Ci sono libri che non si leggono soltanto: si vivono. Entrano in punta di piedi e restano per sempre. Oggi voglio scrivere a loro, come se fossero amici lontani, ma mai dimenticati.
Cara Piccola Principessa di Frances Hodgson Burnett,
sei stata la mia prima ribellione dolce. Mi hai insegnato che si può essere gentili anche nel dolore. Che la fantasia è una casa, e l’immaginazione, un tetto contro la pioggia.
Caro Diario di Anne Frank,
sei stato il primo dolore senza risposte. Hai messo nelle mie mani l’incredibile peso della verità, e la forza di una voce giovane, spezzata eppure luminosa.
Cara Jane Eyre,
mi hai parlato di dignità. Di amore che non chiede, ma aspetta. Di donne che non devono chiedere il permesso per esistere intere. La tua voce austera mi ha insegnato a restare salda anche nel vento.
Cara L’amica geniale,
mi hai raccontato le ragazze del Sud, le amiche feroci, i margini e il potere delle parole. Mi hai insegnato che scrivere può salvare, ma anche dividere.
Scrivere lettere ai miei libri del cuore è un modo per ringraziarli. Per ricordare che non siamo mai soli, finché qualcuno, da qualche parte, scrive (o legge) quello che anche noi non riusciamo a dire.
E tu? Quale libro scriveresti? E cosa gli diresti?
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