INTERVISTA A CHRISTIAN PAGLIA AUTORE DI “FELICI BASTA ESSERLO”

 


Monica ha 13 anni e una bella famiglia: papà Christian, mamma Barbara e una sorella maggiore, Vanessa. Le piace correre, fare capriole nell’acqua, andare a scuola, viaggiare e stare con i suoi amici. Ma un giorno la vita si capovolge: a Monica viene diagnosticato un tumore osseo maligno. È una malattia rara e la strada da fare è lunga: operazioni, chemioterapie, esami, tante rinunce. Tra dolore, speranze e desideri Monica non perde mai il suo sorriso: è lei che infonde ottimismo nei suoi cari e li incoraggia a guardare «fino all’infinito e oltre». Ma questa non è soltanto la storia di Monica, è la storia di tutta la sua famiglia qui raccontata dal papà , «Felici basta esserlo» è infatti il titolo del libro in cui Christian Paglia, partendo dai primi anni di vita di Monica, quando la famiglia si trovava negli Stati Uniti per motivi di lavoro, racconta la spensierata gioventù, e poi il dramma della malattia.
La storia di relazioni fatte di amore e solidarietà, che nel momento più doloroso si rafforzano e fanno scudo per proteggere chi è più fragile. come recita la quarta di copertina, «Monica ci insegna a guardare le cose in un modo nuovo e lo fa attraverso le parole di chi l’ha amata moltissimo. Ci insegna l’amore per le piccole cose, la solidarietà incondizionata, la bellezza di saper guardare oltre le difficoltà, perché, in fondo, felici basta esserlo».
Al legame con i genitori e la sorella, si aggiunge quello con Sabrina (LaSabri di YouTube, tanto amata dai giovanissimi e che qui firma la nota a chiusura del libro), che diventa l’amica del cuore di Monica. Anche lei, con generosità e affetto, le resta accanto fino all’inevitabile epilogo, che giunge tre anni dopo la scoperta della malattia.


D: QUAL’E LA COSA CHE RENDEVA PIU’ FELICE MONICA? CI PARLI DI LEI?

R: Monica aveva una carattere determinato. Non nel senso del far prevalere le proprie idee o di imporsi, ma sopratutto rispetto a quanto desiderava perseguire e raggiungere. Non si paragonava con gli altri, ma li osservava per informazione e proseguiva lungo il proprio cammino. Diceva che ognuno è speciale a modo suo. Le piaceva aiutare le persone in difficoltà. Si preoccupava degli altri, di noi, anche quando lei stava per morire. Amava gli animali e le attività manuali. Queste le permettevano di esprimere al meglio la propria infinità dolcezza e creatività.

D: C’ERA UNA POESIA O LIBRO, UNA FRASE CHE AMASSE IN PARTICOLARE?

R: Le piacevano diversi libri. Una volta aveva segnato nel suo cellulare una frase ripresa da qualcuno: le persone normali lasciano un segno, quelle speciali lasciano un sogno. Guardava spesso i volumi dei Guinness World Records.

D: COSA HA PROVATO QUANDO HA VISTO PUBBLICATO IL SUO LIBRO «FELICI BASTA ESSERLO»?

R: Un lieve alleggerimento dell’animo, poichè ero consapevole di poter raccontare agli esseri umani, al mondo, il grande valore di Monica. Lei avrebbe potuto aiutare gli altri ben oltre quest’opera, raccontando le sfide e le sofferenze che ha dovuto fronteggiare e la forza che ci ha voluto e dovuto mettere.

D: COSA BASTA PER ESERE DAVVERO FELICI SECONDO SUA FIGLIA MONICA?

R: Monica aveva la capacità di adattare la propria linea della felicità in base a quanto le era possibile fare. Questa è la felicità.

D: QUAL’ERA IL SOGNO NEL CASSETTO DI SUA FIGLIA?

R: Il sogno principale era semplicemente quello di vivere, in salute. Poi, la famiglia, avere dei figli e occuparsi degli animali, probabilmente come aiuto veterinaria.

 

Intervista a cura di C.L

 

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