RECENSIONE DEL LIBRO: PUNTO PIENO DI SIMONETTA AGNELLO HORNBY







NOTE SULL 'AUTRICE 

Simonetta Agnello Hornby vive dal 1972 a Londra, dove svolge la professione di avvocato ed è stata presidente per otto anni del Tribunale di Special Educational Needs and Disability. Il suo primo romanzo, La mennulara (la “raccoglitrice di mandorle”) - pubblicato da Feltrinelli nel 2002 e ripubblicato sempre da Feltrinelli nel 2019 -  è stato un vero e proprio caso letterario, è stato a lungo ai vertici delle classifiche ed è stato tradotto in molte lingue, ricevendo nel 2003 il Premio Letterario Forte Village. Nello stesso anno, ha vinto il Premio Stresa di Narrativa e il Premio Alassio 100 libri - Un autore per l'Europa, ed è stato finalista del Premio del Giovedì "Marisa Rusconi". Tra i suoi titoli più celebri ricordiamo: con Feltrinelli La zia marchesa (2004), Boccamurata (2007), Vento scomposto (2009), La monaca (2010), La cucina del buon gusto (con Maria Rosario Lazzati, 2012), Il veleno dell’oleandro (2013), Il male che si deve raccontare (con Marina Calloni, 2013), Via XX Settembre (2013), Caffè amaro (2016), Nessuno può volare (2017). Ha inoltre pubblicato: Camera oscura (Skira, 2010), Un filo d’olio (Sellerio, 2011), La pecora di Pasqua (con Chiara Agnello), La mia Londra (Giunti, 2017), Il pranzo di Mosè (Giunti, 2014), Siamo Palermo con Mimmo Cuticchio (Mondadori, 2019), Piano nobile (Feltrinelli, 2020) e Punto pieno (Feltrinelli, 2021).


SINOSSI

Andrea Sorci, in preda a un accesso di rabbia, uccide la sua domestica “continentale”. L’omicidio viene insabbiato dal figlio illegittimo del barone Sorci, il potentissimo Peppe Vallo, altrimenti noto come l’Americano. Rico, nipote di Andrea, che sa ma non parla, è un uomo tormentato, deluso dalla Sicilia ferita del dopoguerra: vive accanto a Rita, che ama e non può fare a meno di tradire. Eppure qualcosa si muove: tre donne, le zie che i Sorci hanno ribattezzato “le Tre Sagge”, fondano nella sagrestia della chiesa dei Santi Scalzi il Circolo del Punto Pieno, dove ricamano corredini, tovaglie, lenzuola, asciugamani. Dalla nobildonna alla monaca di casa, alla prostituta, in quel “tripudio febbrile delle dita” si dà forma a una sorta di adunanza femminile dove si discute, si commenta, ci si consola, si offre una speranza di cambiamento e si rammendano traumi sociali e famigliari. È una nuova sorellanza basata su una “separazione dal mondo fuori che solo le donne, quando sono insieme, riescono a creare e a difendere”. Intanto, però, l’uomo vola sulla Luna, gli studenti si ribellano. E la tensione positiva dei movimenti a cavallo fra gli anni sessanta e settanta si scontra con le contraddizioni dell’isola.


COSA NE PENSO 

Il ricamo è un’arte antichissima.Ago e filo, due semplici strumenti per un’arte pregiata: quella del ricamo a mano. Le mani di abili ricamatrici del Circolo del Punto pieno hanno dato origine ad autentici capolavori d’arte guidate all'inizio dalle"tre sagge" della famiglia dei  baroni Sorci. Donne "cumannere" forti, abituate ad uno stile di vita privilegiato sin dalla nascita, che decidono di coinvolgere anche le altre donne di casa Sorci .Tutte loro si amalgamano senza alcuna difficoltà con le altre donne di ceto inferiore le cosiddette "popolane", da prostitute, a donne dalla vita non facile, madri, ragazze,nessuna esclusa.
È questo lo spirito del romanzo nessuno è diverso.
Simonetta Agnello Hornby nel suo romanzo ne parla in maniera quasi metaforica accomunando a quest'arte le vite dei suoi protagonisti. Il ritmo è incalzante, i personaggi sono ben descritti.

 
"Siamo fragili,e siamo imperfetti.
Imperfetto è il mondo, non l'amore.
E noi ricamiamo,continuiamo a ricamare,
con amore."


La storia inizia dal 1955, dove ritroviamo Rita Sala sposata con Rico Sorci, lei figlia dell' indimenticabile Maria Marra, la protagonista dell'intrigante e passionale Caffè Amaro, il romanzo che diede il via a questa maestosa trilogia. 
Rita ormai è una donna adulta che affronta le difficoltà della vita coniugale a testa alta dimostrando a tutti il suo valore sia di donna che di madre.
C'è da dire che come in "Piano Nobile", anche qui vengono approfonditi un’infinità variopinta di argomenti, dove si evince uno stato inconsciamente malinconico dei vizi dell'uomo, dalla tossicodipendenza, all'omosessualità, fino al tradimento. 
In questo capitolo finale, l' autrice ha riportato alla memoria i tanti fatti di cronaca realmente accaduti e ogni volta lo fa con fermezza e amarezza soprattutto quando ricorda la Palermo degli anni del potere oscuro di Cosa Nostra, della strage di Capaci dove persero la vita il giudice antimafia Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli uomini della scorta Vito Schifani, Antonio Montinaro e Rocco Dicilio. 
Adoro la "penna" della Agnello Hornby da sempre, perché sa stabilire un equilibrio perfetto tra fantasia e realtà con accortezza e stile.
In conclusione, un libro disegnato sullo sfondo di una Sicilia vera e carnale motivo per cui vale davvero la pena di essere letto. Buona lettura!



Recensione a cura di C.L 


© Riproduzione Riservata  




Commenti