24 gennaio 2024

QUATTRO CHIACCHIERE CON FEDERICA BOSCO







Bentornati, cari lettori, in una nuova intervista. L' ospite di oggi è Federica Bosco nata a Milano nel 1971. All'età di 4 anni si trasferisce a Firenze. Dopo aver conseguito la maturità linguistica, si iscrive alla facoltà di giurisprudenza.
Ha al suo attivo una ricca produzione di romanzi e manuali di self-help. 
“Mi piaci da morire”, Newton Compton Editori, 2005, “Cercasi amore disperatamente”, Newton Compton Editori, 2006, “L'amore non fa per me", Newton Compton Editori, 2007, “101 modi per riconoscere il principe azzurro (senza dover baciare tutti i rospi)”, Newton Compton Editori, 2007, “L'amore mi perseguita”, Newton Compton Editori, 2008, “101 modi di dimenticare il tuo ex e trovarne subito un altro”, Newton Compton Editori, 2009, “S.O.S amore”, Newton Compton Editori, 2009 “Innamorata di un angelo”, Newton Compton Editori, 2011, “Il mio angelo segreto”, Newton Compton Editori, 2011,
“Un amore di angelo”, Newton Compton Editori, 2012 “Pazze di me”, Mondadori, 2012. Il 24 gennaio 2013 esce nelle sale il film omonimo tratto dal libro, per la regia di Fausto Brizzi, di cui la Bosco è co-sceneggiatrice insieme a Marco Martani.
“Non tutti gli uomini vengono per nuocere”, Mondadori, 2013, “SMS. Storie Mostruosamente Sbagliate”, Mondadori, 2014 ,“Il peso specifico dell'amore”, Mondadori, 2015, “Tutto quello che siamo”, Mondadori, 2015, “Dimenticare uno stronzo. Il metodo Detox in 3 settimane”, Mondadori, 2016, “Ci vediamo un giorno di questi”, Garzanti, 2017, “Mi dicevano che ero troppo sensibile. Per chi si sente sbagliato, un percorso per scoprire come tramutare l'ipersensibilità in una risorsa preziosa”, Vallardi, 2018, “Il nostro momento imperfetto”, Garzanti, 2018,
“Non perdiamoci di vista”, Garzanti, 2019,
“Un angelo per sempre”, Newton Compton Editori, 2020 ,“Non dimenticarlo mai”, Garzanti, 2021,“Dopo Narciso la primavera. Come uscire dal lungo inverno di una relazione tossica”, Vallardi, 2022,
“Volevamo prendere il cielo”, Garzanti, 2023, “Il mio gatto mi detesta. Il diario di Sir Thomas.” , Newton Compton Editori, 2023.


D. CHI È FEDERICA?

R. Se lo sapessi avrei evitato tutti quegli anni di analisi!
Sono una cinquantaduenne che scrive libri ormai da molto tempo, mestiere che ho scoperto tardi e che è stato la mia salvezza in quanto essendo emotiva, ipersensibile e tendenzialmente introversa, mi ha permesso di fare dei miei fantasmi la mia primaria fonte di sostentamento.
Non avessi cominciato a scrivere forse sarei ancora alla disperata ricerca di un posto qualunque nel mondo.


D. DA QUALE IDEA, SPUNTO, ESIGENZA O FONTE DI ISPIRAZIONE, NASCONO I TUOI ROMANZI?

R. Mi sono accorta, negli anni, di questa specie di magia che si compie ogni volta che comincio a scrivere un romanzo. 
Non sono io che penso alla storia, ma è lei che si manifesta appena è pronta per essere scritta. E appare così, come un pop up, una mattina qualunque, completa di tutto, dall’inizio alla fine e io non devo fare altro che sedermi e scriverla. 
Non la cerco. È lei che trova me. È lei che decide il momento giusto, quando ho digerito i dolori, capito, perdonato, rinunciato, accettato, e raggiunto quel sereno distacco dagli eventi tale da rendermi partecipe, ma non protagonista. 

 
D. TRA I LIBRI CHE HAI SCRITTO, QUAL È QUELLO A CUI SEI PIÙ AFFEZIONATA?

R. Senza dubbio la quadrilogia di “Innamorata di un angelo”. Una storia che è stata davvero frutto di un’ alchimia che ad oggi non riesco a spiegarmi. 
Ricordo che pensavo che mi sarebbe piaciuto scrivere una storia che univa le mie passioni; la danza, gli angeli e Londra e creare un crossover fra Saranno Famosi, Ghost e Juno.
Volevo una protagonista tosta, un’adolescente ironica e coraggiosa, con il sogno di danzare alla Royal Ballet, una madre single che fatica ad arrivare a fine mese, una migliore amica che è come una sorella, il grande amore inconfessato, e le risate, le speranze, i sogni e una disgrazia che porta via tutto come una mareggiata. Da lì la risalita dall’inferno con un dolore piantato nel petto, ma con la voce del suo grande amore in testa che come un angelo custode, la incoraggia, e la spinge a non arrendersi e andare avanti. 
Ne è nata una storia incredibile piena di colpi di scena, passione, dolore, speranza, amicizia, tenacia, ma soprattutto di un amore che non si arrende alla morte.
Questa storia è stata così amata dalle lettrici che in tantissime si sono tatuate frasi del libro.
Un altro romanzo che amo moltissimo è “Ci vediamo un giorno di questi”, la storia di due amiche Ludo e Cate diversissime e molto legate, una estroversa incasinata e piena di vita, l’altra timorosa, rigorosa e cauta, i cui ruoli si capovolgeranno completamente di fronte alle scelte del destino.


D. PARLACI DELLE INFLUENZE LETTERARIE CHE HAI AVUTO, DEGLI SCRITTORI CHE AMI.

R. Questa è la domanda che ogni volta mi mette in difficoltà perché mi sento subito in dovere di fare nomi eccellenti da Simone de Beauvoir ad Angela Davies per avere l’aria della vera scrittrice.
Magari fossi così coraggiosa e impegnata socialmente!
In Italia c’è un po’ quest’idea che se non tratti argomenti tremendamente gravi, non sei una scrittrice “seria”, quindi sei etichettata come superficiale, da ombrellone o “rosa”.
Più che di “influenze letterarie”, direi che mi piace leggere scrittrici ironiche, sfacciate, che non si prendono troppo sul serio, come Dolly Alderton, Miriam Toews, Veronica Raimo, ma anche più intense come Lisa Taddeo, Megan Nolan. 


D. HAI DELLE ABITUDINI PARTICOLARI DURANTE LA SCRITTURA?

R. Farò outing, ho un disturbo da deficit di attenzione e iperattività, diagnosticato due anni fa che mi ha fatto capire il perché io abbia sempre procrastinato fino all’ultimo minuto. So che nell’immaginario collettivo lo scrittore è un tipo tormentato, che si tortura per mesi o anni nel disperato tentativo di trovare l’idea geniale per scrivere il capolavoro, ma nel mio caso non è mai stato così: devo avere un programma serrato che non mi permetta di distrarmi o è la fine. Quando l’idea è pronta e comincio a scrivere, complice la scadenza prossima, devo essere metodica.
Lavoro dalle 8 alle 18 imponendomi di stare seduta tutto il giorno (seduta è un eufemismo perché mi alzo di continuo e ogni ricerca mi porta a perdermi nei meandri dell’internet!).
Per esempio nell’ultimo romanzo “Volevamo prendere il cielo”, ambientato in larga parte negli anni 90 fra la Verona bene e Parigi, spaziavo fra “dove vanno i ricchi in vacanza” a “abbigliamento anni ‘90” e mi perdevo letteralmente fra musica, zainetti, alta finanza, Martha’s Vineyard.. La mia cronologia di Google è degna di uno psicopatico.
Quindi su dieci ore il lavoro, la scrittura effettiva è di quattro, ma fa parte del mio processo creativo, è il mio modo di funzionare. 


D. C'È QUALCOS'ALTRO CHE VUOI AGGIUNGERE... CHE VORRESTI DIRE AI TUOI LETTORI?

R. Una cosa mi piacerebbe consigliare, di leggere piano, leggere nel silenzio, con lentezza, assaporando le parole, come fosse una degustazione. Viviamo un’epoca assurda, dove tutto deve essere consumato nel giro di minuti. Abbiamo bisogno di riappropriarci del tempo, pensare, riflettere, sentire.


D. PROGETTI PER IL FUTURO E SOGNI?

R. Il sogno è sempre quello di vedere i miei romanzi diventare film o serie.
Spero di riuscirci prima o poi.


Ringrazio Federica per la sua disponibilità nel rispondere alle mie domande.


©Photo by Luca Brunetti






Caterina Lucido

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18 gennaio 2024

RECENSIONE DEL LIBRO: “NATALE A LONGBOURN” DI KAREN AMINADRA


  


 Pubblicato il 6 dicembre 2023 per Vintage editore



NOTE SULL' AUTRICE

Karen Aminadra è un'autrice inglese che trascorre la maggior parte del tempo con la testa tra le nuvole. Vive principalmente nel mondo della sua scrittura dal quale occasionalmente si concede di uscire. Il suo amore per la lettura e il mondo immaginario a cui ha dato vita fin dall'infanzia l'hanno portata naturalmente a scrivere romanzi. Scrive gialli di ambientazione storica e fantasy. Ha viaggiato e vissuto in molti paesi, non solo nella sua immaginazione,e ha acquisito una visione dei personaggi e delle persone che traspare nel suo lavoro. 

SINOSSI

Mentre le loro sorelle, Jane, Lizzy e Lydia, si sono sposate e conducono delle vite agiate e felici, Kitty e Mary Bennett sono ancora nubili e vivono a Longbourn. Quindi, si ritrovano insieme e, accomunate dalla paura più grande di finire i loro giorni da nubili, iniziano a vedersi l’un l’altra sotto una luce completamente nuova. Con l’aiuto delle peggiori tempeste invernali che l’Inghilterra abbia mai visto, sono costrette a fare i conti con i propri difetti e ad affrontare la vita a testa alta, per paura che nulla possa mai cambiare per loro. Eppure, quest’anno, con l’aiuto della neve sempre più alta, trascorreranno il Natale più bello di tutti i tempi proprio a Longbourn!

COSA NE PENSO 

Da grande fan di Orgoglio e pregiudizio, all'inizio ero un po' titubante se leggere o meno “Natale a Longbourn”, perché avevo pensato che in mano altrui si sarebbe un po' persa l'atmosfera Austeniana.
Con mio grande stupore questo libro firmato da Karen Aminadra ha superato a pieni voti i miei dubbi iniziali.
La scrittrice è stata molto brava a mantenere lo stile impeccabile di Jane Austen
Questa volta la storia è stata incentrata su Kitty e Mary, le più giovani delle cinque sorelle Benett. 
Nel romanzo originale la Austen si dedicò anima e corpo principalmente su Lizzy,Jane e sulle loro rispettive storie d'amore con Mr.Darcy e Mr. Bingley. L'amatissimo Mr. Darcy comparirà anche questa volta insieme a tutti gli altri protagonisti,ma sarà un uomo diverso, più audace e decisamente disinvolto.
Il pregiudizio, l'amore e la riconoscenza
saranno i punti di forza di questa nuova avventura.
In conclusione, leggetelo, leggetelo, leggetelo! Buona lettura.


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05 gennaio 2024

RECENSIONE DEL LIBRO: UN NATALE DI SOLE E DI TEMPESTA DI ELIZABETH GASKELL





Pubblicato il 17 dicembre 2023 per Vintage editore



NOTE SULL’ AUTRICE

Elizabeth Cleghorn Gaskell nacque a Londra nel 1810, ma trascorse i suoi anni formativi nel Cheshire, a Stratford-upon-Avon e nel nord dell’Inghilterra. Nel 1832 sposò il reverendo William Gaskell, che divenne noto come ministro della Cappella Unitaria in Cross Street a Manchester. Oltre a condurre un’intensa vita domestica come moglie di un ministro e madre di quattro figlie, lavorava tra i poveri, viaggiava spesso e scriveva. Mary Barton (1848) fu il suo primo successo.

SINOSSI

Nella gelida atmosfera di un Natale vittoriano, una coppia di tipografi, Jenkins e Hogdson, dipendenti di due giornali concorrenti, insieme alle rispettive mogli, si trovano ad affrontare peripezie e vicissitudini che solo lo spirito delle feste saprà sanare.

COSA NE PENSO

Un Natale di sole e di tempesta” è una breve novella natalizia. Un racconto scritto con grande sensibilità.
A tratti malinconico,proprio per evocare il clima natalizio nell' Inghilterra dickensiana, dove ogni cosa sembra essere ormai perduta e non rimane altro che la speranza.
In conclusione, “Un Natale di sole e di tempesta”, ci insegna cos'è il perdono, e i benefici di quest'ultimo, e che le incomprensioni tuttavia si possono superare sempre.Un libro intelligente, che esalta la bellezza dei buoni sentimenti,  andrebbe letto non solo a Natale. Consigliato. Buona lettura!


Caterina Lucido

©Riproduzione riservata


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30 dicembre 2023

“.. CHIACCHIERATA CON ALESSANDRO MORBIDELLI”

Cari amici e care amiche,

Un altro anno volge al termine e sembra essere volato. Vi ringrazio di cuore per aver letto e condiviso le mie interviste.
L'ospite di questa nuova intervista è Alessandro Morbidelli. Alessandro nasce nel 1978 ad Ancona. È libero professionista e docente accademico. Ha pubblicato i romanzi Ogni cosa al posto giusto (Robin Editore), Storia nera di un naso rosso (Todaro) e Trenta cani e un bastardo (Todaro). Dal 2020 è presidente di giuria del Concorso Letterario Città di Grottammare per quanto riguarda la sezione Racconto Breve e direttore artistico del Festival Lacrima in Giallo (www.lacrimaingiallo.it) di Morro D’Alba in provincia di Ancona. 

D. ALESSANDRO, COM'È NATA LA TUA PASSIONE PER LA SCRITTURA?

R. Ero bambino, frequentavo la terza, forse la quarta elementare. In classe c’era una scatola di legno che conteneva quelle che la maestra chiamava “schede”, dei fogli volanti, su ognuno c’era scritto un racconto breve. La maestra si aspettava che durante la ricreazione ne prendessimo uno a testa e trascorressimo la pausa leggendo. In effetti fu così, ma solo dopo che nella scatola comparvero le “schede” scritte da me: racconti dell’orrore di cui tutti avevano paura ma che in molti non potevano fare a meno di leggere.

D. I FIGLI DEI CHIODI, COME È NATO?

R. È un romanzo che racconta e raccoglie molto di me e di quello che volevo. Volevo raccontare di infanzia tradita dagli adulti, di come anche l’amore verso i più piccoli possa essere pericoloso. Di come arrivi sempre, in un certo crocicchio della nostra vita, la possibilità di imboccare una via laterale e diventare qualcosa di diverso, qualcosa di terribile, e della resistenza che serve per non lasciarsi andare, per non diventare mostri, che a volte è la soluzione più facile. Volevo in qualche modo tenere viva la memoria di una bambina alla quale questo romanzo è dedicato, vittima del malaffare pugliese dei primi anni ’80: Palmina Martinelli. Il romanzo è a lei dedicato, non racconta assolutamente la sua storia, ma quella di cinque bambini, legati da una fortissima amicizia, molto diversi tra loro: due, fratello e sorella, sono figli di un capocosca, mentre tre sono figli di quelle famiglie che sono a servizio della mafia perché ne sono soggiogate. Tutto questo nella Puglia di fine anni ’80.

D. QUANTO TEMPO HAI IMPIEGATO PER LA REALIZZAZIONE DEL TUO ROMANZO?

R. C’è stata una densa fase di ricerca. Ho cercato di capire come funzionavano certe dinamiche locali del tempo attraverso un recupero giornalistico di notizie di cronaca. Ho poi respirato l’aria di quei luoghi, parlato con la gente che li vive e che li ha vissuti in quegli anni. Ho capito quanto sia diversa la mafia garganica da tutta quella strutturata e diffusa in Italia e nel mondo. Poi ho scritto immaginando le emozioni, facendomele scorrere dentro. Il processo mi ha portato via circa quattro anni. 

D. TRA I LIBRI CHE HAI SCRITTO, QUAL È QUELLO A CUI SEI PIÙ AFFEZIONATO?

R. “I figli dei chiodi” l’ho pubblicato con un editore storico, importante, Vallecchi Firenze. Mi ha dato modo, dopo la pubblicazione, di parlare di molti temi e mi ha portato a confrontarmi con persone e contesti molto diversi tra loro, capaci tutti di confermare quanto il romanzo abbia anche un valore sociale e politico, inteso nel senso più nobile della parola. Esperienze a parlare di mafia, ma anche di violenza di genere, di condizione della donna, di infanzia, ti fanno capire come da un libro possano nascere molte riflessioni. C’è una pubblicazione antecedente a questa, tuttavia, “Trenta cani e un bastardo”, per Todaro Editore, con cui ho sviscerato l’amore per i cani che mi caratterizza e che ha saputo toccare il cuore.

D. QUALI SONO GLI AUTORI O I LIBRI CHE HAI AMATO DI PIÙ O CHE MAGGIORMENTE TI HANNO INFLUENZATO?

R. Ogni libro letto, nel bene e nel male, mi ha insegnato qualcosa. L’opera narrativa che mi attrae ha a che fare con l’arte, per questo sono sempre molto cauto quando leggo di autori “artigiani della scrittura”. L’autore con cui ho scoperto il noir è stato Massimo Carlotto con i suoi romanzi dedicati all’Alligatore. Quello di cui ammiro la scrittura in maniera reverenziale è Cormac McCarthy.

D. SPESSO HANNO SCRITTO DEI TUOI LIBRI COME DI PUGNI NELLO STOMACO. SEI D’ACCORDO?

R. Credo che quando incontri la vita e ti viene voglia di parlarne in un romanzo, capiti molto di rado che ti metta a scrivere di qualcosa che non ti colpisca forte. La vita ti colpisce forte, e quando lo fa diventa l’oggetto da approfondire, da capire. Quello che non mi piace è la morbosità nei confronti della violenza: nessuno leggerà mai, nelle mie pagine, di cadaveri appesi o di gente fatta a pezzi. Rispetto la morte e cerco di raccontarla con parole efficaci, rispettose, non pruriginose. 

D. C'È QUALCOS'ALTRO CHE VORRESTI DIRE AI TUOI LETTORI?

R. Leggete e regalate libri. Fidatevi dei consigli dei librai che non vi consigliano solo i titoli delle grandi realtà editoriali. E poi siate sempre gentili.  

D. PROGETTI PER IL FUTURO E SOGNI?

R. Nel migliore dei mondi possibili per me, mi vedo aprire un ricovero per cani. Per i peggiori, per gli ultimi degli ultimi. Occuparmi di loro. Trovare Dio nei loro occhi.

Ringrazio Alessandro per la sua disponibilità nel rispondere alle mie domande.


SINOSSI

Cosimo e Mina, fratello e sorella, sono figli dei capi. Sergio, Carlino e la bellissima Rosa sono figli degli ultimi. Ognuno di loro possiede il chiodo, simbolo di affiliazione al clan e della violenza che vincolò Cristo alla Croce. Nel 1989, all'ombra delle faide mafiose, in una Puglia garganica ruvida e sanguigna, finisce l'estate e la loro infanzia. La brutalità adulta lacera per sempre l'innocenza e Cosimo, destinato a diventare re, sceglie la vendetta contro un nemico osceno e inesorabile, il Drago, il braccio destro di suo padre. Trent'anni dopo, a Milano, Cosimo è colui che decide il destino di molti, ed è pronto a sterminare una famiglia intera, simbolo vivente del suo più oscuro segreto. Ne fanno parte, tra gli altri, Sandra, madre tormentata e irrealizzata, incapace di fuggire dalla sua vita fatta di gabbie e di ossessioni, e suo figlio Giacomo, bambino silenzioso e sensibile, l'unico in grado di disinnescare la rabbia di Cosimo con l'ingenuità dei puri. Dopo Storia nera di un naso rosso, Alessandro Morbidelli torna con un romanzo di formazione sulla perdita dell'innocenza, sull'amore come motore principale delle vicende umane, sulla fuga come unica salvezza e sul prezzo da pagare per proteggere chi si ama.


In libreria e sugli store online dal 7 luglio 2023 Vallecchi



COSA NE PENSO

“I figli dei chiodi”è un libro di formazione non indifferente, perché narra in maniera chiara e netta cos'è il bene, e cos'è il male. Il male ha molte facce,Il bene ha una faccia sola, come lo stesso Alessandro Morbidelli ci spiega attraverso i suoi personaggi.
Giovani vite spezzate per sempre dalla brutalità e dalla violenza della malavita organizzata.
Un libro che va proposto nelle scuole per l'intensità e il valore che rappresenta, una realtà che tutt'oggi vive all'interno della nostra società.
In conclusione, “I figli dei chiodi”, non narra solo del destino di questi cinque bambini Cosimo,Mina,Rosa,Carlino,Sergio,ma ci sono altri personaggi complessi a loro modo per cui vale la pena leggerlo. Consigliato! Buona lettura


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14 dicembre 2023

“CHIACCHIERATA CON EUGENIA ROMANELLI ”





Ben tornati cari lettori!

L'ospite di questa nuova intervista è Eugenia Romanelli, giornalista, scrittrice e imprenditrice. È founder e direttrice della testata giornalistica ReWriters.it.Presidente dell'omonima Associazione Culturale, Direttrice Artistica del ReWriters fest. e CEO di ReWorld, startup innovativa femminile a vocazione sociale.
Ha diretto la versione italiana della rivista internazionale Time Out, ha fondato e diretto la testata digitale Bazarweb.info in collaborazione con RAI Eri e La Stampa (con cui nel 2008 ha vinto il premio DONNAèWEB del Premio Web Italia patrocinato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e dal Ministero per l’innovazione e le tecnologie per aver creato il miglior sito dell’anno), fondato e diretto il primo inserto culturale del Fatto Quotidiano e creato il canale Ansa Viaggi.
Per oltre vent’anni è stata docente a contratto tra Sapienza Università di Roma, LUISS Guido Carli, RUFA - Rome University of Fine Arts, Accademia nazionale d'arte drammatica Silvio D'Amico, Scuola di scienze Aziendali e Tecnologie Industriali Piero Baldesi, MICC-Università di Firenze e Centro Sperimentale di Fotografia Adams.
Tra le sue opere, saggi e romanzi: Nata con noi (Giunti, 2023), Il corpo della terra, la relazione negata (Castelvecchi, 2020), Mia (Castelvecchi, 2019), Web, social ed etica. Dove non arriva la privacy: come creare una cultura della riservatezza (ETS Edizioni, 2018), La donna senza nome (Castelvecchi, 2015), È scritto sul corpo (De Agostini, 2013), 2BX (De Agostini, 2012), Vie di fuga (Dino Audino, 2011), Tre punto zero (Dino Audino, 2011), Con te accanto (Rizzoli, 2009), Sfide da vincere (Giunti, 2008), Bazar Cultural brand: comunicare sempre (Rai Eri, 2007), Tecniche di comunicazione creativa: il metodo Bazar (Rai Eri, 2005), La traversata di Emma Costa Rubens (Marotta 2004), Vladimir Luxuria (Castelvecchi, 2002), Trop Model (Ed. Borelli 2001).  


D. EUGENIA CI PARLI DI LEI E DEL SUO INCONTRO CON LA SCRITTURA…

R. Volevo scrivere dalle scuole elementari, infatti conservo incorniciato, nel mio studio, il mio primo racconto, in seconda elementare, pubblicato nel giornale della scuola. Ho scritto tanto: tanti romanzi, saggi, curatele… Mi piace tanto quel patto di credibilità che si stringe tra autrice e lettrice (per una volta decliniamo tutto al femminile!) in un sublime non detto e che a me permette di creare mondi fantasiosi in cui le lettrici possono fare esperienze anche al di fuori della loro comfort zone.

D. HA DELLE ABITUDINI PARTICOLARI DURANTE LA SCRITTURA?

R. Scrivo ormai per mestiere, quindi è azione mirata, professionale, ben concordata con me stessa e definita precisamente all’interno di slot temporali definiti: altrimenti, visto che per me è attività fortemente connessa al piacere e al godimento, il rischio è divorare il tempo che invece occorre per lavorare e fare altre cose.

D. C'È QUALCHE ANEDDOTO PARTICOLARE DELLA SUA CARRIERA DI SCRITTRICE O GIORNALISTA CHE VUOLE CONDIVIDERE CON NOI?

R. Non mi vengono in mente aneddoti. Posso confidare però qualcosa forse di ovvio ma per me lo stesso molto intimo: affido ai personaggi dei miei romanzi verità su me stessa o segreti che diversamente non ho facilità a condividere. 

D. QUANTO TEMPO È STATO NECESSARIO PER LA REALIZZAZIONE DEL LIBRO “NATA CON NOI”?

R. Due mesi

D. QUANDO LEI E SUA MOGLIE RORY AVETE DECISO DI AVERE DEI FIGLI?

R. Nel cuore della piramide di Cheope. Eravamo sole, era un mese fuori stagione. Un’energia fortissima. Barbara, nostra figlia, ci ha chiamate. Infatti, tornate a Roma, abbiamo entrambe tatuato sul polso l’Ank, il simbolo della vita eterna, della fertilità.

D. PERCHÈ SECONDO LEI, C'È UN ACCANIMENTO VERSO LE FAMIGLIE OMOGENITORIALI? COSA SPAVENTA?

R. E’ la prima volta da quando esiste che la nostra specie può creare la vita in laboratorio. Fa paura questo. Serve un capro espiatorio per scaricare l’angoscia sociale. Le famiglie omogenitoriali sono perfette: sono solo il 2% delle coppie che chiedono aiuto alla scienza per diventare genitori (il 98% sono coppie eterosessuali), quindi molto poche, ma le sole evidenti.

D. PROGETTI PER IL FUTURO E SOGNI?

R. Quattro anni fa ho fondato rewriters.it, un movimento culturale che oggi ha raggiunto un milione di persone ed è in costante crescita: ha la missione di divulgare il suo manifesto etico e fare sostenibilità sociale. Si occupa insomma della felicità delle persone. Vorrei che diventasse la leva per fare lo scatto di cui abbiamo bisogno in termini di innovazione socioculturale. Dobbiamo illuminare questo buio medioevo che ci sta portando all’estinzione. 

Ringrazio Eugenia per la sua disponibilità nel rispondere alle mie domande.


Autori: Eugenia Romanelli, Rory Cappelli. 
       In commercio dal 11 maggio 2023 Giunti


Photo credit:Eva Tomei



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05 dicembre 2023

INTERVISTA A PAOLA MUSA


Cari amici lettori,

L'ospite di questa nuova intervista è Paola Musa.
Scrittrice, traduttrice, poetessa, vive a Roma. 
Ha ottenuto svariati riconoscimenti in ambito poetico. Collabora da anni con numerosi musicisti come paroliere. Ha firmato diverse canzoni per Nicky Nicolai insieme a Stefano Di Battista e Dario Rosciglione.
Ha composto le liriche per la commedia musicale Datemi tre caravelle (interpretata da Alessandro Preziosi, con musiche di Stefano Di Battista) e per La dodicesima notte di William Shakespeare (regia di Armando Pugliese, musica di Ludovico Einaudi). Nel 2008 ha pubblicato il suo primo romanzo, Condominio occidentale (Salerno Editrice), selezionato al Festival du premier roman de Chambéry e al “Premio Primo Romanzo Città di Cuneo”. Ha scritto con Tiziana Sensi la versione teatrale del suo romanzo d’esordio, portato in scena da attori vedenti e ipovedenti in importanti teatri romani, e al Festival internazionale Babel Fast di Târgovişte (Romania). Nel 2015 il libro è diventato un tv movie per Rai 1 con il titolo Una casa nel cuore e con protagonista Cristiana Capotondi. Nel giugno 2009 è uscito il romanzo Il terzo corpo dell’amore (Salerno Editrice) e nel marzo 2012 la sua prima raccolta di poesie Ore venti e trenta (Albeggi Edizioni). Per Arkadia Editore ha pubblicato i romanzi Quelli che restano (2014), Go Max Go (2016), L’ora meridiana (2019), La figlia di Shakespeare (2020), Nessuno sotto il letto (2021),  Umor vitreo (2023).



D. CHI È PAOLA?

R. A una domanda così apparentemente semplice non si può rispondere in poche righe, comunque ci provo. Fin da bambina ho cercato uno strumento per interpretare il mondo, sia esteriore che interiore. 
La lettura, e poi la scrittura, si sono rivelate nel tempo il modo a me più consono e naturale per definire ciò che sento. A nove anni già scrivevo le prime poesie e i primi racconti, ma non ho mai avuto ambizioni letterarie. Così, ho aspettato un pò, prima di pubblicare. Oggi ho all'attivo due sillogi pubblicate, diversi riconoscimenti in ambito poetico, otto romanzi (il più recente, Umor vitreo, è uscito nel giugno 2023 per Arkadia editore) ma mi sento ancora 'in cammino', alla ricerca di qualcosa.

D. CHE SENSAZIONE SI PROVA DOPO AVER SCRITTO UN LIBRO?

R. Scrivere un libro è un processo lungo. Il mio rapporto con la scrittura, nel tempo, è diventato sempre più esigente, soprattutto perchè mi occupo di indagare, attraverso i miei romanzi, la natura delle emozioni umane. Quando, dopo molte riletture, sento che il libro è pronto, provo un senso di liberazione. Anche di vuoto, finalmente.

D. DA QUALE IDEA, SPUNTO, ESIGENZA O FONTE DI ISPIRAZIONE, NASCONO I TUOI ROMANZI?

R. Ho scritto molto di tematiche sociali: carceri, lavori usuranti povertà, crisi economica, tra gli altri. Ma anche delle dinamiche sottili e spesso complesse che si vengono a creare nei rapporti familiari. Negli ultimi anni mi sto dedicando, in particolare, a un progetto ambizioso, dedicato ai vizi capitali. Il mio interesse per i vizi capitali nasce per caso, durante la stesura de L'Ora meridiana (2019). Da quel momento in poi ho deciso di dedicare il mio lavoro all'esplorazione di questi abiti del male in chiave narrativa. Esce così un anno dopo (2020) La figlia di Shakespeare (superbia), nel 2021 Nessuno sotto il letto (avarizia) e nel 2023 Umor vitreo (invidia), tutti libri pubblicati da Arkadia editore

D. HAI DELLE ABITUDINI PARTICOLARI DURANTE LA SCRITTURA?

R. Nessuna in particolare. Quando non riesco ad andare avanti, di solito esco e vado a camminare. Il movimento aiuta a mettere ordine ai pensieri, spesso le trame mi nascono spontanee lontano dal luogo in cui le metto per iscritto.

D. CON QUALI COLORI DESCRIVERESTI TUTTI I TUOI PERSONAGGI? 

R. Ah, non saprei. Forse la tavolozza dei colori non basta, quando si tratta di emozioni, dove le sfumature sono tante, troppe.

D. C'È QUALCOS'ALTRO CHE VUOI AGGIUNGERE... CHE VORRESTI DIRE AI TUOI LETTORI?

R. Chi mi ha già letto, sa quali sono le tematiche che mi stanno a cuore, e il modo serio con sui affronto la letteratura. A chi non mi conosce, auspico di arrivare, in qualche modo, prima o poi.

D. PROGETTI PER IL FUTURO E SOGNI?

R. Sto lavorando al prossimo romanzo, sempre sui vizi capitali, questa volta dedicato alla Lussuria. Sarà interessante capire se il tema avrà più presa degli altri. Sogni? Scrivere è già un sognare ad occhi aperti, è coltivare storie e mondi in cui altri, leggendo, possono tenerli vivi!


Ringrazio Paola per la sua disponibilità nel rispondere alle mie domande.



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23 novembre 2023

RECENSIONE DEL LIBRO: TUTTA LA VERITÀ, NIENT'ALTRO CHE UNA BUGIA DI ROBERTO EMANUELLI

In libreria e sugli store online dal 24 ottobre 2023 Sperling&Kupfer

NOTE SULL' AUTORE

Roberto Emanuelli, romano, ha iniziato a scrivere sul web curando un blog, per poi approdare alla pubblicazione con Rizzoli. Ha esordito con Davanti agli occhi (2016), un piccolo caso editoriale intorno al quale è nata un’appassionata comunità di lettori sui social. Ogni giorno le sue parole sono condivise da migliaia di follower. Nel 2017 esce sempre per Rizzoli E allora baciami, nel 2018 Buonanotte a te. Altre sue pubblicazioni: Tu, ma per sempre (DeA Planeta, 2019), Adesso lo sai (Sperling & Kupfer, 2020), Volevo dirti delle stelle (Sperling & Kupfer, 2021) e Tutta la verità, nient'altro che una bugia (Sperling & Kupfer, 2023).

SINOSSI

Niccolò non ha ancora quarant’anni, lavora in un negozio nel centro di Roma ed è un single di successo. La sua vita scorre tra appuntamenti ad alto tasso erotico, il calcetto del martedì sera e le uscite con gli amici del cuore, Patrizio e Giulio. Ormai è qualche anno che non si innamora davvero e comincia a chiedersi se non gli ricapiterà più, se il sesso senza complicazioni sia la soluzione perfetta per tenersi al riparo dalla sofferenza e dalla fatica di mettersi in gioco. Innamorarsi può farti volare, confida alla sua migliore amica Dafne, ma è facile precipitare. Se con gli amici le serate trascorrono all’insegna della leggerezza e delle battute, con lei, oltre alla passione per la Juventus che li lega, può accedere invece al mondo esclusivo e misterioso dei sentimenti femminili, confidandole in cambio, senza reticenze, quello che pensano davvero molti maschi sulle donne e sulle relazioni. Ma quando uno tsunami sconvolge la sua vita e lo costringe a guardare al futuro da una nuova prospettiva, si ritrova a fare i conti con tutte le sue certezze.

COSA NE PENSO

Ho letto questo libro nel giro di pochi giorni, l' ho trovato molto scorrevole.
All' inizio però non mi sentivo particolarmente coinvolta, perché la storia appariva “apparentemente” anonima priva di contenuti interessanti dal mio punto di vista.
A un tratto la svolta, Roberto Emanuelli cambia direzione,la storia assume contorni differenti,porta il protagonista Niccolò in un punto cruciale della sua vita. Inizia quella che io amo definire “sostanza”. Le emozioni prendono il sopravvento ed è fatta,la storia inizia a scorrere come un fiume in piena,e tutto inizia a prendere forma. Dire solo che si tratta di una bellissima storia adesso sarebbe veramente riduttivo. “Tutta la verità, nient'altro che una bugia” è un libro potente,di una dolcezza sconfinata, emozionante. In questo le lettrici converranno con me. 
In conclusione, Ve lo consiglio! Buona lettura 


Caterina Lucido

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