18 marzo 2023

INTERVISTA A SARA GAMBAZZA


Cari amici lettori,

L'ospite di questa nuova intervista è Sara Gambazza, nata a Parma e vive a Noceto, nella campagna parmense, con il marito, tre figli e quattro cani. Ci sono mani che odorano di buono è il suo primo romanzo edito Longanesi in commercio dal 10 gennaio 2023

D: CHI È SARA?

R: Una persona leggera, che porta con sé la bambina di piombo che è stata. E la culla, e non fa che dirle: “Hai visto? È facile adesso.”

D: RACCONTACI LA PRIMA EMOZIONE CHE HAI PROVATO QUANDO HAI VISTO PUBBLICATO IL TUO LIBRO?

R: Difficile definirla. La sensazione che ho provato è molto fisica, un prurito nella pancia impossibile da grattare, un solletico in punta di dita, il respiro che galleggia tanto in superficie da non espandere il petto. Un’emozione infantile, simile a quella che si avverte nello scartare il regalo di Natale, nel guardarlo, nel tenerlo tra le mani sentendolo tuo.

D: IN “CI SONO MANI CHE ODORANO DI BUONO”, LA PAROLA CHIAVE È LA SOLIDARIETÀ: «LA GENEROSITÀ È COME UNA COPERTA GRANDISSIMA: AGGIUNGI UN PEZZO E LEI SCALDA DI PIÙ» C’È FORSE UN MESSAGGIO IN SOTTOFONDO CHE DOBBIAMO ASSOLUTAMENTE PERCEPIRE DENTRO QUESTO LIBRO?

R: Credo fortemente nelle ‘mani tese’ e altrettanto nel saperle vedere e afferrare. Spesso bastano piccoli gesti per far scivolare le dita tra le dita, gesti che ognuno è in grado di compiere, riquadri di una coperta patchwork morbida e calda.
Il messaggio?
Un paio di mani in tasca non serve a nessuno, tendete le braccia senza pensarci troppo se ne avete l’occasione. E, se affondate nel fango fino alle ginocchia, siate pronti a stringere la presa.

D: QUANDO SCRIVI HAI GIÀ TUTTA LA STORIA IN MENTE O LA ELABORI STRADA FACENDO?

R: Conosco il punto di partenza e so con precisione dove voglio arrivare. Tutto ciò che mi porterà dalla scena iniziale all’ultima frase è piuttosto nebuloso. La nebbia si dirada scrivendo. Ascoltare i personaggi e vederli agire nella mia testa è quel che facevo da bambina: mi perdevo in storie immaginarie dettagliatissime, così vivide da confonderle coi ricordi. Ora rincorro l’immaginazione picchiettando sul tablet, ma il meccanismo è quello.

D: UNA SCENA DEL LIBRO CHE TI PIACE PARTICOLARMENTE?

R: Maurizio, personaggio marginale, grossolano e gentile, che consola Genny, sottile come i vetri delle finestre antiche, sbriciolata e incollata un milione di volte. Maurizio abbraccia Genny e lascia che lei pianga carezzandole le spalle. Come farebbe un buon padre, immagino. Ho riempito quella scena di tutta la tenerezza di cui sono capace.

D: UN LIBRO CHE HA AVUTO UNA GRANDE INFLUENZA NELLA TUA VITA?

R: Il primo libro letto da sola, Cipollino di Gianni Rodari. Lo conservo come una reliquia: le pagine hanno un profumo dolciastro, di carta che invecchia e pastelli, le immagini sono scolorite, ma potrei descriverle una per una con la minuziosità e l’amore che si riserva alle cose preziose. Leggere significa uscire dal casino del mondo ed entrare in una dimensione creata da altri, in cui i colori puoi deciderli tu. E puoi rimanere quanto vuoi, senza paura, sempre giusta. Questo sì, ha avuto grande influenza nella mia vita.

D: PROGETTI PER IL FUTURO?

R: Accudire figli (tre), cani (tre), asinelli (due). Lavorare. Leggere. Scrivere, sempre.


Ringrazio di cuore Sara per aver risposto alle mie domande.


              
                          



SINOSSI

Un pomeriggio d'inverno, freddo da spezzare le ossa, Bina si ritrova sola. Ha ottantatré anni e aspetta suo nipote al parco del Cinghio, un quartiere da cui è meglio tenersi alla larga ai margini di una cittadina perbene. Marta, che di anni ne ha venticinque, e che al Cinghio è cresciuta imparando che il mondo è storto e non lo si può aggiustare, la osserva dalla finestra: la vede farsi rigida su una panchina sfondata, il naso gocciolante, un berretto rosa calato sugli occhi spauriti. Decide di offrirle un tetto per la notte. Poi per la notte dopo e per quella dopo ancora. Marta finisce così per prendersi cura di Bina, e intorno a lei, a proteggere quaranta chili di ossa e grinze, si stringono gli abitanti dell'intera palazzina. Poche strade più in là, Fabio viene preso a pugni: ha sgarrato con la persona sbagliata ed è nei guai, grossi guai. Fabio è il nipote di Bina e, mentre Marta prepara il letto per la nonna, lui bussa alla porta di Genny, un'ex prostituta in grado di raccogliere i cocci altrui senza fare domande. Bina e Fabio vivono giorni sospesi, in un luogo duro e sconosciuto, nell'attesa che qualcosa accada. Qualcosa accadrà. E il destino rimescolerà il mazzo, distribuendo ai giocatori nuove carte. Quei giorni freddi si faranno via via più caldi dentro le palazzine di appartamenti rattoppati: tra coperte rimboccate, il rumore del caffè che sale nella moka, il profumo del sugo e una carezza sulla fronte, Marta, Bina, Fabio e Genny scopriranno che dietro ogni abbandono, nascosti sotto ogni solitudine, sopravvivono sempre la forza di amare e il bisogno di prendersi cura l'uno dell'altro.

COSA NE PENSO 

“Ci sono mani che odorano di buono” è un libro sulla rinascita di uomini e donne abbandonati a loro stessi e costretti a vivere in un quartiere degradato ai margini della società.
Tanti sono i protagonisti in questo romanzo.
A partire da Marta, una giovane donna,in cerca d'amore, dopo un infanzia travagliata e una adolescenza piena di dolore e solitudine. La sua vita cambierà grazie a Bina, una nonnina sola, che riuscirà a darle quell'affetto mancato. 
Benny ,l'amico d'infanzia di Marta, una presenza costante nella sua vita.
E poi, Ljuba, l'amica di tutti, una donna silenziosa dal cuore grande.
Fabio, il nipote scapestrato di Bina.Un personaggio contraddittorio,
autodistruttivo.
Genny, una donna dal passato turbolento, la quale riuscirà a ritrovare se stessa contando solo sulle proprie forze.
Maurizio e Anna, sono altri due personaggi altrettanto interessanti, seppur poco presenti all'interno della storia.
E per finire, Gianna, colei che affronta i propri demoni con inerzia, in un mondo tutto suo dove nessuno vi può entrare.
In conclusione, mi è piaciuta l’abilità di Sara Gambazza di creare personaggi e ambienti convincenti, è proprio questo l’aspetto interessante del libro. “Ci sono mani che odorano di buono”, è una storia toccante e incredibilmente capace di tramutarsi in memoria personale del lettore. Consigliatissimo! Buona lettura.


Intervista e recensione a cura di C.L


Ph by Basso Cannarasa


©Riproduzione riservata





26 dicembre 2022

RECENSIONE DEL LIBRO: “LE AVVENTURE DI DORCAS DENE” DI GEORGE ROBERT SIMS

Nelle librerie dal 24 febbraio 2022 edito IlPalindromo


NOTE SULL'AUTORE 

George Robert Sims, nasce a Londra, il 2 settembre 1847.
È stato un giornalista, poeta, commediografo e romanziere inglese che scrisse anche sotto lo pseudonimo di Dagonet. Molti suoi lavori, da quelli teatrali alle opere poetiche, furono adattati per il cinema. Muore a Londra, il 22 settembre 1922.

SINOSSI 

Negli anni in cui Conan Doyle, il principe dei giallisti, confeziona i racconti e i romanzi che avrebbero dato fama imperitura a Sherlock Holmes, George Robert Sims dà forma e soprattutto cervello a un suo alter ego femminile: Dorcas Dene, detective protagonista di diverse avventure nella Londra di fine Ottocento che ora possono essere apprezzate anche dai lettori italiani. Tra le prime donne-detective della storia della letteratura, nelle sue indagini Dorcas Dene è accompagnata da un assistente, Mr. Saxon, anziano drammaturgo con cui l'investigatrice ha stretto amicizia anni prima durante la sua breve carriera d'attrice: è sua la voce narrante che svela le argute intuizioni e i sorprendenti travestimenti della giovane detective. Pubblicate in Inghilterra nel 1897, stesso anno della costituzione della "Società Nazionale per il suffragio femminile" e nel pieno della stagione d'oro del giallo, Le avventure di Dorcas Dene sono qui proposte per la prima volta ai lettori italiani nella traduzione di Viviana Carpifave. Apre il volume una nota critica di Salvatore Ferlita.


COSA NE PENSO

Questo libro è stato una vera novità, per una come me che ama perdersi in storie elaborate dove l'autore spinge continuamente il lettore a porsi delle domande, su chi sia il colpevole.
È la prima volta che mi imbatto su Dorcas Dene. Un incontro del tutto casuale se così lo si può definire.
“Il caso è il miglior detective che si conosca" dice Dorcas Dene al suo assistente Mr. Saxon. Dal mio punto di vista lei è la migliore detective che si conosca e lo è per caso, visto che sulla scena del delitto è arrivata dritta dal teatro (faceva l'attrice), in un periodo storico in cui le donne non avevano alcuna voce in capitolo in situazioni gestite da soli uomini.
Alter Ego femminile del maestro indiscusso del mistero di tutti i tempi Sherlock Holmes. 
In alcune parti del testo si evince lo stretto legame tra i due.
Da Mr. Saxon, che inevitabilmente rimanda al celebre Mr. Watson.
In conclusione, Dorcas Dene è una donna acuta,abilissima nei travestimenti, dall'animo nobile sempre pronta a smascherare i cattivi della situazione con grande destrezza e parsimonia. Mrs.Dene vi piacerà!
Consigliatissimo. Buona lettura!

Recensione a cura di C.L

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15 dicembre 2022

RECENSIONE DEL LIBRO: IL CANTO DI MR. DICKENS DI SAMANTHA SILVA

       Nelle librerie dal 8 novembre 2022 edito Neri Pozza

NOTE SULL’ AUTRICE 

Samantha Silva è una scrittrice e sceneggiatrice che vive in Idaho. Si è laureata alla Johns Hopkins University’s School of Advanced International Studies, e ha studiato per un periodo nella sede di Bologna, in Italia. I suoi racconti e i suoi saggi sono apparsi su One Story e LitHub. Un cortometraggio, The Big Burn, che ha scritto e diretto, è stato presentato in anteprima al Sun Valley Film Festival nel 2018. Attualmente sta lavorando all’adattamento per il teatro del suo romanzo di debutto, Mr. Dickens and His Carol.

SINOSSI 

Gloriosa Devonshire Terrace, casa splendida, con il suo ampio giardino, i vasti scaloni, le grandi promesse di felicità e i suoi costi, altrettanto importanti! Cosí pensa Charles Dickens nell’inverno del 1843 mentre, seduto alla sua scrivania, compone l’ultima puntata di Martin Chuzzlewit. Manca solo un mese a Natale, ma Mr Dickens non è molto in animo di preparare festeggiamenti. Al piano di sotto sua moglie Catherine è in travaglio: un nuovo bambino sta arrivando, pronto ad abitare la lussuosa dimora di famiglia, ma che ben presto, ahimè, sarà solo l’ennesima bocca da sfamare. Tutti vogliono qualcosa da lui: soldi, regali, un autografo, qualche riga di dedica o, nel caso della sua famiglia, una festa di Natale piú grande di quanto si sia mai vista. E Martin Chuzzlewit non sta vendendo bene come tutti speravano. Nemmeno un quindicesimo di Oliver Twist, precisano i suoi editori. Che, per di piú, lo ricattano: se non consegnerà al piú presto un nuovo libro d’occasione, e sarà meglio che sia un libro adatto alle feste di Natale, dovrà restituire l’anticipo già versato. Cosí, gli incubi di una povertà che Dickens ha già ben conosciuto ricominciano a tormentarlo. Ma quello che doveva essere solo un breve libriccino si rivela impresa ben piú ardua, specie perché Dickens sembra afflitto da un caso particolarmente ostinato di blocco dello scrittore. In cerca di idee, vaga per le strade mutevoli di Londra, finché una notte non conosce la misteriosa Eleanor Lovejoy. Avvolta in una mantella viola, Eleanor gli appare come un fantasma gentile o forse una musa, capace di ricondurre da lui l’ispirazione persa. Al suo fianco Charles intraprenderà un viaggio alla scoperta di sé stesso e il libro che ne scaturirà, Canto di Natale, cambierà la storia della letteratura per sempre. 


COSA NE PENSO 

Questo libro ripercorre le tappe fondamentali nella vita dello scrittore britannico Charles Dickens, tra fatti realmente accaduti, e altri nati dalla fantasia dell'autrice. Dalla reclusione del padre John per debiti insieme all'intera famiglia tranne Charles nella prigione della Marshalsea. È in questa situazione che Charles ancora bambino lavorerà in una fabbrica di lucido da scarpe, la Warren's Blacking Warehouse. Charles subisce un grave trauma, sentendosi abbandonato e umiliato. L' autrice decide di affrontare l'argomento dell'abbandono di Charles bambino con pudore e delicatezza, una decisione la sua di grande coraggio soprattutto quando si decide di parlare della vita di un'autore di spessore come Dickens. Dopo una lunga serie di peripezie, incontri strani con personaggi fuori dalle righe come Maria Beadnell, suo grande amore in gioventù.Charles è sempre più frustrato e cupo come il vecchio Scrooge perseguitato dai suoi stessi fantasmi del passato. Ma ecco che giunge in suo soccorso la bella e misteriosa Eleanor Lovejoy (personaggio di fantasia) Un'angelo caduto dal cielo che salverà Charles da se stesso e dal resto del mondo.Trovo che Dickens sia stato un vero genio durante la sua esistenza e non soltanto per la sua carriera di scrittore. In queste pagine , troviamo un fatto assai bizzarro quanto vero e cioè, nel marzo del 1841, Dickens pubblica una lettera aperta sui maggiori quotidiani in cui si dichiara estraneo ai debiti contratti da chiunque utilizzi illecitamente il suo nome (riferendosi, in concreto, al padre). Nella realtà, Ia prima edizione del “Il Canto di Natale fu pubblicata il 19 dicembre 1843, andò esaurita il giorno di Natale. D' ispirazione alla “Christmas Carol” vi fu la visita di Charles all'orfanotrofio Field Lane Ragged School, una delle diverse istituzioni esistenti allora per i bambini di strada di Londra. In conclusione, Il canto di Mr. Dickens,è un libro dal sapore tipicamente Inglese dove non è difficile riconosce l'essenza Dickensiana. Consigliatissimo e non solo come lettura Natalizia. 
Buona lettura! 


Recensione a cura di C.L 

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CHIARA PARENTI: INTERVISTA ALLA SCRITTRICE “PER SFIORARE LE NUVOLE ”



Cari lettori,

L'ospite di questa nuova intervista è Chiara Parenti.
Nata nel 1980 a Lucca dove vive con il marito, il figlio, un cane, un gatto e due galline. Laureata in filosofia, è giornalista pubblicista e lavora nell’ambito della comunicazione. Ama disegnare, leggere e viaggiare. Adora anche parlare di sport. La sua frase preferita è: «Il mese prossimo mi iscrivo in palestra». Con Garzanti ha pubblicato anche “La voce nascosta delle pietre (2017)” e “Per sfiorare le nuvole (2022)”. Clicca qui per visualizzare il suo sito.

D: COSA SIGNIFICA PER TE SCRIVERE?

R: Per me scrivere è una terapia. Intraprendere un viaggio nelle profondità di me e riversare sulla carta le scoperte che faccio è un processo catartico che mi fa stare bene. Con la storia di Sole poi, questo processo è stato particolarmente importante, visto che Sole Santoro, sono io.
In “Per sfiorare le nuvole”, ho sentito l’urgenza di tornare da questa ragazza, insicura ma forte, fragile eppure intrepida, e incominciare insieme a lei un nuovo viaggio, stavolta persino più difficile del primo, perché lanciarsi da un aereo è spaventoso, è vero, ma addentrarsi dentro le profondità di noi stessi, lo è molto, molto di più. Scriverne è stato terapeutico anche in questo secondo capitolo, mi è servito a capire dove affonda le sue radici questa mia grande paura, a riconoscerla e a imparare ad affrontarla.

D: “PER SFIORARE LE NUVOLE” È IL SEGUITO DEL ROMANZO “PER LANCIARSI DALLE STELLE”. QUANTO È CAMBIATA SOLE LA PROTAGONISTA IN QUESTO NUOVO ROMANZO?

R: Sole è cresciuta e cambiata e con lei sono cambiate anche le sue paure.
In “Per lanciarsi dalle stelle” doveva superare un lutto: la perdita della sua migliore amica è stato l’evento scatenante per mettersi finalmente in gioco e affrontare le sue paure. Ma quelle erano paure, diciamo forse un po’ più fisiche, per lo più prove di coraggio, come lanciarsi col paracadute, tenere in mano una tarantola, o una corsa sulle montagne russe. 
Adesso invece si tratta di una paura diversa, profonda, adulta, ma connaturata in lei praticamente da tutta la vita. Quella di dire appunto no, di deludere le aspettative altrui e sopravvivere al senso di colpa che ne scaturisce. E, andando ancora più in profondità, di sopportare la frustrazione che proviene dal negare l’immagine che Sole ha di sé, ovvero quella di una persona sempre perfetta, disponibile, amabile che si è creata da quando era bambina, anche grazie all’educazione ricevuta.
Per lei si rivelerà un’impresa titanica, persino più difficile di tutte le prove che aveva superato in quella estate magica di tre anni prima. Per fortuna però non è da sola. Come in ogni viaggio dell’eroe che si rispetti anche in questa nuova sfida, Sole ha dei validi compagni di avventura. Questa eccentrica e stravagante scultrice, Gertrude, poi Samanta, che già l’aveva accompagnata l’altra volta, e anche Massimo, che riappare nella sua vita, proprio quando pensava che ne fosse uscito per sempre.
Ognuno di loro, in modo e in misura diversa, la aiuta in questa presa di coscienza, ovvero a capire prima di tutto da dove nasce questa paura, e quindi ad accettare che è suo diritto dire di no.

D: “PER LANCIARSI DALLE STELLE” È DIVENTATO UN LUNGOMETRAGGIO PER NETFLIX.. SARÀ LO STESSO ANCHE “PER SFIORARSI LE NUVOLE”?

R: Non lo so, ma… Magari! ☺

D: COME MAI “PER SFIORARSI LE NUVOLE”, HAI SCELTO LA CITAZIONE DI PAULO COELHO «QUANDO DICI “SÌ” A QUALCUNO ASSICURATI DI NON STAR DICENDO “NO” A TE STESSO»?

R: Perché ritengo che riassuma perfettamente il concept del romanzo: Sole dice sì a tutti quelli che la circondano, ma ad ogni sì detto indiscriminatamente agli altri, corrisponde un no a se stessa e ai suoi sogni. 
Le sue giornate sono infatti piene di cose da fare: aiutare con la galleria d’arte il fidanzato Samuele che, al contrario di lei, sta avviando una luminosa carriera; deve scarrozzare ovunque l’amica Samanta; rispondere alle richieste assurde del suo caporedattore. E il desiderio di diventare un’insegnante sembra tornato nel cassetto, infatti non riesce mai a studiare né tantomeno ad andare all’università a seguire le lezioni.
Quello che le darà uno scossone stavolta, sarà l’incontro con un’eccentrica e affermata scultrice, Gertrude, che le offre un lavoro come sua assistente. E lei, neanche a dirlo, accetta, anche se ovviamente non lo vuole. 
In questo vortice di cose da fare per gli altri, Sole perde di vista se stessa e i suoi obiettivi. 
Quando arriva al punto di rottura – anche perché stare dietro alle stranezze di questa artista è veramente impossibile ─ decide di fare una nuova lista di cose da fare, anzi da smettere di fare, un elenco dei NO che deve imparare a dire agli altri, per iniziare finalmente a dire sì a se stessa e realizzare i suoi sogni.

D: QUANDO SCRIVI UN LIBRO HAI GIÀ TUTTA LA STORIA IN MENTE O LA ELABORI STRADA FACENDO?

R: Prima di scrivere, ho bisogno di avere uno schema preciso in mente, non inizio la stesura finché non ho tutto ben chiaro. Poi però matematicamente i personaggi a un certo punto iniziano a fare di testa propria e mi costringono ad aggiustare la rotta, e a volte persino a cambiarla in modo pesante.

D: ESISTE UN LIBRO CHE HA AVUTO UNA GRANDE INFLUENZA NELLA TUA VITA?

R: Sono diversi, in realtà, ma se devo dirne uno, scelgo “Il gabbiano Jonathan Livingston” di Richard Bach, un libro breve ma che sulla giovane me ha avuto un grande potere, forse per il momento particolare in cui l’ho letto. Pagina dopo pagina, il gabbiano Jonathan, diverso da tutti gli altri membri del suo stormo (che è come mi sono sempre sentita io), insegna a non aver paura di distinguersi, a spiccare il volo. È solo una favola, ma a me ha fatto bene al cuore.

D: PROGETTI PER IL FUTURO?

R: Sto lavorando a una nuova storia, un nuovo viaggio per me con un’altra protagonista che, come Sole, dovrà fare i conti con le sue più grandi fragilità per compiere una rinascita e portare la sua vita nella direzione giusta. 

Ringrazio di cuore Chiara Parenti per aver risposto alle mie domande.


Nelle librerie e sugli store online dal 18 ottobre 2022 edito Garzanti


SINOSSI

Ci sono giorni in cui non si ha tempo nemmeno per notare le nuvole in cielo. E quando giorni come questi diventano la normalità, ci si dimentica persino dei sogni. È quello che sta succedendo a Sole che, da quando si è trasferita a Roma, stila una lista infinita di cose da fare: aiutare il fidanzato Samuele con la galleria d'arte; scarrozzare ovunque l'amica Samanta; rispondere alle richieste assurde del suo caporedattore. E il desiderio di diventare un'insegnante sembra tornato nel cassetto. Sole non riesce a imporsi nemmeno quando un'eccentrica e affermata scultrice, Gertrude, la obbliga a diventare sua assistente. Costretta a seguire le assurde regole dell'artista, si sente ancor più alla deriva. Come se non bastasse, Massimo - il ragazzo di cui era innamorata da ragazzina - inizia a lavorare con lei. Eppure quest'esperienza che sta testando i suoi limiti è proprio quello che le serve per cominciare a dire «no». Forse è arrivato il momento di compilare un nuovo tipo di lista, un elenco di cose da non fare. Perché a volte è necessario concentrarsi su di sé, anche se si ha paura di deludere le persone che ci sono vicine. Solo così possiamo trovare il tempo per respirare a fondo, ascoltare la nostra voce interiore e alzare gli occhi al cielo per sfiorare le nuvole. Ogni romanzo di Chiara Parenti, a partire dal suo esordio di successo, "La voce nascosta delle pietre", è capace di toccare il cuore dei lettori. Con il suo nuovo libro, ci regala il seguito della storia di Sole, protagonista dell'amatissimo "Per lanciarsi dalle stelle", ora diventato un lungometraggio Netflix. Perché il coraggio non si misura solo collezionando avventure e uscendo dalla propria zona di comfort. Il vero atto di coraggio è prendere in mano la propria vita e dire no a ciò che ci rende infelici. Senza paura del giudizio altrui.

Frase dal libro:

Devi imparare a procedere “per forza di levare” nella tua vita! […] Impara da Michelangelo […]
La scultura si trova già dentro la pietra, perciò scolpire non è altro che eliminare tutto ciò che è superfluo e impedisce alla statua di venire fuori. Per la vita è lo stesso. Bisogna imparare a dire di no. No a chi ruba tempo, energia, attenzione, senza portare niente in cambio. No ai vampiri, ai parassiti, a tutto ciò che è falso. L’eccesso va tolto perché emerga l’essenziale.”

Intervista a cura di C.L

© Riproduzione riservata 

05 dicembre 2022

INTERVISTA A ELENA PREMOLI



Carissimi e carissime,

L'ospite di oggi è Elena Premoli.
Classe 1986, si è laureata in Scienze Linguistiche per le Relazioni Internazionali con un'attenzione particolare allo studio del cinese mandarino.Ha vissuto a Milano, Pechino e Shanghai, e si è infine stabilita sul Lago di Como. Si è classificata ai primi posti in diversi concorsi di narrativa, tra cui il Premio Chiara Giovani. È mamma di due bambine, e dalla maternità è nata l'ispirazione per il suo romanzo d'esordio: “Per tutti i giorni della tua vita”.

D: CHI È ELENA?

R: Elena è una donna e mamma fortunata che ha realizzato il sogno di pubblicare un romanzo insieme a una Casa Editrice di primo livello! Sicuramente sono una persona molto caparbia e costante: la perseveranza mi ha aiutata a raggiungere questo traguardo, dopo tanti anni di esercizio alla tastiera, invii e tentativi.

D: RACCONTACI LA PRIMA EMOZIONE CHE HAI PROVATO QUANDO HAI VISTO PUBBLICATO IL TUO LIBRO?

R: C’è un video sulla mia pagina Instagram e TikTok che testimonia la mia gioia nello scartare la prima copia del romanzo! Scorrere con le dita le pagine fresche di stampa e pensare che tutti quei contenuti sono frutto del tuo lavoro di ricerca, scrittura, riscrittura è una gratificazione davvero immensa, che prende anima e corpo.

D: AL CENTRO DI “PER TUTTI I GIORNI DELLA TUA VITA”, LA VICENDA, DI DUE GIOVANISSIMI GENITORI, EMILY E WILL, E IL LORO PICCOLO MATT. LA TRAMA È LIBERAMENTE ISPIRATA ALLA STORIA DEL PICCOLO ALFIE EVANS. QUALE È STATA LA DIFFICOLTÀ MAGGIORE DURANTE LA STESURA DEL TUO ROMANZO?

R: Credo che la difficoltà maggiore sia stata quella di mettere a tacere le mie emozioni e di provare a dar voce a entrambe le versioni della storia, dovendo, capitolo dopo capitolo, entrare prima dentro “la voce della scienza” e poi dentro “la voce dei sentimenti”. Il romanzo, infatti, è narrato da due protagoniste: Emily, la mamma del piccolo Matt (che riprende il personaggio reale di Alfie Evans) e Nadia, la dottoressa a capo dell’équipe medica che ha in cura il piccolo. Questa alternanza mi ha fatta soffrire spesso, durante la stesura. Dovevo uscire da una voce ed entrare nell’altra cercando di essere sempre nel personaggio. Ma è stata una sfida che mi ha portato anche grande soddisfazione come scrittrice.

D: UNA SCENA DEL LIBRO CHE TI PIACE PARTICOLARMENTE?

R: Adoro l’immagine della mela che marcisce sul tavolo, mentre il personaggio di Nadia soffre sul divano. È un’immagine staccata da quello che sta vivendo la protagonista, ma così forte, perché racchiude tutto il degrado, l’abbandono e la bassezza di un momento.

D: QUAL È IL MESSAGGIO CHE VORRESTI TRASMETTERE AI LETTORI CHE HANNO LETTO O LEGGERANNO IL TUO LIBRO?

R: Che ogni storia merita di essere guardata a tutto tondo. Che spesso i media ci restituiscono solo una parte delle vicende, e di solito quella più emotiva, perché ci fa indignare e ci coinvolge. Ma la realtà vera ha mille sfumature. Certe storie meritano di trovare uno spazio più ampio rispetto a quello della cronaca che si esaurisce in poche settimane. Altro messaggio: se crediamo davvero in qualcosa non ci sono scuse per non credere nell’obiettivo.

D: A QUALE SCRITTORE TI SENTI PIÙ VICINA PER GENERE O SCRITTURA?

R: Amo la narrativa, stando dentro questo insieme non ho limiti nella scelta delle storie. Negli ultimi anni ho prediletto, da lettrice, autori italiani contemporanei, per confrontarmi su quello che il panorama ha da offrire. Ammiro scrittori come Giorgio Fontana per la profondità di pensiero e il grande bagaglio culturale, scrittori come Marco Balzano per la capacità di colpire a fondo, e Nadia Terranova per una qualità e ricercatezza nella scrittura che sa riportarci mondi interi. “Per tutti i giorni della tua vita” deve però tantissimo a Margaret Mazzantini, in particolare al suo “Non ti muovere”. Cercavo quella forza delle immagini che Margaret ha, quasi violenta, sconvolgente. 

D: PROGETTI PER IL FUTURO?

R: Sì, sto già scrivendo un nuovo romanzo che ha come protagonista una donna speciale, ma non posso dire nulla di più!

Ringrazio di cuore Elena Premoli per aver risposto alle mie domande.



SINOSSI

Emily ha vent'anni e non si aspettava di diventare madre così presto. Con Will, conosciuto per caso in un pub, ha un rapporto tiepido, troppo timidi entrambi, forse, troppo poco innamorati. Ma la notizia della gravidanza, per quanto giovanissimi, li unisce in un progetto grande e nuovo, e decidono di provare a essere una famiglia. Quando il loro bambino, Matt, ha quattro mesi, però, qualcosa cambia inesorabilmente. Un ritardo cognitivo, dicono, un disturbo della crescita, un problema cerebrale. Sono parole che lentamente iniziano a farsi spazio nella vita della giovane coppia. Due bambini disperati accanto a un bambino di pochi mesi. È qui che la loro storia si intreccia a quella di Nadia, pediatra di successo, donna bella, carismatica, decisa, il senso di onnipotenza di chi ha sempre avuto tutte le risposte, come in questo caso, di fronte a Matt. Comincia una battaglia prima tra le mura della camera d'ospedale poi sui social network, sulle pagine dei giornali e, infine, in tribunale. È lo scontro tra l'occhio della scienza e quello dell'amore, tra due donne che sembrano così distanti, avvicinate solo dalla tenacia irriducibile di uno scricciolo di pochi chili che cambierà per sempre le loro esistenze.
Questo romanzo, liberamente ispirato alla storia vera di Alfie Evans, è un inno alla vita, un racconto profondo e indimenticabile sulla paura e sul coraggio che hanno forme inaspettate. Un romanzo struggente e delicatissimo che cambia il nostro modo di vedere le cose.

Nelle librerie e sugli store online dal 6 settembre 2022 Piemme editore

Intervista a cura di C.L

© Riproduzione riservata 


19 novembre 2022

RECENSIONE DEL LIBRO: I CANNOLI DI MARITES DI CATENA FIORELLO GALEANO




NOTE SULL'AUTRICE 

Catena Fiorello Galeano, ha pubblicato per Giunti con grande successo L’ amore a due passi (2016), Tutte le volte che ho pianto (2019), Amuri (2021), tutti entrati nella TOP TEN delle classifiche. Cinque donne e un arancino (2020) è il primo capitolo della saga “Le signore di Monte Pepe”, a cui ha fatto seguito I cannoli di Marites (2022).
Dal suo romanzo Picciridda (Giunti 2017) è stato tratto l’omonimo film per la regia di Paolo Licata. 

SINOSSI

L'estate è appena finita e le cinque instancabili signore di Monte Pepe si godono il successo della loro rosticceria "Il Regno degli arancini". Dopo aver partecipato alla celebre trasmissione della giornalista e talent scout Octavia Cooper sono diventate delle vere e proprie star, sia in America che in Italia, ma la notorietà non è quello che cercano. Grazie alla profonda passione letteraria di Nunziatina, per cui ogni momento è buono per declamare versi, Monte Pepe sta infatti per trasformarsi nel “Borgo della Poesia e dell'Incanto” e per ospitare un grande scrittore. Ma le citazioni e le letture da Neruda, Pasolini, Dickinson e molti altri, non fermano il lavoro di Rosa, Nunziatina, Maria, Giuseppa e Sarina, anzi, stare dietro alle richieste degli ormai numerosi aficionados sembra una missione impossibile. L' aiuto della sola Cettina, che si è aggregata in seguito, non basta. Ecco che il gruppo si trova costretto a mettere un annuncio per cercare qualcuno che dia loro una mano ai fornelli. Sarà l'occasione per accogliere in squadra una nuova cuoca, Marites, che viene da un paese lontano – le Filippine – eppure rivela un singolare talento per uno dei dolci siciliani più amati: il cannolo... Tra amori inattesi, misteriose lettere minatorie e spiazzanti colpi di scena, le indimenticabili protagoniste di Cinque donne e un arancino tornano a regalarci le emozioni ordinarie ed eccezionali delle loro vite, esistenze che rispecchiano quelle di qualsiasi donna, anche se nelle pagine di Catena Fiorello c'è sempre qualcosa di più. Nelle sue protagoniste vibra la volontà di non nascondersi, di affrontare, prima o poi, le sfide della vita. Con una passione generosa, con un istinto solidale, inclusivo, tanto più necessario quanto più si avvicina la minaccia di tempi ostili.

«Io non merito tanto» disse Marites. «Già siete gentili che mi fate sentire come voi, e no straniera.»
«Straniera?» ripeté Giuseppa. «Cca nuddru è straniero. Semu tutti uguali. E pi mia, o filippina, o africana, o 'miricana, è a stissa cosa.»
«Ca certu» aggiunse Maria «non ci voli 'na laurea pi capillu.»
«Nella nostra terra, cara Marites» concluse Rosa «si ragiuna accussì, e quelli che la pensano diversamente, non li consideriamo nemmeno. Ricorda però che d'ora in poi ci aspettiamo da te i cannoli più buoni del mondo!»

COSA NE PENSO

Dopo il primo capitolo della saga dedicata alle Signore di Monte Pepe “Cinque donne e un arancino” (Leggi qui)
Catena Fiorello ritorna con un nuovo capitolo, “I cannoli di Marites”.
Questa volta, non si parlerà soltanto delle vite delle cinque amiche e socie della rosticceria del “Regno dell'arancino”, ma si affronteranno temi di grande attualità. 
In primis, l'estorsione ai danni dei commercianti e dulcis in fundo “l'accoglienza” nel mondo del lavoro degli immigrati.
C'è un senso della dignità femminile che vuole riscattarsi in queste pagine forte come le sue protagoniste. 
Tra ritorni di fiamma,new entry,sogni da realizzare, e le immancabili delusioni d'amore. 
Anche questa volta la storia promette molto bene. 
In conclusione, una saga tutta al femminile in cui le protagoniste sono donne forti,pronte a tutto per proteggere ciò che hanno a cuore. 
Un inno al potere dell'amicizia e della solidarietà femminile. Monte Pepe, non è solo il borgo degli arancini più famoso della Sicilia, è soprattutto l'incontro perfetto tra poesia e incanto, come suggerisce il cuore a Nunziatina. In attesa, di leggere il prossimo capitolo dedicato alle signore di Monte Pepe. Non mi resta che augurarvi.. Buona lettura!

Recensione a cura di C.L

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15 novembre 2022

“...CHIACCHIERATA CON ANNA PREMOLI”



Bentrovate amiche lettrici, 

L'ospite di questa nuova intervista è Anna Premoli. Nata nel 1980 in Croazia; vive a Milano dove si è laureata alla Bocconi. Il suo romanzo d’esordio, Ti prego lasciati odiare, è stato un libro fenomeno: per mesi ai primi posti nella classifica, ha vinto il Premio Bancarella. Con la Newton Compton ha pubblicato anche Come inciampare nel principe azzurro, Finché amore non ci separi, Tutti i difetti che amo di te, Un giorno perfetto per innamorarsi, L’amore non è mai una cosa semplice, L’importanza di chiamarti amore, È solo una storia d’amore, Un imprevisto chiamato amore, Non ho tempo per amarti, L’amore è sempre in ritardo, Questo amore sarà un disastro, Molto amore per nulla, Tutto a posto tranne l’amore, Non sono una signora, Sfida all’ultimo bacio.Un’autrice da oltre 1 milione di copie. I suoi romanzi sono tutti bestseller, tradotti in diversi Paesi.
Da oggi, 15 novembre 2022, trovate in tutte le librerie e sugli store on-line il suo nuovo romanzo Un amore sulla neve edito Newton Compton


D: SONO PASSATI DIECI ANNI DA QUANDO HAI ESORDITO, RACCONTACI COME HAI INIZIATO E COME HAI PUBBLICATO IL TUO PRIMO LIBRO “TI PREGO, LASCIATI ODIARE”?

R: Ho iniziato totalmente per caso: ho scritto un romanzo che non era destinato nemmeno a vedere la luce del sole, incredibilmente sono riuscita a finirlo con una certa facilità, ero decisa a lasciarlo per sempre nel mio computer quando mio marito ha insistito invece per autopubblicarlo sulle varie piattaforme on-line e lì è stato notato dal mio editore, la Newton Compton. Siamo poi salpati per una grande avventura, che mi ha incredibilmente portato a scrivere tanti altri romanzi. 

D: DEI TUOI PERSONAGGI FEMMINILI CE N’È UNO CHE SI IDENTIFICA MAGGIORMENTE CON TE E UN ALTRO CHE INVECE È COMPLETAMENTE DIVERSO?

R: C’è un pizzico del mio ragionamento in tutte le mie protagoniste, ma allo stesso tempo ognuna di loro è differente e con un proprio carattere ben definito. Dovendo semplificare molto, direi che quelle che mi assomigliano di più sono Jennifer e Laurel; Julie e Jordan sono state invece due protagoniste molto diverse.

D: QUAL È IL MESSAGGIO CHE VUOI TRASMETTERE ALLE GIOVANI LETTRICI?

R: Mi piace proporre personaggi femminili indipendenti, anche e soprattutto dal punto di vista finanziario, che non mettono in secondo piano la propria realizzazione professionale e il proprio sacrosanto desiderio di sfondare nel lavoro prescelto. L’amore è importante, nessun dubbio a riguardo, ma non dover dipendere da nessuno lo è molto di più, e spero proprio che questo messaggio arrivi forte e chiaro alle ragazze che oggi studiano e si affacciano al mondo del lavoro.

D: PRIMA DI ESSERE UNA SCRITTRICE DI ROMANZI ROSA AFFERMATA IN TUTTO IL MONDO SEI UN’ECONOMISTA E QUINDI SVOLGI UN LAVORO DEL TUTTO DIFFERENTE. AVRESTI QUALCHE CONSIGLIO DA DARE AGLI AUTORI ESORDIENTI?

R: Ognuno di noi ha una sua storia particolare e difficilmente replicabile. Per me ha sempre funzionato e continua a funzionare molto bene “il fare altro”, ovvero il fatto di non aver mai avuto troppe aspettative sui miei romanzi e sul loro eventuale successo. L’unico consiglio che mi sento di dare a che vuole esordire in questo settore è di narrare solo storie di cui è davvero appassionato, di non seguire mode, e di rispettare la propria voce narrante “naturale”, evitando di copiare. L’autenticità emerge sempre forte e chiaro da un testo.

D: C’È UN GENERE LETTERARIO A CUI SEI PIÙ LEGATA?

R: Per incredibile che possa essere, i gialli. Sono stati il mio primo amore da lettrice, in un certo senso, e anche oggi sono una grande valvola di sfogo nei momenti stressanti. Per il resto, rimango una lettrice molto onnivora che cerca di prendere in mano più generi possibili.

D: ORA TI DIRÒ ALCUNE PAROLE CHE MI SEMBRA ABBIANO UN PESO DETERMINANTE IN MOLTE DELLE STORIE CHE RACCONTI, E TI CHIEDERÒ DI RISPONDERE A CALDO, SENZA PENSARCI, CON QUEL CHE TI VIENE IN MENTE DI PRIMO ACCHITO. COMINCIAMO CON ..

AMICIZIA: un legame importantissimo che viene spesso sottovalutato; oggi la letteratura ama parlare d’amore ma racconta poco l’amicizia profonda e complessa che può esserci tra due persone.

FAMIGLIA: il centro delle nostre gioie e dei dolori; credo sia fondamentale imparare a non farsi condizionare troppo dai legami familiari storici nel momento in cui cerchiamo di spiccare il volo e di costruirci una nostra famiglia indipendente.

LIBERTÀ: fondamentale, ma intesa in senso ampio, sia in termini di indipendenza finanziaria che di benessere emotivo

D: PROGETTI PER IL FUTURO?

R: Sopravvivere al 2022, che si sta rivelando tostissimo dal punto di vista finanziario e mi costringe a lavorare in continua emergenza. Battute a parte, in un futuro non so quanto lontano (credo parecchio) mi piacerebbe avere più tempo per me stessa e fare le cose un po’ di meno di corsa. Ma al momento il ritmo è questo e le sfide sono continue, perciò cerco di rimboccarmi le maniche e di farmi trovare preparata. Un giorno alla volta.


Desidero ringraziare Anna Premoli per la sua disponibilità mostrata nel concedermi questa intervista. 



SINOSSI

Chiara è disperata per essersi lasciata convincere a trascorrere le vacanze natalizie sulle Dolomiti insieme alla sua famiglia, invece di scappare verso l’agognato sole dei tropici. L’ultima volta che ha messo gli sci ai piedi, parecchi anni fa, si è ripromessa di non farlo mai più. Non può neppure invocare la complicità della sorella Elisa che, fresca di matrimonio, ha deciso di dimostrare al consorte, fanatico sciatore, quanto sia ansiosa di macinare chilometri di piste innevate. E così Chiara, una volta arrivata, si rende conto che nulla potrà salvarla: dovrà unirsi agli entusiasti sciatori e sperare di tornare tutta intera. Come se la situazione non fosse già di per sé difficile, dovrà anche avere a che fare con Giulio, l’enigmatico fratello del cognato. Ma si sa, le sfide più ardue sono anche le più emozionanti: riuscirà Chiara a non lasciare sulle piste i legamenti e… soprattutto il cuore?



Ph by © yumamartellanz


Intervista a cura di C.L


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