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16 dicembre 2024

RECENSIONE DEL LIBRO: “QUELLA VOLTA” DI GERRY SCOTTI





In libreria e sugli store online dal 29 ottobre 2024 Rizzoli


NOTE SULL' AUTORE 

Gerry Scotti è un conduttore televisivo, radiofonico, disc jockey ed ex politico italiano. All'anagrafe Virginio Scotti, inizia la sua carriera in ambito radiofonico, lavorando per Radio Deejay. Approda in seguito in televisione, grazie alla conduzione di quiz, varietà e talent show, e recitando spesso anche in sit-com o film TV. Ha sempre lavorato sui canali TV di Mediaset, azienda che lo considera un suo personaggio di punta e di spicco. Tra i programmi di maggior successo ricordiamo, Passaparola (1999) e Chi vuol essere milionario? (2000). Dal 2015 conduce il nuovo gioco a quiz per Canale 5 intitolato Caduta libera. È molto apprezzato anche come giudice di Tú sí que vales.
Nel 2023 esce per Rizzoli il suo libro, Che cosa vi siete persi. Segue nel 2024 Quella volta. Un viaggio nel passato di tutti noi.

SINOSSI 

Quanti ricordi si nascondono nelle pieghe della memoria? Momenti fugaci, emozioni intense, persone e oggetti che hanno lasciato un segno indelebile nel cuore, sono come piccoli frammenti di un puzzle che, messi insieme, compongono il mosaico della nostra vita. I ricordi sono un tesoro prezioso che portiamo con noi per tutta la vita. Tutti noi, infatti, ricordiamo con nostalgia le lunghe giornate estive dell’infanzia, i giochi all’aperto con gli amici, i primi giorni di scuola, l’emozione di ricevere un regalo, la paura del buio… E poi le prime infatuazioni, le amicizie profonde dell’adolescenza, ma anche le insicurezze, i dubbi, la ricerca di una propria identità. I primi lavori, le vacanze e i viaggi avventurosi, le notti insonni passate a studiare. E le delusioni, le difficoltà, le scelte difficili da affrontare. Con l’età adulta sono poi arrivati i momenti di riflessione, il bilancio di quanto abbiamo fatto e di quanto ci manca ancora da fare. Ricordiamo i successi professionali, le relazioni affettive, le gioie e i dolori della vita. Senza però dimenticare i rimpianti, le occasioni mancate, i sogni rimasti nel cassetto. Tutti questi attimi, legati nella nostra memoria ai grandi eventi della Storia, quelli che tutti ci ricordiamo, sono un tesoro prezioso che portiamo con noi per tutta la vita. Ci permettono di rivivere emozioni uniche, di imparare dagli errori del passato, di apprezzare il presente e di guardare al futuro con speranza. Sono un ponte tra il passato e il futuro. Un ponte che percorriamo, pagina dopo pagina, insieme con l’autore, divertendoci e commuovendoci di fronte ai suoi, ai nostri ricordi.

COSA NE PENSO 

Quella volta è un libro che ci permette di fare un viaggio tra i meandri della memoria collettiva, Gerry Scotti ha volutamente unito fatti personali a fatti di cronaca e che volente o nolente ci ricordiamo un po' tutti.
Ho apprezzato l'onestà intellettuale con cui il noto conduttore televisivo ha messo nero su bianco, per cui non viene fuori solo il Gerry della televisione il conduttore de La Ruota della Fortuna o di Chi vuol essere milionario? cito solo questi suoi due programmi di grande successo, perché non basterebbe una solo pagina per citare cinquant'anni di carriera prima radiofonica e poi televisiva ma l' uomo dalle umili origini che c'è l'ha fatta proprio grazie alla sua grande voglia di fare e che oggi un po' manca ai giovani di oggi.
Pagina dopo pagina, l' elemento principale che più di tutti prevale è la sua grande sensibilità.
In conclusione, grazie a questo libro abbiamo la possibilità di accrescere la nostra conoscenza sulla musica, e poi ci sono aneddoti molto simpatici, curiosità legate anche ai personaggi di spicco come il grande Mike Bongiorno. Una lettura piacevole,  soprattutto grazie all'uso di un linguaggio spigliato che arriva proprio a tutti. Grazie Gerry per averci regalato una biografia non artefatta ma genuina e scritta col cuore. Consigliato.Buona lettura!

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21 luglio 2022

“MA CHE BELLE PAROLE!”: RECENSIONE E INTERVISTA ALL' AUTORE MARIANO SABATINI

Cari lettori,

L'ospite di questa nuova intervista è Mariano Sabatini, scrittore e giornalista nato a Roma nel 1971, ha scritto per i maggiori quotidiani, periodici e web, firmato programmi di successo (“Tappeto volante”, “Parola mia”, “Uno Mattina”, “Campionato di lingua italiana”) per la Rai, Tmc e altri network nazionali. Ha condotto rubriche in radio e continua a frequentare gli studi televisivi come commentatore.
Dal 2001 ha scritto diversi libri di carattere saggistico, tra cui “Scrivere è l’infinito” (Vallecchi, 2021) e una fiaba dal titolo “Una cagnolina non vola mica” (Chiaredizioni, 2021). “L’inganno dell’ippocastano” (Salani, 2016) è il suo primo romanzo, che si è aggiudicato il premio Flaiano e il premio Romiti Opera prima 2017 ed è tradotto nei paesi di lingua francese. A questo ha fatto seguito “Primo venne Caino” (Salani, 2018), sempre con protagonista Leo Malinverno - giornalista investigatore.


D: GIORNALISTA, CONDUTTORE RADIOFONICO E SCRITTORE.CHI È MARIANO SABATINI?

R: Tutte queste cose e di più. Se ci penso tutto è legato alla scrittura, per i giornali, per il web, per la radio (quella è parlata ma parte da tracce scritte), la TV, per i libri. In realtà detesto le definizioni, sono scorciatoie, rappresentano la pigrizia mentale che ci caratterizza. La definizione a cui terrei di più è quella di lettore, se potessi vivere di quello… leggere!

D: QUALE È STATA LA TUA SODDISFAZIONE PIÙ GRANDE DA UN PUNTO DI VISTA PROFESSIONALE?

R: Diverse, perché diversi sono gli ambiti in cui mi sono mosso. Forse aver incontrato due persone: Luciano Rispoli e Elda Lanza, che in modi diversi mi hanno segnato. E poi aver vinto il Flaiano in modo del tutto inatteso, senza aver chiesto nulla, senza aver iscritto il mio Inganno dell’ippocastano alla gara. Primo romanzo, un grandissimo premio.

D: QUALI AUTORI TI HANNO INFLUENZATO MAGGIORMENTE?

R: Se parliamo di letture, difficile che un lettore affamato, disordinato, che ha inseguito il puro piacere, possa individuare il libro preferito. Ma se parliamo di autori, tutti quelli “di trama”, non amo i romanzi di sola bella scrittura, che tradiscono le leccate al vello degli stessi autori. Ho amato Wilde, Sciascia, Tomasi di Lampedusa (forse quello meno tramista), Maupassant, King, Poe, Flaubert e su tutti Dickens.

D: HAI DELLE ABITUDINI PARTICOLARI DURANTE LA SCRITTURA?

R: Giro intorno alla storia, leggo e rileggo quello che ho scritto, forse mi faccio girare intorno dalla storia e dai personaggi. Poi quando prendo il sopravvento, Pupi Avanti direbbe che è arrivato l’incanto, mi metto totalmente al servizio. E’ il bello di governare l’infinito possibile per citare Lidia Ravera che ho intervistato per il mio Scrivere è l’infinito su Metodi, i rituali, le manie dei grandi narratori.

D: IL TUO NUOVO LIBRO S’INTITOLA: “MA CHE BELLE PAROLE!” UN MEMOIR DEDICATO A LUCIANO RISPOLI. QUANTO TEMPO HAI IMPIEGATO A SCRIVERLO?

R: Direi 35 anni, ne ho 51… a parte gli scherzi, ma neanche tanto, è da quando avevo 15 anni che mi allenavo a scriverlo, da quando mi imbambolavo davanti a Parola mia di Rispoli su Rai1. Poi la stesura, a parte qualche rogna di salute, ha richiesto un paio di mesi, avendo fatto un gran lavoro di raccolta di dati e aver ricostruito i momenti meno conosciuti della carriera e della vita di questo piccolo uomo, piccolo di statura, ma gigante professionale, che ha lanciato tanti personaggi e inventato molto per un’idea di servizio pubblico di cui si poteva andare orgogliosi.

D: NEL LIBRO, RACCONTI IL GARBO E LA PROFESSIONALITA’ DI LUCIANO RISPOLI. QUANTO È IMPORTANTE OGGI NEL MONDO DELLO SPETTACOLO DIFENDERE QUESTI VALORI?

R: Molto, perché siamo malati di recentismo e troppo emotivi. Se uno muore oggi, mentre è in onda, varrà comunque di più di chi ha avuto la colpa, colpa tra mille virgolette, di mancare dopo qualche anno che non era più in video. Rispoli avrebbe meritato più di altri che gli intitolassero un teatro della Rai, ma neppure il grande Fiorello è riuscito a convincere gli ottusi dirigenti della radio. Eppure, avendo inventato Bandiera gialla e Chiamate Roma 3131, Luciano ha inaugurato la radio moderna. Una nuova èra, quella che ancora consente guadagni all’emittenza pubblica e privata. Niente da fare, vai a farglielo capire…

D: PROGETTI PER IL FUTURO?

R: Sopravvivere all’estate, odio il caldo con tutte le mie forze, e finire il mio nuovo romanzo, che ha per protagonista sempre Leo Malinverno, il giornalista investigativo che i lettori hanno conosciuto ne L’inganno dell’ippocastano e Primo venne Caino, anche quest’ultimo di prossima pubblicazione per Actes sud nei paesi francofoni. Ora comunque voglio sostenere Ma che belle parole! Luciano Rispoli Il fascino discreto della radio e della TV.

Ringrazio ancora Mariano Sabatini per la sua disponibilità nel raccontarsi e nello svelarci i particolari del suo nuovo libro.


   In libreria e sugli store online dal 
15 luglio 2022 edito Vallecchi


COSA NE PENSO 

Questo libro colpisce per la profonda ammirazione e amicizia dell'autore nei confronti del suo idolo adolescenziale.
I sogni si sanno, possono diventare realtà, e così è stato per Mariano Sabatini.

«Andai volentieri, sorretto dall’incoscienza della giovane età..»

Trovo interessante e lodevole il lavoro svolto con cura e dedizione da Mariano in questo libro. 
Leggerlo vuol dire conoscere fino in fondo la vita e carriera di Luciano Rispoli.
Non assomiglia ad altre biografie lette finora e credo fermamente che fosse proprio questo l’intento dell’autore.

«Luciano è stato tante cose, soprattutto un padre e un 
nonno, ma la sua passione bruciante era la TV. Avrebbe continuato a farla, se glielo avessero consentito. Finché 
ha potuto mi ha parlato dei programmi che avremmo potuto realizzare insieme. Era un personaggio fuori dall’ordinario e il suo posto nella storia del piccolo schermo, accanto a colleghi del calibro di Tortora e Bongiorno, nessuno potrà più negarglielo. Con lui si chiude un’era»

In conclusione, Il libro è semplice e chiaro nella struttura e nel linguaggio, nasce dalla voglia dell’autore di tuffarsi nel passato, per far sì che, resti vivo il ricordo di un grande uomo. 
Consigliato. Buona lettura!


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17 luglio 2019

“... CHIACCHIERATA CON ALESSANDRO IPPOLITO”




È un’ onore, oltre che un piacere “ospitare” nel mio blog Alessandro Ippolito. Alessandro Ippolito, E’ stato per due anni autore, regista e conduttore dei collegamenti esterni di Mike Bongiorno su Canale 5 “Telemike”. Ippolito dopo Nanni Loi è stato il primo in Italia a riportare le candid camera in televisione (“W le donne”). Ha poi portato avanti con successo questo divertente genere anche con altre trasmissioni come “Scherzi a parte”, “La stangata”, “La strana coppia” e “Italiani in vacanza”. Con“Telecamere a richiesta” è stato il primo a proporre in prime time candid camera in diretta con grande successo di pubblico.Ha adattato, scritto, diretto e condotto il primo reality italiano “Stranamore”.Inoltre ha poi scritto, diretto e prodotto per la Mondadori la prima soap opera italiana (“L’altalena”). Oggi Alessandro si dedica alla formazione ed è il curatore del canale Youtube Filmmakerchannel. Tutta la sua vita professionale Ippolito l’ha inserita nel libro autobiografico “Per Soldi e per TV – la mia vita sul set”, pubblicato nel 2015 per Scrittore Vincente in vendita nelle librerie on-line.


D. IN CHE MISURA GLI INCONTRI (CON GIORNALISTI, SCRITTORI, INTELLETTUALI) HANNO INFLUITO SU DI TE?

R. Non è una questione di categorie. Sono le persone che ti possono arricchire. Certo, quando ho stretto la mano a Eduardo De Filippo e poi l’ho visto recitare dal vivo al San Ferdinando, quando Alberto Moravia mi ha parlato a casa sua del suo metodo di scrittura, quando ho litigato con Carmelo Bene o lavorato con Walter Chiari o Raimondo Vianello o Mike Bongiorno o Arnoldo Foà… l’elenco è lunghissimo, insomma tutti possono darti qualcosa che ti rimane dentro per sempre. Forse Fernanda Pivano, che ho frequentato per tanti anni, mi ha aperto a un mondo letterario e culturale che ha profondamente influenzato il mio modo di esprimermi, anche al di là della scrittura stessa.

D. QUALE GENERE MUSICALE POTREBBE ESSERE LA DEGNA COLONNA SONORA DI QUESTO LIBRO?

R. Anche in questo caso non potrei sintetizzare quarant’anni di lavoro in un genere soltanto. Andiamo dai Rolling Stones a Fabrizio De André, da Bob Dylan a Pino Daniele, dagli Earth Wind & Fire a Paolo Conte. Come faccio a scegliere?

D. LA TV DEL PASSATO ERA FATTA DA PROFESSIONISTI E GRANDI ARTISTI, QUELLA DI OGGI, PER TUTTA UNA SERIE DI MOTIVI È FATTA SOPRATTUTTO “DALL’UOMO QUALUNQUE”, È UNA STRADA SENZA RITORNO?

R. Non è esattamente così. L’uomo “qualunque” (che brutta parola) l’ho portato per la prima volta io in televisione alla fine degli Anni ’70. Allora era scandaloso. In tv dovevano andarci solo quelli con i nomi, dovevano parlare solo professori ed esperti. Soltanto la Corrida consentiva l’accesso a tutti ma avveniva solo per metterli in ridicolo. Visto poi che il linguaggio semplice e schietto della gente faceva numeri, “l’ uomo qualunque” ha fatto carriera, è diventato protagonista, opinionista. Ha cominciato a spiattellare i suoi fatti privati (“Fra moglie e marito”) fino al Grande fratello. La differenza sta nel fatto che, almeno da parte mia, la gente diventava una voce alternativa, sincera, con un proprio patrimonio di umorismo e di pensiero libero. Se ricordi sono andato in onda tutti i giorni con un programma che si chiamava “Barzellette”. La gente per strada in tutta Italia mi raccontava barzellette davanti ad altra gente, sempre per strada. Si rideva o si restava ammutoliti a seconda della storiella. Sembra un recupero dell’ultimo patrimonio orale dei nostri tempi, dialetti che si incrociavano, soggetti dovuti alla posizione dei luoghi del racconto. Bene, cosa ha poi fatto la tv? “La sai l’ultima”, con tanto di studio, conduttore e cabarettisti in erba. Ha tradotto non solo l’idea ma anche il linguaggio popolare in tv tradizionale. Oggi se sei un vip o uno qualunque puoi andare in tv se sei disposto a farti massacrare, a farti violentare o sputtanare. Per la gioia dei peggiori istinti del pubblico generalista.

D. UN VIAGGIO CHE HAI FATTO E CHE RIFARESTI DOMANI… E PERCHÉ?

R. Dopo tanto girare da un capo all’altro del mondo, un viaggio che rifarei è quello che ebbi la fortuna di fare con Mike da una regione d’Italia all’altra alla ricerca di piccoli sperduti paesi con eccellenze quasi del tutto sconosciute. Due anni straordinari, ricchi di scoperte di bellezze e di bontà. Il successo di Alberto Angela mi fa sperare che questo genere di tv possa avere ancora grande seguito.

D. HAI PARLATO NEL LIBRO DI VITTORIE E DI SCONFITTE, CI PUOI RACCONTARE DUE EPISODI PARTICOLARI LEGATI PROPRIO A QUESTI DUE CONCETTI?

R. Sono stato il primo (sì, le date parlano ma tanti millantano) a portare un progetto di produzione di soap operas in Italia. Studiai negli States, scrissi il soggetto di serie e 60 sceneggiature con Guido Sagliocca, ottenemmo una commissione di un miliardo e 320 milioni di lire ma… dovetti denunciare la produzione per far valere i miei diritti. Vinsi, ma fu una magra consolazione. Vittorie per fortuna ne ho raccolto tante. Le amo tutte, non saprei scegliere.

D. QUALE IL TUO CONSIGLIO A GIOVANI ASPIRANTI FILMMAKER ?

R. Di capire innanzitutto se il loro desiderio poggia su qualche talento. Non puoi fare il cantante se sei stonato. Non puoi scrivere sceneggiature se non hai almeno immaginazione. Per questo ho realizzato i miei due corsi on line di regia e di scrittura. Mettono in grado, in modo semplice e pratico una persona di capire per che cosa è veramente portata. Se talento e passione ti guidano, non hai bisogno di alcun consiglio. Questo è un mestiere che si fa, indipendentemente dal denaro, dal successo, è una specie di vizio. Se cominci non smetti più. E alla fine, se sei bravo e hai idee e grinta, alla fine anche se non hai santi in paradiso ce la fai. Cinema e televisione sono affari miliardari. In una troupe puoi anche infilarci un raccomandato, un baciapiedi, un attricetta disponibile, ma se poi non hai un bravo operatore, un bravo tecnico audio, un bravo direttore della fotografia e tutto il resto, i miliardi vanno in fumo.

D. QUALI SARANNO I TUOI PROGETTI FUTURI?

R. Sto lavorando su una serie da diversi mesi con un gruppo di sceneggiatori e produttori internazionali. E’ un progetto molto complesso e, ahimè, anche costoso. Ma siamo nella fase creativa e questo è sicuramente il momento più bello e libero del nostro lavoro. Ma continuo anche a fare formazione. Tutto quello che ho imparato nella mia vita professionale non voglio che sparisca con me. Devo passare il testimone. E questo è straordinariamente stimolante e gratificante.


Ringrazio Alessandro per la sua disponibilità nel rispondere alle mie domande.



COSA NE PENSO 

“Per Soldi e per TV – la mia vita sul set”. È un titolo semplice, perché con poche efficaci parole, l’autore mette in luce gli aspetti reali delle sue esperienze professionali. Un racconto aperto e sincero scritto con passione e umiltà. Alessandro si racconta in modo efficace, con capitoli che nella sintesi contengono rivelazioni divertenti talvolta pungenti o scandalose “senza filtri”. La scrittura si presenta chiara, fluida a tratti ironica o profonda, come una piacevole chiacchierata confidenziale tra amici. Chi vorrà intraprendere la sua stessa professione troverà insegnamenti utili e preziosi, il messaggio è chiaro la TV non è fatta di soli lustrini e paillettes ma di molti, moltissimi sacrifici non sempre facili da superare. In conclusione, il suo memoir è un’inno senza retorica alla libertà e alla forza di volontà. Rispettare se stesso le proprie idee ha fatto di Alessandro Ippolito, uno dei più grandi professionisti della nostra Televisione. Buona lettura!


Caterina Lucido

©Riproduzione riservata


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