INTERVISTA A SARA GAMBAZZA


Cari amici lettori,

L'ospite di questa nuova intervista è Sara Gambazza, nata a Parma e vive a Noceto, nella campagna parmense, con il marito, tre figli e quattro cani. Ci sono mani che odorano di buono è il suo primo romanzo edito Longanesi in commercio dal 10 gennaio 2023

D: CHI È SARA?

R: Una persona leggera, che porta con sé la bambina di piombo che è stata. E la culla, e non fa che dirle: “Hai visto? È facile adesso.”

D: RACCONTACI LA PRIMA EMOZIONE CHE HAI PROVATO QUANDO HAI VISTO PUBBLICATO IL TUO LIBRO?

R: Difficile definirla. La sensazione che ho provato è molto fisica, un prurito nella pancia impossibile da grattare, un solletico in punta di dita, il respiro che galleggia tanto in superficie da non espandere il petto. Un’emozione infantile, simile a quella che si avverte nello scartare il regalo di Natale, nel guardarlo, nel tenerlo tra le mani sentendolo tuo.

D: IN “CI SONO MANI CHE ODORANO DI BUONO”, LA PAROLA CHIAVE È LA SOLIDARIETÀ: «LA GENEROSITÀ È COME UNA COPERTA GRANDISSIMA: AGGIUNGI UN PEZZO E LEI SCALDA DI PIÙ» C’È FORSE UN MESSAGGIO IN SOTTOFONDO CHE DOBBIAMO ASSOLUTAMENTE PERCEPIRE DENTRO QUESTO LIBRO?

R: Credo fortemente nelle ‘mani tese’ e altrettanto nel saperle vedere e afferrare. Spesso bastano piccoli gesti per far scivolare le dita tra le dita, gesti che ognuno è in grado di compiere, riquadri di una coperta patchwork morbida e calda.
Il messaggio?
Un paio di mani in tasca non serve a nessuno, tendete le braccia senza pensarci troppo se ne avete l’occasione. E, se affondate nel fango fino alle ginocchia, siate pronti a stringere la presa.

D: QUANDO SCRIVI HAI GIÀ TUTTA LA STORIA IN MENTE O LA ELABORI STRADA FACENDO?

R: Conosco il punto di partenza e so con precisione dove voglio arrivare. Tutto ciò che mi porterà dalla scena iniziale all’ultima frase è piuttosto nebuloso. La nebbia si dirada scrivendo. Ascoltare i personaggi e vederli agire nella mia testa è quel che facevo da bambina: mi perdevo in storie immaginarie dettagliatissime, così vivide da confonderle coi ricordi. Ora rincorro l’immaginazione picchiettando sul tablet, ma il meccanismo è quello.

D: UNA SCENA DEL LIBRO CHE TI PIACE PARTICOLARMENTE?

R: Maurizio, personaggio marginale, grossolano e gentile, che consola Genny, sottile come i vetri delle finestre antiche, sbriciolata e incollata un milione di volte. Maurizio abbraccia Genny e lascia che lei pianga carezzandole le spalle. Come farebbe un buon padre, immagino. Ho riempito quella scena di tutta la tenerezza di cui sono capace.

D: UN LIBRO CHE HA AVUTO UNA GRANDE INFLUENZA NELLA TUA VITA?

R: Il primo libro letto da sola, Cipollino di Gianni Rodari. Lo conservo come una reliquia: le pagine hanno un profumo dolciastro, di carta che invecchia e pastelli, le immagini sono scolorite, ma potrei descriverle una per una con la minuziosità e l’amore che si riserva alle cose preziose. Leggere significa uscire dal casino del mondo ed entrare in una dimensione creata da altri, in cui i colori puoi deciderli tu. E puoi rimanere quanto vuoi, senza paura, sempre giusta. Questo sì, ha avuto grande influenza nella mia vita.

D: PROGETTI PER IL FUTURO?

R: Accudire figli (tre), cani (tre), asinelli (due). Lavorare. Leggere. Scrivere, sempre.


Ringrazio di cuore Sara per aver risposto alle mie domande.


              
                          



SINOSSI

Un pomeriggio d'inverno, freddo da spezzare le ossa, Bina si ritrova sola. Ha ottantatré anni e aspetta suo nipote al parco del Cinghio, un quartiere da cui è meglio tenersi alla larga ai margini di una cittadina perbene. Marta, che di anni ne ha venticinque, e che al Cinghio è cresciuta imparando che il mondo è storto e non lo si può aggiustare, la osserva dalla finestra: la vede farsi rigida su una panchina sfondata, il naso gocciolante, un berretto rosa calato sugli occhi spauriti. Decide di offrirle un tetto per la notte. Poi per la notte dopo e per quella dopo ancora. Marta finisce così per prendersi cura di Bina, e intorno a lei, a proteggere quaranta chili di ossa e grinze, si stringono gli abitanti dell'intera palazzina. Poche strade più in là, Fabio viene preso a pugni: ha sgarrato con la persona sbagliata ed è nei guai, grossi guai. Fabio è il nipote di Bina e, mentre Marta prepara il letto per la nonna, lui bussa alla porta di Genny, un'ex prostituta in grado di raccogliere i cocci altrui senza fare domande. Bina e Fabio vivono giorni sospesi, in un luogo duro e sconosciuto, nell'attesa che qualcosa accada. Qualcosa accadrà. E il destino rimescolerà il mazzo, distribuendo ai giocatori nuove carte. Quei giorni freddi si faranno via via più caldi dentro le palazzine di appartamenti rattoppati: tra coperte rimboccate, il rumore del caffè che sale nella moka, il profumo del sugo e una carezza sulla fronte, Marta, Bina, Fabio e Genny scopriranno che dietro ogni abbandono, nascosti sotto ogni solitudine, sopravvivono sempre la forza di amare e il bisogno di prendersi cura l'uno dell'altro.

COSA NE PENSO 

“Ci sono mani che odorano di buono” è un libro sulla rinascita di uomini e donne abbandonati a loro stessi e costretti a vivere in un quartiere degradato ai margini della società.
Tanti sono i protagonisti in questo romanzo.
A partire da Marta, una giovane donna,in cerca d'amore, dopo un infanzia travagliata e una adolescenza piena di dolore e solitudine. La sua vita cambierà grazie a Bina, una nonnina sola, che riuscirà a darle quell'affetto mancato. 
Benny ,l'amico d'infanzia di Marta, una presenza costante nella sua vita.
E poi, Ljuba, l'amica di tutti, una donna silenziosa dal cuore grande.
Fabio, il nipote scapestrato di Bina.Un personaggio contraddittorio,
autodistruttivo.
Genny, una donna dal passato turbolento, la quale riuscirà a ritrovare se stessa contando solo sulle proprie forze.
Maurizio e Anna, sono altri due personaggi altrettanto interessanti, seppur poco presenti all'interno della storia.
E per finire, Gianna, colei che affronta i propri demoni con inerzia, in un mondo tutto suo dove nessuno vi può entrare.
In conclusione, mi è piaciuta l’abilità di Sara Gambazza di creare personaggi e ambienti convincenti, è proprio questo l’aspetto interessante del libro. “Ci sono mani che odorano di buono”, è una storia toccante e incredibilmente capace di tramutarsi in memoria personale del lettore. Consigliatissimo! Buona lettura.


Intervista e recensione a cura di C.L


Ph by Basso Cannarasa


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