“MA CHE BELLE PAROLE!”: RECENSIONE E INTERVISTA ALL' AUTORE MARIANO SABATINI

Cari lettori,

L'ospite di questa nuova intervista è Mariano Sabatini, scrittore e giornalista nato a Roma nel 1971, ha scritto per i maggiori quotidiani, periodici e web, firmato programmi di successo (“Tappeto volante”, “Parola mia”, “Uno Mattina”, “Campionato di lingua italiana”) per la Rai, Tmc e altri network nazionali. Ha condotto rubriche in radio e continua a frequentare gli studi televisivi come commentatore.
Dal 2001 ha scritto diversi libri di carattere saggistico, tra cui “Scrivere è l’infinito” (Vallecchi, 2021) e una fiaba dal titolo “Una cagnolina non vola mica” (Chiaredizioni, 2021). “L’inganno dell’ippocastano” (Salani, 2016) è il suo primo romanzo, che si è aggiudicato il premio Flaiano e il premio Romiti Opera prima 2017 ed è tradotto nei paesi di lingua francese. A questo ha fatto seguito “Primo venne Caino” (Salani, 2018), sempre con protagonista Leo Malinverno - giornalista investigatore.


D: GIORNALISTA, CONDUTTORE RADIOFONICO E SCRITTORE.CHI È MARIANO SABATINI?

R: Tutte queste cose e di più. Se ci penso tutto è legato alla scrittura, per i giornali, per il web, per la radio (quella è parlata ma parte da tracce scritte), la TV, per i libri. In realtà detesto le definizioni, sono scorciatoie, rappresentano la pigrizia mentale che ci caratterizza. La definizione a cui terrei di più è quella di lettore, se potessi vivere di quello… leggere!

D: QUALE È STATA LA TUA SODDISFAZIONE PIÙ GRANDE DA UN PUNTO DI VISTA PROFESSIONALE?

R: Diverse, perché diversi sono gli ambiti in cui mi sono mosso. Forse aver incontrato due persone: Luciano Rispoli e Elda Lanza, che in modi diversi mi hanno segnato. E poi aver vinto il Flaiano in modo del tutto inatteso, senza aver chiesto nulla, senza aver iscritto il mio Inganno dell’ippocastano alla gara. Primo romanzo, un grandissimo premio.

D: QUALI AUTORI TI HANNO INFLUENZATO MAGGIORMENTE?

R: Se parliamo di letture, difficile che un lettore affamato, disordinato, che ha inseguito il puro piacere, possa individuare il libro preferito. Ma se parliamo di autori, tutti quelli “di trama”, non amo i romanzi di sola bella scrittura, che tradiscono le leccate al vello degli stessi autori. Ho amato Wilde, Sciascia, Tomasi di Lampedusa (forse quello meno tramista), Maupassant, King, Poe, Flaubert e su tutti Dickens.

D: HAI DELLE ABITUDINI PARTICOLARI DURANTE LA SCRITTURA?

R: Giro intorno alla storia, leggo e rileggo quello che ho scritto, forse mi faccio girare intorno dalla storia e dai personaggi. Poi quando prendo il sopravvento, Pupi Avanti direbbe che è arrivato l’incanto, mi metto totalmente al servizio. E’ il bello di governare l’infinito possibile per citare Lidia Ravera che ho intervistato per il mio Scrivere è l’infinito su Metodi, i rituali, le manie dei grandi narratori.

D: IL TUO NUOVO LIBRO S’INTITOLA: “MA CHE BELLE PAROLE!” UN MEMOIR DEDICATO A LUCIANO RISPOLI. QUANTO TEMPO HAI IMPIEGATO A SCRIVERLO?

R: Direi 35 anni, ne ho 51… a parte gli scherzi, ma neanche tanto, è da quando avevo 15 anni che mi allenavo a scriverlo, da quando mi imbambolavo davanti a Parola mia di Rispoli su Rai1. Poi la stesura, a parte qualche rogna di salute, ha richiesto un paio di mesi, avendo fatto un gran lavoro di raccolta di dati e aver ricostruito i momenti meno conosciuti della carriera e della vita di questo piccolo uomo, piccolo di statura, ma gigante professionale, che ha lanciato tanti personaggi e inventato molto per un’idea di servizio pubblico di cui si poteva andare orgogliosi.

D: NEL LIBRO, RACCONTI IL GARBO E LA PROFESSIONALITA’ DI LUCIANO RISPOLI. QUANTO È IMPORTANTE OGGI NEL MONDO DELLO SPETTACOLO DIFENDERE QUESTI VALORI?

R: Molto, perché siamo malati di recentismo e troppo emotivi. Se uno muore oggi, mentre è in onda, varrà comunque di più di chi ha avuto la colpa, colpa tra mille virgolette, di mancare dopo qualche anno che non era più in video. Rispoli avrebbe meritato più di altri che gli intitolassero un teatro della Rai, ma neppure il grande Fiorello è riuscito a convincere gli ottusi dirigenti della radio. Eppure, avendo inventato Bandiera gialla e Chiamate Roma 3131, Luciano ha inaugurato la radio moderna. Una nuova èra, quella che ancora consente guadagni all’emittenza pubblica e privata. Niente da fare, vai a farglielo capire…

D: PROGETTI PER IL FUTURO?

R: Sopravvivere all’estate, odio il caldo con tutte le mie forze, e finire il mio nuovo romanzo, che ha per protagonista sempre Leo Malinverno, il giornalista investigativo che i lettori hanno conosciuto ne L’inganno dell’ippocastano e Primo venne Caino, anche quest’ultimo di prossima pubblicazione per Actes sud nei paesi francofoni. Ora comunque voglio sostenere Ma che belle parole! Luciano Rispoli Il fascino discreto della radio e della TV.

Ringrazio ancora Mariano Sabatini per la sua disponibilità nel raccontarsi e nello svelarci i particolari del suo nuovo libro.


   In libreria e sugli store online dal 
15 luglio 2022 edito Vallecchi


COSA NE PENSO 

Questo libro colpisce per la profonda ammirazione e amicizia dell'autore nei confronti del suo idolo adolescenziale.
I sogni si sanno, possono diventare realtà, e così è stato per Mariano Sabatini.

«Andai volentieri, sorretto dall’incoscienza della giovane età..»

Trovo interessante e lodevole il lavoro svolto con cura e dedizione da Mariano in questo libro. 
Leggerlo vuol dire conoscere fino in fondo la vita e carriera di Luciano Rispoli.
Non assomiglia ad altre biografie lette finora e credo fermamente che fosse proprio questo l’intento dell’autore.

«Luciano è stato tante cose, soprattutto un padre e un 
nonno, ma la sua passione bruciante era la TV. Avrebbe continuato a farla, se glielo avessero consentito. Finché 
ha potuto mi ha parlato dei programmi che avremmo potuto realizzare insieme. Era un personaggio fuori dall’ordinario e il suo posto nella storia del piccolo schermo, accanto a colleghi del calibro di Tortora e Bongiorno, nessuno potrà più negarglielo. Con lui si chiude un’era»

In conclusione, Il libro è semplice e chiaro nella struttura e nel linguaggio, nasce dalla voglia dell’autore di tuffarsi nel passato, per far sì che, resti vivo il ricordo di un grande uomo. 
Consigliato. Buona lettura! 


Intervista e recensione a cura di C.L


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