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NOTE SULL' AUTORE
Franz Kafka (1883-1924) è stato uno scrittore ceco di lingua tedesca, considerato una delle figure più importanti della letteratura del XX secolo. Le sue opere, spesso caratterizzate da atmosfere angoscianti e surreali, esplorano temi come l'alienazione, la burocrazia, l'ansia esistenziale e il rapporto conflittuale con l'autorità.
SINOSSI
Quando, nel dicembre 1912, appare Contemplazione, il primo libro del ventinovenne Franz Kafka, non è solo l’abnorme dimensione dei caratteri – voluta dall’autore – a impressionare i lettori come qualcosa di inusitato, perché le brevi, a volte brevissime prose che lo compongono, sottraendosi a qualsiasi definizione, sono come estranianti quadri poetici in cui c’è già tutta l’originalità e la potenza dell’opera di Kafka, condensata in una scrittura tesa, abbagliante. È una scrittura-confessione, una scrittura a suo modo impudica per troppo mettersi a nudo, una scrittura visionaria capace di scardinare sintassi, logica e l’idea stessa di letteratura, che pure in quegli anni si sta aprendo, con esiti anche dirompenti, allo sperimentale e alla rottura con la tradizione. Ma la voce di Kafka, già allora, brilla altissima nella sua unicità.
COSA NE PENSO
Kafka non si legge: si attraversa, si contempla appunto. Il piccolo gioiello letterario Contemplazione raccoglie brevi testi in prosa giovanili, profondamente simbolici, già intrisi di quell’ambiguità e quell’inquietudine che diventeranno la cifra stilistica dell’autore.
Non è un’opera di facile approccio, ma è un libro che si lascia scoprire lentamente, come la nebbia che rivela a poco a poco la sagoma di una città. Ogni brano sembra sospeso tra realtà e sogno, tra quotidiano e metafisico. Kafka scrive del mondo con uno sguardo obliquo, poetico, straniante.
La traduzione curata da Margherita Belardetti si distingue per delicatezza e stile raffinato. Nelle sue parole si avverte un affetto sincero per il testo originale e una profonda passione per il proprio lavoro di traduttrice. Belardetti riesce a restituire la voce di Kafka con un equilibrio raro: fedele e personale al tempo stesso, senza mai forzare né tradire.
Il brano che mi ha colpito più di tutti è “Gli alberi”:
«Perché siamo come tronchi d’albero nella neve. In apparenza vi poggiano sopra, e con una piccola spinta si potrebbero spostare. No, non si può, perché sono saldamente congiunti al terreno. Ma guarda, persino questo è solo apparenza.»
In poche righe, Kafka condensa l’illusione della libertà, la forza delle abitudini, l’ambiguità del vivere. È una metafora lieve e profonda insieme, che resta nella mente come un sussurro.
In conclusione, Contemplazione è una lettura che consiglio soprattutto agli estimatori di Kafka e a chi sa apprezzare la densità nascosta nelle forme brevi, a chi non teme l’inquietudine e ha la pazienza per indugiare tra le righe, cogliendone i riflessi.
Buona lettura!
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