“SARÀ LA MONTAGNA” IL NUOVO LIBRO DI LUCA SALTINI





Cari amici lettori,

L'ospite di oggi è Luca Saltini.
Nato a Milano vive a Lugano, dove lavora come responsabile dell’attività culturale della Biblioteca Cantonale. Ha scritto racconti per bambini e ha pubblicato Tattoo (Fernandel 2012); Il demolitore di camper (Fernandel 2013, da cui il film con Milena Vukotic co-sceneggiato dall’autore); Periferie (ADV 2015) e Una piccola fedeltà (Giunti 2018) Scrivimi dal confine (Piemme 2023).Il suo ultimo romanzo Sarà la montagna (Neri Pozza 2024).


D. CHI È LUCA SALTINI?

R. Sono una persona a cui piacciono molto i libri e gli incontri e faccio un lavoro che mi permette di fare esperienza di entrambe le cose. Infatti mi occupo delle attività culturali in una biblioteca e organizzo mostre, eventi, incontri. La passione per la scrittura è il filo rosso che lega tutto, perché mi dà quell’energia, quella voglia di scoprire e costruire che sta alla base di tutto quello che faccio. 

D. QUANDO HAI COMINCIATO A SCRIVERE E PERCHÉ? 

R. Fin da piccolo sentivo il desiderio di scrivere romanzi e pensavo che avrei voluto fare quello nella vita. Il primo romanzo che ho provato a scrivere era un fantasy e facevo credo la seconda media. Non sono riuscito ad andare oltre il primo capitolo, anche se l’idea di scrivere mi emozionava molto. Nonostante questa passione che sentivo, mi dicevo però che non avrei mai potuto vivere di libri. Forse sono stato un po’ troppo rinunciatario! Comunque ho certato di fare un percorso che mi aprisse delle possibilità di lavoro. Ho cominciato a fare ricerca storica perché mi piaceva, ma anche perché era un modo di scrivere a pagamento, fino a quando sono riuscito a ritagliarmi lo spazio per la narrativa.  

D. QUALI EMOZIONI PROVI QUANDO SCRIVI? 

R. Per me il processo della scrittura è fortemente emotivo. Credo che ci siano due categorie di scrittori, quelli di testa e quelli di pancia. Quelli di testa pianificano il libro, quelli di pancia, non sanno niente se non il tipo di scrittura che useranno e la prima immagine che li suggestiona. Quindi per me la sfida è trovare anzitutto questa voce. Nella narrativa, la scrittura è la storia. È la scrittura che crea il mondo del romanzo, dà il ritmo, l’immaginario, il punto di vista. La scrittura è l’elemento che dà all’autore il modo di guardare la vicenda di cui parla, che gli consente di stare davanti alle situazioni che racconta e di entrare dentro sé stesso per pescare significati e visioni che altrimenti non riuscirebbe a cavare fuori. Tutto questo accende un processo per cui l’autore in qualche modo partecipa delle vicende che racconta, le vive su sé stesso e ne fa esperienza. Se la scrittura è abbastanza forte, quell’emozione resta nella pagina e passa poi al lettore, il quale, a sua volta, fa esperienza di vita. Quindi per me la scrittura è rivelazione e possibilità di sperimentare situazioni e vite che altrimenti non potrei raggiungere. Dà emozioni diverse, ma ha anche un costo emotivo molto forte. 

D. IN QUALE  MOMENTO DELLA GIORNATA PREFERISCI SCRIVERE?

R. Non c’è un momento migliore. Dipende da quando ho il tempo per farlo in quella giornata. L’importante per me è la continuità, il fatto cioè che quando sento una storia possa ogni giorno aggiungere un tassello, anche piccolo, ma che tenga vivo il fuoco.  

D. DOVENDO RIASSUMERE IN POCHE RIGHE IL SENSO DEL TUO NUOVO ROMANZO, SARÀ LA MONTAGNA, COSA DIRESTI?

R. Il romanzo racconta la montagna nel suo significato di rifugio. Tradizionalmente la montagna aveva questo significato, la gente ci andava per fuggire dagli eserciti e dalle pestilenze. Oggi mi pare che questo significato torni con forza, perché ci si va per sfuggire a una società tecnologica troppo omologante e pervasiva che ci opprime. In questo senso, la montagna, con le sue piccole comunità, con ritmi di vita in armonia coi cicli di rigenerazione dei viventi, diventa un laboratorio per una società alternativa. Questo è il mondo che si racconta nel romanzo e la culla dove i personaggi trovano l’opportunità per essere felici.

D. QUALE È IL MESSAGGIO CHE VORRESTI TRASMETTERE AI LETTORI CHE HANNO LETTO O LEGGERANNO IL TUO ROMANZO? 

R. La natura possiede un’energia che ci trascende e che possiamo percepire tanto meglio quanto più ci liberiamo dalle barriere della nostra società che ci proteggono, ma ci limitano. I protagonisti del libro riescono a compiere il salto e per questo sono in grado di interpretare questi echi e di capire i messaggi della montagna.

D. QUALI SONO I TUOI PROGETTI PER IL FUTURO? 

R. Ho dei libri nel cassetto che spero possano presto trovare una strada editoriale.  

Desidero ringraziare Luca per aver risposto alle mie domande.

SINOSSI 

Nando è nato e cresciuto in montagna. Ha mosso i primi passi sui sentieri scoscesi che si inerpicano verso la cima e, anche quando è stato costretto a lavorare in un cantiere a fondovalle, ha sempre desiderato tornare a quel silenzio, all’ultima luce che accende il bosco la sera, al maso solitario che lo protegge dal rumore del mondo. Per questo, quando il milanese dice di aver sentito, in una notte di tempesta, il ruggito potente di un animale e il raspare cattivo delle sue unghie contro la porta, Nando non gli crede. Il milanese che ha lasciato un lavoro sicuro in città per andare a vivere con le vacche e a vangare l’orto non conosce le montagne, non sa di che cosa parla. Nessun animale è in grado di sradicare un larice, di far tremare una stalla. Quando però Silvia, una delle poche persone in grado di strappare Nando alla sua solitudine, gli confessa che anche lei ha sentito qualcosa e ha paura, lui si mette in cammino verso quel mistero. Parte di notte, solca il silenzio verde della boscaglia, attraversa la pura emozione dei luoghi intatti, vive la bellezza di una notte sotto il cielo stellato, di una radura dopo un inestricabile groviglio di rami. E rivede il passato con i suoi fantasmi, le ombre dei sogni che non ha potuto realizzare, l’amore che non ha avuto il coraggio di difendere. Al ritmo cadenzato del suo respiro, Nando troverà la strada verso ciò che minaccia il paese. Perché la montagna dà molto, tutto, a quelli come lui, ma sa quando è giunto il tempo di far pagare un prezzo.

Nelle librerie e sugli store online dal 27 settembre 2024 Neri Pozza


COSA NE PENSO 

Sarà la Montagna è un libro che ci trascina con sé lungo i sentieri e i pendii più tortuosi e tormentati della montagna, tra segreti a lungo taciuti e leggende tramandate dai vecchi abitanti del luogo.
Luca Saltini non ci fa dono soltanto di un romanzo ben congeniato, ma bensì di una lunga riflessione del rapporto tra uomo e natura. Questo suo romanzo, va accolto con la consapevolezza di quanto più vero esiste attorno a noi. La storia scorre perfettamente fino alla fine.
La storia ruota anche attorno al suo protagonista Nando. Un uomo dal cuore nodoso come le sue mani forti di gran lavoratore pronto a proteggere tutti gli abitanti dall' imminente catastrofe che minaccia l'intera vallata, ma soprattutto un uomo pronto a sacrificarsi per proteggere lei, Silvia. Niente spoiler, promesso!! 

«Il vento è come una persona che ti vuole parlare. Quello di valle è discreto, arriva adagio, simile a un amico quando risale il sentiero con passo regolare,lo scarpone schiaccia l'erba,il terreno assorbe il rumore. La sua voce non è fatta di parole,ma di sussurri e di odori. Li porta da lontano,per raccontare cosa succede sulla montagna.»


Ho apprezzato tutti i personaggi in particolar modo, ho cercato di cogliere in ognuno di loro gli aspetti più nascosti. Il mio personaggio preferito è Franz, un lupo solitario che si muove nel cuore pulsante del bosco ,un anima selvaggia dalla grande personalità, un personaggio che ho rivalutato verso il finale.
In conclusione, la morale di Sarà la montagna è che per vivere abbiamo bisogno di rispettare la natura alla quale dobbiamo molto e della quale  ci occupiamo molto poco.
Lettura consigliata! Buona lettura 


Intervista e recensione a cura di C.L

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