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18 settembre 2025

PATRIZIA ROSSETTI: UNA VITA TRA TELEVISIONE E SINCERITÀ . LA SUA STORIA IN SEMPLICEMENTE IO.





È un vero piacere per me ospitare sul mio blog Patrizia Rossetti, volto storico della televisione italiana e conduttrice amata dal pubblico. Con una carriera lunga, intensa e costellata di successi, Patrizia mi apre le porte della sua vita, tra ricordi indimenticabili, aneddoti straordinari e momenti di grande emozione, in un’intervista sincera e inedita, accompagnata dal suo libro Semplicemente io.

D. COSA L’HA SPINTA A SCRIVERE SEMPLICEMENTE IO ?

R. Perché mi sono girata indietro e mi sono resa conto che sono trascorsi ben 44 anni dall’inizio della mia carriera. Allora mi sono detta: “Perché no? Perché non raccontare tutto quello che ho vissuto, quello che si è visto e, soprattutto, quello che non si è visto?”. La mia storia, la mia nascita, la mia crescita, le mie felicità e, perché no, anche le mie delusioni. Gli incontri con personaggi straordinari, quelli privati non sempre andati a buon fine… insomma, tutta la mia vita. Ho voluto farlo in maniera schietta, sincera e anche molto ironica. Spero di esserci riuscita.


D. NEL CORSO DELLA SUA CARRIERA HA INCONTRATO MOLTI PERSONAGGI NOTI : C’È UN INCONTRO CHE L’HA COLPITA PARTICOLARMENTE E CHE PORTA ANCORA NEL CUORE?

R. Nella mia carriera ho incontrato davvero tantissimi personaggi straordinari, italiani e stranieri: i più grandi cantanti della musica italiana, da Biagio Antonacci a Vasco Rossi, Gianni Morandi, Tiziano Ferro, Laura Pausini, Giorgia e tanti altri, come Mia Martini. Proprio l’incontro con Mia Martini mi ha colpita molto. Dopo Sanremo venne da me per un’intervista e pochissimo tempo dopo decise di togliersi la vita. È un ricordo struggente e indimenticabile.
Un altro momento molto significativo è stato quando corsi a Roma per intervistare addirittura lo straordinario Sean Connery. Era bellissimo, affascinante, elegante, educatissimo. Avevo solo un dubbio: essendo abituata alla voce di Ferruccio Amendola, temevo che dal vivo fosse diversa. Invece era splendida, sexy e magnetica. Anche sua moglie era carinissima: piccolina, come me, molto gentile. Mi sono trovata benissimo con entrambi e devo dire che questo incontro non lo dimenticherò mai.

D. SFOGLIANDO SEMPLICEMENTE IO SI PERCEPISCE AUTENTICITÀ : C’È UN EPISODIO RACCONTATO NEL LIBRO A CUI È PARTICOLARMENTE LEGATA E CHE CONSIDERA FONDAMENTALE PER DEFINIRE CHI È OGGI? 

R. Se penso a un momento che ha segnato la mia vita e, in fondo, anche la donna che sono oggi, direi sicuramente la mia nascita. È stata molto difficile: ho rischiato di morire. Mio padre e mio nonno mi hanno trasportata per cinquanta chilometri sotto la pioggia, stretta tra i loro corpi, fino all’ospedale. Mi hanno messa in incubatrice e non c’erano molte speranze. Eppure ce l’ho fatta. Credo che la mia forza, la mia volontà, il mio carattere deciso derivino proprio da lì. Quelle difficoltà iniziali mi hanno resa una donna forte, combattiva, sempre pronta a rischiare e a mettersi in gioco.

D. LEI È UNA FIGURA MOLTO AMATA DAL PUBBLICO: QUAL È SECONDO LEI IL SEGRETO PER MANTENERE, NEL TEMPO , QUESTO LEGAME SPECIALE CON LE PERSONE? 

R. Credo che non ci siano segreti particolari per mantenere un rapporto così bello e duraturo con il pubblico, anche dopo tanti anni e senza programmi personali. Il mio “segreto”, se così si può chiamare, è semplicemente essere me stessa. Non mi sono mai costruita un personaggio: sono Patrizia Rossetti, nel bene e nel male. Quando sbaglio chiedo scusa, se non ho ragione con umiltà chiedo maggiormente scusa; se invece ho ragione, divento roboante, ma sempre sincera e schietta. Credo che il pubblico apprezzi proprio questo: la mia autenticità e la mia umiltà. Non mi sono mai montata la testa e non lo farò mai. Anche se ho fatto Sanremo, tanti programmi, il primo talk show in diretta su Rete 4… tutto me lo sono guadagnato strada facendo, senza scorciatoie. E penso che questa sincerità sia arrivata alle persone.

D. SE DOVESSE DESCRIVERE LA 
PATRIZIA PROFESSIONISTA E LA PATRIZIA DONNA NELLA VITA DI TUTTI I GIORNI, QUALI DIFFERENZE E QUALI SOMIGLIANZE EMERGEREBBERO?

R. Non ci sono grandi differenze tra la donna Patrizia e la Patrizia professionista. Come conduttrice sono molto esigente, con me stessa e con gli altri: puntualità, schiettezza, confronto per me sono fondamentali. Nella vita, invece, sono un po’ più ragazzina. 
In televisione mi piace essere sempre impeccabile, truccata e vestita bene; nella vita di tutti i giorni, però, sono molto più semplice: jeans, tute, scarpe da ginnastica e la mia cagnolina a farmi compagnia. Sono un po’ più scanzonata e meno pignola. Certo, nel lavoro pretendo precisione; nella vita privata, se c’è da fare una lavatrice o stirare, sono capace di rimandare anche per tre giorni.

D. UN SOGNO NEL CASSETTO CHE ANCORA NON HA REALIZZATO E CHE LE PIACEREBBE CONDIVIDERE CON I SUOI LETTORI E IL SUO PUBBLICO ?

R. Un sogno nel cassetto? I sogni devono esserci sempre. Mi piacerebbe partecipare a Ballando con le stelle, ma so che non sarà possibile avendo già fatto diversi reality. Oppure mi piacerebbe condurre una trasmissione in una fascia oraria che non ho mai coperto. Ho fatto la mattina, il pomeriggio, la sera, la notte, il sabato pomeriggio e la domenica mattina… mi mancherebbe la domenica pomeriggio. Anche solo essere ospite fissa in una trasmissione come Domenica In con Mara Venier non mi dispiacerebbe affatto.
Del resto ho fatto davvero di tutto: teatro, radio, televisione, a ogni ora possibile. Ricordo che Maurizio Costanzo, quando fui ospite da lui, mi disse: “Sa che lei fa più ore di me in televisione?”. E aveva ragione.

D. GUARDANDO AL FUTURO : QUALI SONO I SUOI PROSSIMI PROGETTI, SIA NEL CAMPO EDITORIALE CHE IN QUELLO TELEVISIVO O ARTISTICO? 

R. Il mio desiderio è continuare a fare quello che faccio adesso. Apro una parentesi sulle telepromozioni: le faccio dal 1983, da quando sono entrata a Mediaset, e sono molto onorata che continuino a chiamarmi. Significa che il mio personaggio funziona, che sono credibile e che il pubblico si fida di me. Ho anche in programma delle ospitate carine e, credo di poterlo dire, una collaborazione più stabile in una trasmissione che mi piace molto: La volta buona con Caterina Balivo, una conduttrice che stimo.
Per quanto riguarda la scrittura, chissà? Potrei pensare a un secondo libro. Mi sono resa conto che tante cose avrei potuto raccontarle di più e altre addirittura me le sono dimenticate: 44 anni sono tanti.
Vedremo. Io sono fatalista: tutto quello che arriva lo accolgo con umiltà e professionalità. Se non arriva nulla, va bene lo stesso. Ma spero che ci sia ancora qualche occasione bella e particolare per continuare a dare qualcosa al mio pubblico e aumentarlo ancora di più. 

Desidero ringraziare Patrizia Rossetti per la disponibilità dimostrata nel rispondere alle mie domande. 

In libreria e sugli store online dal 11 aprile 2025 Frascati & Serradifalco Editori

SINOSSI 

Erano gli anni ’80 e nel firmamento delle star della televisione italiana una piccola stellina iniziò timidamente a brillare. Nessuno se lo sarebbe aspettato, neppure lei che, nata in un paesino della campagna toscana, con la sua semplicità, conquistò il cuore degli Italiani diventando l’amica con la quale passare i pomeriggi davanti alla TV. Una ragazza come tante, senza grilli per la testa, con genuinità e schiettezza divenne il volto di Rete 4, anche se lei ha sempre preferito essere considerata un’amica, una persona come tante… la star della porta accanto.

COSA NE PENSO

Con Semplicemente io, Patrizia Rossetti firma un libro che va oltre il classico memoir televisivo, offrendo ai lettori un ritratto autentico e intimo della propria vita. Volto noto e amato dal pubblico italiano, l’autrice sceglie di spogliarsi dei riflettori per raccontarsi con naturalezza, costruendo un percorso narrativo che alterna ricordi, riflessioni personali e pensieri sul presente.

La cifra stilistica del volume è la spontaneità: Rossetti scrive come parla, con un tono diretto e confidenziale che restituisce la sensazione di un dialogo a tu per tu. Questa immediatezza rappresenta il valore aggiunto del testo, capace di avvicinare il lettore e di renderlo partecipe del suo mondo interiore.

Lontano dalla retorica, Semplicemente io mette al centro l’idea di autenticità: essere se stessi, accettando conquiste e fragilità, successi e cadute. Un messaggio che si intreccia con la sua esperienza professionale e personale, ma che assume una valenza universale. Non si tratta solo della storia di una carriera o di un volto noto, bensì di una riflessione più ampia sul valore dell’identità e sulla necessità di custodire la propria unicità.

La scrittura scorrevole, il ritmo agile e la capacità di alternare leggerezza ed emozione rendono la lettura coinvolgente. Il risultato è un libro che non si limita a raccontare un percorso individuale, ma che si propone come fonte di ispirazione per chiunque desideri ritrovare il coraggio di essere “semplicemente sé stesso”.


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16 dicembre 2024

RECENSIONE DEL LIBRO: “QUELLA VOLTA” DI GERRY SCOTTI




In libreria e sugli store online dal 29 ottobre 2024 Rizzoli


NOTE SULL' AUTORE 

Gerry Scotti è un conduttore televisivo, radiofonico, disc jockey ed ex politico italiano. All'anagrafe Virginio Scotti, inizia la sua carriera in ambito radiofonico, lavorando per Radio Deejay. Approda in seguito in televisione, grazie alla conduzione di quiz, varietà e talent show, e recitando spesso anche in sit-com o film TV. Ha sempre lavorato sui canali TV di Mediaset, azienda che lo considera un suo personaggio di punta e di spicco. Tra i programmi di maggior successo ricordiamo, Passaparola (1999) e Chi vuol essere milionario? (2000). Dal 2015 conduce il nuovo gioco a quiz per Canale 5 intitolato Caduta libera. È molto apprezzato anche come giudice di Tú sí que vales.
Nel 2023 esce per Rizzoli il suo libro, Che cosa vi siete persi. Segue nel 2024 Quella volta. Un viaggio nel passato di tutti noi.

SINOSSI 

Quanti ricordi si nascondono nelle pieghe della memoria? Momenti fugaci, emozioni intense, persone e oggetti che hanno lasciato un segno indelebile nel cuore, sono come piccoli frammenti di un puzzle che, messi insieme, compongono il mosaico della nostra vita. I ricordi sono un tesoro prezioso che portiamo con noi per tutta la vita. Tutti noi, infatti, ricordiamo con nostalgia le lunghe giornate estive dell’infanzia, i giochi all’aperto con gli amici, i primi giorni di scuola, l’emozione di ricevere un regalo, la paura del buio… E poi le prime infatuazioni, le amicizie profonde dell’adolescenza, ma anche le insicurezze, i dubbi, la ricerca di una propria identità. I primi lavori, le vacanze e i viaggi avventurosi, le notti insonni passate a studiare. E le delusioni, le difficoltà, le scelte difficili da affrontare. Con l’età adulta sono poi arrivati i momenti di riflessione, il bilancio di quanto abbiamo fatto e di quanto ci manca ancora da fare. Ricordiamo i successi professionali, le relazioni affettive, le gioie e i dolori della vita. Senza però dimenticare i rimpianti, le occasioni mancate, i sogni rimasti nel cassetto. Tutti questi attimi, legati nella nostra memoria ai grandi eventi della Storia, quelli che tutti ci ricordiamo, sono un tesoro prezioso che portiamo con noi per tutta la vita. Ci permettono di rivivere emozioni uniche, di imparare dagli errori del passato, di apprezzare il presente e di guardare al futuro con speranza. Sono un ponte tra il passato e il futuro. Un ponte che percorriamo, pagina dopo pagina, insieme con l’autore, divertendoci e commuovendoci di fronte ai suoi, ai nostri ricordi.

COSA NE PENSO 

Quella volta è un libro che ci permette di fare un viaggio tra i meandri della memoria collettiva, Gerry Scotti ha volutamente unito fatti personali a fatti di cronaca e che volente o nolente ci ricordiamo un po' tutti.
Ho apprezzato l'onestà intellettuale con cui il noto conduttore televisivo ha messo nero su bianco, per cui non viene fuori solo il Gerry della televisione il conduttore de La Ruota della Fortuna o di Chi vuol essere milionario? cito solo questi suoi due programmi di grande successo, perché non basterebbe una solo pagina per citare cinquant'anni di carriera prima radiofonica e poi televisiva ma l' uomo dalle umili origini che c'è l'ha fatta proprio grazie alla sua grande voglia di fare e che oggi un po' manca ai giovani di oggi.
Pagina dopo pagina, l' elemento principale che più di tutti prevale è la sua grande sensibilità.
In conclusione, grazie a questo libro abbiamo la possibilità di accrescere la nostra conoscenza sulla musica, e poi ci sono aneddoti molto simpatici, curiosità legate anche ai personaggi di spicco come il grande Mike Bongiorno. Una lettura piacevole,  soprattutto grazie all'uso di un linguaggio spigliato che arriva proprio a tutti. Grazie Gerry per averci regalato una biografia non artefatta ma genuina e scritta col cuore. Consigliato.Buona lettura!

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10 marzo 2024

INTERVISTA AD ELSA DI GATI





Miei cari lettori, l'ospite di oggi è la scrittrice Elsa Di Gati, laureata in Lettere, ha percorso una lunga carriera da giornalista radiofonica e televisiva. Autrice e conduttrice, per la RAI ha condotto programmi come Cominciamo bene, Apprescindere, Codice a Barre e Mi manda Raitre. Ha curato il volume Penultime parole famose (2008) e attualmente è Vicedirettrice del Daytime Rai.


D. COME È NATO “IN ALTALENA SU UN GRANELLO DI SALE”?

R. Il momento di svolta è stato il Covid. Nessuno avrebbe mai potuto immaginare che saremmo finiti nel buio di una pandemia. Sembrava di vivere in un film, il mio era un film dell’orrore. Quel nemico invisibile ha fatto partire dentro di me una giostra di emozioni negative. 


D. QUANTO TEMPO È STATO NECESSARIO PER LA REALIZZAZIONE DEL LIBRO?

R. Pochi mesi. Ho capito presto che scrivere mi aiutava ad esorcizzare il dolore, avevo la sensazione che il dolore racchiuso nelle parole potesse rimanere sulle pagine. Ho scritto in ogni posto e nei momenti liberi. Il pc è diventato l’angolo della confessione.


D. CHE COSA LE PIACE DI SERENA E CHE COSA DI LEI NON LE PIACE?

R. Ammiro il coraggio di chi non si nasconde e sa chiedere aiuto; il suo essere moglie, madre e figlia amorevole. Non mi piace la sua infinita capacità di sopportare, spesso anche per proteggere gli altri. Il troppo altruismo non sempre porta al bene.


D. PENSA CHE IL SUO ROMANZO POSSA AIUTARE CHI SI TROVA NELLA SITUAZIONE DI SERENA?

R. Lo spero, ho scritto anche mettendomi a nudo per lanciare il messaggio che chiedere aiuto è una manifestazione di forza, non di debolezza.


D. SECONDO LEI, QUALE CANZONE POTREBBE ESSERE LA DEGNA COLONNA SONORA DEL SUO LIBRO?

R. Una vita splendida di Tiziano Ferro


D. QUALI SONO I SUOI LIBRI PREFERITI?

R. Leggo di tutto. Magari compro un libro per una pagina, ma amo tantissimo le favole, a casa ne ho di tutti i tipi. Mi fanno viaggiare in mondi sconosciuti.


D. PROGETTI PER IL FUTURO?

R. Vorrei poter portare Serena a teatro.


Ringrazio Elsa per la sua disponibilità nel rispondere alle mie domande.



In libreria e sugli store online dal 5 ottobre 2023 Il Gruppo Albatros Il filo




SINOSSI 

Ognuno e ognuna di noi fa i conti con i propri limiti, con le proprie paure, con le proprie ansie e idiosincrasie. Sono tutte quelle sensazioni che ben conosciamo e che ci accompagnano dalla più tenera età e non sembra abbiano l'intenzione di abbandonarci, neanche per un minuto. Ci stupiamo, ne abbiamo timore, impariamo a conviverci e a dialogarci, a volte le utilizziamo come nostri speciali punti di forza. Ma loro sono sempre lì a piegare la nostra esistenza secondo i loro capricci. L'ansia (e tutto ciò che le somiglia) è fatta così, un po' biricchina un po' strafottente, emerge improvvisa quando meno te lo aspetti e ci blocca lì dove siamo, oppure rimane sonnacchiosa dentro di noi che aspettiamo il momento in cui si affaccerà di nuovo sulla scena della nostra esistenza. Ha la capacità di essere sempre presente anche quando non c'è. Insomma, riesce comunque a spettinarci il cervello. Tutto questo si è amplificato nei "giorni del Covid" con tutto quello che ha significato per ciascuno di noi. Ma l'ansia è anche ansia di vivere, insofferenza alle sciocchezze, fame di relazioni sane e profonde, incessante voglia di ridere, capacità di non fermarsi alla superficialità dei nostri sentimenti e dei nostri impegni. Anche per questo, un pochino la coccoliamo e la riconosciamo come qualcosa che ci appartiene e che, nel bene e nel male, ci caratterizza. Diciamoci la verità, difficilmente riusciremmo a vivere senza ed è così che la portiamo con noi, per tutta la vita.


COSA NE PENSO 

Elsa Di Gati con la sua scrittura raffinata ed empatica, “In altalena su un granello di sale”,ci regala un testo armonioso su cosa significa davvero fare i conti con la depressione. E lo fa, attraverso la storia di Serena, una donna in bilico con le sue stesse paure nella sua quotidianità.
Un libro scritto come una sorta di flusso di coscienza. Un contributo significativo per infrangere questo limite,pochi autori scrivono libri legati all'ansia, ancora un argomento tabù,oltre che per dare una speranza a chi ancora sta lottando per uscirne.
In conclusione, si tratta di un libro conciso e di grande verità. 
Prendo spunto da questa frase di grande verità di Indro Montanelli:

«La depressione è la malattia più democratica che esiste, perché colpisce tutti, ricchi o poveri, personaggi noti o totali sconosciuti»

Lettura consigliata! Buona lettura



Caterina Lucido

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21 luglio 2022

“MA CHE BELLE PAROLE!”: RECENSIONE E INTERVISTA ALL' AUTORE MARIANO SABATINI

Cari lettori,

L'ospite di questa nuova intervista è Mariano Sabatini, scrittore e giornalista nato a Roma nel 1971, ha scritto per i maggiori quotidiani, periodici e web, firmato programmi di successo (“Tappeto volante”, “Parola mia”, “Uno Mattina”, “Campionato di lingua italiana”) per la Rai, Tmc e altri network nazionali. Ha condotto rubriche in radio e continua a frequentare gli studi televisivi come commentatore.
Dal 2001 ha scritto diversi libri di carattere saggistico, tra cui “Scrivere è l’infinito” (Vallecchi, 2021) e una fiaba dal titolo “Una cagnolina non vola mica” (Chiaredizioni, 2021). “L’inganno dell’ippocastano” (Salani, 2016) è il suo primo romanzo, che si è aggiudicato il premio Flaiano e il premio Romiti Opera prima 2017 ed è tradotto nei paesi di lingua francese. A questo ha fatto seguito “Primo venne Caino” (Salani, 2018), sempre con protagonista Leo Malinverno - giornalista investigatore.


D: GIORNALISTA, CONDUTTORE RADIOFONICO E SCRITTORE.CHI È MARIANO SABATINI?

R: Tutte queste cose e di più. Se ci penso tutto è legato alla scrittura, per i giornali, per il web, per la radio (quella è parlata ma parte da tracce scritte), la TV, per i libri. In realtà detesto le definizioni, sono scorciatoie, rappresentano la pigrizia mentale che ci caratterizza. La definizione a cui terrei di più è quella di lettore, se potessi vivere di quello… leggere!

D: QUALE È STATA LA TUA SODDISFAZIONE PIÙ GRANDE DA UN PUNTO DI VISTA PROFESSIONALE?

R: Diverse, perché diversi sono gli ambiti in cui mi sono mosso. Forse aver incontrato due persone: Luciano Rispoli e Elda Lanza, che in modi diversi mi hanno segnato. E poi aver vinto il Flaiano in modo del tutto inatteso, senza aver chiesto nulla, senza aver iscritto il mio Inganno dell’ippocastano alla gara. Primo romanzo, un grandissimo premio.

D: QUALI AUTORI TI HANNO INFLUENZATO MAGGIORMENTE?

R: Se parliamo di letture, difficile che un lettore affamato, disordinato, che ha inseguito il puro piacere, possa individuare il libro preferito. Ma se parliamo di autori, tutti quelli “di trama”, non amo i romanzi di sola bella scrittura, che tradiscono le leccate al vello degli stessi autori. Ho amato Wilde, Sciascia, Tomasi di Lampedusa (forse quello meno tramista), Maupassant, King, Poe, Flaubert e su tutti Dickens.

D: HAI DELLE ABITUDINI PARTICOLARI DURANTE LA SCRITTURA?

R: Giro intorno alla storia, leggo e rileggo quello che ho scritto, forse mi faccio girare intorno dalla storia e dai personaggi. Poi quando prendo il sopravvento, Pupi Avanti direbbe che è arrivato l’incanto, mi metto totalmente al servizio. E’ il bello di governare l’infinito possibile per citare Lidia Ravera che ho intervistato per il mio Scrivere è l’infinito su Metodi, i rituali, le manie dei grandi narratori.

D: IL TUO NUOVO LIBRO S’INTITOLA: “MA CHE BELLE PAROLE!” UN MEMOIR DEDICATO A LUCIANO RISPOLI. QUANTO TEMPO HAI IMPIEGATO A SCRIVERLO?

R: Direi 35 anni, ne ho 51… a parte gli scherzi, ma neanche tanto, è da quando avevo 15 anni che mi allenavo a scriverlo, da quando mi imbambolavo davanti a Parola mia di Rispoli su Rai1. Poi la stesura, a parte qualche rogna di salute, ha richiesto un paio di mesi, avendo fatto un gran lavoro di raccolta di dati e aver ricostruito i momenti meno conosciuti della carriera e della vita di questo piccolo uomo, piccolo di statura, ma gigante professionale, che ha lanciato tanti personaggi e inventato molto per un’idea di servizio pubblico di cui si poteva andare orgogliosi.

D: NEL LIBRO, RACCONTI IL GARBO E LA PROFESSIONALITA’ DI LUCIANO RISPOLI. QUANTO È IMPORTANTE OGGI NEL MONDO DELLO SPETTACOLO DIFENDERE QUESTI VALORI?

R: Molto, perché siamo malati di recentismo e troppo emotivi. Se uno muore oggi, mentre è in onda, varrà comunque di più di chi ha avuto la colpa, colpa tra mille virgolette, di mancare dopo qualche anno che non era più in video. Rispoli avrebbe meritato più di altri che gli intitolassero un teatro della Rai, ma neppure il grande Fiorello è riuscito a convincere gli ottusi dirigenti della radio. Eppure, avendo inventato Bandiera gialla e Chiamate Roma 3131, Luciano ha inaugurato la radio moderna. Una nuova èra, quella che ancora consente guadagni all’emittenza pubblica e privata. Niente da fare, vai a farglielo capire…

D: PROGETTI PER IL FUTURO?

R: Sopravvivere all’estate, odio il caldo con tutte le mie forze, e finire il mio nuovo romanzo, che ha per protagonista sempre Leo Malinverno, il giornalista investigativo che i lettori hanno conosciuto ne L’inganno dell’ippocastano e Primo venne Caino, anche quest’ultimo di prossima pubblicazione per Actes sud nei paesi francofoni. Ora comunque voglio sostenere Ma che belle parole! Luciano Rispoli Il fascino discreto della radio e della TV.

Ringrazio ancora Mariano Sabatini per la sua disponibilità nel raccontarsi e nello svelarci i particolari del suo nuovo libro.



In libreria e sugli store online dal 
15 luglio 2022 edito Vallecchi


COSA NE PENSO 

Questo libro colpisce per la profonda ammirazione e amicizia dell'autore nei confronti del suo idolo adolescenziale.
I sogni si sanno, possono diventare realtà, e così è stato per Mariano Sabatini.

«Andai volentieri, sorretto dall’incoscienza della giovane età..»

Trovo interessante e lodevole il lavoro svolto con cura e dedizione da Mariano in questo libro. 
Leggerlo vuol dire conoscere fino in fondo la vita e carriera di Luciano Rispoli.
Non assomiglia ad altre biografie lette finora e credo fermamente che fosse proprio questo l’intento dell’autore.

«Luciano è stato tante cose, soprattutto un padre e un 
nonno, ma la sua passione bruciante era la TV. Avrebbe continuato a farla, se glielo avessero consentito. Finché 
ha potuto mi ha parlato dei programmi che avremmo potuto realizzare insieme. Era un personaggio fuori dall’ordinario e il suo posto nella storia del piccolo schermo, accanto a colleghi del calibro di Tortora e Bongiorno, nessuno potrà più negarglielo. Con lui si chiude un’era»

In conclusione, Il libro è semplice e chiaro nella struttura e nel linguaggio, nasce dalla voglia dell’autore di tuffarsi nel passato, per far sì che, resti vivo il ricordo di un grande uomo. 
Consigliato. Buona lettura!


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17 luglio 2019

“... CHIACCHIERATA CON ALESSANDRO IPPOLITO”




È un’ onore, oltre che un piacere “ospitare” nel mio blog Alessandro Ippolito. Alessandro Ippolito, E’ stato per due anni autore, regista e conduttore dei collegamenti esterni di Mike Bongiorno su Canale 5 “Telemike”. Ippolito dopo Nanni Loi è stato il primo in Italia a riportare le candid camera in televisione (“W le donne”). Ha poi portato avanti con successo questo divertente genere anche con altre trasmissioni come “Scherzi a parte”, “La stangata”, “La strana coppia” e “Italiani in vacanza”. Con“Telecamere a richiesta” è stato il primo a proporre in prime time candid camera in diretta con grande successo di pubblico.Ha adattato, scritto, diretto e condotto il primo reality italiano “Stranamore”.Inoltre ha poi scritto, diretto e prodotto per la Mondadori la prima soap opera italiana (“L’altalena”). Oggi Alessandro si dedica alla formazione ed è il curatore del canale Youtube Filmmakerchannel. Tutta la sua vita professionale Ippolito l’ha inserita nel libro autobiografico “Per Soldi e per TV – la mia vita sul set”, pubblicato nel 2015 per Scrittore Vincente in vendita nelle librerie on-line.


D. IN CHE MISURA GLI INCONTRI (CON GIORNALISTI, SCRITTORI, INTELLETTUALI) HANNO INFLUITO SU DI TE?

R. Non è una questione di categorie. Sono le persone che ti possono arricchire. Certo, quando ho stretto la mano a Eduardo De Filippo e poi l’ho visto recitare dal vivo al San Ferdinando, quando Alberto Moravia mi ha parlato a casa sua del suo metodo di scrittura, quando ho litigato con Carmelo Bene o lavorato con Walter Chiari o Raimondo Vianello o Mike Bongiorno o Arnoldo Foà… l’elenco è lunghissimo, insomma tutti possono darti qualcosa che ti rimane dentro per sempre. Forse Fernanda Pivano, che ho frequentato per tanti anni, mi ha aperto a un mondo letterario e culturale che ha profondamente influenzato il mio modo di esprimermi, anche al di là della scrittura stessa.

D. QUALE GENERE MUSICALE POTREBBE ESSERE LA DEGNA COLONNA SONORA DI QUESTO LIBRO?

R. Anche in questo caso non potrei sintetizzare quarant’anni di lavoro in un genere soltanto. Andiamo dai Rolling Stones a Fabrizio De André, da Bob Dylan a Pino Daniele, dagli Earth Wind & Fire a Paolo Conte. Come faccio a scegliere?

D. LA TV DEL PASSATO ERA FATTA DA PROFESSIONISTI E GRANDI ARTISTI, QUELLA DI OGGI, PER TUTTA UNA SERIE DI MOTIVI È FATTA SOPRATTUTTO “DALL’UOMO QUALUNQUE”, È UNA STRADA SENZA RITORNO?

R. Non è esattamente così. L’uomo “qualunque” (che brutta parola) l’ho portato per la prima volta io in televisione alla fine degli Anni ’70. Allora era scandaloso. In tv dovevano andarci solo quelli con i nomi, dovevano parlare solo professori ed esperti. Soltanto la Corrida consentiva l’accesso a tutti ma avveniva solo per metterli in ridicolo. Visto poi che il linguaggio semplice e schietto della gente faceva numeri, “l’ uomo qualunque” ha fatto carriera, è diventato protagonista, opinionista. Ha cominciato a spiattellare i suoi fatti privati (“Fra moglie e marito”) fino al Grande fratello. La differenza sta nel fatto che, almeno da parte mia, la gente diventava una voce alternativa, sincera, con un proprio patrimonio di umorismo e di pensiero libero. Se ricordi sono andato in onda tutti i giorni con un programma che si chiamava “Barzellette”. La gente per strada in tutta Italia mi raccontava barzellette davanti ad altra gente, sempre per strada. Si rideva o si restava ammutoliti a seconda della storiella. Sembra un recupero dell’ultimo patrimonio orale dei nostri tempi, dialetti che si incrociavano, soggetti dovuti alla posizione dei luoghi del racconto. Bene, cosa ha poi fatto la tv? “La sai l’ultima”, con tanto di studio, conduttore e cabarettisti in erba. Ha tradotto non solo l’idea ma anche il linguaggio popolare in tv tradizionale. Oggi se sei un vip o uno qualunque puoi andare in tv se sei disposto a farti massacrare, a farti violentare o sputtanare. Per la gioia dei peggiori istinti del pubblico generalista.

D. UN VIAGGIO CHE HAI FATTO E CHE RIFARESTI DOMANI… E PERCHÉ?

R. Dopo tanto girare da un capo all’altro del mondo, un viaggio che rifarei è quello che ebbi la fortuna di fare con Mike da una regione d’Italia all’altra alla ricerca di piccoli sperduti paesi con eccellenze quasi del tutto sconosciute. Due anni straordinari, ricchi di scoperte di bellezze e di bontà. Il successo di Alberto Angela mi fa sperare che questo genere di tv possa avere ancora grande seguito.

D. HAI PARLATO NEL LIBRO DI VITTORIE E DI SCONFITTE, CI PUOI RACCONTARE DUE EPISODI PARTICOLARI LEGATI PROPRIO A QUESTI DUE CONCETTI?

R. Sono stato il primo (sì, le date parlano ma tanti millantano) a portare un progetto di produzione di soap operas in Italia. Studiai negli States, scrissi il soggetto di serie e 60 sceneggiature con Guido Sagliocca, ottenemmo una commissione di un miliardo e 320 milioni di lire ma… dovetti denunciare la produzione per far valere i miei diritti. Vinsi, ma fu una magra consolazione. Vittorie per fortuna ne ho raccolto tante. Le amo tutte, non saprei scegliere.

D. QUALE IL TUO CONSIGLIO A GIOVANI ASPIRANTI FILMMAKER ?

R. Di capire innanzitutto se il loro desiderio poggia su qualche talento. Non puoi fare il cantante se sei stonato. Non puoi scrivere sceneggiature se non hai almeno immaginazione. Per questo ho realizzato i miei due corsi on line di regia e di scrittura. Mettono in grado, in modo semplice e pratico una persona di capire per che cosa è veramente portata. Se talento e passione ti guidano, non hai bisogno di alcun consiglio. Questo è un mestiere che si fa, indipendentemente dal denaro, dal successo, è una specie di vizio. Se cominci non smetti più. E alla fine, se sei bravo e hai idee e grinta, alla fine anche se non hai santi in paradiso ce la fai. Cinema e televisione sono affari miliardari. In una troupe puoi anche infilarci un raccomandato, un baciapiedi, un attricetta disponibile, ma se poi non hai un bravo operatore, un bravo tecnico audio, un bravo direttore della fotografia e tutto il resto, i miliardi vanno in fumo.

D. QUALI SARANNO I TUOI PROGETTI FUTURI?

R. Sto lavorando su una serie da diversi mesi con un gruppo di sceneggiatori e produttori internazionali. E’ un progetto molto complesso e, ahimè, anche costoso. Ma siamo nella fase creativa e questo è sicuramente il momento più bello e libero del nostro lavoro. Ma continuo anche a fare formazione. Tutto quello che ho imparato nella mia vita professionale non voglio che sparisca con me. Devo passare il testimone. E questo è straordinariamente stimolante e gratificante.


Ringrazio Alessandro per la sua disponibilità nel rispondere alle mie domande.



COSA NE PENSO 

“Per Soldi e per TV – la mia vita sul set”. È un titolo semplice, perché con poche efficaci parole, l’autore mette in luce gli aspetti reali delle sue esperienze professionali. Un racconto aperto e sincero scritto con passione e umiltà. Alessandro si racconta in modo efficace, con capitoli che nella sintesi contengono rivelazioni divertenti talvolta pungenti o scandalose “senza filtri”. La scrittura si presenta chiara, fluida a tratti ironica o profonda, come una piacevole chiacchierata confidenziale tra amici. Chi vorrà intraprendere la sua stessa professione troverà insegnamenti utili e preziosi, il messaggio è chiaro la TV non è fatta di soli lustrini e paillettes ma di molti, moltissimi sacrifici non sempre facili da superare. In conclusione, il suo memoir è un’inno senza retorica alla libertà e alla forza di volontà. Rispettare se stesso le proprie idee ha fatto di Alessandro Ippolito, uno dei più grandi professionisti della nostra Televisione. Buona lettura!


Caterina Lucido

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