21 luglio 2022

“MA CHE BELLE PAROLE!”: RECENSIONE E INTERVISTA ALL' AUTORE MARIANO SABATINI

Cari lettori,

L'ospite di questa nuova intervista è Mariano Sabatini, scrittore e giornalista nato a Roma nel 1971, ha scritto per i maggiori quotidiani, periodici e web, firmato programmi di successo (“Tappeto volante”, “Parola mia”, “Uno Mattina”, “Campionato di lingua italiana”) per la Rai, Tmc e altri network nazionali. Ha condotto rubriche in radio e continua a frequentare gli studi televisivi come commentatore.
Dal 2001 ha scritto diversi libri di carattere saggistico, tra cui “Scrivere è l’infinito” (Vallecchi, 2021) e una fiaba dal titolo “Una cagnolina non vola mica” (Chiaredizioni, 2021). “L’inganno dell’ippocastano” (Salani, 2016) è il suo primo romanzo, che si è aggiudicato il premio Flaiano e il premio Romiti Opera prima 2017 ed è tradotto nei paesi di lingua francese. A questo ha fatto seguito “Primo venne Caino” (Salani, 2018), sempre con protagonista Leo Malinverno - giornalista investigatore.


D: GIORNALISTA, CONDUTTORE RADIOFONICO E SCRITTORE.CHI È MARIANO SABATINI?

R: Tutte queste cose e di più. Se ci penso tutto è legato alla scrittura, per i giornali, per il web, per la radio (quella è parlata ma parte da tracce scritte), la TV, per i libri. In realtà detesto le definizioni, sono scorciatoie, rappresentano la pigrizia mentale che ci caratterizza. La definizione a cui terrei di più è quella di lettore, se potessi vivere di quello… leggere!

D: QUALE È STATA LA TUA SODDISFAZIONE PIÙ GRANDE DA UN PUNTO DI VISTA PROFESSIONALE?

R: Diverse, perché diversi sono gli ambiti in cui mi sono mosso. Forse aver incontrato due persone: Luciano Rispoli e Elda Lanza, che in modi diversi mi hanno segnato. E poi aver vinto il Flaiano in modo del tutto inatteso, senza aver chiesto nulla, senza aver iscritto il mio Inganno dell’ippocastano alla gara. Primo romanzo, un grandissimo premio.

D: QUALI AUTORI TI HANNO INFLUENZATO MAGGIORMENTE?

R: Se parliamo di letture, difficile che un lettore affamato, disordinato, che ha inseguito il puro piacere, possa individuare il libro preferito. Ma se parliamo di autori, tutti quelli “di trama”, non amo i romanzi di sola bella scrittura, che tradiscono le leccate al vello degli stessi autori. Ho amato Wilde, Sciascia, Tomasi di Lampedusa (forse quello meno tramista), Maupassant, King, Poe, Flaubert e su tutti Dickens.

D: HAI DELLE ABITUDINI PARTICOLARI DURANTE LA SCRITTURA?

R: Giro intorno alla storia, leggo e rileggo quello che ho scritto, forse mi faccio girare intorno dalla storia e dai personaggi. Poi quando prendo il sopravvento, Pupi Avanti direbbe che è arrivato l’incanto, mi metto totalmente al servizio. E’ il bello di governare l’infinito possibile per citare Lidia Ravera che ho intervistato per il mio Scrivere è l’infinito su Metodi, i rituali, le manie dei grandi narratori.

D: IL TUO NUOVO LIBRO S’INTITOLA: “MA CHE BELLE PAROLE!” UN MEMOIR DEDICATO A LUCIANO RISPOLI. QUANTO TEMPO HAI IMPIEGATO A SCRIVERLO?

R: Direi 35 anni, ne ho 51… a parte gli scherzi, ma neanche tanto, è da quando avevo 15 anni che mi allenavo a scriverlo, da quando mi imbambolavo davanti a Parola mia di Rispoli su Rai1. Poi la stesura, a parte qualche rogna di salute, ha richiesto un paio di mesi, avendo fatto un gran lavoro di raccolta di dati e aver ricostruito i momenti meno conosciuti della carriera e della vita di questo piccolo uomo, piccolo di statura, ma gigante professionale, che ha lanciato tanti personaggi e inventato molto per un’idea di servizio pubblico di cui si poteva andare orgogliosi.

D: NEL LIBRO, RACCONTI IL GARBO E LA PROFESSIONALITA’ DI LUCIANO RISPOLI. QUANTO È IMPORTANTE OGGI NEL MONDO DELLO SPETTACOLO DIFENDERE QUESTI VALORI?

R: Molto, perché siamo malati di recentismo e troppo emotivi. Se uno muore oggi, mentre è in onda, varrà comunque di più di chi ha avuto la colpa, colpa tra mille virgolette, di mancare dopo qualche anno che non era più in video. Rispoli avrebbe meritato più di altri che gli intitolassero un teatro della Rai, ma neppure il grande Fiorello è riuscito a convincere gli ottusi dirigenti della radio. Eppure, avendo inventato Bandiera gialla e Chiamate Roma 3131, Luciano ha inaugurato la radio moderna. Una nuova èra, quella che ancora consente guadagni all’emittenza pubblica e privata. Niente da fare, vai a farglielo capire…

D: PROGETTI PER IL FUTURO?

R: Sopravvivere all’estate, odio il caldo con tutte le mie forze, e finire il mio nuovo romanzo, che ha per protagonista sempre Leo Malinverno, il giornalista investigativo che i lettori hanno conosciuto ne L’inganno dell’ippocastano e Primo venne Caino, anche quest’ultimo di prossima pubblicazione per Actes sud nei paesi francofoni. Ora comunque voglio sostenere Ma che belle parole! Luciano Rispoli Il fascino discreto della radio e della TV.

Ringrazio ancora Mariano Sabatini per la sua disponibilità nel raccontarsi e nello svelarci i particolari del suo nuovo libro.



In libreria e sugli store online dal 
15 luglio 2022 edito Vallecchi


COSA NE PENSO 

Questo libro colpisce per la profonda ammirazione e amicizia dell'autore nei confronti del suo idolo adolescenziale.
I sogni si sanno, possono diventare realtà, e così è stato per Mariano Sabatini.

«Andai volentieri, sorretto dall’incoscienza della giovane età..»

Trovo interessante e lodevole il lavoro svolto con cura e dedizione da Mariano in questo libro. 
Leggerlo vuol dire conoscere fino in fondo la vita e carriera di Luciano Rispoli.
Non assomiglia ad altre biografie lette finora e credo fermamente che fosse proprio questo l’intento dell’autore.

«Luciano è stato tante cose, soprattutto un padre e un 
nonno, ma la sua passione bruciante era la TV. Avrebbe continuato a farla, se glielo avessero consentito. Finché 
ha potuto mi ha parlato dei programmi che avremmo potuto realizzare insieme. Era un personaggio fuori dall’ordinario e il suo posto nella storia del piccolo schermo, accanto a colleghi del calibro di Tortora e Bongiorno, nessuno potrà più negarglielo. Con lui si chiude un’era»

In conclusione, Il libro è semplice e chiaro nella struttura e nel linguaggio, nasce dalla voglia dell’autore di tuffarsi nel passato, per far sì che, resti vivo il ricordo di un grande uomo. 
Consigliato. Buona lettura!


© Riproduzione riservata



Per maggiori informazioni consulta la nostra Privacy Policy.

17 luglio 2022

RECENSIONE DEL LIBRO: “LA COSCIENZA DI MONTALBANO”



NOTE SULL'AUTORE 

Andrea Camilleri (Porto Empedocle, 1925-Roma, 2019), regista di teatro, televisione, radio e sceneggiatore. Ha insegnato regia presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica. Ha pubblicato numerosi saggi sullo spettacolo e il volume, I teatri stabili in Italia (1898-1918). Il suo primo romanzo, Il corso delle cose, del 1978, è stato trasmesso in tre puntate dalla TV col titolo La mano sugli occhi. Con questa casa editrice ha pubblicato: La strage dimenticata (1984), La stagione della caccia (1992), La bolla di componenda (1993), Il birraio di Preston (1995), Un filo di fumo (1997), Il gioco della mosca (1997), La concessione del telefono (1998), Il corso delle cose (1998), Il re di Girgenti (2001), La presa di Macallè (2003), Privo di titolo (2005), Le pecore e il pastore (2007), Maruzza Musumeci (2007), Il casellante (2008), Il sonaglio (2009), La rizzagliata (2009), Il nipote del Negus (2010, anche in versione audiolibro), Gran Circo Taddei e altre storie di Vigàta (2011), La setta degli angeli (2011), La Regina di Pomerania e altre storie di Vigàta (2012), La rivoluzione della luna (2013), La banda Sacco (2013), Inseguendo un'ombra (2014), Il quadro delle meraviglie. Scritti per teatro, radio, musica, cinema (2015), Le vichinghe volanti e altre storie d'amore a Vigàta (2015), La cappella di famiglia e altre storie di Vigàta (2016), La mossa del cavallo (2017), La scomparsa di Patò (2018), Conversazione su Tiresia (2019), Autodifesa di Caino (2019), La Pensione Eva (2021); e inoltre i romanzi e racconti con protagonista il commissario Salvo Montalbano: La forma dell'acqua (1994), Il cane di terracotta (1996), Il ladro di merendine (1996), La voce del violino (1997), La gita a Tindari (2000), L'odore della notte (2001), Il giro di boa (2003), La pazienza del ragno (2004), La luna di carta (2005), La vampa d'agosto (2006), Le ali della sfinge (2006), La pista di sabbia (2007), Il campo del vasaio (2008), L'età del dubbio (2008), La danza del gabbiano (2009), La caccia al tesoro (2010), Il sorriso di Angelica (2010), Il gioco degli specchi (2011), Una lama di luce (2012), Una voce di notte (2012), Un covo di vipere (2013), La piramide di fango (2014), Morte in mare aperto e altre indagini del giovane Montalbano (2014), La giostra degli scambi (2015), L'altro capo del filo (2016), La rete di protezione (2017), Un mese con Montalbano (2017), Il metodo Catalanotti (2018), Gli arancini di Montalbano (2018), Il cuoco dell'Alcyon (2019), Riccardino (2020), La prima indagine di Montalbano (2021), La coscienza di Montalbano (2022).
Premio Campiello 2011 alla Carriera, Premio Chandler 2011 alla Carriera, Premio Fregene Letteratura - Opera Complessiva 2013, Premio Pepe Carvalho 2014, Premio Gogol’ 2015.


SINOSSI 

Sono sei i racconti qui chiamati a raccolta, con un evidente cambio di scala rispetto ai romanzi. Storie riunite per la prima volta in volume, scritte in tempi diversi e non incluse nelle antologie che Camilleri ha pubblicato in vita. Le inquadrature brevi, la rapinosità del ritmo, la giustapposizione scorciata delle trame, la scrittura sghemba e senza incespichi, la cifratura del talento umoristico, sono a tutto vantaggio della resa aguzza dei testi e delle suggestioni che i lettori sono portati a raccogliere. I racconti conciliano un diverso modo di leggere, in una più stretta complicità con le malizie del narratore. Per altra via assicurano lo stesso godimento offerto dalle storie larghe dei romanzi di Montalbano. In un caso la giocosità narrativa di Camilleri, allusivamente codificando in una storia un'altra storia, apre al racconto giallo un più ampio spazio fatto di richiami e dissonanze. Accade nel terzo racconto che, già nel titolo, La finestra sul cortile, riporta al film di Hitchcock; ma per raccontare, in totale autonomia narrativa, tutt'altra vicenda: la storia strana e misteriosa dell'«omo supra al terrazzo... d'infacci», sospettosamente provvisto di corda e binocolo; un caso tutto nuovo, e di imprevedibile soluzione, per il commissario in trasferta a Roma. I casi (anche umani; non solo delittuosi) che Montalbano si trova a dover sbrogliare offrono alle indagini indizi minimi, di problematica decifrazione, che impongono approcci di cautela o sottili giochi di contropiede: sia che si tratti di un corpo di donna barbaramente «macellata»; della scomparsa di un anello prezioso; del ritrovamento di un cadavere «arrotuliato dintra alla coperta», dopo i bagordi di una notte di Ferragosto; delle conseguenze pirotecniche (quasi come in un film americano, con tanto di colonna sonora) del fidanzamento sbagliato tra una studentessa di buona famiglia e un killer di mafia, latitante, sul quale gravava l'accusa di almeno quattro omicidi; del vinattiere diviso tra tasse e pizzo, mentre Montalbano soccorre con soluzioni che lo portano a giostrare (tra autoironici compiacimenti) con qualche «idea alla James Bond». Tutto è affidato all'intelligenza analitica del commissario che, indulgente quando necessita, sa sfogliare i palinsesti delle varie vite con le quali viene in contatto nel disordine quotidiano.


COSA NE PENSO

In questa breve raccolta composta da sei mini racconti, alcuni dei quali lì abbiamo già letti in precedenza in altre pubblicazioni e un inedito, quest'ultimo si rifà apparentemente al film “La finestra sul cortile” di Hitchcock, ma non fatevi ingannare dal titolo perché in verità, si rivelerà tutt'altra storia. Leggere le avventure del celebre commissario di Vigata, Salvo Montalbano, è sempre stato un piacere perché non lo vediamo soltanto alle prese con crimini di mafia, omicidi ma vediamo il suo lato più intimo,vero che da sempre lo contraddistingue dagli altri commissari nella storia della letteratura, il suo amore per la buona cucina isolana di cui non ha mai fatto mistero. E poi trovo che l'uso del dialetto sia importante all'interno di una storia perché dà concretezza a tutto il contesto.
In conclusione, il commissario Montalbano è un personaggio letterario straordinariamente unico. Lo stile narrativo,lo sguardo arguto e l'ironia del maestro Camilleri rimangono per noi lettori un patrimonio culturale inestimabile. Consigliatissimo.Buona lettura!


Recensione a cura di C.L


© Riproduzione riservata 


07 luglio 2022

RECENSIONE DEL LIBRO:THE REVELATION DI BENTLEY LITTLE

NOTE SULL'AUTORE

Bentley Little nato nel 1960 a Mesa, Arizona è un autore americano di numerosi romanzi horror. Scoperto da Dean Koontz, dal 1990 pubblica in media un libro all’anno, evita la pubblicità e raramente fa promozione o interviste.


SINOSSI 

In una piccola cittadina del nord dell’Arizona una chiesa episcopale viene profanata e scompaiono il prete e la sua famiglia. Altre chiese sono contaminate con oscenità scritte con sangue di capra.
Due allevatori vengono uccisi e mutilati dopo che i loro greggi sono stati distrutti. Un ragazzino racconta allo sceriffo Jim Weldon di un sogno in cui ha visto la morte della famiglia del prete per mano dei demoni. Nel frattempo, il giovane scrittore in difficoltà Gordon Lewis teme che sua moglie Marina, da poco incinta, soccomba nell’epidemia di aborti come altre donne della comunità.
Mentre gli eventi malvagi si intensificano, il misterioso predicatore itinerante fratello Elias rivela allo sceriffo Weldon, a Gordon e al nuovo prete episcopale, il sensitivo padre Donald Andrews, che solo loro possono salvare la città e il mondo dall’avvento di Satana.


COSA NE PENSO 

Premetto che il genere horror non è il mio genere preferito né tantomeno conoscevo l'autore prima d'ora.
Questo libro è il vero horror puro, sé Little viene considerato il discepolo di Stephen King, leggendo quest'opera capirete perché.
Pagina dopo pagina, prendono forma tutto quello che genera le nostre inquietudini più profonde, la paura quella vera, primordiale degli esseri viventi e alla base dell’istinto di sopravvivenza.

«Il male esiste ed esisterà sempre. Non c’è nulla che possiamo fare per eliminarlo. Possiamo solo cercare di contenerlo quando il suo potere inizia a espandersi troppo.»

Detto questo, ad un certo punto volevo sapere, volevo andare avanti nonostante l’ansia che certi capitoli ti lasciano addosso.
In conclusione, n'è valsa la pena proseguirne la lettura perché è scritto in maniera impeccabile.
Senz’altro un testo consigliato agli amanti del genere.
Buona lettura!

Recensione a cura di C.L

© Riproduzione riservata 

05 luglio 2022

INTERVISTA A PAOLO ARMELLI AUTORE DEL LIBRO: “A FAR L'AMORE COMINCIA TU ”


Cari lettori,

In occasione del primo anniversario della scomparsa di Raffaella Carrà, ho deciso di ricordare l'artista con un intervista a Paolo Armelli autore del libro “A far l'amore comincia tu” edito da Blackie Edizioni.

Paolo Armelli è nato ad Arzignano, in provincia di Vicenza, nel 1988. Ha studiato traduzione letteraria, e non ha mai tradotto una pagina in vita sua. Ha sempre saputo di voler scrivere, perciò ha sempre saputo che non avrebbe mai visto un contratto a tempo indeterminato. Fin da bambino lo hanno attirato le storie, le dive, il cioccolato e i lavori che non sembrano seri ma lo sono eccome. Oggi scrive di libri, serie tv, spettacolo, costume e società per riviste come Wired, 
Vogue, Vanity Fair, Donna Moderna, Link e altre. Nel 2020 ha cofondato QUiD Media, una piattaforma di informazione e cultura Lgbtq+ che è un profilo Instagram, una newsletter e un podcast, e dallo stesso anno è codirettore artistico del MiX Festival Internazionale di Cinema Lgbtq+ e Cultura queer. Nel tempo libero cerca di capire come si fa ad avere del tempo libero. Questo è il suo primo libro.


D: CHI È PAOLO E COME È NATA LA TUA PASSIONE PER LA SCRITTURA? 

R: Mi è sempre piaciuto scrivere perché prima ancora ho sempre amato leggere. Ho iniziato alle scuole medie a essere un lettore fortissimo, prima molta fantascienza, poi i classici italiani e infine davvero di tutto. Ho anche sempre coltivato il sogno di scrivere racconti ma poi mi sono dedicato per lo più alla scrittura giornalistica. L’arte di Raffaella Carrà è il mio primo libro e chissà, forse ha rotto un blocco che avevo.

D: QUALI SONO I TUOI AUTORI PREFERITI?

R: Se devo scegliere solo un nome direi sicuramente Virginia Woolf, di lei amo tutto. Il mio romanzo preferito è sicuramente La signora Dalloway, ma anche i suoi racconti mi dicono sempre qualcosa di nuovo ogni volta che li leggo, così come le sue pagine diaristiche. Tra gli altri miei preferiti Italo Calvino, Peter Cameron, Michael Cunningham, Jesmyn Ward.

D: COME NASCE “L’ARTE DI ESSERE RAFFAELLA CARRÀ, - UN MANUALE PER ESSERE LIBERI, FELICI E RUMOROSI. E FAR L'AMORE CON CHI HAI VOGLIA TU”?

R: Questo libro nasce dopo che Blackie Edizioni nel 2021 aveva pubblicato L’arte di essere Bill Murray. Volevano replicare lo stesso formato con dieci regole per cui ispirarsi a un personaggio famoso, questa volta italiano e hanno scelto un’icona che più grande non si poteva: Raffaella Carrà, appunto. Io sono salito a bordo con grande entusiasmo, lavorando sugli archivi dei giornali, quelli della Rai, sugli spezzoni ritrovati su YouTube: volevo scavare in un immaginario davvero collettivo e in qualche modo universale.

D: UN OMAGGIO BELLISSIMO AD UN’ICONA CHE HA ATTRAVERSATO NON SOLO LE EPOCHE, MA ANCHE I CUORI DI MILIONI DI PERSONE. QUALE È STATA LA DIFFICOLTÀ MAGGIORE DURANTE LA STESURA DI QUESTO LIBRO?

R: Forse la difficoltà maggiore è stata il tempo: ho avuto pochi mesi a disposizione per ripercorrere quella che è stata una carriera davvero longeva, dalla fine degli anni Sessanta a oggi, ma soprattutto per rendere degno omaggio a una donna che è stata un caleidoscopio di idee, talenti, messaggi. 

D: PER QUESTO LIBRO SONO INTERVENUTI MOLTI PERSONAGGI NOTI DELLO SPETTACOLO E COLLEGHI DI RAFFAELLA: LAILA AL HABASH, GIOVANNI BENINCASA, DANIELA COLLU, VANESSA INCONTRADA, VLADIMIR LUXURIA, MICHELE MASNERI, ROSSELLA MIGLIACCIO, RAQUEL PELÁEZ, MARINETTA SAGLIO ZACCARIA, THIERNO «BILLO» THIAM, ALESSANDRO ZAN. DIAMO UN ASSAGGIO DEL LIBRO, QUALE PARTE SCEGLI?

R: Tra gli interventi che queste persone con grande generosità hanno voluto consegnarmi sicuramente quello di Giovanni Benincasa, suo autore storico, è molto toccante perché racconta di un disponibilità senza pari da parte di Raffaella Carrà, che letteralmente trasformava la vita di coloro nei quali individuava talento e professionalità. Ma anche quello di Laila Al Habash è interessante: lei è una giovanissima cantante indie che ha un vero e proprio altarino dedicato a Carrà, a simboleggiare quanto davvero lei sia stata e sia un idolo che supera i confini tra le generazioni.

D: SE DOVESSI SCEGLIERE UN SOLO AGGETTIVO PER DESCRIVERE RAFFAELLA, QUALE SAREBBE?

R: Direi sicuramente: libera.

D: PROGETTI PER IL FUTURO?

R: In queste settimane sto girando l’Italia a promuovere il libro, ricominceremo dopo l’estate e probabilmente ci sarà qualche tappa anche all’estero. Poi tornerò a concentrarmi ai miei progetti di scrittura diciamo professionali, dai miei articoli al podcast, ma chissà magari prima o poi ci sarà un altro libro.

Ringrazio Paolo Armelli per la sua disponibilità nel rispondere alle mie domande.



SINOSSI

Raffaella che canta, balla e brilla. Che lotta, ride e si commuove. Raffaella che rischia, che sbaglia. Che sceglie, sempre. Ognuno ha la sua Carrà, un motivo per cui volerle bene. È l’eredità più grande di un’artista che, credendo fermamente in sé stessa, ha dato fiducia e ha liberato tutti quanti. Questo libro è un viaggio nella sua vita e nei suoi insegnamenti, affrontato anche attraverso i ricordi di chi ha lavorato con lei e le ha voluto bene. Con un ambizioso obiettivo: prendere un po’ della sua indipendenza e leggerezza, e farle nostre. Perché la grandezza di Raffaella Carrà andava ben oltre il suo immenso talento (espresso nei brani che hanno fatto la storia, raccolti nel cd Joy, come: Ballo Ballo, Pedro, Rumore, Tuca Tuca, A far l'amore comincia tu). L’opera d’arte era lei, quello che riusciva a trasmettere con il suo modo di stare al mondo. "L’arte di essere Raffaella Carrà" celebra una donna straordinaria attraverso dieci piccole «regole». Per imparare a dare valore alla propria persona, soprattutto quando gli altri non lo fanno. A mettersi in gioco e non avere rimpianti. Ad amare la propria unicità. Per vivere tutti un po’ meglio. Con o senza paillettes


Ph by Alan Pasotti

Intervista a cura di C.L

© Riproduzione riservata 




29 giugno 2022

INTERVISTA A CINZIA TANI

Cari lettori,

L'ospite di questa nuova intervista è Cinzia Tani, autrice e conduttrice di programmi televisivi, tra cui FantasticaMente, Italia mia benché, La Rai @ la carte, Visioni private e Il caffè. Insegna Storia sociale del delitto alla facoltà di Sociologia dell'Università La Sapienza di Roma, e nel 2004 è stata nominata Cavaliere su iniziativa del Presidente della Repubblica Italiana Carlo Azeglio Ciampi.
Ha pubblicato per Mondadori: Assassine (1998), Coppie assassine (1999), Nero di Londra (2001), Amori crudeli (2003), L'insonne (2005), Sole e ombra (2007, premio Selezione Campiello), Lo stupore del mondo (2009), Charleston (2010), Io sono un'assassina (2011), Il bacio della dionea (2012), Mia per sempre (2013), Il capolavoro (2017). Per Rizzoli ha pubblicato Donne pericolose. Passioni che hanno cambiato la storia (2016), Darei la vita. Grandi donne di grandi uomini (2017), la trilogia Il Volo delle Aquile (Mondadori, 2018-2020), Angeli e carnefici (Rizzoli, 2021).
L’ultimo boia (Vallecchi, 2021)
Quella notte a Valdez (Vallecchi, 2022)



D: TI CHIEDO SUBITO DEL TUO NUOVISSIMO LIBRO: “QUELLA NOTTE A VALDEZ” COSA TI HA SPINTO A SCRIVERE QUESTO LIBRO?

R: Di solito scelgo un luogo che mi affascina  in cui ambientare un romanzo. Un luogo che faccia sognare il lettore e gli faccia visitare il paese che descrivo. Poi cerco un evento storico legato a quel posto. In questo caso, dopo aver scelto l'Alaska e aver fatto lunghi sopralluoghi, ho deciso di raccontare l'impatto che ha avuto la scoperta di enormi giacimenti di petrolio sulla vita serena degli Inuit. Dopo la crisi energetica del 1973 (dovuta all'embargo dei paesi arabi esportatori di petrolio) Nixon fece costruire un lunghissimo gasdotto, uno dei più grandi al mondo,  che taglia verticalmente l'Alaska in due: da Prudhoe Bay a Valdez dove c'è il terminal. Ambientalisti e nativi contestarono l'oleodotto che rovinava un tratto di natura incontaminato e aveva un impatto negativo su flora e fauna. Per esembio cambiava il modo di vivere dei caribù della zona e rendeva difficile la caccia che, con la pesca, era l'attività che consentiva a molta gente di sopravvivere.I contestatori temevano anche una fuoriuscita di petrolio. Infatti.  Il 24 aprile 1989 la superpetroliera Exxon Valdez si incagliò su una scogliera sversando oltre 40 milioni di litri di petrolio. Una catastrofe ambientale che dura ancora. 
 
D: QUAL È STATO IL PERSONAGGIO PIÙ DIFFICILE DA RACCONTARE?

R: Ho dovuto fare molte ricerche soprattutto sugli alaskani. Per Anik, una inuit che viene violentata a 18 anni e non riesce a riconoscere il suo aggressore, ho studiato le tradizioni, la religione, le abitudini alimentari e sociali degli inuit. Per la figlia, Malaya Bennett,   ho fatto molte ricerche sulla caccia, sui fucili utilizzati, sulle   gare con le slitte, sui luoghi estremi in cui va a sciare, sui parchi nazionali e così via. Sempre per quanto riguarda gli Inuit ho approfondito la pesca del salmone, gli attentati all'oleodotto, le manifestazioni e le reazioni dopo lo sversamento. E' stato più facile raccontare l'arrivo dei due petrolieri e dei loro figli che cambiano drasticamente la vita della famiglia Bennett, di Valdez e dell'intera Alaska.  

D: STAI GIÀ LAVORANDO A UN NUOVO LIBRO?

R: Mentre correggo un libro lavoro già al successivo. Di solito comincio con lunghe ricerche e l'acquisto dei volumi che mi serviranno e che di solito sono in lingue straniere (inglese soprattutto ma anche spagnolo e francese. In italiano trovo pochissimo). Non voglio anticipare niente sul prossimo libro perché ho cambiato recentemente. Stavo scrivendo delle particolari biografie già da mesi e sono arrivata a un personaggio meraviglioso che meritava una storia tutta per lei. Sto cominciando a raccogliere il materiale e dovrò partire presto per il paese in cui è nata per i miei sopralluoghi.  

D: LUOGHI DELLA CULTURA, COME MUSEI E BIBLIOTECHE, SONO STATI PARTICOLARMENTE COLPITI DALL' EMERGENZA SANITARIA, QUAL È IL TUO PENSIERO IN PROPOSITO?

R: Anche prima dell'emergenza sanitaria non stavamo certo bene! L'Italia, il paese più bello del mondo, che dovrebbe vivere soprattutto di turismo, cultura, arte, non fa niente per valorizzare le sue meraviglie. Penso alla Francia in cui anche il più piccolo luogo da visitare viene annunciato con cartelli, dépliants, informazioni sulle guide e organizzato alla perfezione. Ma perfino la Spagna, che era più indietro rispetto a noi, adesso ci ha superati. Ci sono stata recentemente e ho visto nuovi musei, itinerari culturali  che prima non c'erano…Con l'emergenza sanitaria è tutto peggiorato. Sono molto amareggiata perché non so proprio quale possa essere la soluzione se la politica non si rimbocca le maniche e si dedica ad approfondire questi problemi e risolverli. 


D: PARLACI DELLE INFLUENZE LETTERARIE CHE HAI AVUTO, DEGLI SCRITTORI CHE AMI.

R: E' difficile dire quali sono le mie influenze letterarie. Io vivo di libri. Ne ho ventimila a casa e leggo continuamente. Ho tanti scrittori che rileggo volentieri e sono tutti stranieri: inglesi, francesi, spagnoli ma anche nigeriani, indiani etc. Da diversi anni ho abbandonato la narrativa italiana che non mi piace più. Sono rimasta ai grandi scrittori del recente passato. Ho fatto la tesi su Pavese ma ho adorato la Morante, Calvino, Buzzati, Bassani e tanti altri. Di solito, dipende da cosa sto scrivendo, prendo alcuni libri  e rileggo dei brani che ho sottolineato.  Questo mi serve a superare i blocchi, a ispirarmi e ad aiutare la concentrazione.


D: HAI DELLE ABITUDINI PARTICOLARI DURANTE LA SCRITTURA?

R: Scrivo solo nel mio studio, al computer. Scrivo o faccio ricerche continuamente, a qualsiasi ora e non ho alcuna abitudine a parte fumare. Fumo solo mentre scrivo. Quindi non posso smettere di fumare o smetterei di scrivere. Quando vado all'estero uso i taccuini.  Vivo sola e quindi nessuno mi disturba. Anzi, vivo con un pappagallo che mi disturba moltissimo perché parla in continuazione. Mi fa molte domande: Sono bello? Come fa il pulcino? Sono profumato? Mi dai la pappa? Perciò scrivendo devo chiudere la porta dello studio per non sentirlo.  


D: SE DOVESSI CONSIGLIARE AI MIEI LETTORI UN LIBRO CHE È FONDAMENTALE AVER LETTO NELLA VITA, QUALE SAREBBE?

R: Ho un quaderno in cui annoto tutti i libri che leggo e ci sono diversi capolavori ma sono troppi e non ne ho uno preferito. Voglio però consigliare due libri piccolissimi che tutti dovrebbero leggere.   Uno, ambientato nel 1932,  si chiama Destinatario Sconosciuto e l'ha scritto la tedesca Katherine Kressman Taylor. E' un libro sulla vendetta e non bisogna assolutamente guardare l'ultima pagina prima di leggerlo. L'altro, uscito nel 1942,  si chiama Il silenzio del mare ed è stato scritto da Vercors, il nome da partigiano di Jean Bruller. Uscì in sole 300 copie ma il generale De Gaulle lo fece subito ristampare e il libretto,  in carta molto leggera, veniva  lanciato con i paracadute dagli aerei clandestini che sorvolavano la Francia occupata.  


Ringrazio di cuore Cinzia Tani per aver risposto alle mie domande 


SINOSSI

L' Alaska con la sua natura selvaggia, i ghiacciai, la tundra, il permafrost, le grandi foreste, le lunghe notti invernali e il sole a mezzanotte durante l'estate. Malaya Bennett è la bellissima e temeraria figlia di Lawrence, antropologo di Boston, e di Anik, una inuit che contesta il lunghissimo oleodotto che ha cambiato drasticamente la vita del paese dopo la scoperta del petrolio. Il fratellastro Koko, ribelle e aggressivo, è nato dalla violenza subita da Anik quando aveva diciotto anni. Lo sceriffo non ha individuato il colpevole perché lei non ricorda più nulla di quella notte. L'estate del 1988 arrivano a Valdez, terminal dell'oleodotto, i petrolieri Brendan Peterson e Desmond Morris con le loro famiglie, che sconvolgeranno la vita dei Bennett e della città.


COSA NE PENSO 

Cinzia Tani ci consegna un giallo psicologico avvincente, potente in cui il movente, le reazioni sproporzionate, i comportamenti successivi inadeguati di Koko alla gravità dei fatti ci riportano alle tristi vicende di cronaca nera purtroppo ancora attuali.
Del libro ho amato molto la forza e il coraggio della giovane inuit Anik Sanaak,vittima di uno stupro che dopo l'esperienza distruttiva, covata ed elaborata nell'arco di tutta la vita, riesce a crearsi una vita tuttavia normale accanto all'uomo di cui si innamora. La sua triste vicenda porta con se le fragilità e la forza interiore delle  donne che hanno vissuto il suo stesso dramma.Complice il connubio perfetto tra l' immaginazione dell'autrice e i fatti realmente accaduti.
In conclusione, questo libro mi è piaciuto tantissimo e non posso far altro che consigliarvelo. Buona lettura!


Intervista e recensione a cura di C.L

© Riproduzione riservata 

26 giugno 2022

CATENA FIORELLO: LA SCRITTRICE SICILIANA SI RACCONTA TRA RADICI E NARRATIVA



Catena Fiorello si racconta tra scrittura, radici siciliane e storie di donne: un ritratto autentico di passione, memoria e forza narrativa.

Clicca qui per scoprire l’intervista

07 giugno 2022

INTERVISTA ALLA SCRITTRICE SARA RATTARO



Cari lettori,

Ho avuto il piacere e l'opportunità di intervistare Sara Rattaro proprio in occasione dell'uscita del suo nuovo romanzo per ragazzi: “Il cuore di tutto” in tutte le librerie e gli store online a partire dal 7 giugno 2022, edito Mondadori

Sara Rattaro è nata a Genova. Laureata in Biologia e in Scienze della Comunicazione, ha lavorato come informatore farmaceutico prima di dedicarsi completamente alla scrittura. È autrice di diversi romanzi: Sulla sedia sbagliata, Un uso qualunque di te, Non volare via (Premio Città di Rieti 2014), Niente è come te (Premio Bancarella 2015), Splendi più che puoi (Premio Rapallo Carige 2016), L'amore addosso, Uomini che restano (Premio Cimitile 2018), Andiamo a vedere il giorno (Sperling & Kupfer 2018), Il cacciatore di sogni, il suo primo libro per ragazzi, Sentirai parlare di me (Mondadori 2019), La giusta distanza (Sperling & Kupfer, 2020) e Una felicità semplice (Sperling & Kupfer, 2021). Ha curato la raccolta di racconti La vita vista da qui (Morellini 2018). È docente di Scrittura creativa presso l'Università degli studi di Genova. 

SINOSSI 

«Ho fatto un lungo respiro. Nelle sue parole non c'era solo la voglia di rivedermi, un secondo appuntamento. Tra le righe c'era il mio passato ancora da raccontare.»

Ale vive a Roma, ha quindici anni e una grande passione per le commedie romantiche. Ma basta una chat su WhatsApp a sconvolgere la sua vita per sempre. Costretta a trasferirsi con la famiglia a Genova, affronta la seconda superiore in una nuova città, in una nuova scuola e con nuovi amici: Giulia, eccentrica e curiosa, ed Elia, sensibile e desideroso di farsi conoscere per quello che è. In biblioteca Ale incontra un ragazzo dai misteriosi occhi verdi, Matteo, che sogna di diventare scrittore e che, dopo il tragico crollo del ponte Morandi, teme il crollo della propria famiglia. E poi c'è Costanza, la zia di Matteo, malata di Alzheimer. Comparsa all'improvviso dal nulla, affida a un diario segreto un passato che potrebbe riscrivere il presente. Ognuno, in questo struggente racconto a tre voci, tenta di dimenticare qualcosa, un dolore, ma si può dimenticare solo ricordando. E per arrivare al cuore di tutto ciò che conta davvero è solo l'amore in tutte le sue forme. Età di lettura: da 12 anni.


D: QUANDO HAI CAPITO DI ESSERE PORTATA PER LA SCRITTURA?

R: La passione è nata tra i banchi di scuola ma allora non sapevo di essere più o meno portata, ricordo che mi piaceva e mi faceva stare bene. Il primo vero consenso l’ho avuto dal mio primo editore, un perfetto sconosciuto che non avrebbe mai detto che ero brava solo per non offendermi. Iniziò tutto così…


D: UNA SCRITTRICE È PRIMA DI TUTTO UNA LETTRICE, CHE GENERE PREDILIGI?

R: Esatto e la mia passione è nata soprattutto dalla lettura che stimolava storie nella mia testa. Amo i romanzi contemporanei, storici o da ragazzi.


D: DOVE HAI TROVATO L'ISPIRAZIONE PER IL TUO NUOVO ROMANZO “IL CUORE DI TUTTO”?

R: Ero chiusa in casa come tutto il resto del mondo durante la pandemia e ho iniziato a fantasticare su un libro nascosto in biblioteca. Perché nasconderlo? Forse perché era un diario e non un romanzo. E cosa poteva contenere di così “strano” da doverlo nascondere? Ecco, ricordo che più o meno sono stati questi i primi pensieri. Poi, sono arrivati Alessandra e Matteo.


D:QUALI COLORI POTREBBERO RIASSUMERE LE PERSONALITÀ DEI PROTAGONISTI?

R: I miei preferiti che sono il fucsia per Alessandra e il blu mare per Matteo.


D: COME È CAMBIATA IN QUESTI ANNI LA TUA ESPERIENZA DI DOCENTE DI SCRITTURA?

R: Non credo sia cambiata per la mia attività di docente di scrittura quanto per la vita che mi attraversata. Il mio è un mestiere in cui si lavora con la propria anima, i propri sentimenti e l’empatia che crei con gli altri. Da la pubblicazione del mio primo romanzo sono successe tante cose anche alla Sara umana. Sono diventata mamma, ho perso mio padre, mi sono separata, rinnamorata e poi sono cresciuta o invecchiata. La scrittura non può non averne risentito.


D: CHE DIFFERENZE CI SONO NELLO SCRIVERE LIBRI PER RAGAZZI O PER ADULTI?

R: Dino Buzzati diceva che “scrivere per ragazzi è come scrivere per adulti solo più difficile”, aveva ragione. La difficoltà maggiore sta nel conquistare il pubblico che non ti darà mai una seconda chance.


D:PROGETTI PER IL FUTURO?

R:In autunno arriverà il sequel del mio secondo romanzo, Un uso qualunque di te, quello che mi fece conoscere al mio pubblico.


Ringrazio di cuore Sara Rattaro per aver risposto alle mie domande.



Intervista a cura di C.L 


© Riproduzione riservata