INTERVISTA A VITO CATALANO AUTORE DEL LIBRO: IL CONTE DI RACALMUTO


Cari lettori,

Oggi ho l'onore di ospitare Vito Catalano, scrittore palermitano, nipote di Leonardo Sciascia.
Nato nel 1979, negli ultimi quindici anni Catalano ha vissuto fra Italia e Polonia e ha pubblicato i romanzi L'orma del lupo (Avagliano editore, 2010), La sciabola spezzata (Rubbettino, 2013), Il pugnale di Toledo (Avagliano editore, 2016), La notte della colpa (Lisciani Libri, 2019), Il Conte di Racalmuto (Vallecchi editore,2021) 
    

D: COSA L’HA SPINTA AD INTRAPRENDERE LA CARRIERA DI SCRITTORE?

R: Probabilmente si sono intrecciate più cose: l'inclinazione che ho a fantasticare, a immaginare e a ricordare; il piacere che mi dà il progettare e il creare un racconto; l'essere cresciuto in un mondo di libri.


D: DOVE TROVA L’ISPIRAZIONE PER I SUOI LIBRI?

R: Lo spunto di ogni libro può essere diverso: un episodio storico, un fatto di cronaca, un ricordo, un sogno, un'esperienza.


D: CHE SENSAZIONE SI PROVA DOPO AVER SCRITTO UN LIBRO?

R: Quando porto a termine un libro, sono contento di essere arrivato a una conclusione. Ma è sempre mia intenzione mantenere un certo distacco e perciò metto da parte il testo finito per tornare a rivederlo a distanza di qualche tempo.


D: NELLA NOTA FINALE DEL LIBRO, FA RIFERIMENTO AI LIBRI “LE PARROCCHIE DI REGALPETRA” E “MORTE DELL'INQUISITORE” DI SUO NONNO, LEONARDO SCIASCIA. PERCHÉ HA VOLUTO SCRIVERE UN ROMANZO SUL CONTE GIROLAMO II DEL CARRETTO?

R: Trovo suggestiva la vicenda del conte del Carretto: il signore di un paese che viene ucciso da un suo servo, nel XVII secolo, in un'epoca in cui è più facile trovare un conte che fa uccidere un servo di un servo che uccide un conte. C'è poi il Seicento, un secolo di cui mi sono occupato più di una volta. Infine, lo scenario della vicenda è Racalmuto, un posto che ha fatto parte della mia vita: tanti ricordi mi legano al paese e tante storie legate a Racalmuto ho appreso fin dall'infanzia.


D: A QUALE DEI PERSONAGGI PRESENTI IN QUEST'OPERA SI SENTE MAGGIORMENTE LEGATO. E PERCHÉ?

R: Non credo di poter indicare un solo personaggio. In questo libro diversi personaggi hanno un ruolo di rilievo e in tutti c'è una certa dose di ambiguità.


D: PUÒ RACCONTARCI UN ANEDDOTO LEGATO A SUO NONNO?

R: In campagna, d'estate, la sera, prima di cena o dopo, raccontava delle storie. C'era già buio e io chiedevo racconti con carabinieri, briganti e delitti. Sento ancora la suggestione di quei momenti nelle serate estive che trascorro in campagna, ogni anno.


D: PROGETTI PER IL FUTURO?

R: Sceglierò di nuovo la Sicilia e uno sfondo storico. La mia immaginazione viene di solito stimolata dal tornare indietro nel tempo...

Ringrazio di cuore Vito Catalano per aver risposto alle mie domande.



SINOSSI

Sicilia, XVII secolo. Il paese di Racalmuto è governato dal conte Girolamo del Carretto, uomo spietato e avido, dall’insaziabile
istinto predatorio. Traditori e assassini senza scrupoli percorrono ogni giorno vie e sentieri, mentre la gente vive in mezzo a sospetti e paure. Il bene e il male si confondono. Ancora una volta, il potere schiaccia i deboli, umilia la dignità umana, offende
la ragione. Ma il conte finisce col trovare un inaspettato intreccio di nemici: la moglie Beatrice, il priore del convento degli agostiniani e un servo. Fra inganni, agguati e innamoramenti, i personaggi del romanzo si trovano invischiati in una rete velenosa. Ispirandosi a una storia vera e partendo dalle righe che il nonno Leonardo Sciascia ha scritto sull’episodio nelle pagine dedicate al paese natale di Racalmuto, Vito Catalano ha costruito una trama in cui la fantasia si mescola a ricordi di luoghi e persone.


COSA NE PENSO

Un romanzo storico con una trama avvincente. Lo stile narrativo di Catalano è coinvolgente e i riferimenti storici non sono mai tediosi o esorbitanti. Certamente il periodo trattato ha un certo fascino.La lettura è scorrevole e incalzante,non mancano i colpi di scena. 
Personaggi sfaccettati e complessi, dal conte Girolamo II di Carretto,Lucia, Padre Evodio, a Pietro D'Asaro l'abile disegnatore Racalmutese che con quell’occhio solo seppe incantare la bella contessa Beatrice. Bene e male sono quindi profondamente radicati in questo romanzo fino alla fine. 
In conclusione, vi lascio con le parole tratte 
dal primo libro di Leonardo Sciascia “Le parrocchie di Regalpetra” dove racconta brevemente del conte Girolamo II di Carretto.

«Credo nella ragione umana, e nella libertà e nella giustizia che dalla ragione scaturiscono.»

Consigliato! Buona lettura


Intervista e Recensione a cura di C.L



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