26 aprile 2023

RECENSIONE DEL LIBRO: LA RAGAZZA BLU DI KIM MICHELE RICHARDSON





NOTE SULL' AUTRICE

Kim Michele Richardson è nata e cresciuta in Kentucky, dove vive con la sua famiglia e i suoi cani. Pluripremiata autrice di numerosi bestseller, si è ispirata per La ragazza blu agli impavidi bibliotecari del Pack Horse, nati dal New Deal del presidente Roosevelt, e alla storia vera del Popolo Blu del Kentucky, lo Stato dove fu individuata per la prima volta la metemoglobinemia , una rara alterazione genetica che colora la pelle di blu. Il suo libro ha conquistato le classifiche di New York Times , Los Angeles Times e USA Today e si è aggiudicato ventisei riconoscimenti letterari. 


SINOSSI 

Cussy Mary Carter ha diciannove anni, è intelligente, indipendente, con un'insaziabile sete di sapere. E ha la pelle blu: ultima testimone di un popolo, realmente esistito, che superstizioni e maldicenze hanno segregato nelle zone più impervie dei monti Appalachi. Nei giorni più difficili, cerca conforto nel suo cuscino come da una carezza. Ne ha ricavato la federa dal vestito che sua madre le aveva cucito quando era bambina. Diceva che il blu della stoffa avrebbe fatto sembrare la sua pelle più bianca; un po' meno colorata, almeno. Con sua madre tutto sembrava più leggero, anche gli sguardi feroci della gente, anche l'isolamento in cui la sua famiglia deve vivere a causa di una rara alterazione genetica che rende l'epidermide di un blu cielo, pronto a scurirsi a ogni emozione. Ma Cussy, detta Bluette, non ha ereditato dai suoi avi solo il suo colore. Sa leggere, cosa rara su quei monti negli anni Trenta della Grande Depressione, e ancor più per una donna. È orgogliosa, determinata, e curiosa di imparare ogni cosa. Per questo è stata subito entusiasta di aderire all'innovativo progetto che Eleanor Roosevelt ha istituito per diffondere la lettura. A dorso di un mulo, il suo compito è portare libri e giornali nelle zone più remote e disagiate. Non solo un impiego, di più: una missione, perché per molti quelli sono gli unici spiragli di luce in una vita di lotta e sopraffazione. Nonostante crudeli pregiudizi, nonostante suo padre, che pure la ama profondamente, per proteggerla cerchi di affibbiarle un marito qualsiasi, nonostante il fanatico predicatore Frazier le dia la caccia per purificarla a forza dal suo peccato blu, Cussy non smette di bramare e difendere la libertà che la cultura e il suo lavoro le danno. E nemmeno di combattere per il suo riscatto, la sua indipendenza, il vero amore che sente di meritare.

In libreria e sugli store online dal 19 ottobre 2022 Pienogiorno


COSA NE PENSO

C’era una volta, nelle isolate campagne del Kentucky, il cosiddetto Popolo Blu.
Intere famiglie emarginate dal mondo esterno per mezzo di una rara malattia genetica che come si legge nel libro condizionò la loro quotidianità.
Grazie alla protagonista in “La ragazza blu” Cussy Mary Carter, approfondiremo due dei mali più assertivi e crudeli tuttora esistenti e cioè, l'emarginazione di un essere umano e i diritti negati alle donne.
Un romanzo di impegno sociale, ma non solo, un intreccio di storie e di destini.
Fortunatamente però non tutto è perduto in questo romanzo, perché esistono l’amore, la lealtà e la carità. 
Per Cussy “Bluette” arriverà il momento del riscatto tanto agognato e una vita finalmente normale.
In conclusione,tra le pagine di questo romanzo si sente forte la cura che Kim Michele Richardson ha messo nel suo scritto, nell'informarsi, nel mettere nella storia notizie formative, non banali. 
Un romanzo che non passa inosservato. Buona lettura!

Recensione a cura di C.L

© Riproduzione riservata 


19 aprile 2023

RECENSIONE DEL LIBRO: “LA REGINA N°5” IL ROMANZO DI COCO CHANEL, DELLA SCRITTRICE PAMELA BINNINGS EWEN


NOTE SULL’ AUTRICE

Pamela Binnings Ewen è una bestsellerista, autrice di romanzi vincitori di premi prestigiosi. Appartiene a una famiglia dall’alta densità di scrittori celebri, tra i quali James Lee Burke, vincitore di un Edgar Award, Andre Dubus II, l’autore di The Bedroom , poi adattato per il cinema e vincitore di 5 nomination all’Oscar e un Golden Globe, e Andre Dubus III, tra le voci più potenti della narrativa americana contemporanea, autore tra l’altro di La casa di sabbia e di nebbia , da cui è stato tratto l’omonimo e pluripremiato film. LA REGINA N° 5 , il romanzo che ricostruisce la vita di Coco Chanel e l’intrigo legato al profumo più celebre di sempre, è un bestseller internazionale pubblicato in diversi Paesi e acclamato dalla critica.

SINOSSI 

Coco prende il flacone di N° 5 e ne mette un po' dietro le orecchie e nell'incavo del collo. Si infila le calze di seta, raccoglie l'abito posato sul letto e lo indossa. È uno dei suoi modelli più riusciti: di un impalpabile velo verde-argento, con la scollatura profonda e la gonna che si ferma appena sopra i sandali, anch'essi color argento. Si gira verso lo specchio, poi fa un passo indietro, sorridendo. Mademoiselle Chanel è pronta a sfidare il mondo. Imperscrutabile, intessuto di note persistenti, che scatenano emozioni istintive. Custode di un segreto mai svelato fino in fondo, sensuale e anche un po' impertinente. Così è Chanel N° 5. La fragranza che trasforma ogni ragazza in donna. Un profumo rivoluzionario, incantatore e misterioso. Come colei che gli ha dato il nome. Abbandonata dal padre, dall'uomo che amava, tradita dal socio in affari che le ha sottratto la formula del suo profumo immortale, Coco non si è mai data per vinta. Da ballerina di café chantant, con le sole armi di un ago e di un'intelligenza versatile, si è costruita un regno. Ha inventato una nuova donna, molto simile a lei, libera e sicura di sé. E anche spregiudicata, perché una donna il suo posto nel mondo se lo deve conquistare. Ci ha pensato la vita a insegnarglielo. In un mondo in cui il potere è nelle mani degli uomini, non si diventa regina senza graffiare. Quando, nelle ore più oscure della Francia, con la svastica che sventola sulla Torre Eiffel, ciò a cui lei tiene di più - suo figlio, la sua libertà e il suo profumo - viene messo a repentaglio, la regina di Parigi tira fuori gli artigli. E si prepara ad attraversare il fuoco come ha sempre fatto. Da sola e a qualunque costo.

In libreria e sugli store online dal 9 giugno 2022 Pienogiorno

COSA NE PENSO 

Con le sue "invenzioni" Gabrielle Chanel ha rivoluzionato il modo di vestire delle donne, che voleva belle, libere e moderne. Nel 1924 la stilista stipulò un contratto con Pierre Wertheimer, proprietario di “Les Parfumeries Bourjois”, la più famosa casa francese cosmetica del tempo, per creare una nuova società, “Société Mademoiselle”, cedendo i diritti della produzione del suo primo profumo e la sua gestione a livello internazionale in cambio del 10% delle azioni. 
Nel libro, si scoprono non solo le abilità imprenditoriali di Gabrielle, ma le fragilità della giovane Coco in fuga da quella che sembrava destinata a una modesta vita di provincia. Fino all’ inaspettato incontro con Arthur “Boy” Capel, l'uomo che rivoluzionò la sua esistenza. La loro fu una delle più importanti storie d'amore e intense di tutto il ‘900.
Buona parte del libro si concentra soprattutto sulla nascita del celebre profumo Chanel N°5.
Tra i diversi campioni proposti dal profumiere Ernest Beaux di Cannes a Mademoiselle Coco, il N°5 fu il suo preferito, et voilà, e così nacque il nome del profumo più famoso della profumeria.
Il cinque era il numero preferito di Mademoiselle, il suo numero portafortuna sin dall’infanzia, ma questa non è l’unica ragione all’origine del suo nome.Il profumo ottenne un immediato successo e aprì a Coco Chanel la strada alla produzione industriale di profumeria.

«Una donna senza Chanel N.5 è una donna senza avvenire».

In conclusione, questo romanzo di Pamela Binnings Even, è un ritratto sincero, voluttuoso, intimo su Coco Chanel. Una gran bella biografia, ricca di dettagli.
Ma, soprattutto, è una storia che vale la pena di leggere.
Consigliato.Buona lettura! 


Recensione a cura di C.L

© Riproduzione riservata 


12 aprile 2023

RECENSIONE DEL LIBRO: “CIATUZZU” DI CATENA FIORELLO GALEANO



  
NOTE SULL’ AUTRICE 

Catena Fiorello Galeano ha pubblicato per Giunti con grande successo L'amore a due passi (2016), Picciridda (2017) e Tutte le volte che ho pianto (2019). Nel 2020 è uscito il primo capitolo della saga delle "Signore di Montepepe", Cinque donne e un arancino, rimasto per settimane in testa alle classifiche. Tra le sue pubblicazioni: Amuri (Giunti, 2021) e Cinque donne e un arancino (Giunti, 2020), primo capitolo della saga “Le signore di Monte Pepe”, a cui ha fatto seguito I cannoli di Marites (Giunti, 2022)


SINOSSI 

Ciatu miu, respiro mio. Voce e forza dell’anima. Sua mamma lo chiamava sempre così. Quando Ciatuzzu deve dirle addio, ha solo nove anni. È sempre stato un bambino felice e spensierato, ma un giorno un male incurabile l’ha portata via da lui. Da quel momento, ha dovuto fare i conti con il dolore e con l’assenza, sperimentando sulla propria pelle cosa significhi crescere senza l’amore della donna più importante. E Leto, il paesino affacciato sul mare dove vive, in cui la brezza si mischia al profumo di gelsomino, non sembra più lo stesso posto. Per fortuna, Ciatuzzu non è solo: oltre ai nonni e ai fratelli, può contare su persone speciali, come il custode del cimitero e Lucia, una picciridda preziosa per lui…Ma proprio quando sembra aver trovato una nuova dimensione, suo padre, emigrato in Belgio, lo costringe a raggiungerlo in quella terra straniera. E a Ciatuzzu il mondo crolla un’altra volta addosso. Lontano dalla Sicilia e dai suoi affetti più cari, presto si renderà conto che le paure, per essere sconfitte, vanno affrontate, e che si può vedere anche con gli occhi del cuore. Attraverso la voce straordinaria di un bambino degli anni Sessanta, leggeremo una potente storia di riscatto.

In libreria e sugli store online dal 24 gennaio 2023 edito Rizzoli

COSA NE PENSO

In ‘Ciatuzzu’ si ricorda le pagine più oscure della storia dell'emigrazione italiana in Belgio, in una atmosfera miserabile riservata ai minatori italiani.
Il romanzo narra soprattutto l'amore incondizionato del protagonista di ‘Ciatuzzu’ ovvero Nuzzo per sua madre morta prematuramente e del rapporto conflittuale con il padre che nel corso degli anni e dopo lunghi e interminabili silenzi, verterà ad un crescente rispetto e amore reciproco.
Ripercorrendo la vita di Nuzzo ritroviamo anche Lucia, la protagonista di ‘picciridda’, primo vero amore del giovane ‘Ciatuzzu’.
Le loro vite prenderanno direzioni diverse, ma non esistono i ‘per sempre e per mai’ per loro due.
In conclusione, ‘Ciatuzzu’ è una testimonianza intima e appassionata di un bambino divenuto adulto troppo presto.
In ciascun capitolo predomina il potere di rifiorire dalle avversità della vita.
La speranza coraggiosa di sapere che, nonostante la durata incalcolabile dell'inverno, ci sarà sempre una primavera a fare capolino ,qualcosa che rifiorisce fuori e dentro di noi.
E ricordatevi cari amici lettori di guardare la vita con ‘ l’ occhi du cori’. Consigliatissimo.
Buona lettura!


Recensione a cura di C.L

© Riproduzione riservata 


01 aprile 2023

INTERVISTA A PATRIZIA CARRANO


Cari amici e care amiche,

È un’ onore, oltre che un piacere ospitare nel mio blog Patrizia Carrano. Scrittrice e poi sceneggiatrice tra le più apprezzate nella fiction televisiva italiana, negli anni Ottanta e Novanta ha pubblicato libri con grandissimo successo di pubblico come La Magnani (Rizzoli 1982); Baciami stupido (Rizzoli 1984); L’età crudele (Mondatori 1995); A lettere di fuoco (Mondadori 1999) e Illuminata (Mondadori 2000). Le sue opere sono tradotte in quattro lingue. Oggi vive e lavora a Roma.

 
D: HA LAVORATO PER IL SETTIMANALE NOI DONNE, AMICA, ANNA, ELLE, MAX, PANORAMA E SETTE. PER RAI 3 E RAI 1 HA RACCONTATO OLTRE VENTI EDIZIONI DEL FESTIVAL DEL CINEMA DI VENEZIA. QUALI SONO GLI INGREDIENTI DELLA GIORNALISTA PERFETTA?

R: Se esiste una giornalista perfetta ( ma non sono certo io) direi che soprattutto deve avere il senso della notizia. Deve capire prima degli altri cosa sta succedendo. Ricordo Miriam Mafai, giornalista eccellente e mia madrina professionale, leggere alcuni decenni fa un trafiletto in cui si diceva che certe donne americane avevano buttato dei reggiseni nella spazzatura. Lei capì da quella notizia che stava scoppiando l'ondata femminista negli USA. Lo capì lei, per prima, in Italia.
Poi, certo, bisogna scrivere bene, sentire la necessità di controllare le fonti, rispettare la verità ( che è cosa diversa dall'obbiettività, simulacro inesistente poiché ognuno legge i fatti con le proprie lenti culturali). Bisogna saper annusare il mondo, le sue novità. Ed essere estremamente curiose. Senza curiosità non c'è giornalismo.

D: COME È NATA LA SUA PASSIONE VERSO LA SCENEGGIATURA E A QUALI MAESTRI SI È ISPIRATA?

R: Ho vissuto per oltre dieci anni con un regista e i copioni che passavano per casa erano numerosi, e solitamente realizzati da ottimi professionisti, gente che aveva scritto film come Dramma della gelosia, Amici miei, Morte a Venezia. Leggendoli, ascoltando le riunioni di sceneggiatura che si tenevano a casa, mi ero resa conto di come fosse necessaria una grande capacità tecnica. Quando, parecchi anni dopo, ho cominciato a scrivere per la televisione, quella "scuola", frequentata da semplice uditrice, è venuta molto utile. In una serie, o in un film, la storia è fondamentale, perché anche il più bravo dei registi non raddrizza un intreccio sbagliato. E poi ho avuto la fortuna di lavorare con Rodolfo Sonego, che è stato uno sceneggiatore grandissimo. Ho fatto con lui la serie Linda e il brigadiere. E ho imparato moltissimo.

D: QUALI SONO LE DIFFERENZE TRA SCRIVERE UN ROMANZO E UNA SCENEGGIATURA?

R: Sono differenze piuttosto irraccontabili. In una romanzo puoi far scendere in campo dieci battaglioni da centomila soldati ognuno. Se ci provi al cinema, ti scontrerai subito con il "no" di un produttore, perché quella scena è troppo costosa. E poi devi servire gli attori, sottolineare il loro ingresso nella storia, arrivare alla fine nei fatidici 90 minuti di ogni puntata. Se scrivi un libro, non hai limiti di lunghezza: puoi costruire un romanzo breve come Agostino di Moravia, oppure un romanzo fiume come La scuola cattolica di Edorado Albinati. C'è un unico, vero elemento comune: il senso del racconto. Occorre riuscire ad agguantare il lettore, conducendolo fino alla fine. Daniel Pennac scrive che un lettore ha diritto di lasciare un libro a metà, se si annoia. Figurarsi uno spettatore televisivo, che in mano ha uno scettro di nome telecomando.

D: QUALE È STATA LA DIFFICOLTÀ MAGGIORE DURANTE LA STESURA DEL LIBRO “TUTTO SU ANNA - LA SPETTACOLARE VITA DELLA MAGNANI”?

R: Prima di tutto ho faticato a convincere un editore che valeva la pena di occuparsi di un personaggio come la Magnani. Alla fine degli anni '70 tutti erano propensi a riconoscerle una innegabile bravura ma a liquidarla come un reperto archeologico. Una volta convinta la Rizzoli, ho cominciato un lavoro certosino andando a scovare il maggior numero possibile di persone che l'avevano conosciuta, frequentata e avevano lavorato con lei. Un lavoro che oggi sarebbe impossibile compiere perché quelle persone sono tutte mancate: Monicelli, Massimo Serato, Riccardo Billi che aveva fatto di lei una divertentissima imitazione, Alfredo Giannetti... sarebbe troppo lungo elencarli tutti. Poi ho passato alcune settimane alla libreria del Burcardo, della Siae, che ora è chiusa. Lì ho trovato le locandine degli spettacoli della Magnani, ai tempi del suo debutto, e poi durante gli anni del varietà. Ho fatto per quasi dodici mesi una ricerca minuziosa. E poi ho cominciato a scrivere. Un lavoro preparatorio fondamentale che oggi sarebbe impossibile.

D: C'È QUALCHE ANEDDOTO PARTICOLARE DELLA SUA CARRIERA DI SCRITTRICE O GIORNALISTA CHE VUOLE CONDIVIDERE CON NOI?

R: La vita di una persona che scrive romanzi ( il temine scrittore mi appare vanitoso, orgoglioso: c'è gente che dopo aver scritto un telegramma si considera scrittore) è fatalmente una vita solitaria. E' un mestiere duro, da spaccapietre, che si fa in compagnia di se stessi. Dovrei raccontarle quanto fanno male le spalle, quanto bruciano gli occhi, quanto è difficile venire a capo di una storia, ma non c'è niente di particolarmente divertente. Come giornalista, soprattutto quando per la Rai ho raccontato assieme a dei meravigliosi colleghi come Vincenzo Mollica, Enrico Mentana e Irene Bignardi quasi venti edizioni del Festival del cinema di Venezia, m'è capitato di conoscere tanta gente del cinema, attori famosi, uffici stampa gentili... ma il ricordo che più mi ha fatto amare il mio mestiere riguarda una mattinata in cui il direttore del festival di quell'anno, Gillo Pontecorvo, aveva convocato una "assise mondiale degli autori". E io ho intervistato, con una sola domanda ripetuta a ognuno di loro, settanta autori del calibro di Steven Spielberg, Robert Altman, Sidney Pollock, Costa Gavras, Bertrand Tavernier... In una mattinata ho avuto davanti a me il gotha del cinema mondiale. Indimenticabile. 

D: C'È QUALCOS'ALTRO CHE VUOLE AGGIUNGERE... CHE VORREBBE DIRE AI SUOI LETTORI?

R: Vorrei tornare per un istante a parlare della mia biografia su Anna Magnani. Che non ho voluto raccontare soltanto come grande attrice. Ma come una donna libera, appassionata, moderna. Sempre in anticipo sui tempi: negli anni '40 si è legata a un uomo di dieci anni più giovane di lei, ha fatto un figlio crescendolo da sola, non ha avuto la protezione di produttori importanti. E' stata una donna libera, indipendente, forte nonostante le sue molte fragilità. Anna Magnani è una creatura che mescola l'antico e il moderno. E' dunque una figura eterna. Un medaglione sbalzato nel metallo. L'aveva ben compresa Federico Fellini, che ha avuto la generosità di scrivere una presentazione al mio libro. L'edizione che ora la Vallecchi ha dato alle stampe è stata da me arricchita, e un po' modificata. Ha avuto una nuova veste, ma alle parole di Fellini non ho voluto rinunciare. Ma, ripeto, questo libro è il romanzo di una vita. Ed è capace di parlare alle donne di oggi.

D: PROGETTI PER IL FUTURO? 

R: Sto lavorando a un altro romanzo, che spero uscirà l'anno prossimo. Ancora una volta la storia di una donna. Ho scritto 24 libri, e le donne sono e restano al centro della mia attenzione. Bisogna scrivere di ciò che si conosce. E' sempre un buon punto di partenza. In quanto ad arrivare... lo diranno i lettori!

Desidero ringraziare Patrizia Carrano per aver risposto alle mie domande.

     In libreria e sugli store online dal  27 gennaio 2023 Vallecchi


COSA NE PENSO 

Anna Magnani è particolarmente ricordata insieme ad Alberto Sordi e Aldo Fabrizi per essere una delle figure preminenti della romanità cinematografica del novecento.
Affettuosamente chiamata dai romani “Nannarella”, Anna fu la prima attrice non di lingua inglese a vincere l’ambito Academy Award, portando il suo talento, il suo carisma e la propria forza oltreoceano, diventando così una celebre e indimenticabile interprete.
Da “Roma città aperta” a “Bellissima”, “La rosa tatuata” a “Mamma Roma”, fino a uno dei suoi ultimi film, “Roma” di Federico Fellini, unica collaborazione con il grande regista italiano.
Musa e compagna di vita di Roberto Rossellini, la vita privata di Anna Magnani è stata spesso messa a dura prova, soprattutto quando si ritrovò madre single nell’Italia degli anni ‘40.
Questo libro racconta la donna prima che l’artista, una donna dal temperamento deciso e ribelle, mai del tutto compresa dagli altri.Qui analizzata e ripercorsa per la prima volta, consente di comprendere lo sguardo poliedrico e severo di Anna.
Tante le testimonianze raccolte in questo volume da Vittorio De Sica, Federico Fellini e molti altri nomi noti del grande schermo.
In conclusione, la più bella e completa biografia sulla Magnani. Consigliatissimo!
Buona lettura.

Intervista e recensione a cura di C.L

© Riproduzione riservata 




23 marzo 2023

FABIANO MASSIMI: INTERVISTA ALLO SCRITTORE “ SE ESISTE UN PERDONO ”

Cari amici e care amiche,

Bentrovati! L'ospite di questa nuova intervista è lo scrittore Fabiano Massimi.
Nato a Modena nel 1977. Laureato in Filosofia tra Bologna e Manchester, bibliotecario alla Biblioteca Delfini di Modena, da anni lavora come consulente per alcune tra le maggiori case editrici italiane. L’angelo di Monaco è stato l’esordio italiano più venduto alla Fiera di Londra 2019.



D: COSA TI HA SPINTO AD INTRAPRENDERE LA CARRIERA DI SCRITTORE?

R: Non ne ho idea! Il desiderio di scrivere – e scrivere storie – mi accompagna da quando ero bambino, da prima della scuola. Ho mie fotografie alla macchina da scrivere quando non conoscevo ancora l’alfabeto, e non ci sono scrittori nella mia famiglia – non ci sono nemmeno narratori orali straordinari come si legge nelle vite di molti autori, una nonna o una balia o un fratello dotati di talento narrativo. È semplicemente un’ambizione con cui sono nato, e per buona parte della mia vita ci ho girato intorno con circospezione, sospetto, persino paura. Poi ho deciso di mettermi alla prova: mi sono iscritto a una scuola di scrittura, sono entrato in editoria, e dopo anni di avvicinamenti e allontanamenti ho trovato una storia che dovevo raccontare. La carriera è iniziata lì, e chissà dove mi porterà. Di certo so che non potrei più farne a meno.


D: QUALE È STATA LA DIFFICOLTÀ MAGGIORE DURANTE LA STESURA DEL ROMANZO “SE ESISTE UN PERDONO"?

R: Quando ho scoperto l’impresa di Nicholas Winton, lo “Schindler britannico”, pensavo di raccontarla in forma di thriller: una storia avventurosa con corse contro il tempo e lotte all’ultimo sangue, da un lato l’eroico trentenne inglese deciso a salvare quanti più bambini possibile dalle grinfie di Hitler, dall’altro lato spietate SS pronte a tutto pur di impedirlo. Poi ho scavato nelle poche fonti esistenti e con mia sorpresa ho appreso che sono esistiti altri due volontari britannici, una donna e un uomo, senza i quali Winton non avrebbe mai potuto fare ciò che ha fatto. Doreen Warriner e Trevor Chadwick sono a tutt’oggi completamente sconosciuti, e capire il motivo di questa lunga dimenticanza e poi trovare il modo di rimediare ha comportato una profonda riscrittura del primo romanzo che avevo ideato. La voce narrante, Petra Linhart, e la Bambina del Sale, che tutti cercano e nessuno riesce a trovare, sono nate da questa revisione, sofferta e appagante come mai mi era successo finora.


D: L’ASPETTO POSITIVO E QUELLO NEGATIVO DELL' ESSERE UNO SCRITTORE? 

R: Vedo solo aspetti positivi: il desiderio di scrivere, come dicevo, è antico e assillante. Diventare scrittore – ovvero pubblicare, arrivare a lettori sconosciuti, togliere le storie dalla mia testa per metterle sulla pagina – è l’unica soluzione per non impazzire. Poi bisogna essere riconoscenti: L’angelo di Monaco e I demoni di Berlino mi hanno portato in giro per il mondo – ero a Madrid in ottobre, sarò a Parigi in aprile –, mi hanno aperto porte professionali che mai avrei pensato e soprattutto mi hanno fatto conoscere centinaia di lettori, scrittori e professionisti dell’editoria, arricchendo enormemente la mia vita. E siccome, come diceva Angelo Rizzoli, la fortuna non la si merita, ce la si può solo far perdonare, in Se esiste un perdono ho messo il doppio dell’impegno, e nel prossimo romanzo metterò il quadruplo.


D: DOVE TROVI L’ISPIRAZIONE PER I TUOI LIBRI?

R: Da un paio d’anni insegno scrittura alla Scuola Holden, e ai miei studenti, quando mi chiedono lo stesso, rispondo: da dove non trovo l’ispirazione per i miei libri? Il mondo è un carosello incessante di stimoli, spunti, storie, personaggi, troppi per poterli afferrare tutti. Non esiste la penuria, solo la sovrabbondanza. Basta sedersi un’ora su una panchina, come fece Georges Perec in un libro famoso, e osservare lo spettacolo gratuito della gente per riempirsi gli occhi e le tasche di idee. Poi i giornali, i libri, ma anche i social: notizie di attualità e storiche si avvicendano con una rapidità che toglierebbe il sonno al più attento dei reporter. Io scrivo thriller storici, basati su storie vere, e le storie vere sono infinite. Al momento ho appunti per una ventina di romanzi, e non passa giorno che qualcuno non mi segnali episodi interessanti che ignoravo. Uno scrittore non basta, ci vuole una factory!


D: HAI DELLE ABITUDINI PARTICOLARI DURANTE LA SCRITTURA?

R: Sono uno scrittore molto rapido, una volta che so cosa raccontare: in due ore scrivo un capitolo, in tre mesi completo la prima stesura. Ho però bisogno di astrarmi completamente dal mondo circostante mentre sono alla tastiera, per cui: buio, cuffie, colonna sonora composta ad hoc prima di iniziare (di solito un misto tra classica e pop). Con questi ingredienti posso lavorare ovunque, anche sul treno, anche in un sottoscala. E se qualcuno mi parla, rispondo con coerenza, salvo poi dimenticarmene all’istante.


D: UN LIBRO CHE NON TI STANCHERAI MAI DI RILEGGERE?

R: Il nome della rosa è il libro della vita, ma l’ho detto fin troppe volte, rischio di diventare noioso. Diciamo allora Fatherland di Robert Harris – il miglior thriller di sempre? – e Il senso di una fine di Julian Barnes – 150 pagine che si leggono in una sera e risuonano per anni. Sto del resto raggiungendo quell’età in cui, più che leggere, si rilegge, per cui torno quasi quotidianamente su Calvino, Follett, Houellebecq, Updike, in cerca di ispirazione o anche solo di compagnia. Consolazione.


D: PROGETTI PER IL FUTURO?

R: In letteratura, completare il ciclo dedicato al Commissario Sauer sotto il Nazismo (ho diverse avventure progettate prima di raggiungere la meta iniziale), poi scrivere quelle tre-quattro storie indipendenti che mi girano intorno da tempo (una compirà 23 anni a Pasqua). Fuori dalla letteratura, affinare il francese e imparare lo spagnolo; raggiungere un livello accettabile con il pianoforte; salire su un elicottero, su una mongolfiera, su un vulcano; vivere un anno a New York e uno a Barcellona. Per un po’ dovrei essere impegnato.


Desidero ringraziare Fabiano Massimi per aver risposto alle mie domande.

                In libreria dal 24 gennaio 2023 Longanesi


SINOSSI

«La storia dimenticata dello Schindler britannico. Un autore di grande successo in tutta Europa. Vincitore del Prix Polar 2022»

La chiamano la Bambina del Sale, perché tutte le sere, quando il buio allaga la città, puoi incontrarla all’imbocco di un vicolo che vende ai passanti sacchetti in tela azzurra con dentro una manciata di sale, introvabile da tempo. Nessuno a Praga conosce il suo nome. Nessuno sa come si procura quella preziosa merce. La Bambina compare dopo il tramonto e scompare prima dell’alba, senza dare confidenza a chi incontra. Una moneta, un sacchetto. Tutto qui.
È il 1938. Il furore nazista incombe sulla Cecoslovacchia e Hitler è alle soglie della città. La paura dilaga, soprattutto fra gli ebrei del Ghetto. Non c’è tempo, bisogna fuggire. Bisogna salvare i più deboli, come i bambini senza famiglia, come la Bambina del Sale. Un’impresa impossibile. Eppure c’è un uomo che ci crede, un inglese di origini ebraiche, Nicholas Winton, che tenta il miracolo: allestire treni diretti nel Regno Unito per mettere in salvo quanti più bambini possibile. Tra mille ostacoli logistici e politici, e con l’aiuto della giovane Petra che lo guida in una città a lui sconosciuta e colma di fascino, Winton sta per riuscire nel suo eroico intento. Ma la Bambina del Sale sembra non voglia farsi salvare. Perché quello sguardo sfuggente? Quale segreto nasconde?
In questo toccante romanzo, che racconta la vicenda vera e dimenticata di sir Nicholas Winton, tornata alla luce grazie a un commovente video della BBC dove l’uomo ottantenne incontra a sorpresa i “suoi” bambini ormai adulti, Fabiano Massimi ci accompagna in un viaggio fra storia e finzione, rischiarando una delle pagine più oscure del nostro passato con la luce della speranza.


COSA NE PENSO

Un romanzo che nasce da una storia vera, 
In cui l'autore mescola brillantemente personaggi realmente esistiti ad altri di fantasia.
Nel libro si parla di Nicholas Winton, eroe dimenticato che alla vigilia della Seconda guerra mondiale, aveva salvato 669 bambini praghesi dalle grinfie di Hitler.
Operando nella Praga occupata dai nazisti, a continuo rischio di essere arrestato, Winton porta avanti un progetto più ampio: vuole trovare famiglie britanniche che consentano almeno ai bambini di salvarsi, espatriando in Inghilterra. Il collaboratore di Winton a Praga Trevor Chadwick compila una lista di bambini pronti a partire. È l’inizio dei Kindertransport.I salvataggi si interrompono il 3 settembre 1939, quando il nono treno in partenza da Praga viene bloccato perché è scoppiata la guerra.
Non saranno gli unici a dirigere questa “missione impossibile”, saranno affiancati dall'economista britannica Doreen Warriner,la quale iniziò il suo lavoro a Praga come rappresentante del Comitato britannico per i rifugiati dalla Cecoslovacchia (BCRC). 
Tra i personaggi inventati dall'autore trovo bellissima la Bambina del Sale, un personaggio avvolto nel mistero, poiché compare all'improvviso tutte le sere, all'imbrunire, in un vicolo che vende ai passanti sacchetti in tela azzurra con dentro una manciata di sale, introvabile da tempo.
In conclusione,una narrazione incalzante sulla più grande operazione di salvataggio avvenuta nel secolo scorso. Riecheggia in queste pagine la stessa volontà che anima i volontari di oggi perché purtroppo quel “MAI PIÙ” che doveva essere il futuro è ancora il presente.
Consigliatissimo.Buona lettura!


Intervista e recensione a cura di C.L

© Photo by Yuma Martellanz


© Riproduzione riservata 

18 marzo 2023

INTERVISTA A SARA GAMBAZZA


Cari amici lettori,

L'ospite di questa nuova intervista è Sara Gambazza, nata a Parma e vive a Noceto, nella campagna parmense, con il marito, tre figli e quattro cani. Ci sono mani che odorano di buono è il suo primo romanzo edito Longanesi in commercio dal 10 gennaio 2023

D: CHI È SARA?

R: Una persona leggera, che porta con sé la bambina di piombo che è stata. E la culla, e non fa che dirle: “Hai visto? È facile adesso.”

D: RACCONTACI LA PRIMA EMOZIONE CHE HAI PROVATO QUANDO HAI VISTO PUBBLICATO IL TUO LIBRO?

R: Difficile definirla. La sensazione che ho provato è molto fisica, un prurito nella pancia impossibile da grattare, un solletico in punta di dita, il respiro che galleggia tanto in superficie da non espandere il petto. Un’emozione infantile, simile a quella che si avverte nello scartare il regalo di Natale, nel guardarlo, nel tenerlo tra le mani sentendolo tuo.

D: IN “CI SONO MANI CHE ODORANO DI BUONO”, LA PAROLA CHIAVE È LA SOLIDARIETÀ: «LA GENEROSITÀ È COME UNA COPERTA GRANDISSIMA: AGGIUNGI UN PEZZO E LEI SCALDA DI PIÙ» C’È FORSE UN MESSAGGIO IN SOTTOFONDO CHE DOBBIAMO ASSOLUTAMENTE PERCEPIRE DENTRO QUESTO LIBRO?

R: Credo fortemente nelle ‘mani tese’ e altrettanto nel saperle vedere e afferrare. Spesso bastano piccoli gesti per far scivolare le dita tra le dita, gesti che ognuno è in grado di compiere, riquadri di una coperta patchwork morbida e calda.
Il messaggio?
Un paio di mani in tasca non serve a nessuno, tendete le braccia senza pensarci troppo se ne avete l’occasione. E, se affondate nel fango fino alle ginocchia, siate pronti a stringere la presa.

D: QUANDO SCRIVI HAI GIÀ TUTTA LA STORIA IN MENTE O LA ELABORI STRADA FACENDO?

R: Conosco il punto di partenza e so con precisione dove voglio arrivare. Tutto ciò che mi porterà dalla scena iniziale all’ultima frase è piuttosto nebuloso. La nebbia si dirada scrivendo. Ascoltare i personaggi e vederli agire nella mia testa è quel che facevo da bambina: mi perdevo in storie immaginarie dettagliatissime, così vivide da confonderle coi ricordi. Ora rincorro l’immaginazione picchiettando sul tablet, ma il meccanismo è quello.

D: UNA SCENA DEL LIBRO CHE TI PIACE PARTICOLARMENTE?

R: Maurizio, personaggio marginale, grossolano e gentile, che consola Genny, sottile come i vetri delle finestre antiche, sbriciolata e incollata un milione di volte. Maurizio abbraccia Genny e lascia che lei pianga carezzandole le spalle. Come farebbe un buon padre, immagino. Ho riempito quella scena di tutta la tenerezza di cui sono capace.

D: UN LIBRO CHE HA AVUTO UNA GRANDE INFLUENZA NELLA TUA VITA?

R: Il primo libro letto da sola, Cipollino di Gianni Rodari. Lo conservo come una reliquia: le pagine hanno un profumo dolciastro, di carta che invecchia e pastelli, le immagini sono scolorite, ma potrei descriverle una per una con la minuziosità e l’amore che si riserva alle cose preziose. Leggere significa uscire dal casino del mondo ed entrare in una dimensione creata da altri, in cui i colori puoi deciderli tu. E puoi rimanere quanto vuoi, senza paura, sempre giusta. Questo sì, ha avuto grande influenza nella mia vita.

D: PROGETTI PER IL FUTURO?

R: Accudire figli (tre), cani (tre), asinelli (due). Lavorare. Leggere. Scrivere, sempre.


Ringrazio di cuore Sara per aver risposto alle mie domande.


              
                          



SINOSSI

Un pomeriggio d'inverno, freddo da spezzare le ossa, Bina si ritrova sola. Ha ottantatré anni e aspetta suo nipote al parco del Cinghio, un quartiere da cui è meglio tenersi alla larga ai margini di una cittadina perbene. Marta, che di anni ne ha venticinque, e che al Cinghio è cresciuta imparando che il mondo è storto e non lo si può aggiustare, la osserva dalla finestra: la vede farsi rigida su una panchina sfondata, il naso gocciolante, un berretto rosa calato sugli occhi spauriti. Decide di offrirle un tetto per la notte. Poi per la notte dopo e per quella dopo ancora. Marta finisce così per prendersi cura di Bina, e intorno a lei, a proteggere quaranta chili di ossa e grinze, si stringono gli abitanti dell'intera palazzina. Poche strade più in là, Fabio viene preso a pugni: ha sgarrato con la persona sbagliata ed è nei guai, grossi guai. Fabio è il nipote di Bina e, mentre Marta prepara il letto per la nonna, lui bussa alla porta di Genny, un'ex prostituta in grado di raccogliere i cocci altrui senza fare domande. Bina e Fabio vivono giorni sospesi, in un luogo duro e sconosciuto, nell'attesa che qualcosa accada. Qualcosa accadrà. E il destino rimescolerà il mazzo, distribuendo ai giocatori nuove carte. Quei giorni freddi si faranno via via più caldi dentro le palazzine di appartamenti rattoppati: tra coperte rimboccate, il rumore del caffè che sale nella moka, il profumo del sugo e una carezza sulla fronte, Marta, Bina, Fabio e Genny scopriranno che dietro ogni abbandono, nascosti sotto ogni solitudine, sopravvivono sempre la forza di amare e il bisogno di prendersi cura l'uno dell'altro.

COSA NE PENSO 

“Ci sono mani che odorano di buono” è un libro sulla rinascita di uomini e donne abbandonati a loro stessi e costretti a vivere in un quartiere degradato ai margini della società.
Tanti sono i protagonisti in questo romanzo.
A partire da Marta, una giovane donna,in cerca d'amore, dopo un infanzia travagliata e una adolescenza piena di dolore e solitudine. La sua vita cambierà grazie a Bina, una nonnina sola, che riuscirà a darle quell'affetto mancato. 
Benny ,l'amico d'infanzia di Marta, una presenza costante nella sua vita.
E poi, Ljuba, l'amica di tutti, una donna silenziosa dal cuore grande.
Fabio, il nipote scapestrato di Bina.Un personaggio contraddittorio,
autodistruttivo.
Genny, una donna dal passato turbolento, la quale riuscirà a ritrovare se stessa contando solo sulle proprie forze.
Maurizio e Anna, sono altri due personaggi altrettanto interessanti, seppur poco presenti all'interno della storia.
E per finire, Gianna, colei che affronta i propri demoni con inerzia, in un mondo tutto suo dove nessuno vi può entrare.
In conclusione, mi è piaciuta l’abilità di Sara Gambazza di creare personaggi e ambienti convincenti, è proprio questo l’aspetto interessante del libro. “Ci sono mani che odorano di buono”, è una storia toccante e incredibilmente capace di tramutarsi in memoria personale del lettore. Consigliatissimo! Buona lettura.


Intervista e recensione a cura di C.L


Ph by Basso Cannarasa


©Riproduzione riservata





26 dicembre 2022

RECENSIONE DEL LIBRO: “LE AVVENTURE DI DORCAS DENE” DI GEORGE ROBERT SIMS

Nelle librerie dal 24 febbraio 2022 edito IlPalindromo


NOTE SULL'AUTORE 

George Robert Sims, nasce a Londra, il 2 settembre 1847.
È stato un giornalista, poeta, commediografo e romanziere inglese che scrisse anche sotto lo pseudonimo di Dagonet. Molti suoi lavori, da quelli teatrali alle opere poetiche, furono adattati per il cinema. Muore a Londra, il 22 settembre 1922.

SINOSSI 

Negli anni in cui Conan Doyle, il principe dei giallisti, confeziona i racconti e i romanzi che avrebbero dato fama imperitura a Sherlock Holmes, George Robert Sims dà forma e soprattutto cervello a un suo alter ego femminile: Dorcas Dene, detective protagonista di diverse avventure nella Londra di fine Ottocento che ora possono essere apprezzate anche dai lettori italiani. Tra le prime donne-detective della storia della letteratura, nelle sue indagini Dorcas Dene è accompagnata da un assistente, Mr. Saxon, anziano drammaturgo con cui l'investigatrice ha stretto amicizia anni prima durante la sua breve carriera d'attrice: è sua la voce narrante che svela le argute intuizioni e i sorprendenti travestimenti della giovane detective. Pubblicate in Inghilterra nel 1897, stesso anno della costituzione della "Società Nazionale per il suffragio femminile" e nel pieno della stagione d'oro del giallo, Le avventure di Dorcas Dene sono qui proposte per la prima volta ai lettori italiani nella traduzione di Viviana Carpifave. Apre il volume una nota critica di Salvatore Ferlita.


COSA NE PENSO

Questo libro è stato una vera novità, per una come me che ama perdersi in storie elaborate dove l'autore spinge continuamente il lettore a porsi delle domande, su chi sia il colpevole.
È la prima volta che mi imbatto su Dorcas Dene. Un incontro del tutto casuale se così lo si può definire.
“Il caso è il miglior detective che si conosca" dice Dorcas Dene al suo assistente Mr. Saxon. Dal mio punto di vista lei è la migliore detective che si conosca e lo è per caso, visto che sulla scena del delitto è arrivata dritta dal teatro (faceva l'attrice), in un periodo storico in cui le donne non avevano alcuna voce in capitolo in situazioni gestite da soli uomini.
Alter Ego femminile del maestro indiscusso del mistero di tutti i tempi Sherlock Holmes. 
In alcune parti del testo si evince lo stretto legame tra i due.
Da Mr. Saxon, che inevitabilmente rimanda al celebre Mr. Watson.
In conclusione, Dorcas Dene è una donna acuta,abilissima nei travestimenti, dall'animo nobile sempre pronta a smascherare i cattivi della situazione con grande destrezza e parsimonia. Mrs.Dene vi piacerà!
Consigliatissimo. Buona lettura!

Recensione a cura di C.L

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