INTERVISTA A STEFANIA APHEL BARZINI AUTRICE DEL LIBRO“LE GATTOPARDE”.


Cari lettori,
Oggi ho l'onore di ospitare Stefania Aphel Barzini, autrice del romanzo Le Gattoparde edito da Giunti.
Stefania Aphel Barzini,ha vissuto sei anni a Los Angeles dove, tra l’altro, teneva corsi di cucina regionale italiana. Ama scrivere, mangiare e cucinare e considera queste attività molto importanti. 
Rientrata in Italia ha iniziato una lunga collaborazione con il Gambero Rosso, sia con il canale televisivo, di cui è stata uno degli autori, che con la rivista.
Conclusa questa esperienza ha iniziato a lavorare come consulente nell’organizzazione di eventi,fiere e mostre sempre a tema enogastronomico. 
Ha scritto diversi libri di cucina e due romanzi: L’Ingrediente perduto e Fuori sincrono.

D: APPASSIONATA DI CUCINA, SCRITTURA: CHI È STEFANIA? 
    
R: Sono tante cose insieme, forse troppe, ma sostanzialmente sono una “cantastorie”, Che poi le mie storie siano raccontate attraverso la cucina, il cibo, la scrittura, i romanzi, i saggi, le ricette o i viaggi non fa differenza, la cosa importante per me è raccontare il mondo che mi scorre accanto, le tante storie che rendono la vita interessante e degna di essere vissuta. 
   
    
D: QUALE È STATA LA DIFFICOLTÀ MAGGIORE DURANTE LA STESURA DEL SUO ROMANZO? 
    
R: La cosa più difficile è stata la ricerca, trovare le fonti giuste, e poi trovare la forma giusta per raccontare la mia storia, che non è una storia verticale, che va da madre in figlio, bensì orizzontale, che girovaga tra nonne, zie, nipoti, cugini, sorelle, il che la rendeva più difficile da raccontare. 
    
    
D: COME MAI HA DECISO DI RACCONTARE LA STORIA DELLA FAMIGLIA FILANGIERI DI CUTÒ E DEI PICCOLO DI CALANOVELLA? 
    
R: Tutto è iniziato con una mia visita a Villa Piccolo, sede della Fondazione Piccolo, sono rimasta folgorata dalla casa e dalle presenze ancora palpabili di chi ci aveva vissuto, gioito e sofferto. I Piccolo erano una famiglia bizzarra e affascinante, nel cercare di capire i suoi componenti e le loro storie ho voluto capire da dove provenissero e ho scoperto una storia tutta al femminile. Una storia di donne forti, coraggiose e mai banali. Storie spesso drammatiche che non erano mai state raccontate, perché la Storia è sempre raccontata dagli uomini e le donne non hanno mai avuto una voce.Io sentivo invece che quelle donne avevano bisogno di ritrovare la loro voce, che qualcuno facesse il gesto di ridargliela, mi sembrava che loro me lo chiedessero, che avessero bisogno di raccontarsi, di esprimersi. 
    
    
D: L’ ASPETTO POSITIVO E QUELLO NEGATIVO DELL' ESSERE UNA SCRITTRICE? 
    
R: L’aspetto negativo è che si tratta di un lavoro molto solitario, quasi autistico, sei tu sola davanti ad un computer, gli altri, coloro che ti stanno accanto sono spesso un ostacolo. Bisogna essere molto comprensivi per stare accanto a chi scrive. L’aspetto positivo, per paradosso, è lo stesso: la solitudine, il rapimento totale che ti dà la scrittura. È un momento magico, in cui di fatto ci si trasforma quasi in un medium tra te e i personaggi che devi raccontare. Io ho scritto Le Gattoparde durante il primo lockdown ed è stata la mia salvezza: sono stata trasportata in un'altra epoca, in un altro luogo, in mezzo a personaggi tornati in vita. Mi ha fatto dimenticare il presente e l’orrore che stavamo vivendo. 
    
    
D: QUALI SONO GLI INGREDIENTI CHE SERVONO IN UNA STORIA? 
    
R: La sola cosa che conta è avere una storia forte da raccontare, personaggi interessanti con storie forti, che trasportino te e il lettore in un altro universo, che rapiscano.
    
   
D: UN LIBRO CHE NON SI STANCHERÀ MAI DI RILEGGERE? 
    
R: Mary Poppins!! È il libro che da bambina mi ha fatto scoprire la lettura, un dono immenso che ha la capacità di farti viaggiare nello spazio e nel tempo.  Ricordo di averlo letto a 8 anni, un’estate al mare nella quale non sono uscita di casa finché non ho terminato tutti e 4 i volumi, neanche per andare al mare.Ero solo io, una sedia e il libro.Una vera magia. E Mary Poppins è un bagno nella magia, riletto da adulti è la scoperta di miti e leggende molto affascinanti.Non finirò mai di leggerlo e rileggerlo. 
    
    
D: PROGETTI PER IL FUTURO? 
    
R: Ho appena chiuso un contratto per scrivere un altro romanzo, sempre una storia siciliana, e sempre la storia di una donna realmente esistita.  Voglio raccontare la storia di Rosa Balistreri, un nome che forse a molti non dice un granchè, una grande cantante folk con una vita che di per sé è un romanzo bello e crudele. La storia della  rinascita di una donna che ha avuto una vita tragica e terribile ma che si è riscattata grazie alla sua voce.  Questa volta perciò racconto un’altra Sicilia, molto diversa da quella de Le Gattoparde, una Sicilia terra di abbandono, povertà e speranze affidate alle stelle.

                                                                                

Ph. Fondazione Famiglia Piccolo di Calanovella.


SINOSSI 

Villa Piccolo, la straordinaria residenza di campagna dell'aristocratica famiglia Piccolo, arroccata in cima alle colline di Capo d'Orlando e immersa in uno splendido parco di oltre venti ettari, fu il luogo in cui la baronessa Teresa Mastrogiovanni Tasca Filangeri di Cutò si ritirò quando il marito Giuseppe Piccolo di Calanovella fuggì a Sanremo con una ballerina. Lì visse con i suoi tre figli, Lucio, Casimiro e Agata Giovanna, che vi abitarono fino alla morte. Agata, ultima superstite e vestale della villa, ci racconta la storia della sua vita, della sua famiglia, della sua epoca. Lei, testimone di un mondo che fu, decide di ricostruire questa trama esclusivamente attraverso le vicende delle donne che l'hanno tessuta. Quando il sipario si apre su Agata siamo nella seconda metà del Novecento, ma la sua memoria ci conduce fino alla Sicilia postunitaria, a un momento cruciale della storia di quella terra e del nostro Paese. Tutte le certezze vacillano per l'aristocrazia terriera e le donne Piccolo, come altre loro simili, devono affrontare il cambiamento. Le vediamo lottare per tenere insieme ciò che resta del proprio mondo, resistendo al dissolversi dell'universo che conoscono. Mentre gli uomini di casa, i Gattopardi, assecondano il declino senza porvi argine e con rassegnazione. Le vediamo stagliarsi sullo sfondo di una vita domestica e di società fatta di riti e di fasti, di passioni e di compromessi. Ma anche di lutti e tragedie dettate dalla storia il terremoto di Messina e le bombe su Palermo e da episodi di violenza efferata. E ci immergiamo nell'atmosfera trasognata dell'oasi di Villa Piccolo, in cui Teresa crea un bizzarro cenacolo di arte, cultura e letteratura, dove Giuseppe Tomasi di Lampedusa, suo nipote, concepirà la sua opera eterna e passeranno in visita, tra gli altri, Montale, Cederna, Pasolini, Sciascia e Consolo, attratti dalla compagnia, così come dal cibo prezioso che Agata porta in tavola.

COSA NE PENSO 

Un tuffo nella sontuosa Palermo della Belle Epoque dominata dai Florio.
Come tutte le saghe familiari, in questo romanzo si percorre un arco temporale lungo parecchi anni.
I protagonisti sono le famiglie, Mastrogiovanni Tasca Filangeri di Cutò, i principi Tomasi di Lampedusa, e i Baroni Piccolo di Calanovella.
Approfondiremo ciascuna delle figure femminili di casa Tasca di Cutò, dalla principessa Giovanna Filangeri, alla disperata e passionale Giulia, all'austera Bice e poi Maria, Lina e infine la forte e testarda Teresa.
Dopo la dipartita di quest'ultima, le redini della casa passano in mano a sua figlia Agata Giovanna Piccolo di Calanovella, una donna diversa rispetto alle altre donne della sua famiglia, una donna a mio avviso particolare. 
Leggendo capirete perché.
Una saga familiare tutta al femminile dove la razionalità si fonde con la rabbia, l'orgoglio e il desiderio. 
Due sono gli scrittori protagonisti, due le biografie che si intrecciano e ci  racconta la relazione, fra i cugini Lucio Piccolo di Calanovella e Giuseppe Tomasi di Lampedusa.
Mentre le lancette del tempo diventano sempre più lente con il trascorrere degli anni in quest' isola ricca di fascino, cultura e di storia, ma ritrosa e scontrosa ai cambiamenti come lo stesso Giuseppe Tomasi di Lampedusa ne descrive nel suo capolavoro letterario “Il Gattopardo”,conosceremo i luoghi simbolo e i pranzi principeschi presenti nella sua opera.
Le Gattoparde, un romanzo magnetico, scritto divinamente, propone personaggi memorabili. Questo romanzo rappresenta il simbolo dell'emancipazione femminile in un mondo maschilista.
Lo consiglio caldamente a gli amanti dei romanzi storici e saghe familiari, a chi piace leggere storie di vita e per chi ama scoprire autori Italiani in gamba.

“A noi il denaro non è mai interessato,quello che contava,che ancora conta,sono le tradizioni: la storia, il modo di vivere,le cose belle di cui siamo circondati,e per bellezza non intendo solo quella degli oggetti,ma quella del mare che ci saluta al mattino, degli alberi che mormorano tra loro parole sussurrate,dei fiori che ogni giorno e ogni stagione indossano abiti nuovi. È a questo che non potrei e non vorrei rinunciare.”
Buona lettura!


Recensione e Intervista sono a cura di C.L


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