua azione, quello dell’ira che lo acceca davanti alle ingiustizie e infine quello di un buon sugo che, da grande buongustaio qual è, apprezza in particolar modo.Bianco argento per Peppino, non quello della purezza ma quello del gelo, del pensiero scevro da ogni emotività, del raziocinio che gli consente di muoversi con sicurezza nelle situazioni più pericolose. Giallo arancio per Assuntina, per il calore che diffonde, per la sua allegria, e per quella saggezza che nasce da una positività dell’animo che può erroneamente essere scambiata per ingenuità.


D: QUALI AUTORI L'HANNO INFLUENZATA MAGGIORMENTE?

R: Questa è una domanda alla quale non riesco mai a rispondere. Ho letto tanto e di tutto,privilegiando da sempre i classici. Ho letto autori che ho amato e altri che non mi sono piaciuti ma mi sono sentita in dovere di conoscere e sono convinta che, ognuno di loro, ha portato il suo contributo nell’economia della mia formazione. A volte sospetto che i segni più forti li abbiano tracciati proprio gli autori che non ho amato.


D: PROGETTI PER IL FUTURO?

R: Tanti, ma non sveliamoli.


Desidero ringraziare Anna Vera Viva per la sua disponibilità nel concedermi questa intervista.



                     


SINOSSI

Il rione Sanità è un’isola. Un lungo ponte lo divide dal resto di Napoli. Qui, i vivi e i defunti convivono da secoli e non vi è posto, più di questo, in cui morte e vita siano così strettamente intrecciate. Ed è qui che, dopo quarant’anni, due fratelli si rincontrano. Raffaele, dato in adozione giovanissimo alla morte della madre, ci torna come parroco della basilica di Santa Maria alla Sanità. Peppino, invece, è il boss del quartiere. Due uomini che non potrebbero essere più diversi l’uno dall’altro. Eppure, il richiamo del sangue, ineludibile, li unisce. Un legame che è fonte di pericolo e tormento per entrambi. Quando la morte colpisce e un cadavere viene ritrovato in un appartamento del rione, le indagini, suffragate da un testimone poco affidabile, seguono un unico binario. Quell’omicidio fa tirare un sospiro di sollievo a tante persone, ma Raffaele non si lascia abbindolare. Decide di rivolgere il suo sguardo, esperto della vita, proprio tra la sua gente, anche se questo significa guardare qualcuno di molto, forse troppo, vicino a lui. Ma Raffaele non si è mai fermato davanti a nulla e non inizierà adesso. Sa bene che le sue indagini possono compromettere un equilibrio basato su regole non scritte e allo stesso tempo inderogabili, ma deve andare avanti. Perché la Sanità è un’isola e per navigare il mare che la circonda ci vogliono coraggio, passione e un concetto diverso di verità.


COSA NE PENSO

Nessun luogo incarna le contraddizioni di Napoli come il Rione Sanità. Un posto pieno di anima, ricco di teatralità.
L' arrivo del nuovo parroco della Basilica di Santa Maria della Sanità, Don Raffaele Iacono, porterà con se una ventata di vitalità a tutti gli abitanti del rione.
I personaggi sono ben caratterizzati con una personalità definita. Don Raffaele è
un uomo singolare che ha ben poco del temperamento tipico in un sacerdote. Al suo fianco troviamo la fedele e valida perpetua Assuntina,una donna capace da fare invidia anche ai migliori detective del mondo, lei con il suo fare da comare e  con le sue acute osservazioni, sarà uno dei pilastri fondamentali per l'intera durata della storia. Nel romanzo si parlerà anche del legame tra due fratelli  Peppino e Raffaele, che si consolida attraverso la narrazione, le parole, i ricordi.
Lo stile di scrittura di Anna Vera Viva  è semplice ma estremamente travolgente
che si segue con piacere. Delinea luoghi e caratteri, descrizioni e approfondimenti con naturalezza e disarmante sincerità.
In conclusione, "Questioni di Sangue” possiede tutto quello che si vuole da un giallo.
Una morte sospetta, indizi da valutare e sospettati da ascoltare ed interpretare, ma non solo nel presente, perché anche il passato porta con sé la sua dose di segreti e dolori.
Una lettura intrigante. Consigliatissimo!
Buona lettura.

Foto autrice: Roberto Della Noce


Intervista e recensione a cura di C.L


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