INTERVISTA A CHIARA GAMBERALE

 



L'ospite di oggi è Chiara Gamberale, scrittrice, conduttrice radiofonica e televisiva.
Dopo la sua laurea al DAMS di Bologna, Chiara ha scritto il suo primo romanzo nel 1999, intitolato “Una vita sottile”.
Per quanto riguarda invece televisione e radio, ha cominciato a lavorare dal 2002 conducendo i programmi “Duende” su Seimilano (emittente TV lombarda) e “Io, Chiara e l’Oscuro”, su Rai Radio 2. È stata inoltre l’autrice di “Quarto Piano Scala a Destra” (Rai Tre).
Collabora anche con diversi giornali quali Vanity Fair, Io Donna, Donna Moderna e La Stampa.
Chiara Gamberale, sempre così pronta a inventarsi modi originali per dare voce a ciò che sentiamo, nella primavera 2020 ha scritto una testimonianza che è allo stesso tempo un urlo e un abbraccio “senza mascherina”. Parole forti, nuove, che portano ognuno di noi a chiedersi se, “finito quest’incubo, potremo rendere interiori e spirituali i gesti che per proteggerci da quest’incubo abbiamo dovuto imparare.” Perché quel metro di distanza dagli altri, sia quando si infrange sia quando si rispetta, è comunque un potere nelle nostre mani.

 
“QUANDO L’EPIDEMIA FINIRÀ, NON È DA ESCLUDERE CHE CI SIA CHI NON VORRÀ TORNARE ALLA SUA VITA PRECEDENTE. CHI, POTENDO, LASCERÀ UN POSTO DI LAVORO CHE PER ANNI LO HA SOFFOCATO E OPPRESSO. CHI DECIDERÀ DI ABBANDONARE LA FAMIGLIA, DI DIRE ADDIO AL CONIUGE O AL PARTNER. DI METTERE AL MONDO UN FIGLIO O DI NON VOLERE FIGLI. DI FARE COMING OUT. CI SARÀ CHI COMINCERÀ A CREDERE IN DIO E CHI SMETTERÀ DI CREDERE IN LUI.”

 
D: CHIARA, CI PARLI DI LEI E DI COME È NATA LA SUA PASSIONE PER LA SCRITTURA?

R: Diciamo che è stata la scrittura a scegliere me…Fin da bambina ascoltare una storia è stato l’unico modo per avvertire salire, dentro, una specie di pace. E ho sempre creduto che l’unica chiave per accedere fino in fondo alla realtà fosse l’immaginazione.

D:IL SUO NUOVO LIBRO NON È UN ROMANZO, MA SI TRATTA DI UNA SERIE DI RIFLESSIONI E SITUAZIONI NATE DURANTE IL RECENTE LOCKDOWN CAUSA DEL COVID19. COSA RAPPRESENTA PER LEI “COME IL MARE IN UN BICCHIERE”?

R: Una confidenza a bassa voce che ho sentito il bisogno di condividere. Una proposta o forse una preghiera….

D: COSA VOGLIONO LASCIARE AL LETTORE LE PAGINE DI QUESTO ROMANZO?

R: La possibilità di non dimenticare. E di spiritualizzare le restrizioni a cui siamo stati chiamati, di interpretare perché ci sia possibile proteggerci e ricordare il valore della distanza (e dunque della vicinanza) anche quando questo terribile incubo, finalmente, finirà.

D: CI PUÒ DIRE COME CONCEPISCE I SUOI ROMANZI?

R: Prima arriva un’urgenza dentro e tutto addosso. Poi la trasformo in una sfida stilistica. E comincio a scrivere.

D: QUALE LIBRO LE HA LASCIATO UN RICORDO SPECIALE?

R: Le luci nelle case degli altri e Qualcosa…Ma ogni mio libro dà voce a un pezzo di me, della mia storia o del mio percorso interiore.

D: SCRITTRICE, CONDUTTRICE RADIOFONICA, CONDUTTRICE TELEVISIVA E AUTRICE TELEVISIVA. QUAL È IL RUOLO CHE SENTE PIÙ “SUO”?

R: Non c’è dubbio: scrivere è anche più della mia passione, è il mio unico rimedio all’esistenza.

D: C’È UN ROMANZO CHE LE SAREBBE PIACIUTO SCRIVERE E CHE INVECE È STATO QUALCUN ALTRO A SCRIVERE?

R: Magic Kingdom di Stanley Elkin

D: PROGETTI PER IL FUTURO?

R: Tornare al romanzo con una struttura corale a cui stavo lavorando prima che il COVID si prendesse tutto. Anche (e inevitabilmente) la nostra immaginazione.


Ringrazio Chiara Gamberale per la sua disponibilità.


Intervista a cura di C.L


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