11 dicembre 2020

RECENSIONE DEL LIBRO: FU SERA E FU MATTINA DI KEN FOLLETT

 



NOTE SULL'AUTORE

Ken Follett è uno degli autori più amati al mondo. Nato a Cardiff nel 1949, vive tra Londra e Stevenage con la moglie Barbara. Laureatosi in filosofia all'University College di Londra, ha lavorato come giornalista. Ha pubblicato 32 romanzi, iniziando la sua straordinaria carriera di scrittore nel 1978 con La cruna dell'Ago. Uguale successo mondiale hanno poi ottenuto i successivi romanzi, tra i quali: Triplo, Il codice Rebecca, L'uomo di Pietroburgo, Sulle ali delle aquile, Un letto di leoni, Notte sull'acqua, Una fortuna pericolosa, Un luogo chiamato libertà, Il terzo gemello, Il martello dell'Eden, Codice a zero, Le gazze ladre, Il volo del calabrone, Nel bianco e la trilogia "The Century" (La caduta dei giganti, L'inverno del mondo, I giorni dell'eternità), che sono stati a lungo al primo posto nelle principali classifiche. Dopo l'immenso successo de I pilastri della terra che ha dato inizio alla saga di Kingsbridge, sono seguiti Mondo senza fine e La colonna di fuoco cui si aggiunge questo nuovo romanzo.


 SINOSSI

17 giugno 997. Non è ancora l’alba quando a Combe, sulla costa sudoccidentale dell’Inghilterra, il giovane costruttore di barche Edgar si prepara con trepidazione a fuggire di nascosto con la donna che ama. Ma i suoi piani vengono spazzati via in un attimo da una feroce incursione dei vichinghi, che mettono a ferro e fuoco la sua cittadina, distruggendo ogni cosa e uccidendo chiunque capiti loro a tiro. Edgar sarà costretto a partire con la sua famiglia per ricominciare tutto da capo nel piccolo e desolato villaggio di Dreng’s Ferry. Dall’altra parte della Manica, in terra normanna, la giovane contessa Ragna, indipendente e fiera, si innamora perdutamente del nobile inglese Wilwulf e decide impulsivamente di sposarlo e seguirlo nella sua terra, contro il parere di suo padre, il conte Hubert di Cherbourg. Si accorgerà presto che lo stile di vita al quale era abituata in Normandia è ben diverso da quello degli inglesi, la cui società arretrata vive sotto continue minacce di violenza e dove Ragna si ritroverà al centro di una brutale lotta per il potere. In questo contesto, il sogno di Aldred, un monaco colto e idealista, di trasformare la sua umile abbazia in un centro di erudizione e insegnamento entra in aperto conflitto con le mire di Wynstan, un vescovo abile e spietato pronto a tutto pur di aumentare le sue ricchezze e il suo potere. Le vite di questi quattro indimenticabili personaggi si intersecano, in un succedersi di continui colpi di scena, negli anni più bui e turbolenti del Medioevo. Questo formidabile romanzo è il prequel della magnifica saga di Kingsbridge amata da milioni di lettori nel mondo. Ken Follett conduce il lettore in un viaggio epico pieno di sorprese, avventura, coraggio, amore, odio e ambizione che termina dove I pilastri della terra hanno inizio.


COSA NE PENSO 

Oggi voglio consigliarvi un libro che mi è davvero piaciuto moltissimo: Fu sera e fu Mattina di Ken Follett. Il punto di forza di questo romanzo è senza dubbio la scrittura che si presenta scorrevole e quello di parlarci di storia e costumi di un'epoca remota ossia il Medioevo. Un modo davvero coinvolgente e interessante di raccontarci una storia stupenda e intrigante. Siamo nell'Inghilterra tra il 997 al 1006 la storia inizia con Edgar un ragazzo ancora molto giovane e dall'animo puro, nonostante ciò affronta con coraggio e umiltà un destino non del tutto benevolo con lui. Durante un’incursione dei Vichinghi perde la donna che amava Sunni. Un capitolo struggente che dà il via a una lunga serie di sfide per lui, ogni pagina è avvincente e trascinante come del resto si ci aspetta dalla penna di Follett. Il romanzo narra le vite della principessa normanna Ragna (una giovane nobildonna testarda, passionale che vive un'insana passione per un uomo affascinante che poi sposerà, ma sarà vero amore?) Edgar il costruttore, il monaco Aldred e il Vescovo Wynstan, i quali  personificano le classi sociali del periodo ma rappresentano soprattutto i punti di riferimento della storia, che si svolge intorno alle loro personalità. Al centro della narrazione troviamo Mildred la madre di Edgar , una donna forte e risoluta che trae sempre il meglio in ogni situazione che le si presenti. Naturalmente i personaggi non finiscono qui ce ne sono molti altri che vi invito a scoprire leggendo questo libro che stupirà e conquisterà i lettori. Il libro è antecedente a quella che sarà la futura Kingsbridge ma dà voce a quegli anni oscuri dove la prepotenza, l’inciviltà, le carestie fanno da sfondo. Direi che in questo romanzo c'è davvero tutto: passione, legami famigliari, la storia, la povertà ma anche la forza d'animo, la speranza e il riscatto.

Consigliatissimo!


Recensione a cura di C.L


© Riproduzione Riservata

29 novembre 2020

“...CHIACCHIERATA CON DANIELA RAIMONDI”



Cari lettori,
L'ospite di questa nuova intervista è 
Daniela Raimondi, nata in provincia di Mantova e ha trascorso la maggior parte della sua vita in Inghilterra. Ora si divide tra Londra e la Sardegna. Ha pubblicato dieci libri di poesia che hanno ottenuto importanti riconoscimenti nazionali. Suoi racconti sono presenti in antologie e riviste letterarie. La casa sull'argine è il suo primo romanzo.

D. DOVE HA TROVATO L'ISPIRAZIONE PER IL SUO ROMANZO? 

R. Ho iniziato a scriverlo molti anni fa, spinta dal desiderio di parlare delle mie radici e della mia famiglia.  Credo sia qualcosa di molto comune per chiunque si affacci sul mondo della scrittura creativa.  Nella prima stesura, partivo dall’inizio del 1900 e dalla nascita di mia nonna.  In fondo per le famiglie contadine quello è il solo passato che si ricorda.  Solo in un secondo tempo ho iniziato a pensare che sarebbe stato bello risalire a tempi più remoti.  È successo soprattutto quando ho iniziato ad accompagnare la storia dei Casadio con episodi della storia d’Italia.  A quel punto mi sono chiesta: perché non iniziare dal principio, dall’unità del Paese? E così è stato.

D. QUANDO HA CAPITO DI ESSERE PORTATA PER LA SCRITTURA? 

R. A scuola ero brava in italiano, ma anche molto svogliata.  Non ero affatto una brava studentessa e sicuramente non mi era mai passato in testa di scrivere una poesia, figuriamoci un romanzo.  Ho iniziato a pensarci molto tardi, a quarant’anni, ma appena mi ci sono dedicata, ho capito che non avrei più smesso.

D. CI RACCONTI LA PRIMA EMOZIONE CHE HA PROVATO QUANDO HA VISTO PUBBLICATO IL SUO LIBRO?

R. Un’emozione grande, era qualcosa che sognavo da anni.  Quando passavo davanti a una libreria, o agli scaffali di libri di un supermercato, mi dicevo: un giorno entrerò qui e vedrò il mio romanzo esposto.  Appena La casa sull’argine è uscito, sono andata in una specie di pellegrinaggio nelle librerie della mia città.  Anche vedendo il mio romanzo in vetrina, faticavo a crederci.  È stato un bellissimo momento! 

D. IL PERSONAGGIO DEI CASADIO A CUI SI SENTE PIÙ LEGATA?

R. Guido, che nella realtà è mio padre.  Il libro è dedicato a lui ed è l’unico personaggio di cui ho mantenuto il nome vero e di cui racconto la vita in modo fedele. Ho comunque amato tutti i personaggi del romanzo.  Ci ho vissuto accanto per anni e mi hanno fatto molta compagnia.  Mi sono divertita soprattutto scrivendo la prima parte, perché in quei primi personaggi ho potuto riversare più immaginazione, eccentricità e fantasia: Viollca, Dollaro, Achille e Angelica…. mi sono divertita molto a inventarli. 

D. PRIMA DI ESORDIRE COME SCRITTRICE LEI È ANCHE UNA POETESSA, SECONDO LEI QUAL È LA POESIA PIÙ BELLA CHE HA SCRITTO?

R. Ce ne sono parecchie che mi piacciono particolarmente.  Forse ce n’è una, piuttosto bizzarra e surreale, in verità, che racconta dell’esperienza della maternità e dei miei due figli, come di un qualcosa preannunciato da un angelo, o comunque dal destino. Ognuno può interpretarla a secondo delle proprie credenze religiose. Ogni volta che la rileggo, mi emoziono.

D. A QUALE POETA O SCRITTORE SI SENTE PIÙ VICINA PER GENERE O SCRITTURA?

R. Sono stata molto influenzata dagli scrittori latino-americani, semplicemente perché è la letteratura su cui mi sono formata e che conosco meglio.  Se devo fare un nome, direi Gabriel Garcia Márquez. Per la poesia, prediligo gli autori anglosassoni del XX secolo, soprattutto le donne: Sylvia Plath, Anne Sexton, ma anche Louise Gluck, che ha recentemente ottenuto il Premio Nobel, ma che io seguivo da anni.  Stranamente, per la poesia le mie preferenze sono tutte donne. 

D. PROGETTI PER IL FUTURO?

R. Una silloge di poesia quasi pronta, intitolata “La Donna più vecchia del mondo”.  In quanto ai romanzi, non so bene cosa succederà.  Forse scriverò uno spin off e comunque ho un romanzo già terminato nel cassetto. Chissà.


Ringrazio Daniela per la sua disponibilità nel rispondere alle mie domande.

 

In libreria e sugli store online dal 24 agosto 2020 Nord Editore


SINOSSI 

La famiglia Casadio vive da sempre nel borgo di Stellata, all'incrocio tra Lombardia, Emilia e Veneto. Gente semplice, schietta, lavoratrice. Poi, all'inizio dell'Ottocento, qualcosa cambia: Giacomo Casadio s'innamora di Viollca Toska, una zingara, e la sposa. Da quel momento, i discendenti della famiglia si dividono in due ceppi: i sognatori dagli occhi azzurri e dai capelli biondi, che raccolgono l'eredità di Giacomo, e i sensitivi, che hanno gli occhi e i capelli neri di Viollca, la veggente. Da Achille, deciso a scoprire quanto pesa un respiro, a Edvige, che gioca a briscola con lo zio morto due secoli prima; da Adele, che si spinge fino in Brasile, a Neve, che emana un dolce profumo quando è felice, i Casadio vivono sospesi tra l'irrefrenabile desiderio di sfidare il destino e la pericolosa abitudine di inseguire i loro sogni. E portano ogni scelta sino in fondo, non importa se dettata dall'amore o dalla ribellione, dalla sete di giustizia o dalla volontà di cambiare il mondo. Ma soprattutto a onta della terribile profezia che Viollca ha letto nei tarocchi in una notte di tempesta...


COSA NE PENSO 

Il romanzo di Daniela Raimondi ci riporta indietro nel tempo, attraverso fatti realmente accaduti che hanno segnato profondamente il passato del nostro paese. Dai moti rivoluzionari, agli anni di piombo. Una straordinaria saga familiare che vede per protagonisti i Casadio, personaggi che sfidano il destino, tra sogni e desideri, avvolti da un’oscura profezia fatta secoli prima dalla loro antenata zingara Viollca Toska. Una figura sempre costante nelle vite di ognuno di loro dallo speciale Dollaro, al temerario Achille, passando da Beppe, alla passionale e sognatrice Edvige, all'amorevole e coraggiosa Adele, per giungere alla tenera Natalia detta Neve fino a Donata una donna dal carattere indomito. Sono rimasta piacevolmente coinvolta nell'intera lettura grazie alla scrittura fluida e scorrevole. Prima di lasciarvi alla lettura di questo libro vi dedico questa citazione tratta da “La Tempesta di W. Shakespeare Atto IV, scena I”, presente nel prologo di questo imperdibile romanzo.                                      

«Noi siamo fatti della stessa materia dei sogni e la nostra breve vita si completa in un sonno».

Buona lettura!


Intervista a cura di C.L

Photo by Nicholas Taylor 

© Riproduzione Riservata

 

 

 

 










24 ottobre 2020

RECENSIONE DEL LIBRO:“ASCOLTAMI ORA” DI MARICLA PANNOCCHIA

 

BIOGRAFIA

Maricla Pannocchia nel 2014 ha fondato l’Associazione di volontariato Adolescenti e cancro, di cui è Presidente, per offrire supporto sociale, emotivo e psicologico gratuito agli adolescenti e ai giovani adulti da tutta Italia che hanno o hanno avuto il cancro.

Ringrazio l’autrice per avermi inviato la copia digitale!

SINOSSI

“Ascoltami ora – storie di bambini e ragazzi oncologici” è un libro che sa di vita, un insieme di storie che conducono il lettore nel mondo dell’oncologia pediatrica. La prefazione è a cura di Maricla Pannocchia, un’esauriente introduzione per il pubblico alla realtà del cancro in età pediatrica. Il testo è un viaggio emozionante all’interno delle storie di bambini, ragazzi e famiglie che hanno vissuto la realtà del cancro pediatrico. I diritti del libro, uniti alle campagne di crowdfunding collegate, sono devoluti ai progetti di sensibilizzazione dell’Associazione Adolescenti e cancro e al progetto a Pristina (Kosovo) della fondazione Cure2Children ONLUS. Co-autori del libro: gli autori delle storie presenti nel libro sono ragazzi che hanno avuto il cancro e familiari degli stessi.

Questo libro è in collaborazione con 

Cure2ChildrenONLUS

Il ricavato sarà devoluto interamente alle famiglie.

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COSA NE PENSO

È un libro che ti emoziona fino a farti commuovere, immagini i volti di questi bambini e delle loro famiglie e vorresti abbracciarli uno ad uno.Storie di piccoli guerrieri che c’è l’hanno fatta mentre altri purtroppo no. Un libro forte e profondo che consiglio di leggerlo perché si può veramente imparare tanto attraverso queste storie. Scopri che la vita è davvero un soffio e che niente va sprecato ogni attimo è prezioso e per questo va vissuto intensamente.


Recensione a cura di C.L




27 settembre 2020

RECENSIONE DEL LIBRO: UN PASSO DOPO L’ALTRO «Viaggio nell’Italia che resiste, nonostante tutto» DI LORENZO TOSA

 

NOTE SULL' AUTORE

Lorenzo Tosa, 37 anni, giornalista professionista, da anni si occupa di comunicazione politica e social come consulente, copywriter e addetto stampa. Collabora in Italia con “The Post Internazionale” e in Francia con “Radici”. Nel gennaio del 2019 ha lanciato il suo blog, “Generazione Antigone”: una piazza virtuale in cui racconta le vite di donne e uomini noti e meno noti che, con atti di eroismo o piccoli gesti quotidiani, contribuiscono a costruire un’Italia e un mondo antirazzista, antifascista, antisessista, in difesa dei diritti umani e civili. Con oltre 350mila follower e 18 milioni di persone raggiunte ogni mese, la sua è la terza pagina Facebook personale più seguita in Italia e la prima per trend di crescita, il che lo rende uno degli influencer più seguiti, apprezzati e discussi del web.


SINOSSI

È l’alba di una calda giornata di quasi estate. Un treno corre verso sud, ultima tappa di un lungo viaggio che ha portato un giovane giornalista attraverso l’Italia, i suoi volti, le storie di donne e uomini noti e meno noti: un’amicizia che affonda le radici in uno dei capitoli più atroci della Storia; un ragazzino in lotta contro il cambiamento climatico in un piccolo paese del Meridione; un papà che affronta due volte il Coronavirus, da medico e da paziente; la calciatrice della Nazionale alle prese con un segreto troppo a lungo negato. Insieme a queste, altre vite di ordinaria umanità e straordinaria bellezza salgono e scendono idealmente e fisicamente dal treno, raccontandosi stazione dopo stazione. Per arrivare laggiù, in quella terra di frontiera dove, vent’anni fa, uno sconosciuto sindaco calabrese ha immaginato un luogo in cui si incrociano popoli, nazioni, diritti, solidarietà.

 

COSA NE PENSO 

Lo stile è semplice e lineare, un racconto nato da una serie di incontri diretti e indiretti tra l’autore e questi straordinari protagonisti, da Liliana e Luciana, Elena, Mailuna, Chiara, Il Dottor Daniele Macchini,fino all’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano, e Jasmine storie legate le une alle altre.Va sottolineato il garbo e la sensibilità che Tosa ha dimostrato nel narrare non solo l’aspetto “umano” di ognuno di essi ma soprattutto i loro sentimenti e i loro “pensieri” più intimi e segreti.Questo libro è rivolto a tutte le fasce di età, inoltre ritengo che sarebbe interessante se venisse letto nelle scuole per coinvolgere i ragazzi a riflettere sul razzismo e l’indifferenza che vede vittime milioni di persone o per una scelta sessuale o per il colore della pelle. Il libro chiarisce alcuni aspetti che la società odierna ancora conserva, suggerisce una riflessione ma a volte usa un linguaggio “simbolico” o “particolare” perché i comportamenti razzisti o non razzisti si apprendono con l’educazione, quindi, bisogna essere guidati nell’apprendimento di un tema così difficile per riuscire a chiarirsi il concetto di razzismo che nasce da vari aspetti: dalla paura dello straniero,o dall’ignoranza, quest’ultima che porta l’ istinto verso sentimenti d’odio per ciò che non conosce e di cui ha paura. 

Buona lettura!


Recensione a cura di C.L

11 agosto 2020

INTERVISTA A CHIARA GAMBERALE

 



Cari lettori,

L'ospite di oggi è Chiara Gamberale, scrittrice, conduttrice radiofonica e televisiva.
Dopo la sua laurea al DAMS di Bologna, Chiara ha scritto il suo primo romanzo nel 1999, intitolato “Una vita sottile”.
Per quanto riguarda invece televisione e radio, ha cominciato a lavorare dal 2002 conducendo i programmi “Duende” su Seimilano (emittente TV lombarda) e “Io, Chiara e l’Oscuro”, su Rai Radio 2. È stata inoltre l’autrice di “Quarto Piano Scala a Destra” (Rai Tre).
Collabora anche con diversi giornali quali Vanity Fair, Io Donna, Donna Moderna e La Stampa.
Chiara Gamberale, sempre così pronta a inventarsi modi originali per dare voce a ciò che sentiamo, nella primavera 2020 ha scritto una testimonianza che è allo stesso tempo un urlo e un abbraccio “senza mascherina”. Parole forti, nuove, che portano ognuno di noi a chiedersi se, “finito quest’incubo, potremo rendere interiori e spirituali i gesti che per proteggerci da quest’incubo abbiamo dovuto imparare.” Perché quel metro di distanza dagli altri, sia quando si infrange sia quando si rispetta, è comunque un potere nelle nostre mani.

 “𝑄𝑢𝑎𝑛𝑑𝑜 𝑙’𝑒𝑝𝑖𝑑𝑒𝑚𝑖𝑎 𝑓𝑖𝑛𝑖𝑟𝑎', 𝑛𝑜𝑛 𝑒’𝑑𝑎 𝑒𝑠𝑐𝑙𝑢𝑑𝑒𝑟𝑒 𝑐ℎ𝑒 𝑐𝑖 𝑠𝑖𝑎 𝑐ℎ𝑖 𝑣𝑜𝑟𝑟𝑎’𝑡𝑜𝑟𝑛𝑎𝑟𝑒 𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑠𝑢𝑎 𝑣𝑖𝑡𝑎 𝑝𝑟𝑒𝑐𝑒𝑑𝑒𝑛𝑡𝑒. 𝐶ℎ𝑖, 𝑝𝑜𝑡𝑒𝑛𝑑𝑜,𝑙𝑎𝑠𝑐𝑒𝑟𝑎' 𝑢𝑛 𝑝𝑜𝑠𝑡𝑜 𝑑𝑖 𝑙𝑎𝑣𝑜𝑟𝑜 𝑐ℎ𝑒 𝑝𝑒𝑟 𝑎𝑛𝑛𝑖 𝑙𝑜 ℎ𝑎 𝑠𝑜𝑓𝑓𝑜𝑐𝑎𝑡𝑜 𝑒 𝑜𝑝𝑝𝑟𝑒𝑠𝑠𝑜. 𝐶ℎ𝑖 𝑑𝑒𝑐𝑖𝑑𝑒𝑟𝑎' 𝑑𝑖 𝑎𝑏𝑏𝑎𝑛𝑑𝑜𝑛𝑎𝑟𝑒 𝑙𝑎 𝑓𝑎𝑚𝑖𝑔𝑙𝑖𝑎,𝑑𝑖 𝑑𝑖𝑟𝑒 𝑎𝑑𝑑𝑖𝑜 𝑎𝑙 𝑐𝑜𝑛𝑖𝑢𝑔𝑒 𝑜 𝑎𝑙 𝑝𝑎𝑟𝑡𝑛𝑒𝑟. 𝐷𝑖 𝑚𝑒𝑡𝑡𝑒𝑟𝑒 𝑎𝑙 𝑚𝑜𝑛𝑑𝑜 𝑢𝑛 𝑓𝑖𝑔𝑙𝑖𝑜 𝑜 𝑑𝑖 𝑛𝑜𝑛 𝑣𝑜𝑙𝑒𝑟𝑒 𝑓𝑖𝑔𝑙𝑖. 𝐷𝑖 𝑓𝑎𝑟𝑒 𝑐𝑜𝑚𝑖𝑛𝑔 𝑜𝑢𝑡. 𝐶𝑖 𝑠𝑎𝑟𝑎' 𝑐ℎ𝑖 𝑐𝑜𝑚𝑖𝑛𝑐𝑒𝑟𝑎' 𝑎 𝑐𝑟𝑒𝑑𝑒𝑟𝑒 𝑖𝑛 𝐷𝑖𝑜 𝑒 𝑐ℎ𝑖 𝑠𝑚𝑒𝑡𝑡𝑒𝑟𝑎' 𝑑𝑖 𝑐𝑟𝑒𝑑𝑒𝑟𝑒 𝑖𝑛 𝑙𝑢𝑖.”


D. CHIARA, CI PARLI DI LEI E DI COME È NATA LA SUA PASSIONE PER LA SCRITTURA?

R. Diciamo che è stata la scrittura a scegliere me…Fin da bambina ascoltare una storia è stato l’unico modo per avvertire salire, dentro, una specie di pace. E ho sempre creduto che l’unica chiave per accedere fino in fondo alla realtà fosse l’immaginazione.

D. IL SUO NUOVO LIBRO NON È UN ROMANZO, MA SI TRATTA DI UNA SERIE DI RIFLESSIONI E SITUAZIONI NATE DURANTE IL RECENTE LOCKDOWN CAUSA DEL COVID19. COSA RAPPRESENTA PER LEI “COME IL MARE IN UN BICCHIERE”?

R. Una confidenza a bassa voce che ho sentito il bisogno di condividere. Una proposta o forse una preghiera….

D. COSA VOGLIONO LASCIARE AL LETTORE LE PAGINE DI QUESTO ROMANZO?

R. La possibilità di non dimenticare. E di spiritualizzare le restrizioni a cui siamo stati chiamati, di interpretare perché ci sia possibile proteggerci e ricordare il valore della distanza (e dunque della vicinanza) anche quando questo terribile incubo, finalmente, finirà.

D. CI PUÒ DIRE COME CONCEPISCE I SUOI ROMANZI?

R. Prima arriva un’urgenza dentro e tutto addosso. Poi la trasformo in una sfida stilistica. E comincio a scrivere.

D. QUALE LIBRO LE HA LASCIATO UN RICORDO SPECIALE?

R. Le luci nelle case degli altri e Qualcosa…Ma ogni mio libro dà voce a un pezzo di me, della mia storia o del mio percorso interiore.

D: SCRITTRICE, CONDUTTRICE RADIOFONICA, CONDUTTRICE TELEVISIVA E AUTRICE TELEVISIVA. QUAL È IL RUOLO CHE SENTE PIÙ “SUO”?

R. Non c’è dubbio: scrivere è anche più della mia passione, è il mio unico rimedio all’esistenza.

D. C’È UN ROMANZO CHE LE SAREBBE PIACIUTO SCRIVERE E CHE INVECE È STATO QUALCUN ALTRO A SCRIVERE?

R. Magic Kingdom di Stanley Elkin

D. PROGETTI PER IL FUTURO?

R. Tornare al romanzo con una struttura corale a cui stavo lavorando prima che il COVID si prendesse tutto. Anche (e inevitabilmente) la nostra immaginazione.


Ringrazio Chiara Gamberale per la sua disponibilità.


Intervista a cura di C.L


© Riproduzione Riservata

13 luglio 2020

RECENSIONE DEL LIBRO: LA VITA ATTESA DI GINO PITARO

 



NOTE SULL'AUTORE

Gino Pitaro nasce a Vibo Valentia il 7 luglio 1970 e vive a Roma. Nel suo percorso svolge varie attività, tra cui quella di redattore e articolista freelance e di documentarista indipendente. Nel 2011 esce il suo I giorni dei giovani leoni (Arduino Sacco Editore), che ottiene buoni riscontri di critica divenendo una delle opere underground più lette nel 2012. Babelfish, racconti dall’Era dell’Acquario (Ensemble, 2013) è il secondo libro, con il quale vince il Premio Letterario Nazionale di Calabria e Basilicata III ediz. e ottiene numerosi altri riconoscimenti. Benzine è il romanzo uscito a fine 2015, che consegue apprezzamenti di critica e di lettori ancora maggiori rispetto alle sue prove precedenti. Con questa nuova prova vince il “Premio Colli Aniene” e il “Premio Speciale della Giuria” del Concorso Internazionale Scriviamo Insieme VI edizione.


SINOSSI 

Passammo in rassegna le foto come si fa con quei libretti che a un angolo li si sfrega con il dito e offrono l’illusione di un’animazione. Oh, non se ne trovava una decente! … Avevamo vinto però, perché sperimentando ci eravamo messi in gioco. Non si perde mai nella vita, se si vuole. O si vince o si impara. E si apprende sempre, anche se nel successo per certi versi è più difficile. È forse questa la discrasia che cominciava ad emergere. La necessità di considerarsi competenti, sempre e comunque, quando il mondo dei grandi, nel quale facevamo timidamente ingresso, invece cantava il contrario nonostante i proclami e i riguardi per le apparenze. Di certo, un universo molto meno curato dei dischi che ascoltavamo.


COSA NE PENSO 

La storia racconta le estati degli inizi degli anni ’90, in una Tropea assolata , si sente tra le pagine di questo libro il profumo del mare inebriante che impregna i suoi abitanti fin nelle loro viscere. Ma anche i visitatori che si recano lì per la prima volta alla scoperta di questa splendida perla nel Tirreno ne sentono l’ appartenenza.
L ‘eco delle canzoni che risuonano nella memoria collettiva, canzoni che hanno fatto la storia della musica di quei giorni e che tutt’oggi rimango dei miti incontrastati, ci cullano accompagnati dalle riflessioni e dalle parole dell’autore nel nostro passato, ci fa rivivere e sognare la nostra giovinezza con un pizzico di malinconia. I ricordi di quegli anni raccontati con la giusta maestria e spensieratezza sono stati mescolati sapientemente dall’autore a tal punto che Gianni il protagonista lo si considera quasi un amico di tutti, insomma uno di noi, che si confronta con gli amici anch’essi diplomandi come lui, e che si affacciano al futuro ancora incerto vista la loro età ancora adolescenziale tra aspettative e sogni da vivere. Un racconto amabile, scorrevole, talvolta l’uso del dialetto Calabrese dà all’intero contesto più vitalità. A mio parere visto che siamo in piena estate credo che questo sia il periodo più appropriato per leggere sotto l’ombrellone un libro tanto piacevole. Lo consiglio ai lettori di tutte le età. In conclusione voglio aggiungere alla mia recensione questa bellissima riflessione fatta dallo stesso Pitaro tra le ultime pagine del suo libro..

“C’è uno scoglio in mezzo al mare. Tutti vogliamo salirvi e prenderne
possesso, conquistarlo. È lo scoglio della nostra affermazione, di chi ci riesce, ma tutti sbagliano, perché cercano di buttare giù gli altri. Un gioco tra amici, un’allegoria inconsapevole di come gira il mondo. E alla fine però rimaniamo soli io e Federico, stiamo scivolando, ma ci afferriamo per le braccia. E stiamo così, in equilibrio.”

Buona lettura!


Recensione a cura di C.L


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29 giugno 2020

CONOSCIAMO MEGLIO LE AUTRICI DI “ECHI LONTANI”.




  







“Echi lontani” (ed.Porto Seguro) è  stato scritto da due giovani insegnanti pistoiesi che debuttano così nel campo del giallo.Francesca Banchini nasce a Firenze nel 1979.Silvia Mannelli nasce a Pistoia nel 1979. Dopo il diploma al liceo classico e la laurea in lettere, entrambe insegnano in una scuola secondaria di primo grado di Pistoia, occupandosi in particolare di educazione alla lettura e di tecniche di scrittura.


D: COM’È NATA LA VOSTRA COLLABORAZIONE LETTERARIA?

Silvia: Noi siamo colleghe, entrambe insegnanti di lettere in una scuola secondaria di primo grado di Pistoia. Negli anni abbiamo cominciato a sperimentare delle nuove metodologie didattiche per l’italiano, metodologie che si basano soprattutto sull’insegnamento di tecniche di scrittura e di lettura. Abbiamo quindi cominciato a scrivere molto per finalità didattiche e poi, quando abbiamo sentito raccontare una storia avvenuta durante la Seconda Guerra Mondiale sulla montagna pistoiese, l’idea è venuta praticamente da sola: proviamo a trasformarla in romanzo!

D: QUANTE STORIE, ROMANZI, RACCONTI, LIBRI O EBOOK AVETE SCRITTO FINORA?

Silvia: Abbiamo scritto molto con finalità didattiche (brevi racconti, descrizioni, dialoghi, incipit di storie…). Spesso infatti quando ci servono dei testi da usare come esempi da proporre ai nostri ragazzi, accanto a modelli di autori e scrittori, ci piace anche proporre qualcosa di nostro. Francesca ha curato due libri nati dal lavoro con alcuni studenti della scuola, partendo da documenti legati al periodo della guerra (“Il cuore batte nel pensiero”, ed. Polistampa, 2018 e “Una piccola storia”, ed.  Alvivo, 2019). “Echi lontani” è però per entrambe il primo romanzo.

D: IL VOSTRO RACCONTO È TRATTO DA ALCUNI EVENTI E PERSONE REALMENTE ESISTITI, COM’È STATO RACCONTARE UNA STORIA TANTO DELICATA IN UN CONTESTO STORICO ALTRETTANTO SIGNIFICATIVO PER L’INTERA UMANITÀ?

Silvia: “Echi lontani” si basa su una storia vera (anche se poi noi l’abbiamo romanzata) e su un contesto reale: quello della situazione sulla montagna pistoiese che, dopo l’8 settembre 1943, si trovò in piena linea gotica. Abbiamo cercato di essere molto fedeli alla realtà storica nelle descrizioni, nella caratterizzazione dei personaggi e nell’ambientazione; anche per tutti i riferimenti a documenti, verbali e interrogatori ci siamo basati sugli originali che abbiamo consultato negli archivi. Abbiamo sentito molto la responsabilità di quel che scrivevamo e abbiamo voluto essere rispettose di una realtà terribile che ha fatto soffrire molte persone. Crediamo che custodire la memoria di quegli anni e di quegli eventi sia un dovere morale sempre più pressante, via via che gli anni passano e che i testimoni diretti diventano meno numerosi, anche per questo abbiamo voluto essere molto fedeli alla realtà storica nella ricostruzione del nostro romanzo.

D: QUAL È IL LIBRO CHE VI HA LASCIATO UN SEGNO?

Francesca: Uno dei libri che è stato più significativo per me è stato “Una storia semplice” di Sciascia. Un libro brevissimo e di facile lettura, ma estremamente profondo e attuale. L’uomo della Volvo, un personaggio apparentemente secondario e marginale, tanto che nel romanzo non ha nemmeno un nome, potrebbe, con la sua testimonianza, far emergere la verità su quella che è tutt’altro che una storia semplice; solo che non ha nessuna voglia di mettersi nei guai e preferisce farsi gli affari propri. La giustizia, così, non ha alcuna possibilità di prevalere. E’ stato un libro che mi ha catturato fin dalla prima volta che l’ho letto, quando ero alle scuole medie, e più vado avanti, più lo considero una straordinaria metafora della scelta che tutti, prima o poi, ci troviamo a compiere fra ciò che è giusto e ciò che ci conviene.

Silvia: un libro che mi rimarrà sempre nel cuore è “Cecità” di Saramago. Questo libro è stato un pugno nello stomaco: i personaggi senza nome, il buio bianco, la condizione di non vedenti come simbolo della perdita della ragione umana, della dignità di uomini, condizioni estremamente contagiose. la crudezza e l’orrore descritti nel romanzo sono sprone a non arrendersi alla follia che ci circonda, a lottare sempre per ciò che riteniamo giusto, a non soccombere davanti al dolore.

D: COSA VUOL DIRE PER VOI SCRIVERE?

Francesca: scrivere è viaggiare con l’anima, liberare i pensieri, incontrare mondi diversi, trovare una bolla di spazio e tempo nella quale sospendere tutto il resto e tirar fuori me stessa e le storie che ho dentro, scoprendo poi che le storie hanno già una loro identità e sono lì che aspettano che io le scriva.

Silvia: scrivere prima di tutto è per me un esercizio per l’anima: quando scrivo il resto del mondo intorno a me scompare e i miei unici compagni di viaggio sono le parole, i personaggi che cominciano a raccontarmi la loro storia, i paesaggi nei quali sono immersi. La scrittura è catartica e mi permette di vivere altre vite, vedere altri luoghi, uscire da me stessa.

D: QUAL’ È UNA FRASE CHE PENSATE POSSA RACCHIUDERE IL SIGNIFICATO DEL VOSTRO LIBRO?

Francesca: “È importante sapere da chi si proviene perché solo se ci si sente innestati sulla storia di qualcuno che ci ha preceduto poi si è abbastanza forti per tracciare la nostra vita. Ma lei da chi proveniva? Chi era suo nonno?”

Silvia: “I tempi in cui vivi non cambiano la persona che sei”


SINOSSI

Giovanni Bottai, un anziano maresciallo dei Carabinieri che durante la guerra ha prestato servizio nella stazione di San Marcello Pistoiese, muore in una notte d’inverno in seguito a una breve malattia. Quando la nipote Sara comincia a mettere ordine fra le sue carte, si imbatte in qualcosa che non avrebbe mai creduto di trovare e che mina la fiducia e l’affetto che ha sempre provato per il nonno. La ragazza ha bisogno di saperne di più e, attraverso i suoi occhi e le sue azioni, anche il lettore si trova immerso in un’avvincente ricerca nel passato. Cosa ha fatto di tanto terribile il maresciallo? Che significato hanno le ultime parole pronunciate prima di morire? Chi è il misterioso vecchio che fra un capitolo e l’altro fa la sua comparsa nella storia? La narrazione scorre rapida, i piani temporali si intrecciano, i punti di vista si alternano lungo il corso di tutta la storia. Ma solamente alla fine si capirà quanto è terribile, a volte, la verità.


COSA NE PENSO 

In questo racconto troverete un lavoro ben fatto non solo dal punto di vista della scrittura che di presenta molto fluida, ma soprattutto dalla pacatezza che hanno adottato le due autrici nel raccontare magistralmente questa storia attraverso i documenti storici recuperati. Inoltre sono state altrettanto brave a romanzare il tutto senza mai cadere nel banale, i colpi di scena non mancano i continui flashback hanno dato senz’altro un maggior arricchimento all’intero contesto.Personalmente credo che ognuno di noi abbia sempre cercato di conoscere il proprio passato attraverso la storia dei propri avi, proprio come la protagonista di Echi lontani.Una curiosità che ritengo ci accomuna un’po’ tutti. Talvolta ci sono segreti che in realtà dovrebbero rimanere tali in eterno ma la forza dell’amore nei confronti dei nostri cari ci porta ad approfondire il loro passato che poi riguarda indirettamente anche noi. E poi ci sono domande che forse non avranno mai una risposta ma in questo racconto la nostra giovane protagonista si imbatterà in situazioni che dapprima l’ affliggeranno ma poi…. chissà se oltre al passato di suo nonno Sara troverà qualcos’altro? Vi lascio con questo interrogativo tutto da scoprire.. Buona lettura!


Intervista a cura di C.L


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