QUATTRO CHIACCHIERE CON FEDERICA BOSCO




Bentornati, cari lettori, in una nuova intervista. L' ospite di oggi è Federica Bosco nata a Milano nel 1971. All'età di 4 anni si trasferisce a Firenze. Dopo aver conseguito la maturità linguistica, si iscrive alla facoltà di giurisprudenza.
Ha al suo attivo una ricca produzione di romanzi e manuali di self-help. 
“Mi piaci da morire”, Newton Compton Editori, 2005, “Cercasi amore disperatamente”, Newton Compton Editori, 2006, “L'amore non fa per me", Newton Compton Editori, 2007, “101 modi per riconoscere il principe azzurro (senza dover baciare tutti i rospi)”, Newton Compton Editori, 2007, “L'amore mi perseguita”, Newton Compton Editori, 2008, “101 modi di dimenticare il tuo ex e trovarne subito un altro”, Newton Compton Editori, 2009, “S.O.S amore”, Newton Compton Editori, 2009 “Innamorata di un angelo”, Newton Compton Editori, 2011, “Il mio angelo segreto”, Newton Compton Editori, 2011,
“Un amore di angelo”, Newton Compton Editori, 2012 “Pazze di me”, Mondadori, 2012. Il 24 gennaio 2013 esce nelle sale il film omonimo tratto dal libro, per la regia di Fausto Brizzi, di cui la Bosco è co-sceneggiatrice insieme a Marco Martani.
“Non tutti gli uomini vengono per nuocere”, Mondadori, 2013, “SMS. Storie Mostruosamente Sbagliate”, Mondadori, 2014 ,“Il peso specifico dell'amore”, Mondadori, 2015, “Tutto quello che siamo”, Mondadori, 2015, “Dimenticare uno stronzo. Il metodo Detox in 3 settimane”, Mondadori, 2016, “Ci vediamo un giorno di questi”, Garzanti, 2017, “Mi dicevano che ero troppo sensibile. Per chi si sente sbagliato, un percorso per scoprire come tramutare l'ipersensibilità in una risorsa preziosa”, Vallardi, 2018, “Il nostro momento imperfetto”, Garzanti, 2018,
“Non perdiamoci di vista”, Garzanti, 2019,
“Un angelo per sempre”, Newton Compton Editori, 2020 ,“Non dimenticarlo mai”, Garzanti, 2021,“Dopo Narciso la primavera. Come uscire dal lungo inverno di una relazione tossica”, Vallardi, 2022,
“Volevamo prendere il cielo”, Garzanti, 2023, “Il mio gatto mi detesta. Il diario di Sir Thomas.” , Newton Compton Editori, 2023.


D. CHI È FEDERICA?

R. Se lo sapessi avrei evitato tutti quegli anni di analisi!
Sono una cinquantaduenne che scrive libri ormai da molto tempo, mestiere che ho scoperto tardi e che è stato la mia salvezza in quanto essendo emotiva, ipersensibile e tendenzialmente introversa, mi ha permesso di fare dei miei fantasmi la mia primaria fonte di sostentamento.
Non avessi cominciato a scrivere forse sarei ancora alla disperata ricerca di un posto qualunque nel mondo.

D. DA QUALE IDEA, SPUNTO, ESIGENZA O FONTE DI ISPIRAZIONE, NASCONO I TUOI ROMANZI?

R. Mi sono accorta, negli anni, di questa specie di magia che si compie ogni volta che comincio a scrivere un romanzo. 
Non sono io che penso alla storia, ma è lei che si manifesta appena è pronta per essere scritta. E appare così, come un pop up, una mattina qualunque, completa di tutto, dall’inizio alla fine e io non devo fare altro che sedermi e scriverla. 
Non la cerco. È lei che trova me. È lei che decide il momento giusto, quando ho digerito i dolori, capito, perdonato, rinunciato, accettato, e raggiunto quel sereno distacco dagli eventi tale da rendermi partecipe, ma non protagonista. 
 
D. TRA I LIBRI CHE HAI SCRITTO, QUAL È QUELLO A CUI SEI PIÙ AFFEZIONATA?

R. Senza dubbio la quadrilogia di “Innamorata di un angelo”. Una storia che è stata davvero frutto di un’ alchimia che ad oggi non riesco a spiegarmi. 
Ricordo che pensavo che mi sarebbe piaciuto scrivere una storia che univa le mie passioni; la danza, gli angeli e Londra e creare un crossover fra Saranno Famosi, Ghost e Juno.
Volevo una protagonista tosta, un’adolescente ironica e coraggiosa, con il sogno di danzare alla Royal Ballet, una madre single che fatica ad arrivare a fine mese, una migliore amica che è come una sorella, il grande amore inconfessato, e le risate, le speranze, i sogni e una disgrazia che porta via tutto come una mareggiata. Da lì la risalita dall’inferno con un dolore piantato nel petto, ma con la voce del suo grande amore in testa che come un angelo custode, la incoraggia, e la spinge a non arrendersi e andare avanti. 
Ne è nata una storia incredibile piena di colpi di scena, passione, dolore, speranza, amicizia, tenacia, ma soprattutto di un amore che non si arrende alla morte.
Questa storia è stata così amata dalle lettrici che in tantissime si sono tatuate frasi del libro.
Un altro romanzo che amo moltissimo è “Ci vediamo un giorno di questi”, la storia di due amiche Ludo e Cate diversissime e molto legate, una estroversa incasinata e piena di vita, l’altra timorosa, rigorosa e cauta, i cui ruoli si capovolgeranno completamente di fronte alle scelte del destino.

D. PARLACI DELLE INFLUENZE LETTERARIE CHE HAI AVUTO, DEGLI SCRITTORI CHE AMI.

R. Questa è la domanda che ogni volta mi mette in difficoltà perché mi sento subito in dovere di fare nomi eccellenti da Simone de Beauvoir ad Angela Davies per avere l’aria della vera scrittrice.
Magari fossi così coraggiosa e impegnata socialmente!
In Italia c’è un po’ quest’idea che se non tratti argomenti tremendamente gravi, non sei una scrittrice “seria”, quindi sei etichettata come superficiale, da ombrellone o “rosa”.
Più che di “influenze letterarie”, direi che mi piace leggere scrittrici ironiche, sfacciate, che non si prendono troppo sul serio, come Dolly Alderton, Miriam Toews, Veronica Raimo, ma anche più intense come Lisa Taddeo, Megan Nolan, 

D. HAI DELLE ABITUDINI PARTICOLARI DURANTE LA SCRITTURA?

R. Farò outing, ho un disturbo da deficit di attenzione e iperattività, diagnosticato due anni fa che mi ha fatto capire il perché io abbia sempre procrastinato fino all’ultimo minuto. So che nell’immaginario collettivo lo scrittore è un tipo tormentato, che si tortura per mesi o anni nel disperato tentativo di trovare l’idea geniale per scrivere il capolavoro, ma nel mio caso non è mai stato così: devo avere un programma serrato che non mi permetta di distrarmi o è la fine. Quando l’idea è pronta e comincio a scrivere, complice la scadenza prossima, devo essere metodica.
Lavoro dalle 8 alle 18 imponendomi di stare seduta tutto il giorno (seduta è un eufemismo perché mi alzo di continuo e ogni ricerca mi porta a perdermi nei meandri dell’internet!).
Per esempio nell’ultimo romanzo “Volevamo prendere il cielo”, ambientato in larga parte negli anni 90 fra la Verona bene e Parigi, spaziavo fra “dove vanno i ricchi in vacanza” a “abbigliamento anni ‘90” e mi perdevo letteralmente fra musica, zainetti, alta finanza, Martha’s Vineyard.. La mia cronologia di Google è degna di uno psicopatico.
Quindi su dieci ore il lavoro, la scrittura effettiva è di quattro, ma fa parte del mio processo creativo, è il mio modo di funzionare. 

D. C'È QUALCOS'ALTRO CHE VUOI AGGIUNGERE... CHE VORRESTI DIRE AI TUOI LETTORI?

R. Una cosa mi piacerebbe consigliare, di leggere piano, leggere nel silenzio, con lentezza, assaporando le parole, come fosse una degustazione. Viviamo un’epoca assurda, dove tutto deve essere consumato nel giro di minuti. Abbiamo bisogno di riappropriarci del tempo, pensare, riflettere, sentire.

D. PROGETTI PER IL FUTURO E SOGNI?

R. Il sogno è sempre quello di vedere i miei romanzi diventare film o serie.
Spero di riuscirci prima o poi.

Ringrazio Federica per la sua disponibilità nel rispondere alle mie domande.

©Photo by Luca Brunetti

Intervista a cura di C.L

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