INTERVISTA A ERRI DE LUCA, TRA TEATRO E LETTERATURA.



Cari lettori, nell’intervista di oggi ho avuto il piacere di fare due chiacchiere con lo scrittore Erri de Luca.
De Luca si avvicina al mondo dell'editoria con la traduzione di alcune parti dell'Antico Testamento dall'ebraico antico, apprezzate anche dai maggiori esponenti del settore.
L’esordio di Erri De Luca come scrittore avviene nel 1989, quando, all'età di 40 anni, pubblica il suo primo libro, Non ora, non qui, in cui rievoca gli anni dell’infanzia trascorsa nella sua Napoli. Da quel momento De Luca pubblica, sempre con successo, opere di narrativa che saranno tradotte in oltre 30 lingue.
Si tratta di uno scrittore da sempre fortemente impegnato dal punto di vista sociale. Molto prolifica anche la sua produzione giornalistica, con editoriali sulle principali testate italiane e articoli sulla montagna, di cui lo scrittore è particolare amante e conoscitore.


D: COSA L’HA SPINTA AD INTRAPRENDERE LA CARRIERA DI SCRITTORE?

R: Non considero la scrittura un mestiere e dunque non implica una carriera. Ogni storia è nuova e resto principiante di fronte a essa. Per me è stato il modo migliore di tenermi compagnia insieme alla lettura. È un piccolo tempo festivo dentro la giornata e non tutte le mie giornate hanno un tempo di scrittura. In principio mi ha spinto una predisposizione all’isolamento. Ho cominciato a raccontarmi storie per iscritto. Le vedevo venir fuori insieme alle righe dei quaderni che riempivo. Non stavano dentro di me, stavano fuori e io le raccoglievo.

D: MARGUERITE DURAS DICEVA: LA SCRITTURA È L'IGNOTO. PRIMA DI SCRIVERE NON SI SA NIENTE DI CIÒ CHE SI STA PER SCRIVERE E IN PIENA LUCIDITÀ. COS’È PER LEI LA SCRITTURA?

R: Confermo che è il mio modo di tenermi compagnia e restare in disparte. Non resto con la penna per aria in attesa di ispirazione. Scrivo a flusso continuo per un breve periodo, meno di un’ora. Non ho il problema della pagina bianca. Ci vado sopra quando sono pronto.

D: UNO SCRITTORE È PRIMA DI TUTTO UN LETTORE, CHE GENERE PREDILIGE?

R: Sono stato un lettore di poesia del 1900, poi di narrativa. Mi interessa la vita degli altri, di quelli vissuti prima, in epoche e luoghi scomodi. 

D: COME NASCE IL TITOLO DI UNA STORIA?

R: Ogni titolo viene da solo, spesso preso dalla frase pronunciata da un personaggio. È un frammento, non una didascalia che deve spiegare lo svolgimento di un tema. 

D: NEGLI ANNI HA PUBBLICATO DIVERSE RACCOLTE DI POESIE. COSA PUÒ DARE LA POESIA ALLA NOSTRA VITA?

R: Quello che ha dato a me lettore è l’improvvisa definizione di una realtà capovolta. Un verso di Brodskij è :” Al mondo non esistono cause, esistono solo effetti”. Quello che faccio io con i versi è condensare una storia, un pensiero in poche righe, per esempio :” So percerto che in natura tutto è sopraffazione/ vita concimata a morte,/ pure il fiore./ Però il fiore mi fa dimenticare la certezza”.

D: COS’È PER LEI IL TEATRO?

R: Un posto magico dove l’attore sopra un palcoscenico gioca a essere un altro davanti a una folla di persone che giocano a prenderlo per quell’altro. Questa definizione di teatro appartiene all’argentino JL Borges.

D: CI PARLI DELLA SUA FONDAZIONE? QUALI ATTIVITÀ SONO STATE SVOLTE IN QUESTI ANNI E QUALI SARANNO I PROGETTI FUTURI? 

R: La parola Fondazione fa pensare a chissà quali mezzi. Si tratta di fondi messi a disposizione dalla presidente Paola Porrini Bisson, da me e da alcuni soci. Diamo borse di studio, quest’anno dieci, a studenti extraeuropei venuti in Italia per forti necessità. Con la Comunità di Sant’Egidio di Napoli e l’Università Federico II seguiamo i corsi di laurea degli studenti sostenuti. Abbiano scannerizzato e messo in rete gratuitamente l’intera collezione del quotidiano Lotta Continua degli anni ‘70. Facciamo anche cose più piccole come un corso di arrampicata per bambini disabili a Terni. Non partecipiamo a bandi e a progetti finanziati da enti vari. Malgrado abbia il mio nome, la Fondazione non coincide con me. Ha vita e statuto a parte.0

Ringrazio Erri De Luca per la sua disponibilità nel rispondere alle mie domande.



Intervista a cura di C.L

Ph by Niccolò Caranti

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