29 giugno 2022

INTERVISTA A CINZIA TANI

Cari lettori,

L'ospite di questa nuova intervista è Cinzia Tani, autrice e conduttrice di programmi televisivi, tra cui FantasticaMente, Italia mia benché, La Rai @ la carte, Visioni private e Il caffè. Insegna Storia sociale del delitto alla facoltà di Sociologia dell'Università La Sapienza di Roma, e nel 2004 è stata nominata Cavaliere su iniziativa del Presidente della Repubblica Italiana Carlo Azeglio Ciampi.
Ha pubblicato per Mondadori: Assassine (1998), Coppie assassine (1999), Nero di Londra (2001), Amori crudeli (2003), L'insonne (2005), Sole e ombra (2007, premio Selezione Campiello), Lo stupore del mondo (2009), Charleston (2010), Io sono un'assassina (2011), Il bacio della dionea (2012), Mia per sempre (2013), Il capolavoro (2017). Per Rizzoli ha pubblicato Donne pericolose. Passioni che hanno cambiato la storia (2016), Darei la vita. Grandi donne di grandi uomini (2017), la trilogia Il Volo delle Aquile (Mondadori, 2018-2020), Angeli e carnefici (Rizzoli, 2021).
L’ultimo boia (Vallecchi, 2021)
Quella notte a Valdez (Vallecchi, 2022)



D: TI CHIEDO SUBITO DEL TUO NUOVISSIMO LIBRO: “QUELLA NOTTE A VALDEZ” COSA TI HA SPINTO A SCRIVERE QUESTO LIBRO?

R: Di solito scelgo un luogo che mi affascina  in cui ambientare un romanzo. Un luogo che faccia sognare il lettore e gli faccia visitare il paese che descrivo. Poi cerco un evento storico legato a quel posto. In questo caso, dopo aver scelto l'Alaska e aver fatto lunghi sopralluoghi, ho deciso di raccontare l'impatto che ha avuto la scoperta di enormi giacimenti di petrolio sulla vita serena degli Inuit. Dopo la crisi energetica del 1973 (dovuta all'embargo dei paesi arabi esportatori di petrolio) Nixon fece costruire un lunghissimo gasdotto, uno dei più grandi al mondo,  che taglia verticalmente l'Alaska in due: da Prudhoe Bay a Valdez dove c'è il terminal. Ambientalisti e nativi contestarono l'oleodotto che rovinava un tratto di natura incontaminato e aveva un impatto negativo su flora e fauna. Per esembio cambiava il modo di vivere dei caribù della zona e rendeva difficile la caccia che, con la pesca, era l'attività che consentiva a molta gente di sopravvivere.I contestatori temevano anche una fuoriuscita di petrolio. Infatti.  Il 24 aprile 1989 la superpetroliera Exxon Valdez si incagliò su una scogliera sversando oltre 40 milioni di litri di petrolio. Una catastrofe ambientale che dura ancora. 
 
D: QUAL È STATO IL PERSONAGGIO PIÙ DIFFICILE DA RACCONTARE?

R: Ho dovuto fare molte ricerche soprattutto sugli alaskani. Per Anik, una inuit che viene violentata a 18 anni e non riesce a riconoscere il suo aggressore, ho studiato le tradizioni, la religione, le abitudini alimentari e sociali degli inuit. Per la figlia, Malaya Bennett,   ho fatto molte ricerche sulla caccia, sui fucili utilizzati, sulle   gare con le slitte, sui luoghi estremi in cui va a sciare, sui parchi nazionali e così via. Sempre per quanto riguarda gli Inuit ho approfondito la pesca del salmone, gli attentati all'oleodotto, le manifestazioni e le reazioni dopo lo sversamento. E' stato più facile raccontare l'arrivo dei due petrolieri e dei loro figli che cambiano drasticamente la vita della famiglia Bennett, di Valdez e dell'intera Alaska.  

D: STAI GIÀ LAVORANDO A UN NUOVO LIBRO?

R: Mentre correggo un libro lavoro già al successivo. Di solito comincio con lunghe ricerche e l'acquisto dei volumi che mi serviranno e che di solito sono in lingue straniere (inglese soprattutto ma anche spagnolo e francese. In italiano trovo pochissimo). Non voglio anticipare niente sul prossimo libro perché ho cambiato recentemente. Stavo scrivendo delle particolari biografie già da mesi e sono arrivata a un personaggio meraviglioso che meritava una storia tutta per lei. Sto cominciando a raccogliere il materiale e dovrò partire presto per il paese in cui è nata per i miei sopralluoghi.  

D: LUOGHI DELLA CULTURA, COME MUSEI E BIBLIOTECHE, SONO STATI PARTICOLARMENTE COLPITI DALL' EMERGENZA SANITARIA, QUAL È IL TUO PENSIERO IN PROPOSITO?

R: Anche prima dell'emergenza sanitaria non stavamo certo bene! L'Italia, il paese più bello del mondo, che dovrebbe vivere soprattutto di turismo, cultura, arte, non fa niente per valorizzare le sue meraviglie. Penso alla Francia in cui anche il più piccolo luogo da visitare viene annunciato con cartelli, dépliants, informazioni sulle guide e organizzato alla perfezione. Ma perfino la Spagna, che era più indietro rispetto a noi, adesso ci ha superati. Ci sono stata recentemente e ho visto nuovi musei, itinerari culturali  che prima non c'erano…Con l'emergenza sanitaria è tutto peggiorato. Sono molto amareggiata perché non so proprio quale possa essere la soluzione se la politica non si rimbocca le maniche e si dedica ad approfondire questi problemi e risolverli. 


D: PARLACI DELLE INFLUENZE LETTERARIE CHE HAI AVUTO, DEGLI SCRITTORI CHE AMI.

R: E' difficile dire quali sono le mie influenze letterarie. Io vivo di libri. Ne ho ventimila a casa e leggo continuamente. Ho tanti scrittori che rileggo volentieri e sono tutti stranieri: inglesi, francesi, spagnoli ma anche nigeriani, indiani etc. Da diversi anni ho abbandonato la narrativa italiana che non mi piace più. Sono rimasta ai grandi scrittori del recente passato. Ho fatto la tesi su Pavese ma ho adorato la Morante, Calvino, Buzzati, Bassani e tanti altri. Di solito, dipende da cosa sto scrivendo, prendo alcuni libri  e rileggo dei brani che ho sottolineato.  Questo mi serve a superare i blocchi, a ispirarmi e ad aiutare la concentrazione.


D: HAI DELLE ABITUDINI PARTICOLARI DURANTE LA SCRITTURA?

R: Scrivo solo nel mio studio, al computer. Scrivo o faccio ricerche continuamente, a qualsiasi ora e non ho alcuna abitudine a parte fumare. Fumo solo mentre scrivo. Quindi non posso smettere di fumare o smetterei di scrivere. Quando vado all'estero uso i taccuini.  Vivo sola e quindi nessuno mi disturba. Anzi, vivo con un pappagallo che mi disturba moltissimo perché parla in continuazione. Mi fa molte domande: Sono bello? Come fa il pulcino? Sono profumato? Mi dai la pappa? Perciò scrivendo devo chiudere la porta dello studio per non sentirlo.  


D: SE DOVESSI CONSIGLIARE AI MIEI LETTORI UN LIBRO CHE È FONDAMENTALE AVER LETTO NELLA VITA, QUALE SAREBBE?

R: Ho un quaderno in cui annoto tutti i libri che leggo e ci sono diversi capolavori ma sono troppi e non ne ho uno preferito. Voglio però consigliare due libri piccolissimi che tutti dovrebbero leggere.   Uno, ambientato nel 1932,  si chiama Destinatario Sconosciuto e l'ha scritto la tedesca Katherine Kressman Taylor. E' un libro sulla vendetta e non bisogna assolutamente guardare l'ultima pagina prima di leggerlo. L'altro, uscito nel 1942,  si chiama Il silenzio del mare ed è stato scritto da Vercors, il nome da partigiano di Jean Bruller. Uscì in sole 300 copie ma il generale De Gaulle lo fece subito ristampare e il libretto,  in carta molto leggera, veniva  lanciato con i paracadute dagli aerei clandestini che sorvolavano la Francia occupata.  


Ringrazio di cuore Cinzia Tani per aver risposto alle mie domande 


SINOSSI

L' Alaska con la sua natura selvaggia, i ghiacciai, la tundra, il permafrost, le grandi foreste, le lunghe notti invernali e il sole a mezzanotte durante l'estate. Malaya Bennett è la bellissima e temeraria figlia di Lawrence, antropologo di Boston, e di Anik, una inuit che contesta il lunghissimo oleodotto che ha cambiato drasticamente la vita del paese dopo la scoperta del petrolio. Il fratellastro Koko, ribelle e aggressivo, è nato dalla violenza subita da Anik quando aveva diciotto anni. Lo sceriffo non ha individuato il colpevole perché lei non ricorda più nulla di quella notte. L'estate del 1988 arrivano a Valdez, terminal dell'oleodotto, i petrolieri Brendan Peterson e Desmond Morris con le loro famiglie, che sconvolgeranno la vita dei Bennett e della città.


COSA NE PENSO 

Cinzia Tani ci consegna un giallo psicologico avvincente, potente in cui il movente, le reazioni sproporzionate, i comportamenti successivi inadeguati di Koko alla gravità dei fatti ci riportano alle tristi vicende di cronaca nera purtroppo ancora attuali.
Del libro ho amato molto la forza e il coraggio della giovane inuit Anik Sanaak,vittima di uno stupro che dopo l'esperienza distruttiva, covata ed elaborata nell'arco di tutta la vita, riesce a crearsi una vita tuttavia normale accanto all'uomo di cui si innamora. La sua triste vicenda porta con se le fragilità e la forza interiore delle  donne che hanno vissuto il suo stesso dramma.Complice il connubio perfetto tra l' immaginazione dell'autrice e i fatti realmente accaduti.
In conclusione, questo libro mi è piaciuto tantissimo e non posso far altro che consigliarvelo. Buona lettura!


Intervista e recensione a cura di C.L

© Riproduzione riservata 

26 giugno 2022

CATENA FIORELLO: LA SCRITTRICE SICILIANA SI RACCONTA TRA RADICI E NARRATIVA



Catena Fiorello si racconta tra scrittura, radici siciliane e storie di donne: un ritratto autentico di passione, memoria e forza narrativa.

Clicca qui per scoprire l’intervista

07 giugno 2022

INTERVISTA ALLA SCRITTRICE SARA RATTARO



Cari lettori,

Ho avuto il piacere e l'opportunità di intervistare Sara Rattaro proprio in occasione dell'uscita del suo nuovo romanzo per ragazzi: “Il cuore di tutto” in tutte le librerie e gli store online a partire dal 7 giugno 2022, edito Mondadori

Sara Rattaro è nata a Genova. Laureata in Biologia e in Scienze della Comunicazione, ha lavorato come informatore farmaceutico prima di dedicarsi completamente alla scrittura. È autrice di diversi romanzi: Sulla sedia sbagliata, Un uso qualunque di te, Non volare via (Premio Città di Rieti 2014), Niente è come te (Premio Bancarella 2015), Splendi più che puoi (Premio Rapallo Carige 2016), L'amore addosso, Uomini che restano (Premio Cimitile 2018), Andiamo a vedere il giorno (Sperling & Kupfer 2018), Il cacciatore di sogni, il suo primo libro per ragazzi, Sentirai parlare di me (Mondadori 2019), La giusta distanza (Sperling & Kupfer, 2020) e Una felicità semplice (Sperling & Kupfer, 2021). Ha curato la raccolta di racconti La vita vista da qui (Morellini 2018). È docente di Scrittura creativa presso l'Università degli studi di Genova. 

SINOSSI 

«Ho fatto un lungo respiro. Nelle sue parole non c'era solo la voglia di rivedermi, un secondo appuntamento. Tra le righe c'era il mio passato ancora da raccontare.»

Ale vive a Roma, ha quindici anni e una grande passione per le commedie romantiche. Ma basta una chat su WhatsApp a sconvolgere la sua vita per sempre. Costretta a trasferirsi con la famiglia a Genova, affronta la seconda superiore in una nuova città, in una nuova scuola e con nuovi amici: Giulia, eccentrica e curiosa, ed Elia, sensibile e desideroso di farsi conoscere per quello che è. In biblioteca Ale incontra un ragazzo dai misteriosi occhi verdi, Matteo, che sogna di diventare scrittore e che, dopo il tragico crollo del ponte Morandi, teme il crollo della propria famiglia. E poi c'è Costanza, la zia di Matteo, malata di Alzheimer. Comparsa all'improvviso dal nulla, affida a un diario segreto un passato che potrebbe riscrivere il presente. Ognuno, in questo struggente racconto a tre voci, tenta di dimenticare qualcosa, un dolore, ma si può dimenticare solo ricordando. E per arrivare al cuore di tutto ciò che conta davvero è solo l'amore in tutte le sue forme. Età di lettura: da 12 anni.


D: QUANDO HAI CAPITO DI ESSERE PORTATA PER LA SCRITTURA?

R: La passione è nata tra i banchi di scuola ma allora non sapevo di essere più o meno portata, ricordo che mi piaceva e mi faceva stare bene. Il primo vero consenso l’ho avuto dal mio primo editore, un perfetto sconosciuto che non avrebbe mai detto che ero brava solo per non offendermi. Iniziò tutto così…


D: UNA SCRITTRICE È PRIMA DI TUTTO UNA LETTRICE, CHE GENERE PREDILIGI?

R: Esatto e la mia passione è nata soprattutto dalla lettura che stimolava storie nella mia testa. Amo i romanzi contemporanei, storici o da ragazzi.


D: DOVE HAI TROVATO L'ISPIRAZIONE PER IL TUO NUOVO ROMANZO “IL CUORE DI TUTTO”?

R: Ero chiusa in casa come tutto il resto del mondo durante la pandemia e ho iniziato a fantasticare su un libro nascosto in biblioteca. Perché nasconderlo? Forse perché era un diario e non un romanzo. E cosa poteva contenere di così “strano” da doverlo nascondere? Ecco, ricordo che più o meno sono stati questi i primi pensieri. Poi, sono arrivati Alessandra e Matteo.


D:QUALI COLORI POTREBBERO RIASSUMERE LE PERSONALITÀ DEI PROTAGONISTI?

R: I miei preferiti che sono il fucsia per Alessandra e il blu mare per Matteo.


D: COME È CAMBIATA IN QUESTI ANNI LA TUA ESPERIENZA DI DOCENTE DI SCRITTURA?

R: Non credo sia cambiata per la mia attività di docente di scrittura quanto per la vita che mi attraversata. Il mio è un mestiere in cui si lavora con la propria anima, i propri sentimenti e l’empatia che crei con gli altri. Da la pubblicazione del mio primo romanzo sono successe tante cose anche alla Sara umana. Sono diventata mamma, ho perso mio padre, mi sono separata, rinnamorata e poi sono cresciuta o invecchiata. La scrittura non può non averne risentito.


D: CHE DIFFERENZE CI SONO NELLO SCRIVERE LIBRI PER RAGAZZI O PER ADULTI?

R: Dino Buzzati diceva che “scrivere per ragazzi è come scrivere per adulti solo più difficile”, aveva ragione. La difficoltà maggiore sta nel conquistare il pubblico che non ti darà mai una seconda chance.


D:PROGETTI PER IL FUTURO?

R:In autunno arriverà il sequel del mio secondo romanzo, Un uso qualunque di te, quello che mi fece conoscere al mio pubblico.


Ringrazio di cuore Sara Rattaro per aver risposto alle mie domande.



Intervista a cura di C.L 


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04 giugno 2022

INTERVISTA A PATRIZIA SERRA, AUTRICE DEL LIBRO: IL GIORNO IN CUI DIVENTAI MIA MADRE.



Cari lettori,

L'ospite di questa nuova intervista è Patrizia Serra, nata a Cagliari ma milanese di adozione, è giornalista dal 1990 e si è occupata per anni di costume e psicologia sulle pagine di Cosmopolitan, Gioia e Donna moderna e tanti altri femminili italiani poi un trasferimento all'estero lungo quasi dieci anni e il ritorno a Milano con la voglia di ricominciare a scrivere. “Il giorno in cui diventai mia madre ” è il suo primo romanzo edito da Excogita


D: GIORNALISTA, APPASSIONATA DI LIBRI: CHI È PATRIZIA?

R: Lo sapessi… Mi sembra una persona tranquilla: una mamma che adora i suoi due figli, una che scrive per lavoro e fa traduzioni dall’italiano all’inglese. Ogni tanto però mi stupisce, specie quando si mette in testa qualcosa: la persegue finché non la realizza.


D: QUALE È STATA LA TUA SODDISFAZIONE PIÙ GRANDE DA UN PUNTO DI VISTA PROFESSIONALE?

R: La mia più grande soddisfazione dal punto di vista lavorativo, in realtà sono state tre:
la prima è stata diventare giornalista professionista a Cosmopolitan. Forse per le giovani di oggi è una rivista femminile come tante, ma in realtà è un magazine che ha fatto storia. Nato nel 1886 come rivista per la famiglia, dal 1965, diventa un femminile indirizzato a una donna moderna, single e in carriera. È stato il primo giornale a supportare l’idea che la donna dovesse godersi la sua vita e il sesso senza vergogna o sensi di colpa, come un qualsiasi uomo. Un concetto rivoluzionario all’epoca.
La seconda soddisfazione è stata la creazione, 15 anni fa, di un sito dedicato alla pronuncia corretta dei nomi stranieri, il primo in Italia. Si chiama Comesipronuncia.it ed è un dizionario enciclopedico audio che offre la pronuncia dei nomi famosi internazionali: iniziato per gioco, ora è un sito che supera i 10.000 utenti al giorno. 
La terza soddisfazione è il motivo di queste domande: la pubblicazione del mio primo romanzo, che ora partecipa al Premio Comisso 2022.


D: ESISTE UN LIBRO CHE HA AVUTO UNA GRANDE INFLUENZA NELLA TUA VITA? 

R: Ho sempre letto tanto e mi sento di dire che ogni libro ha lasciato una qualche traccia nella mia vita. Ma più che di singolo libro parlerei di autori: Doris Lessing, di cui avevo letto praticamente tutto prima dei trent’anni, mi ha fatto crescere come donna; Marquez mi ha insegnato a vedere il lato magico della realtà; Proust mi ha fatto assaporare il tempo che scorre piano, senza fretta, trasmettendomi il piacere dei ricordi. La sua “Recherche du temps perdu” mi ha fatto compagnia per due anni, il periodo che ho impiegato a leggermela tutta in francese.


D: QUALE È IL PEZZO PIÙ BELLO CHE HAI SCRITTO? 

R: Ho cominciato con articoli di costume negli anni 90: puoi immaginare quante idiozie ho scritto, col senno di poi. Il pezzo che considero il migliore è invece un reportage da Cuba nel 1991, quando visitare L’Havana non era ancora possibile per tutti. Il latte e la carne erano razionate e le donne si inventavano ricette per affrontare la fame: preparavano persino delle frittelle fatte di buccia di banana. Eppure, nonostante la miseria, si respirava contentezza.


D: C'È QUALCOS'ALTRO CHE VUOI AGGIUNGERE... CHE VORRESTI DIRE AI TUOI LETTORI?

R: Studiate, leggete tanto e seguite i vostri sogni. Sempre.


D: PROGETTI PER IL FUTURO? 

R: Per il tempo che mi avanza (considerando che sono grandicella), continuare a scrivere.





SINOSSI 

Con ironia e piglio irriverente, il romanzo di Serra penetra le sfumature psicologiche di una donna abituata a porre le figure maschili al centro del proprio sistema di valori: le parole di approvazione o dissenso di un marito completamente votato alla carriera sono l’unico specchio attraverso il quale la protagonista misura il mondo e il proprio io. Ma il “gene della servitù”, tramandato da una lunga genealogia al femminile, si sgretola progressivamente sotto il peso del rispetto verso se stessa, della passione per il giornalismo e dell’ennesimo lussuoso trasloco intercontinentale, fino a rendere visibile quello che un atavico moto perpetuo avrebbe volentieri lasciato nell’oblio.


COSA NE PENSO

Un romanzo scritto con perizia e metodo. Una prosa scorrevole, diretta.
Il libro si legge senza difficoltà e, anzi, aiuta a farsi un’idea su cosa vuol dire essere donna, moglie e madre.
Come la stessa Patrizia Serra riferisce all'inizio del romanzo,la sua fantasia si fonde perfettamente con la realtà. 
Cresciuta in un ambito familiare complesso, la protagonista di questa storia sarà costretta a crescere in fretta a causa delle continue violenze psicologiche subite all'interno delle mura domestiche.
Da adulta, dovrà fare i conti con un marito particolarmente egoista che ignora palesemente ogni sua esigenza.
Un libro dunque, che mette in luce molti aspetti interessanti della vita di coppia. In conclusione, la donna che emerge da questo libro, è quello di una donna forte. Consigliatissimo.
Buona lettura!

«Quello della madre era un mestiere che conoscevo poco e non avevo grandi esempi a cui ispirarmi, ero lasciata a me stessa.»


Ringrazio Patrizia Serra per questa intervista 


Intervista e recensioni a cura di C.L

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12 maggio 2022

INTERVISTA ALLA SCRITTRICE LISA GINZBURG


Cari lettori,

Oggi ho l'onore di ospitare nel mio blog la scrittrice e saggista Lisa Ginzburg, si è laureata in Filosofia presso la Sapienza di Roma e perfezionata alla Normale di Pisa.
Dopo essersi occupata della mistica francese del Seicento (si ricorda in particolare l'edizione del Commento mistico al Cantico dei cantici di Jeanne Guyon, Genova, Marietti, 1997) ha lavorato come traduttrice e collaborato a giornali e riviste quali "Il Messaggero" e "Domus".Ha esordito nella narrativa nel 2002 con il romanzo “Desiderava la bufera”. Nel 2005 pubblica la biografia Anita, “Storia di Anita Garibaldi”. Nel 2006 la raccolta di racconti “Colpi d’ala”. 
Nel 2016 pubblica ben due romanzi: “Per amore” e la raccolta di racconti “Spietati i mansueti”. Nel 2018 pubblica il libro “Buongiorno mezzanotte, torno a casa”. Nel 2020 pubblica il suo ultimo romanzo “Cara pace" (ed.da Ponte alle Grazie) il quale è stato selezionato nella dozzina della LXXV edizione del Premio Strega.


D: LEI NASCE IN UNA FAMIGLIA DI FILOSOFI E SCRITTORI. SUA NONNA ERA NATALIA GINZBURG, FIGURA DI PRIMO PIANO DELLA LETTERATURA ITALIANA DEL NOVECENTO.QUANDO HA CAPITO DI ESSERE PORTATA ANCHE LEI PER LA SCRITTURA?

R: Scrivevo poesie da bambina, poi dalla tarda infanzia in avanti ho tenuto una enorme quantità di diari. A scuola brillavo nelle materie letterarie, mentre ero un assoluto disastro in quelle scientifiche. Racconti ho preso a scriverne dopo i vent’anni, ma la vera“autolegittimazione”, il momento in cui ho capito che volevo fare della scrittura il mio lavoro e che avrei combattuto contro ogni nodo psicologico pur di provarci, è arrivato dopo i vent’anni. Difficile ammetterlo in principio, data la mia origine in una famiglia dove la scrittura era ed è attività tanto predominante. Un percorso professionale che è stato un succedersi di piccole conquiste, piccole grandi epifanie distribuite negli anni e celebrate dentro di me.


D: QUALI SONO LE FONTI DI ISPIRAZIONE DI CUI SI SERVE QUANDO SCRIVE? PARTE DA ESPERIENZE REALI, AUTOBIOGRAFICHE O DALLA SUA IMMAGINAZIONE?

R: Immagino personaggi e vicende ma sono convinta che ogni immaginazione sia per uno scrittore anche il riverbero di persone e fatti della vita vera che gli succede di osservare e assorbire. Personalmente credo molto nella trasfigurazione, nella sua forza metamorfica e creativa. La cosa straordinaria dell’inventare sta proprio in questa costante commistione tra
fantasia e realtà: c’è una grande ricchezza nell’atto di trasfigurare. Me ne sono in parte occupata in un libro su Mary Shelley e il suo Frankenstein, un libro che ho intitolato “Pura invenzione”proprio perché trovo che sia nel rapporto tra immaginazione e realtà la chiave più interessante per entrare nelle fibre profonde sia degli scrittori, sia delle loro opere.


D: IL SUO LIBRO “CARA PACE”, NARRA LA STORIA DI DUE SORELLE, UNA MADRE CHE SE NE VA, E UN PADRE EMOTIVAMENTE FRAGILE E VOLUBILE. QUALI SONO STATE LE DIFFICOLTÀ DURANTE LA STESURA DI QUESTO ROMANZO?

R: Sono state varie, e tutte difficoltà di “ricostruzione psicologica” di fatti e personaggi. Avevo inventato un quadro famigliare pieno di complessità, fragilità, disfunzionalità: dovevo valutare tutti i possibili incastri, le dinamiche tra ciascuno degli “attori” di questa scena complessa. Addentrarmi in particolare nella dinamica tra le due sorelle, Nina e Maddalena,ha significato momenti di crisi nella lavorazione del testo perché talvolta non capivo in che modo restituire certi chiaroscuri della loro simbiosi. Eppure, ogni volta mi sono venute in
soccorso loro, Maddi e Nina: perché i personaggi che la nostra immaginazione partorisce non solo a volte sono così vividi nella nostra mente da diventare veri. Anche, diventano i nostri principali alleati.

D: LEI HA LAVORATO COME TRADUTTRICE TRA I SUOI LAVORI RICORDIAMO,"L' IMPERATORE GIULIANO" E "L'ARTE DELLA SCRITTURA DI ALEXANDRE KOJÉVE", (Donzelli 1998) E "PENE D'AMOR PERDUTE DI WILLIAM SHAKESPEARE"(Einaudi, 2002.). COSA RICORDA DELL' ESPERIENZA COME TRADUTTRICE?

R: Ho tradotto di nuovo l’anno scorso dopo diverso tempo che non lo facevo, e mi sono molto divertita.Trovo che la cosa più bella che possa succedere quando si traduce, è amare molto il libro che si sta traducendo: allora, davvero, trovando la voce di un altro si ha la sensazione di far risuonare anche la propria, e per chi scrive di mestiere si tratta di una sensazione molto arricchente, preziosa. Ricordo anche, nel caso della traduzione di Shakespeare, una immensa fatica: credo sia stato lo sforzo intellettuale più impegnativo che abbia affrontato.
Ma ne è valsa la pena! Senza dubbio il mio lavoro di traduttrice di cui più vado orgogliosa.


D: HA DELLE ABITUDINI PARTICOLARI DURANTE LA SCRITTURA?

R: Devo essere sola e devo sentirmi in uno stato di completa “centratura” prima di mettermi a scrivere. E deve accadere in un luogo che amo, anche se un luogo transitorio, ma un posto che amo e dove mi sento bene.


D:QUAL È LA SUA CITAZIONE PREFERITA?

R: “Quando l’anima è pronta, lo sono anche le cose” (sempre Shakespeare)


D: PROGETTI PER IL FUTURO?

R: Sto lavorando a un nuovo romanzo, quindi sto inventando ma anche assorbendo e trasfigurando. Anche, sto ultimando un testo di biografia della grande scrittrice brasiliana (ma nata in Ucraina) Clarice Lispector. E poi, il progetto per il futuro è un mondo dove la pressione dell’ansia collettiva sia meno imperante di quanto è adesso.

Ringrazio di cuore Lisa Ginzburg per aver risposto alle mie domande.


Intervista a cura di C.L


Ph. by Barbara Ledda 


© Riproduzione riservata

05 maggio 2022

INTERVISTA ESCLUSIVA A SARAH PENNER, AUTRICE DEL BESTSELLER “IL SEGRETO DELLA SPEZIALE”


Buongiorno cari lettori,

Oggi, per l’intervista, ho il piacere di ospitare Sarah Penner, autrice del bestseller “Il segreto della speziale”.
Sarah vive a St. Petersburg, Florida, insieme al marito e al loro cane, Zoe. Il segreto della speziale, è il suo primo libro, pubblicato in oltre trenta paesi nel mondo. In Italia il libro è edito da HarperCollins.
Se vi siete persi la mia recensione eccola qui!


D: NEL 2021, IL TUO ROMANZO D'ESORDIO “IL SEGRETO DELLA SPEZIALE” È STATO CANDIDATO COME MIGLIORE ROMANZO STORICO AL PREMIO GOODREADS CHOICE. COME TI È VENUTA L'ISPIRAZIONE PER SCRIVERLO? 

R: Quando mi è venuta l'idea per “Il segreto della speziale”, ho immaginato una donna, una speziale per l'appunto, che lavorava in un negozio nascosto in un vicolo buio di Londra. Ma sapevo che volevo che ci fosse qualcosa di sinistro in lei, e questo mi ha portata rapidamente sulla direzione del veleno. Mi sono aggrappata a questa visione iniziale per tutta la stesura del libro. La parola speziale è evocativa, evoca visioni di una vetrina a lume di candela con finestre saliscendi, le pareti coperte di mortaio, pestelli e innumerevoli bottiglie di vetro. C'è qualcosa di affascinante, persino incantevole, in ciò che potrebbe nascondersi in quelle bottiglie: pozioni che ci stregano, ci curano, ci uccidono. Ho puntato tutto sul mistero, per far sì che il lettore percepisse davvero la sensazione di trovarsi nel vecchio negozio della Speziale.


D: QUAL' È STATA LA PARTE PIÙ DIFFICILE DURANTE LA STESURA DEL LIBRO? 

R: La parte più difficile da scrivere era la doppia sequenza temporale,in sostanza stavo raccontando due storie (separate da duecento anni) e poi tentavo di intrecciarle insieme in modo significativo. Sebbene fosse difficile, sapevo che questo era importante per la storia. Ho scelto la doppia sequenza temporale e il multi-POV(POV è l’acronimo di Point of View "punto di vista"), per un motivo molto semplice: mi piace nascondere le informazioni al lettore e la continua alternanza tra le sequenze temporali e dei personaggi consentono a un autore di fare proprio questo. Siamo in grado di "alimentare" suspense, cambiando personaggio o sequenza temporale proprio nel momento in cui tu, come lettore, desideri saperne di più.


D: COME HAI SVILUPPATO LA TRAMA E I PERSONAGGI?

R: Il mio obiettivo principale è l'originalità. Uno dei motivi per cui ho scritto “Il segreto della speziale” era perché sapevo che non c'era niente di simile già pubblicato nella narrativa contemporanea che parlasse di serial killer donne! Dall'introduzione,
alle modifiche finali, il processo di ogni storia è diverso. Come scrittrice ho ancora tanto da imparare.


D: ASCOLTI MUSICA MENTRE SCRIVI? SE SI, QUAL È IL TUO GENERE PREFERITO? 

R: No! Ho bisogno di silenzio assoluto. Preferisco scrivere nel mio ufficio a casa. Se sono in viaggio o lontana da casa, indosso le cuffie per non ascoltare i rumori che provengono dall'esterno.


D: QUALI AUTORI O LIBRI HANNO ISPIRATO LA TUA CARRIERA DI SCRITTRICE?

R: Sono stata ispirata da “IL DISCEPOLO” di Elizabeth Kostova; così come da Ken Follett e Philippa Gregory, grandi maestri dei romanzi storici.


D: QUALI CONSIGLI TI SENTI DI DARE A COLORO CHE SI APPRESTANO A ESORDIRE NELLA SCRITTURA? 

R: Di leggere molto per imparare i metodi di scrittura utilizzati da altri autori.


D: PROGETTI PER IL FUTURO?

R: Il mio secondo libro,“THE LONDON SEANCE SOCIETY”, è stato annunciato solo poche settimane fa! Uscirà all'inizio del 2023, la storia parla di una medium nella Londra vittoriana che evoca gli spiriti delle vittime di omicidi per scoprire l'identità delle persone che le hanno uccise.
Per ulteriori informazioni, i lettori possono visitare il sito:


Desidero ringraziare Sarah Penner per la sua disponibilità nel concedermi questa intervista.


Intervista a cura di C.L

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21 aprile 2022

RECENSIONE DEL LIBRO: LE AVVENTURE DI ALICE NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE (ED. IL PALINDROMO )





NOTE SULL"AUTORE

Lewis Carroll, pseudonimo di Charles Lutwidge Dodgson (Daresbury, 27 gennaio 1832 – Guildford, 14 gennaio 1898), è stato uno scrittore, matematico, fotografo, logico e prete anglicano britannico dell'età vittoriana. È celebre soprattutto per i due romanzi Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie e Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò, opere che sono state apprezzate da una straordinaria varietà di lettori, dai bambini ai grandi scienziati e pensatori.


SINOSSI

Le Avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie è una storia fantastica, in cui Alice, la protagonista, sogna di seguire un coniglio bianco nella sua tana finendo in un mondo surreale e fantastico popolato da strane creature antropomorfe. 
Dopo una serie di incredibili avventure, Alice ritorna nel suo mondo.


COSA NE PENSO

La storia di Alice negli anni ha ispirato, opere teatrali e cartoni animati. Questo romanzo, infatti, non è un semplice racconto per bambini ma è un testo pieno di riferimenti psicologici simbolici e culturali dell'epoca vittoriana. Si ritiene da sempre che le avventure di Alice, rappresentino in realtà la lotta contro il tempo, dove razionalità e immaginazione si scontrano sempre in quello che è il cammino verso il diventare adulti.
Parallelamente a questa crescita temporale, si affianca anche una crescita interiore, dove Alice conosce sé stessa e le emozioni dell’animo umano.
Moltissimi autori italiani si sono cimentati nel tradurre il libro di Carroll. Ma ognuno di loro ne ha fatto un libro a se.
Questa edizione edito da Il Palindromo
celebra i 150 anni della prima traduzione in italiano nel 1872 a opera di Teodorico Pietrocòla Rossetti. La cui traduzione è molto fedele al manoscritto originale scritto da Lewis Carroll. Tra una frase e l'altra troviamo anche delle parole in dialetto Toscano, ciò contribuisce a rendere la storia molto più apprezzabile dal punto di vista linguistico.
Questa nuova edizione contiene anche un saggio critico di Fabio La Mantia e un approfondimento di Rosario Battiato. Inoltre, l'opera è stata impreziosita da graziosissime illustrazioni realizzate dalla brava illustratrice catanese Chiara Nott.
In conclusione, una narrazione che invoglia a scoprire aspetti insoliti della piccola Alice.
La lettura è stata indubbiamente piacevole.
Alice nel Paese delle meraviglie è un classico intramontabile che conquista proprio tutti, grandi e piccini. Consigliatissimo.
Buona lettura!

Alice intanto lo guardava, con un poco di curiosità, di sopra le spalle,e disse «Che curioso oriuolo! Indica i giorni del mese,e non già le ore del giorno!»
«Perché no?» sclamò il Cappellaio. «Che forse il suo oriuolo le dice in che anno viviamo?»
(Cap. VII, Un tè di matti)


Recensione a cura di C.L

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