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INTERVISTA A EVELINA SANTANGELO AUTRICE DEL LIBRO: IL SENTIMENTO DEL MARE
D. EVELINA CI PARLI DI LEI E DEL SUO INCONTRO CON LA LETTERATURA…
R. Diciamo la verità. Io da piccola non ero una gran lettrice. Amavo I giochi scalmanati. Avevo bisogno di muovermi all'aria aperta. La lettura e la letteratura sono arrivate nella mia vita quando ho capito che volevo avere pensieri miei e mie parole per esprimerli, quando cioè ho sentito il bisogno di una libertà più grande.
D. DA QUALE IDEA, SPUNTO, ESIGENZA O FONTE DI ISPIRAZIONE, NASCE QUESTO SUO ROMANZO “ IL SENTIMENTO DEL MARE”?
R. Questo libro è nato da due tensioni. Da una parte, un sentimento di ribellione dinanzi alla crescente consapevolezza che il mio mare, il mar Mediterraneo, mare tra le terre (che storicamente unisce le sponde del sud Europa e del nord Africa) da tempo è ridotto a un immenso sudario dove si consuma una ecatombe. Così mi sono detta: ma ce lo vogliamo ricordare cosa è questo mare? e cosa è il mare in generale? Vogliamo tornare alla radice della legge del mare tanto evocata? Dall'altra, sono stata spinta al mare dal bisogno personale di tornare a un elemento che ha scandito la mia vita e che, per questo, potesse aiutarmi a ritrovare me stessa in un momento di perdita totale del senso della mia esistenza. Così ho scoperto come il mare cura, salva, accoglie la fragilità, e l'ho scoperto mettendo in relazione la mia esperienza con quella di altre persone: madri che hanno perso figli in mare, apneisti che calandosi negli abissi scendono nella propria interiorità, nuotatori che affrontano il mare in un corpo a corpo, donne e uomini che ci lavorano per sopravvivere o lo solcano per mettere alla prova se stessi...
D. QUANTO TEMPO È STATO NECESSARIO PER LA REALIZZAZIONE DEL LIBRO?
R. Mi ci sono voluti 3 anni per scrivere questo libro. È stato difficile trovare la strada delle parole. All'inizio ho sperimentato il mare, ho riscoperto la mia mediterraneità, ho ascoltato tante voci che in maniere diverse mi restituivano modi di stare nel mare e nella vita, poi ho trovato la prima frase del libro e non mi sono più fermata. Ci ho messo anni per trovare quell'incipit così semplice. Il resto è venuto da sé.
D. HA DELLE ABITUDINI PARTICOLARI DURANTE LA SCRITTURA?
R. Prima di cominciare un nuovo libro, quando sento che più o meno è arrivato il momento, prendo una pezzuola e pulisco i tasti, lo schermo, come per fare spazio alle nuove parole, ai nuovi pensieri, all'immaginazione. E quando scrivo, mi sveglio anche di notte per prendere appunti su qualsiasi supporto mi capiti sottomano.
D. UN LIBRO CHE HA AVUTO UNA GRANDE INFLUENZA NELLA SUA VITA?
R. Mah, sono tanti i libri che hanno segnato vari momenti della mia crescita spirituale e umana. Il ricordo più vivo di una lettura che mi è rimasta impressa risale ai miei 15 o 16 anni. Avevo una febbre fortissima che quasi non ragionavo e intanto leggevo «Il tamburo di latta» di Gunter Grass. Il malessere fisico si è andato a saldare al malessere esistenziale del nano Oscar calato nella Germania neonazista. Ho un ricordo esatto e indelebile di quei giorni a letto trascorsi a leggere al punto che non riesco più a separare il libro da quel momento della mia vita.
D.C'È QUALCOS'ALTRO CHE VUOLE AGGIUNGERE... CHE VORREBBE DIRE AI SUOI LETTORI?
R. Quel che vorrei dire a lettrici e lettori è semplicemente questo: non smettere di leggere i libri che vi appassionano. Leggere aiuta a essere persone libere.
D. PROGETTI PER IL FUTURO?
R. Ancora non ho un nuovo progetto. Scrivo articoli, brevi pezzi narrativi e intanto nutro un pensiero che non so ancora se diventerà un libro: penso a come posso immaginare e raccontare la fragilità.
Ringrazio Evelina per la sua disponibilità nel rispondere alle mie domande.
In libreria e sugli store online dal 23 maggio 2023 Einaudi
SINOSSI
Il mare, lo sa chi lo ama, è un sentimento. Ma anche un serbatoio di memoria, una possibilità, un tesoro, un pericolo. Il mare è di tutti. Nessuno può raccontarlo senza finirci dentro, senza perdersi anche nella fragilità. E così, in questo libro al calor bianco, le storie di uomini e donne che hanno sfidato, amato o subíto il mare s’intrecciano con quella di chi racconta, mettendosi a nudo. Al punto che qualsiasi etichetta – romanzo, memoir, reportage narrativo – diventa inutile: questo è un testo vertiginoso, che inventa se stesso pagina dopo pagina. «Anche il mio è un viaggio di ritorno attraverso il mare, di ritorno a quanto mi sembrava irrimediabilmente perduto: la passione per qualcosa che ci fa sentire vivi». Il mare trabocca di storie: viste da terra, cercate fra le onde o luccicanti sul fondale. Vicende e avventure che hanno sempre qualcosa di epico, mitico ed estremo. E a raccontare questo mare corale è la voce della scrittrice colta in un momento di deriva della propria esistenza. È lei, ferita e stremata come dopo un naufragio, che ne raccoglie le tante storie con un’angolazione calda, narrativa, quasi investigativa: l’ostinazione di Carmelo, che ha cercato di dare una nuova esistenza a un capodoglio ucciso dall’uomo ricomponendone lo scheletro per anni; le parole di due apneisti, Fausto e Gaetano, che ci trasmettono con una concretezza visionaria cosa significa «sentirsi tutt’uno con l’acqua, sentirsi pesce, mare...»; la mattanza finita con la morte di un ragazzo pieno di vita; le gesta di chi – come Donald Crowhurst nel 1968 – il mare lo ha voluto sfidare in barca a vela, in un giro del mondo senza scali che lo ha portato alla follia; le disavventure di quanti hanno rischiato la vita tra pirati e banditi, o fronteggiato tempeste che nemmeno il coltello che taglia la coda di drago è riuscito a domare; le donne di Lipari, instancabili, che negli anni Cinquanta hanno affrontato fatiche immani per strappare magre risorse alla terra e alle onde. Il Mediterraneo è il mare tra le terre, il mare delle civiltà, e insieme il mare della vergogna, il mare dei migranti. Sulla sua superficie affiora pian piano anche la vita della donna che scrive: l’infanzia scatenata tra campagna e rocce, la passione matta per uno zio pescatore, la crisi che sta vivendo ora, mentre racconta da sopravvissuta anche lei, e si immerge d’inverno nell’acqua gelida alla ricerca di qualcosa che assomigli alla più sfrenata vitalità, a una ridefinizione liquida di sé, forse. Tanto da poter dire: «Così adesso ho raccolto i miei venti favorevoli nel bicchiere di vino che sorseggio lentamente e sto in ascolto di quel che accade intorno e dentro di me…»
COSA NE PENSO
Poeti e scrittori di ogni epoca sono rimasti affascinati dal mare e dalle sensazioni che questa distesa infinita di acqua gli faceva provare.
In “Il sentimento del mare” Evelina Santangelo, racconta
Il mare con occhi diversi, con gli occhi di coloro che il mare lo vivono o che lo hanno vissuto sulla propria pelle, dalle madri e mogli dei pescatori, da quest'ultimi stessi, testimoni di una tradizione ormai, quasi perduta, per arrivare fino ai naufraghi che ogni giorno attraversano il Mediterraneo con la speranza di avere un futuro migliore in Europa.
In conclusione, libro scritto molto bene, capitoli brevi, ma suggestivi e incalzanti, alcuni episodi narrati ci colpiscono per la loro profondità e viene spontaneo porsi alcune domande sul valore del mare. Un continuo rimescolarsi di sentimenti veri e contrastanti verso ciò che rappresenta la vita stessa.
Consigliato! Buona lettura.
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20 settembre 2023
RECENSIONE DEL LIBRO: LE MEDUSE NON HANNO ORECCHIE DI ADÈLE ROSENFELD
08 settembre 2023
TRE LIBRI , UNA SOLA ANIMA : IL VIAGGIO DI BIANCA NELLA TRILOGIA DI CARMEN LATERZA.
NOTE SULL’AUTRICE
Carmen Laterza è nata e cresciuta a Pordenone, dove vive tuttora.
Laureata in Lettere (indirizzo musicologico) e diplomata in Pianoforte, ha lavorato per oltre vent’anni come editor e ghostwriter, firmando – dietro le quinte – una moltitudine di testi.
Conosciuta sui social come Libroza, si è dedicata alla divulgazione sulla Scrittura Creativa e sul Self Publishing.
Oggi pubblica esclusivamente i propri libri in maniera indipendente, con il marchio Libroza.
TRAMA COMPLETA DELLA TRILOGIA
La storia di Bianca attraversa oltre trent’anni della storia italiana, dall’imminenza della Seconda guerra mondiale agli anni del grande fermento sociale del dopoguerra.
Tutto inizia nel 1939, quando Bianca ha solo cinque anni e vive a Milano nella casa dei signori Colombo, dove sua madre Giovanna lavora come domestica. Accanto a lei c’è Maria, la nipote della cuoca Ida, amica inseparabile dei suoi giochi e delle sue fantasie.L’infanzia di Bianca è segnata dall’assenza del padre, che immagina come un eroe caduto in Africa, e dall’ombra sempre più vicina della guerra: i bombardamenti, il razionamento del cibo, la paura costante. Essendo ebrei, i signori Colombo parlano di fuggire dall’Italia, e proprio allora Giovanna decide di lasciare Milano e rifugiarsi in campagna dalla sorella. Una scelta dolorosa, carica di segreti e ferite mai rimarginate.
Gli anni passano e ritroviamo Bianca cresciuta, impegnata come cameriera a Pavia nella casa della signora Cattaneo.Nel tempo libero studia taglio e cucito, decisa a costruire una vita decorosa e indipendente.È proprio a Pavia che conosce Arturo, un giovane pieno di entusiasmo e di sogni. Il loro amore è semplice e luminoso: si sposano e partono per la Svizzera, dove trovano stabilità e nuove possibilità.Ma la vita non è mai lineare, e Bianca dovrà affrontare scelte difficili, silenzi dolorosi, e il peso dell’abbandono, che ritorna più volte nella sua esistenza.
Nel terzo e ultimo atto della trilogia, Bianca appare finalmente come una donna adulta, forte, determinata. Grazie all’eredità della signora Cattaneo, apre un laboratorio di pizzi e merletti, desiderosa di trasformarlo in una vera casa di moda.
Le difficoltà non mancano: giudizi, pregiudizi, ostacoli economici, e soprattutto le sue paure interiori.
A sostenerla c’è un gruppo di persone preziose: Ida, Maria, Giuseppe, Gabriella, Virginia, Leonardo… e Pietro, un contabile intelligente e discreto che diventa per Bianca un punto fermo, una presenza luminosa capace di farle riscoprire fiducia, serenità e il coraggio di aprirsi di nuovo alla vita.
Tra sfide, conquiste e rivelazioni, Bianca scopre che il destino spesso ci conduce più lontano di quanto immaginiamo, e che la felicità, quella vera, nasce dall’amore, dall’amicizia e dalla libertà di scegliere se stessi.
COSA NE PENSO
Questa trilogia è un viaggio potente, emozionante e profondamente umano.Carmen Laterza scrive con una cura raffinata, unendo precisione storica, sensibilità emotiva e una capacità straordinaria di far emergere l’anima dei suoi personaggi.Bianca è una protagonista che cresce sotto gli occhi del lettore: da bambina vivace e affettuosa a donna forte, coraggiosa, capace di affrontare la guerra, le separazioni, l’amore, la perdita e la rinascita.Il suo percorso è reso magnificamente, senza mai forzare i sentimenti, ma lasciandoli sbocciare nella loro autenticità.
Ho apprezzato moltissimo la capacità dell’autrice di dare voce ai momenti più intimi della protagonista:
- il dolore dell’abbandono, che segna la sua infanzia e riaffiora in età adulta.
- la delicatezza dei rapporti umani, in particolare il ruolo salvifico dell’amicizia
- la forza della rinascita, quando Bianca costruisce la sua attività e si apre a nuove possibilità e infine la presenza incantevole di Pietro, un personaggio che illumina l’ultimo volume e incarna una forma di amore matura, rispettosa, profonda.
Ogni volume aggiunge un tassello prezioso: il primo emoziona, il secondo commuove, il terzo completa e guarisce.La scrittura è scorrevole, gli ambienti sono descritti con cura, i personaggi hanno un’anima vera.Una trilogia che conquista il cuore e invita a riflettere su ciò che davvero conta:la famiglia che scegliamo, l’amicizia che ci salva, e il coraggio di diventare chi siamo destinati a essere.
Trilogia consigliatissima.Buona lettura!
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