21 giugno 2021

INTERVISTA A DACIA MARAINI, LA SCRITTRICE SI RACCONTA A LA FINESTRA DELLA LETTERATURA.






È un’ onore, oltre che un piacere “ospitare”nel mio blog Dacia Maraini.
Meravigliosa maestra di scrittura e di pensiero, autrice di moltissimi romanzi tradotti in tutto il mondo, ha scritto anche saggi, poesie, testi teatrali.


D: NEGLI ANNI SESSANTA STRINGE UNA SOLIDALE AMICIZIA CON MOLTI LETTERATI E POETI, TRA CUI ALBERTO MORAVIA, PIER PAOLO PASOLINI, ELSA MORANTE, MARIA BELLONCI.  
PUÒ RACCONTARCI UN ANEDDOTO LEGATO ALLA VOSTRA AMICIZIA? 
    
R: Ricordo la passione per i giochi di Elsa Morante. A Natale invitava tutti gli amici e preparava la pesca. Un paniere pieno di doni ma bene incartati , in modo che non si capiva cosa ci stesse dentro. Lei si divertiva come una bambina a vedere che uno pescava un oggetto prezioso e un altro solo un bacio di cioccolata.  Ricordo i silenzi di Pasolini, che però erano pieni di sogni. Con lui si poteva stare zitti per ore a guardare un paesaggio e ci si sentiva vicini e solidali.. Ricordo la passione di Moravia per Baudelaire, che recitava  a memoria. 
   
  
D: IL TEATRO È STATO E CONTINUA AD ESSERE UNA PARTE FONDAMENTALE NELLA SUA VITA, INFATTI NEL 2000 È STATA PUBBLICATA PER RIZZOLI “FARE TEATRO 1966 - 2000”, LA PRIMA RACCOLTA COMPLETA DELLA SUA PRODUZIONE TEATRALE. QUALI SONO GLI ASPETTI IN UN OPERA TEATRALE DA NON TRASCURARE? 
    
R: Il teatro ha un suo linguaggio che non c’entra niente col parlato o con lo scritto. E un linguaggio fortemente simbolico e dai ritmi matematici. Bisogna conoscerlo bene per saperlo fare. 
 

D: LE SUE PROTAGONISTE SONO DONNE DALLO SPIRITO RIBELLE CHE LE PORTA AD USCIRE ALLO SCOPERTO E A ROMPERE IL MURO DEL SILENZIO, TROPPO SPESSO EMBLEMA DI UN UNIVERSO FEMMINILE CONTAMINATO DAL DISAGIO E DALLA SOPRAFFAZIONE.
SECONDO LEI, NELLA SOCIETÀ ODIERNA , COS'È REALMENTE VIVERE, AFFERMARSI, TROVARE IL PROPRIO POSTO NEL MONDO ED ESSERE ALLO STESSO TEMPO DONNE? 
   
R: Lei ha citato il coraggio e la tenacia. Beh sono queste le due qualità più importanti per una donna che ama la libertà e l’indipendenza. Erano le qualità di mia madre e a lei mi sono ispirata per tanti personaggi dei miei libri.
   

D: NEL 2007 HA PUBBLICATO PER RIZZOLI  "IL GIOCO DELL'UNIVERSO - DIALOGHI IMMAGINARI TRA UN PADRE E UNA FIGLIA", RICOSTRUENDO LA STORIA DELLA SUA FAMIGLIA ATTRAVERSO I TACCUINI DI SUO PADRE. UN'OPERA LETTERARIA DI SUO PADRE A CUI È MAGGIORMENTE LEGATA?  
     
R: Mi piace molto il libro di poesie che si chiama LE FANFOLE.  È  un libro burlesco e dal ritmo esilarante. Mi piace anche il libro sul Giappone  e quello chiamato NUVOLARIO. Mio padre aveva una grazia straordinaria nel giocare col linguaggio.
     
     
D: LEI HA SEMPRE DIMOSTRATO UNA GRANDE DISPONIBILITÀ A PARTECIPARE A QUESTI INCONTRI ORGANIZZATI DALLA SCUOLA. CHE COSA LE HANNO TRASMESSO? 
    
R: Mi hanno fatto affacciare sul futuro. Questi sono gli uomini e le donne del domani . E a parte alcuni fannulloni portati al bullismi, devo dire che ho trovato tanti ragazzi e ragazze intelligenti, vogliosi di apprendere e capire. Certo gli svogliati e gli aggressivi fanno più notizia ma non sono la maggioranza.
    

D: COSA MANCA OGGI NELLA LETTERATURA ITALIANA? 

R: Manca la calma , il tempo di riflettere e curare i dettagli. Viviamo in una  cultura della fretta . Ma non è colpa degli scrittori. Sono gli editori che premono come se fossero sempre nei pressi della fine del mondo. E se non stai ai tempi, sei fuori da tutto. 
   
   
D: NEL TRIO RITORNA ALLA NARRAZIONE STORICA AMBIENTATO NELLA SICILIA SETTECENTESCA, DOPO UN'ALTRO SUO INDIMENTICABILE CAPOLAVORO,  LA LUNGA VITA DI MARIANNA UCRÌA. QUALI SONO STATE LE DIFFICOLTÀ NELLA STESURA IN ENTRAMBI I ROMANZI? 
    
R: Entrare nel tempo, capire come poteva vivere e pensare una persona così lontana e diversa. Ma la ricerca è stata affascinante e mi sono anche divertita.  
   
   
D: IL SUCCESSO, NELLA SCRITTURA, È UNA COMBINAZIONE DI...? 
    
R: È la piccola struttura musicale che si trova in ogni progetto di scrittura quello che crea la comunicazione col lettore.  Non è la storia ma lo stile, che deve essere personale , inventivo e suggestivo.


Un sincero ringraziamento a Dacia Maraini per la cortesia e l’attenzione con cui ha accolto le mie domande. 



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15 giugno 2021

RECENSIONE DEL LIBRO: L'INVERNO DEI LEONI DI STEFANIA AUCI.




Pochi mesi dopo l'uscita del libro I Leoni di Sicilia nel 2019, ho avuto il piacere di ospitare Stefania Auci nel mio blog con un intervista. Per leggere l'intervista  Clicca qui 


L’inverno dei leoni (Casa Editrice Nord) impreziosito dalla copertina che ritrae un particolare del dipinto “When the Heart is Young” (1902) di Johan William Godward, è il romanzo che conclude “La saga dei Florio” dopo I leoni di Sicilia (Casa Editrice Nord, 2019), caso editoriale internazionale, in corso di traduzione in 32 Paesi, 35 edizioni e oltre 650.000 mila copie vendute solo in Italia, più di 100 settimane in classifica.


COSA NE PENSO 

Il romanzo sequel dei I Leoni di Sicilia, inizia dalla scomparsa di Vincenzo Florio, fondatore dell’iniziale sviluppo della Casa di commercio Florio di Palermo, figlio di Paolo e di Giuseppina Saffiotti.
Da adesso in avanti toccherà a suo figlio Ignazio prendere le redini nella gestione degli affari di famiglia in quanto unico erede maschio nato dall'unione con Giulia Portalupi.
Dopo l'acquisizione dei nuovi incarichi Ignazio manterrà con le sorelle Giuseppina e Angelina un buon rapporto anche se a distanza.
Si dedicherà al consolidamento e allo sviluppo ulteriore delle aziende di famiglia a partire dalla fonderia Oretea.
Diventerà uno stimato armatore di primo piano con la sua compagnia di navigazione. Acquisterà le tonnare dell'isola di Favignana e dell'intero arcipelago delle Isole Egadi. Porterà all'apice  l'economia dell'isola facendola diventare una tra le regioni più produttive del nostro Paese. 
Man mano che ci addentriamo nella lettura, la trama dell’appassionante saga familiare prenderà una piega intrigante e avvincente, ricca di sentimenti, glorie e d' improvvise disgrazie che stravolgono l'equilibrio e la felicità di questa famiglia generazione dopo generazione.
In una nota l'autrice scrive...

“La vera maledizione della felicità è non rendersi conto di quando la stai vivendo. Nel momento in cui ti accorgi di essere stato felice,non ti resta che l'eco.”

Non conosceremo solo le abilità manageriale di Ignazio ma entreremo anche nella sua sfera personale, intima.
Entreremo quasi in punta di piedi nel suo matrimonio con la baronessa Giovanna d'Ondes Trigona.
Emergeranno anche gli aspetti caratteriali e le fragilità di Giovanna, un personaggio a mio parere d'ammirare e d' apprezzare proprio per la sua forza. 
Dalla loro unione nasceranno quattro figli, tre maschi e una femmina.
Seguiremo sin dall'infanzia i giovani Florio, a partire dal timido e dolce Vincenzo, a Ignazio Jr, libertino e incosciente per natura, la bella e determinata Giulia, fino al piccolo di casa Florio, Vincenzo uno spirito libero innamorato dei motori.
Sarà lui, il creatore e finanziatore della celebre corsa automobilistica intitolata “Targa Florio.”
Uno dei personaggi che ha  contributo in maniera significativa alla fama internazionale di questa famiglia è stata senz'altro, Donna Franca Florio moglie di Ignazio Jr, la “Regina di Palermo”.
Una vera e propria icona di stile e bellezza della belle époque.
Con l'arrivo di Donna Franca anche il ruolo delle donne di casa Florio cambia rispetto al secolo precedente.
Da custodi del focolare domestico,le due cognate Giulia e Franca, presenteranno ruoli diversi quanto indispensabili negli equilibri sociali della dinastia.
L' autrice fa anche un riepilogo esaustivo e completo della storia  Italiana con fatti di cronaca che hanno segnato le sorti del nostro Paese, citando anche alcuni dei nomi illustri della letteratura e della cultura nostrana.
Nelle strade vuote di Palermo risuona la corsa di una carrozza che porta via per sempre l'incantesimo di quelle feste nella Villa dell'Olivuzza dove un tempo i Florio regnavano sovrani.
Se ancora non lo avete fatto, vi consiglio la lettura di questo romanzo perché Stefania Auci incanta il lettore attraverso una scrittura elegante e ricercata.

Buona lettura!


Recensione a cura di C.L


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29 maggio 2021

RECENSIONE DEL LIBRO: GIOCARSI TUTTO DI MARINA LORA RONCO



SINOSSI

Ti dice che andrà tutto per il meglio e che ne uscirete ancora più forti di prima. Il vostro è un grande amore e questa è un'opportunità. Un nuovo inizio, senza spettri e fantasmi. Senza inganni o sensi di colpa divoranti. Senza casse da morto nello stomaco."Come si può arrivare a tanto? Si chiede Margherita. Fingere di non vedere. Accettare l'inaccettabile. E raccontarsi un mucchio di bugie. Per esempio che si trattasse solo di un piccolo vizio, cinque minuti di svago di un marito mentre sua moglie beve il caffè al bar. Una donna e un uomo, e il loro amore, profondo e straordinario, alle prese con il Gap: il gioco d'azzardo patologico. Un mostro spietato, capace di fagocitare affetti, certezze. Vita. Un tornado che annienta risorse e genera debiti e ansie, demolendo la sola idea di un futuro possibile. La soluzione? Una terapia d'urto, quaranta giorni di reclusione, un viaggio per tentare di venire a capo di una patologia insidiosa, per di più infamante e socialmente inaccettabile. Questa è la storia di Margherita, della sua lotta per tenere in piedi un progetto di vita. È il dramma di Riccardo alle prese con il baratro, un pozzo di cui fatica a vedere il fondo.
Il libro è disponibile sulle piattaforme online a partire dal 11 maggio 2021.


COSA NE PENSO 

Il romanzo affronta una malattia non trascurabile per il “gioco d'azzardo.”
Un malessere che purtroppo affligge sempre molte più persone ma soprattutto distruggono altrettante famiglie.
Il matrimonio inizia ad incrinarsi sempre di più e per Riccardo non c'è altra soluzione che cercare aiuto. Obbligato da sua moglie Margherita, inizia un lungo periodo di recupero.
Il coraggio di Margherita è l'unica cosa che ho davvero ammirato, perché si ritrova ad affrontare i fantasmi del proprio passato da sola in momento tanto critico per lei e le sue bambine. Nonostante, sia stato scritto bene il testo però mantiene un ritmo monotono fino alla fine.
Spero che questo libro possa essere utile a chi si trovi nella stessa condizione dei protagonisti.

Niente ti turbi
Niente ti spaventi
Tutto passa
Dio non cambia
La pazienza ottiene tutto
A chi possiede Dio, niente manca
Solo Dio basta
Amen
Semplice.
(Madre Teresa di Calcutta)

Recensione a cura di C.L

© Riproduzione riservata

25 maggio 2021

RECENSIONE DEL LIBRO: IL RITRATTO DI PAOLA ZANNONER.




NOTE SULL' AUTRICE

Paola Zannoner vive a Firenze, dove ha studiato e si è laureata in Lettere. È considerata una delle più importanti scrittrici italiane per i giovani, apprezzata dalla critica e da un pubblico trasversale molto ampio, che comprende ragazzi e adulti. Ha cominciato a pubblicare nel 1998 e il suo libro Il vento di Santiago (Mondadori 2000) è diventato un classico per le scuole. In oltre vent’anni di produzione, ha ricevuto i più importanti premi letterari italiani come il Bancarellino (con La linea del Traguardo, 2003) e il Premio Strega Ragazzi e Ragazze nel 2018 con L’ultimo faro (2017). I suoi romanzi sono tradotti in molte lingue, compreso il cinese e il russo e trattano temi diversi e appassionanti, offrendo spaccati di una società contemporanea, come Zorro nella neve (Il Castoro, 2014), A piedi nudi a cuore aperto (De Agostini, 2016), il romanzo storico incentrato su Shakespeare Il Bardo e la Regina (DeA Planeta, 2019). Zannoner ha pubblicato per Giunti la serie best seller La banda delle ragazzine che sta diventando una serie TV e, per i più piccoli, La rubamamma,Ti racconto le fiabe, Il ritratto.

SINOSSI

La storia inizia con un piccolo mistero: un ragazzo fissa un ritratto come ne fosse ipnotizzato. Siamo nella Galleria Palatina del Museo di Palazzo Pitti a Firenze, e il quadro è La Velata di Raffaello Sanzio, un dipinto affascinante, capolavoro rinascimentale. Incuriositi e un po’ allarmati, i custodi decidono di intervenire e chi va a parlare con il misterioso visitatore è Silvia, giovanissima custode assunta da circa un anno, con il compito di occuparsi del pubblico di studenti... Un romanzo importante, che sarà fonte di ispirazione e riflessione per i nostri ragazzi. Uno sguardo profondo e attento al grande valore della cultura e della memoria in un mondo sempre più tecnologico.

COSA NE PENSO 

Il Ritratto di Paola Zannoner ci porta nel cuore di Firenze ad ammirare uno dei ritratti più seducenti del rinascimento, un opera che ha segnato la storia dell'arte, conservato nella Galleria Palatina di Palazzo Pitti.
La misteriosa Velata di Raffaello, la donna raffigurata nel dipinto incarna insieme sensualità e regalità.
Non è solo un capolavoro d'arte ma viene considerata l'essenza femminile. Ci sono parecchi messaggi nascosti dietro la sua  bellezza. La Velata, da Iside alla Vergine Maria, è il Simbolo del superamento dell'apparenza. Ovvero il non considerare la donna solamente come un corpo ma come un Anima da rispettare, oltre a ciò che si vede di lei.
La peculiarità di questo libro sta proprio nella misteriosa sparizione di quest'opera d'arte ma non solo, perché la storia ci condurrà nella vita di Silvia una giovane custode della galleria, la quale ci farà vivere intense emozioni oltre quelle legate alla ricerca del quadro perduto.
È il primo libro che leggo della Zannoner e devo dire che il suo stile mi piace molto.
Ho apprezzato molto in questo libro il messaggio di sensibilizzazione verso l'arte e la cultura, in un periodo in cui purtroppo non è stato possibile godere delle bellezze esposte nei  musei.
Ma soprattutto è apprezzabile il messaggio che viene lanciato alla fascia d'età più giovane, la cultura ha un immenso valore.
In conclusione, la trama è paragonabile ad una partita a scacchi, poiché le sorti dei personaggi ed ogni loro mossa sono suggellati da un tempismo perfetto.
Un libro che si legge tutto d'un fiato.
Buona lettura!



Recensione a cura di C.L



© Riproduzione riservata

19 maggio 2021

INTERVISTA A NADIA TERRANOVA




Carissimi lettori, 

Ospite del blog di oggi è Nadia Terranova.
Ho letto il suo libro Addio Fantasmi ,sono rimasta letteralmente affascinata dalla sua scrittura. Da qui è sorta la voglia e la curiosità di porle qualche domanda. 


Desidero ringraziare Nadia Terranova per la sua disponibilità nel concedermi questa intervista. 


D: COSA TI HA SPINTA AD INTRAPRENDERE LA CARRIERA DI SCRITTRICE? E QUANDO HAI CAPITO CHE QUESTO POTEVA ESSERE NON UN SEMPLICE SOGNO MA UNA BELLISSIMA REALTÀ? 

R: Ho sempre voluto fare la scrittrice. Poco prima dei 30 anni ho cominciato a mandare i miei racconti a dei concorsi letterari e piano piano ho preso coraggio per scrivere il mio primo romanzo. 


D: IL ROMANZO CHE HAI SCRITTO A CUI TI SENTI PIÙ LEGATA? 

R: Non ho un romanzo in particolare a cui sono più legata perché sono tutti parte di me. 


D: CHE MESSAGGIO HAI VOLUTO LANCIARE CON IL LIBRO “ADDIO FANTASMI”? 

R: Più che un messaggio cercavo di raccontare la città di Messina, lo Stretto e i due mari. 


D: QUALI SONO STATI I ROMANZI DI FORMAZIONE CHE HAI LETTO? 

 R: Tra quelli importanti per me ricordo L'isola di Arturo, Piccole donne e L'età dell'innocenza. 


D: QUALI SONO I TUOI PUNTI DI RIFERIMENTO TRA GLI SCRITTORI SIA CLASSICI CHE MODERNI? 

R: Tra i miei punti di riferimento ci sono Jane Austen, Annie Ernaux, 
Cesare Pavese, Natalia Ginzburg 


D: CHE DIFFERENZE CI SONO NELLO SCRIVERE LIBRI PER RAGAZZI O PER ADULTI? 

R: Dino Buzzati diceva: "scrivere per ragazzi è come scrivere per gli altri, solo più difficile" 


D: QUALI CONSIGLI TI SENTI DI DARE A COLORO CHE SI APPRESTANO A ESORDIRE NELLA SCRITTURA? 

R: Leggete molto e cercate la vostra voce. Non abbiate fretta. 


Foto tratta dal sito ufficiale di Nadia Terranova by Vito Maria Grattacaso 


Intervista a cura di C.L  


© Riproduzione Riservata

10 maggio 2021

RECENSIONE DEL LIBRO: UNA NUOVA EPOCA DI IDA JESSEN




NOTE SULL' AUTRICE

Ida Jessen nata nel 1964 nello Jutland,ha conseguito la laurea in Storia della letteratura e della comunicazione all'università di Århus nel 1990. Ha debuttato come scrittrice nel 1989 con una raccolta di racconti e da allora traduce e scrive incessantemente.
Dal 1995 vive a Sealand.
È tra le più note esponenti del realismo nordico. È stata nominata per il Premio letterario del Consiglio Nordico per ben due volte. I suoi romanzi sono ambientati spesso in piccoli villaggi dove l'amore e l'odio sono interdipendenti.

SINOSSI

Il ritratto di una donna e di una cittadina della provincia danese: sono partite insieme agli inizi del XX secolo  e solo oggi scoprono la loro libertà.


COSA NE PENSO 

Un romanzo che crea un encomiabile ritratto della donna dei primi del Novecento.
Non mi è piaciuto molto perché la malinconia della protagonista si palesa in maniera ripetitiva per tutta la durata del romanzo e poi  la storia seppur scorrevole è abbastanza monotona. 
Dal mio punto di vista si tratta di un romanzo che non vuole stupire a tutti i costi il lettore.
L' unica cosa che ho trovato interessante è stato il finale  del tutto inaspettato.

Buona lettura!

Recensione a cura di C.L


© Riproduzione riservata


03 maggio 2021

RECENSIONE DEL LIBRO: ALI E RAMAZAN DI PERIHAN MAĞDEN.






NOTE SULL' AUTRICE

Perihan Mağden una delle voci più famose della letteratura turca contemporanea, ha passato del tempo a Yaddo, la famosa comunità degli artisti, e alcuni anni in Estremo Oriente. Non è sposata, ha un figlio e vive a Istanbul. Mağden è stata perseguita dal governo turco a seguito di un suo articolo del 2005: “L’obiezione di coscienza è un diritto umano”.
Nel 2008 ha ricevuto il Premio per la Libertà di Pensiero e di Espressione dell’ Associazione Turca degli Editori.
Tra i suoi romanzi più noti: Messenger Boy Murders e Two Girls.


SINOSSI

Due ragazzi orfani sulle strade di una Istanbul crudele. Più forte e più avvezzo alla vita, Ramazan prenderà il dolce Ali, sensibile e indifeso, sotto le sue ali protettive. Ali e Ramazan, insieme, cercheranno un modo per sopravvivere sapendo di possedere una sola cosa al mondo: l'un l'altro. Un amore tanto puro quanto maledetto sullo sfondo di una Turchia che lotta per la libertà, la tolleranza, il diritto alla diversità.


COSA NE PENSO

È il primo libro che leggo della Mağden, e devo dire che mi è piaciuto molto il suo stile.
La storia di Ali e Ramazan mi ha coinvolta fin dalle prime pagine.
La scrittura si presenta fluida, anche se cruda, il lettore viene trascinato nell'orrore della pedofilia, e nel mondo delle droghe e della prostituzione, senza alcuna censura da parte dell'autrice.  
Alì e Ramazan sono due ragazzi apparentemente diversi l'uno dall'altro, sarà infatti il loro bisogno d'amore ad unirli.
Soltanto insieme, si completano a vicenda come un cerchio perfetto. 
Il punto di forza di questo libro sta nel rappresentare in modo netto e realistico il degrado di una società ipocrita e violenta, dove purtroppo vengono tristemente omesse o taciute alcune infide verità.
Consiglio di leggere questo libro, poiché si tratta di un romanzo doloroso capace di suscitare nel lettore un groviglio di emozioni intense.

Buona lettura!

Recensione a cura di C.L


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