Visualizzazione post con etichetta Seconda guerra mondiale. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Seconda guerra mondiale. Mostra tutti i post

23 gennaio 2025

INTERVISTA A SASHA VASILYUK AUTRICE DEL LIBRO “IL VENTO È UN IMPOSTORE”


Cari lettori,

Bentrovati! L'ospite di questa nuova intervista è Sasha Vasilyuk. 
Sasha è cresciuta in Ucraina e Russia ma ora vive con la famiglia a San Francisco. È una giornalista e opinionista per le principali testate giornalistiche americane. I suoi articoli sono stati pubblicati, tra gli altri, sul «New York Times», su «Time» e sul «Telegraph». Ha conseguito due lauree e studiato italiano. Il suo primo romanzo, Il vento è un impostore, è ispirato alla storia del nonno, che è sopravvissuto alla Seconda guerra mondiale.


D. COSA TI HA ISPIRATO A SCRIVERE QUESTO LIBRO? 

R. Il romanzo è ispirato alla storia dei miei nonni, sopravvissuti alla seconda guerra mondiale. 
Il personaggio principale, Yefim, è  basato su mio nonno, un veterano di guerra ebreo che nascose la sua identità quando fu catturato in Germania e poi nascose la sua esperienza di sopravvivenza quando tornò in URSS. Abbiamo scoperto la verità su di lui solo dopo la sua morte, quando abbiamo trovato la sua lettera di confessione indirizzata al KGB. Apprendere la sua storia traumatica e il silenzio che deve averlo divorato per decenni mi ha fatto venire voglia di esplorare questa esperienza unica in forma romanzata.

D. PUOI CONDIVIDERE CON NOI UN MOMENTO DELLA TUA VITA PERSONALE CHE HA ISPIRATO UNA SCENA O UN PERSONAGGIO DEL LIBRO? 

R. Nel 2016, mentre andavo a trovare mia nonna di 92 anni nel Donbass, diventato zona di guerra, uscii con mio fratello , c'era la legge marziale, quindi dovevamo tornare a casa entro il coprifuoco per evitare di essere arrestati. Stavamo tornando indietro attraverso il centro di Donetsk.
All'improvviso ci fu un boato terrificante. Mi sono abbassata. 
Era il rumore dei bombardamenti alla periferia della città è stata la prima cosa che abbia mai vissuto da così vicino sulla guerra. Non mi sono mai spaventata così tanto in vita mia. Ho mantenuto quella paura per scrivere i due capitoli principali del libro sulla guerra.

D. DOVE HAI PRESO L'IDEA O LO SPUNTO PER IL TITOLO DEL TUO LIBRO?

R. Il titolo in inglese è “Your Presence Is Mandatory”,  fa riferimento alla convocazione del KGB. Mi piace quel titolo perché riassume cosa vuol dire vivere in un regime totalitario, dove non ti viene chiesto, ma detto. Il titolo in italiano, Il "Vento è un Impostore", ha un'atmosfera molto diversa, che adoro anche perché è poetico e va al centro del dilemma del personaggio principale di mantenere un segreto e sopravvivere contro ogni previsione.

D. COSA HAI SCOPERTO DI INTERESSANTE DURANTE LE TUE RICERCHE PER LA REALIZZAZIONE DEL TUO LIBRO?

R. La mia ricerca si è concentrata sul destino dei prigionieri di guerra sovietici, dei lavoritori (civili sovietici, spesso ragazze, deportati in Germania) e dei soldati ebrei. Ciò che mi ha sorpresa è stato quanto poco sapessi di questa parte della storia, nonostante abbia interessato oltre 9 milioni di persone. La ricerca mi ha fatto capire che mio nonno non era l’unico a nascondere il suo passato. La maggior parte di queste persone hanno trascorso tutta la vita senza parlare della guerra e hanno portato la loro storia nella tomba, come mio nonno, o hanno rivelato i loro segreti sul letto di morte. La sfida era tradurre quella cultura della segretezza e della vergogna per un pubblico occidentale al quale quella psicologia è del tutto estranea.

D. QUAL È STATO IL MOMENTO PIÙ SIGNIFICATIVO DURANTE IL PROCESSO DI SCRITTURA? 

R. La prima volta che ho letto una bozza e ho pensato: “Non è poi così male”.

D. QUANTE ORE AL GIORNO SCRIVI? 

R. Ho avuto due figli da quando ho iniziato a scrivere questo romanzo, quindi il mio programma non è mai stato molto prevedibile. Scrivevo quando potevo e le idee migliori di solito mi venivano mentre ero sotto la doccia.

D. QUALI SONO I TUOI PROGETTI PER IL FUTURO? 

R. Sto lavorando a un romanzo su una giovane donna idealista che ritorna nel suo paese nativo in Russia, dove è costretta a decidere fino a che punto è disposta a spingersi per rivendicare la sua identità.

Desidero ringraziare Sasha per aver risposto alle mie domande.

SINOSSI 

Si può costruire un'intera vita su una bugia? Yefim lo ha fatto. E lo rifarebbe mille volte, perché della sua vita non cambierebbe nulla. Ha una moglie che lo tiene ancora per mano. Dei figli orgogliosi delle loro radici. Dei nipoti che credono che il nonno sia un eroe, perché tornato dalla guerra. Eppure, Yefim si domanda cosa farebbero i suoi famigliari se sapessero del segreto che nasconde da anni. Un segreto celato in una valigia che ora, all'insaputa di tutti, Yefim sta bruciando perché non ne rimanga traccia. Nessuno deve conoscere la storia del giovane, pieno di sogni e speranze, costretto a indossare un'uniforme e combattere i nazisti. Nessuno deve sapere del filo spinato, della fame, del freddo. Soprattutto, nessuno deve sapere del giorno in cui ha dovuto compiere una scelta impossibile: fingere di non essere ebreo per sopravvivere. Quel giorno terribile in cui ha iniziato la sua esistenza controvento, rinnegando sé stesso. Una condizione da cui è scappato con un'altra bugia, pur di tornare a casa. Ma, adesso, è proprio in casa sua che questi segreti stanno per essere riportati alla luce. Yefim avverte nell'aria lo stesso odore di tempesta dei cieli solcati dagli aerei. Ma la storia non può essere cancellata dalle fiamme. Perché quei periodi bui devono essere raccontati, anche quando è difficile. Soltanto così i sommersi non saranno solo polvere portata dal vento. Un romanzo ispirato a una storia vera, che interroga il lettore su cosa voglia dire essere un «salvato», come spiegava Primo Levi. Un libro che racconta un aspetto poco noto della tragedia della Seconda guerra mondiale. In quel passato, ci sono le domande e le risposte che oggi, forse più che mai, non vanno dimenticate.

Nelle librerie e sugli store online dal 17 Settembre 2024 Garzanti


COSA NE PENSO

Il Vento è un impostore è un esordio significativo perché destinato a lasciare un segno indelebile nel lettore.
La penna di Sasha riesce ad emozionarci perché ci scuote interamente e internamente.
In conclusione, consiglio la lettura di questo libro non solo agli appassionati della storia del secondo conflitto mondiale, ma soprattutto a chi, non ha mai letto nulla al riguardo. 
E per finire desidero aggiungere una bellissima frase tratta dal brano, "La Storia" di Francesco De Gregorio che trovo perfetta per questo libro.

“La storia siamo noi, attenzione, nessuno si senta escluso” 


© Riproduzione riservata



Per maggiori informazioni consulta la nostra Privacy Policy.

11 aprile 2024

INTERVISTA A CHRISTIAN JENNINGS



Cari lettori,

L’ospite di questa intervista è Christian Jennings. Giornalista e saggista inglese. Autore di testi storici e di attualità, come corrispondente dall’estero ha scritto per The Economist, The Daily Telegraph, The Guardian, Reuters e Wired. Attualmente vive a Torino. Presso Longanesi ha pubblicato, “il saggio Mezzanotte in una città in fiamme” (2006) e “Gli italiani e la soluzione finale. Chi si oppose ai nazisti? E come? in libreria e sugli store online dal
16 gennaio 2024.


D.COM'È NATA LA SUA PASSIONE PER LA SCRITTURA?

R. Tra il 1994 e il 2012 ho lavorato come giornalista in venti Paesi dell'Africa e dei Balcani, dal Ruanda al Kosovo, dal Congo alla Bosnia, e sono stato testimone di guerre, conflitti etnici e disastri umanitari di enorme portata, ma soprattutto di come gli esseri umani si comportano in momenti di enorme crisi. Mi sono appassionato alla scrittura perché scrivevo tutti i giorni per lavoro, perché era il mio mestiere e perché dovevo usarla per descrivere in modo accurato, colorito e originale ciò che accadeva davanti a me. Ho sempre amato descrivere ciò che vedo intorno a me, nei libri, nel giornalismo e nelle e-mail quotidiane. Le cose più sorprendenti, difficili e magiche della vita accadono solo una volta: bisogna vederle, catturarle e registrarle mentre accadono.


D.QUALI SONO I SUOI LIBRI PREFERITI?

R. Il Diario di Anna Frank; La terra desolata di T.S. Eliot, The Face of War, di Martha Gellhorn, Anna Karenina di Lev Tolstoy, Il Grande Gatsby di F.Scott Fitzgerald, Amleto di William Shakespeare.

D.QUAL'È LA SCENA CHE LE PIACE PARTICOLARMENTE DEL SUO LIBRO “GLI ITALIANI E LA SOLUZIONE FINALE”?

R. Le scene de "Gli Italiani e la Soluzione Finale" che ho trovato più toccanti, commoventi e importanti sono quelle che riguardano gli esseri umani in Italia e il loro comportamento nei momenti di crisi assoluta. Come ti comporti quando pensi di stare per morire? Qual è la cosa più importante per voi quando pensate che non vi resta molto da vivere? Le storie più stimolanti sono quelle di persone che pensano ai propri cari e a come aiutare gli altri. La donna ebrea italiana Wanda Abenaim in treno verso Auschwitz, che scrive un'ultima cartolina alle persone più care; le suore di un convento di Roma che aiutano una famiglia ebrea italiana a nascondersi dai tedeschi senza fare domande; un adolescente italiano che aiuta i bambini sopravvissuti ai campi di concentramento a imparare a vivere di nuovo.

D.COSA NON SAPPIAMO DELL’ITALIA DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE?

R. L'Italia ha un'enorme rete di archivi storici in ogni città e paese, e ognuno di essi contiene migliaia di documenti e foto sull'Italia prima, durante e dopo la Seconda guerra mondiale. L’immagine stereotipata che abbiamo è che la guerra in Italia è stata persa dai tedeschi, vinta dagli inglesi e dagli americani, mentre gli italiani hanno combattuto come partigiani, hanno aiutato gli Alleati o si sono schierati con i fascisti di Mussolini. Dietro questa realtà stiamo scoprendo una storia molto più complessa: i partigiani italiani sono stati uno dei gruppi di Resistenza più efficaci dell'intera guerra; senza di loro i combattimenti in Italia sarebbero durati molto più a lungo. Più di due milioni di soldati di venti nazionalità diverse hanno combattuto in Italia dalla parte degli Alleati, e le storie di questi combattenti indiani, neozelandesi, afroamericani, brasiliani, sono una delle cose di cui scrivo nei miei libri.

D.QUALE PERIODO STORICO LA AFFASCINA IN MODO PARTICOLARE?

R. La storia della Seconda guerra mondiale è la storia di come si è formata, decisa e creata gran parte dell'Europa moderna e del mondo moderno e trovo che questo periodo storico sia il più affascinante.

D.C'È QUALCOS'ALTRO CHE VORREBBE AGGIUNGERE... CHE VORREBBE DIRE AI SUOI LETTORI?

R. Se volete scrivere un libro, osservate il mondo che vi circonda e trovate una storia, o inventatela. Imparate a scrivere leggendo grandi scrittori e scrivendo continuamente, imparate a fare editing e trovate un buon agente. Non arrendetevi mai!

D. PROGETTI PER IL FUTURO E SOGNI?

R. Ho appena terminato un nuovo libro sull'Olocausto, un'indagine su come gli inglesi e gli americani usarono la crittoanalisi, il codebreaking, per leggere i messaggi segreti tedeschi sulla Soluzione Finale. Il mio prossimo progetto è scrivere un altro saggio storico sull'Italia moderna del XX secolo, ma sto ancora decidendo i personaggi e il periodo esatto.

Ringrazio Christian per la sua disponibilità nel rispondere alle mie domande.





SINOSSI 

Italia, Seconda guerra mondiale. Quando Hitler diede l'ordine ai suoi ufficiali di attuare la «soluzione finale della questione ebraica», furono molti gli italiani – spesso ingiustamente dimenticati – che con incredibili azioni di ingegno e di coraggio garantirono la salvezza a centinaia di persone. Christian Jennings si è messo sulle tracce di queste persone e ha scoperto i loro nomi e le loro storie: il primario del Fatebenefratelli di Roma, Giovanni Borromeo, che ha inventato un'inesistente malattia infettiva altamente contagiosa, la Sindrome K, per salvare centinaia di ebrei dalla deportazione; il ciclista Gino Bartali, che consegnava messaggi ai partigiani tenendoli nascosti nella canna della sua bicicletta; don Francesco Repetto, che ha offerto riparo a centinaia di ebrei nelle case, nelle chiese, nei conventi dei paesi liguri; l'adolescente Ernestina Madonini, che ha salvato dalla deportazione la coetanea Eugenia Cohen nascondendola nella soffitta della sua casa nel cremonese.


COSA NE PENSO

Questo libro ha un valore forte come opera di memoria. In un paese come l’Italia, dove spesso la narrazione della resistenza, della persecuzione, del salvataggio viene frammentata, o ricordata piuttosto nei casi celebri, Gli italiani e la soluzione finale contribuisce a ristabilire una più ampia consapevolezza: che i gesti di solidarietà furono molti, ma non furono l’unica risposta, e che spesso rimasero ignorati o dimenticati.
Inoltre è utile come testo introduttivo per chi voglia capire non solo cosa successe agli ebrei in Italia, ma anche come parte della popolazione decise, a rischio della vita, di opporsi in modo concreto.
In conclusione, Gli italiani e la soluzione finale è un libro importante: non perfetto, ma necessario. Offre nuove prospettive, storie commoventi e riflessioni morali profonde. Lo consiglierei sia a chi ha già una formazione storica e vuole scoprire nuovi casi, che a chi si avvicina ora al tema, perché riesce a comunicare con chiarezza e forza



INTERVISTA A SVEVA CASATI MODIGNANI

È un'onore, oltre che un piacere ospitare nel mio blog Sveva Casati Modignani una delle firme più amate della narrativa contemporanea: i...