05 febbraio 2025

NEL LABIRINTO DI THE TURNGLASS: DIALOGO CON GARETH RUBIN.


Cari lettori,

Avete mai avuto la sensazione che il tempo non scorra in linea retta? Che ogni scelta, ogni dettaglio, possa riflettersi come in uno specchio antico, distorcendo la realtà? Oggi vi porto dentro The Turnglass – La Clessidra di Cristallo, un thriller raffinato e ingannevole firmato da Gareth Rubin.
Ho avuto il piacere di chiacchierare con l’autore, che ci racconta i retroscena del romanzo, la sua passione per la storia vittoriana e quel sottile brivido che solo certi misteri sanno dare.

Mettetevi comodi: qui si parla di tempo, illusioni e pagine che non si dimenticano.

Gareth Rubin, giornalista e scrittore, collabora con le maggiori testate inglesi. Il suo primo romanzo The Turnglass – La clessidra di cristallo (Longanesi 2023) ha riscosso un larghissimo successo di pubblico e di critica, in Italia e all’estero.


D. GARETH, COM'È NATA LA TUA PASSIONE PER LA SCRITTURA? 

R. In realtà ho studiato per fare l' attore; ma secondo mia mamma non ero molto bravo. Così ho iniziato a fare giornalismo perché era una vita interessante e differente. E da lì ho iniziato a scrivere testi di narrativa. Detesto il processo di scrittura – seduto al computer 9 ore al giorno – ma adoro scrivere “fine”.

D. QUANTO TEMPO IMPIEGHI SOLITAMENTE PER SCRIVERE UN LIBRO?

R. Circa un anno. Probabilmente sono nella media .Alcuni scrittori impiegano cinque mesi, altri cinque anni. Ho un mutuo da pagare :)

D. DA QUALE IDEA,SPUNTO, ESIGENZA O FONTE DI ISPIRAZIONE, È NATO IL TUO LIBRO “LA CLESSIDRA DI CRISTALLO”?

R . Non ho idea di come mi sia venuta in mente l'idea iniziale. Ricordo soltanto che mentre stavo cercando la storia da raccontare ho iniziato a cercare cose su questo genere di argomenti su Google ed ho trovato delle cose di cui ignoravo l'esistenza.
In realtà non ho dovuto fare molte ricerche storiche per questo libro perché questi sono periodi che conosciamo bene da altri libri/film ecc: la Londra vittoriana, Los Angeles degli anni '30.

D. QUANDO HAI SCRITTO IL TUO PRIMO LIBRO E QUANTI ANNI AVEVI? 

R. Ho scritto il mio primo romanzo circa 10 anni fa, quando avevo 38 anni. Non è stato pubblicato. Nemmeno il secondo. Il terzo è stato pubblicato. Se non fosse stato così, probabilmente avrei rinunciato. 

D. COSA TI PIACE FARE QUANDO NON SCRIVI? 

R Dormo.

D. DA BAMBINO, COSA VOLEVI FARE DA GRANDE?

R. Volevo essere uno stuntman. Non ho idea del perché. 

D. PROGETTI PER IL FUTURO?

R. Potrebbe esserci un seguito di "La clessidra di cristallo" in arrivo…

Desidero ringraziare Gareth per aver risposto alle mie domande.



Nelle librerie e sugli store online dal 5 settembre 2023 Longanesi


SINOSSI 

Inghilterra, 1881. «Turnglass House ha sempre avuto qualcosa di corrotto e maligno.» Questo è tutto ciò che il giovane medico Simeon Lee sa quando arriva a casa dello zio, il parroco Hawes, per curarlo. Una sola finestra illuminata, un orizzonte sospeso sul vuoto, una palude fangosa pronta a inghiottire i pochi che osano avventurarsi. Lo zio è convinto di essere stato avvelenato e i suoi sospetti ricadono su Florence, la cognata. Immobile, con addosso un abito di seta verde e un sorriso beffardo, Florence li fissa dalla cella di vetro in cui si trova segregata da quando, in un raptus di gelosia, ha ucciso il marito. Molti la considerano pazza, ma secondo Simeon è una figura tutta da decifrare. Come tutto da decifrare è il volumetto rosso che spicca nell'immensa biblioteca dello zio e che lei continua a indicargli. Un libro che racconta una vicenda ambientata nel futuro e che tuttavia potrebbe rivelare qualcosa sul presente. Un libro che parla di un'altra terra, la California, in un'altra epoca, il 1939, che pure ha tanti punti in comune con la storia di questa famiglia inglese. La storia di un uomo che indaga per scoprire cos'era accaduto alla madre, scomparsa vent'anni prima... California, 1939. Quella dello squattrinato Ken Kourian è una vita divisa tra provini cinematografici e lavoro in un giornale, finché incontra Oliver Tooke. Affascinante, mondano e insieme riservato, Oliver è un celebre scrittore figlio del governatore della California. Da qualche tempo appare incupito, e la pubblicazione del suo nuovo romanzo sembra angosciarlo. Una sera, arrivato a casa sua, Ken fa una scoperta sconcertante: lo trova riverso sulla scrivania, il collo lacerato da un proiettile, la pistola nella mano. La morte viene presto archiviata come suicidio, ma Ken non è convinto e decide di indagare. Le ricerche lo portano sulle tracce di una vecchia storia, quella del misterioso rapimento del fratello di Oliver e della scomparsa della madre. Una famiglia sfortunata. O forse, una famiglia che nasconde troppi segreti. Ken è convinto che per scoprire la verità dovrà decifrare gli indizi nascosti nell'ultimo libro dell'amico. 



Caterina Lucido

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04 febbraio 2025

RECENSIONE DEL LIBRO: “QUELLO CHE SO DI TE” DI NADIA TERRANOVA


In libreria e sugli store online dal 14 gennaio 2025 Guanda

NOTE SULL' AUTRICE 

Nadia Terranova è nata a Messina e vive a Roma. Ha pubblicato i romanzi Gli anni al contrario (2015, vincitore di numerosi premi tra cui il Bagutta Opera Prima, il Brancati e l’americano The Bridge Book Award), Addio fantasmi (2018, finalista al Premio Strega, Premio Alassio Centolibri) e Trema la notte (2022, Premio Elio Vittorini, Premio Internazionale del mare Piero Ottone). Collabora con le pagine culturali della Repubblica e della Stampa ed è la curatrice della rivista letteraria K edita da Linkiesta. È tradotta in tutto il mondo.

SINOSSI 

C’è una donna in questa storia che, di fronte alla figlia appena nata, ha una sola certezza: da ora non potrà mai più permettersi di impazzire. La follia nella sua famiglia non è solo un pensiero astratto ma ha un nome, e quel nome è Venera. Una bisnonna che ha sempre avuto un posto speciale nei suoi sogni. Ma chi era Venera? Qual è stato l’evento che l’ha portata a varcare la soglia del Mandalari, il manicomio di Messina, in un giorno di marzo? Per scoprirlo, è fondamentale interrogare la Mitologia Familiare, che però forse mente, forse sbaglia, trasfigura ogni episodio con dettagli inattendibili. Questa non è solo una storia di donne, ma anche di uomini. Di padri che hanno spalle larghe e braccia lunghe, buone per lanciare granate in guerra. Di padri che possono spaventarsi, fuggire, perdersi. Per raccontare le donne e gli uomini di questa famiglia, le loro cadute e il loro ostinato coraggio, non resta altro che accettare la sfida: non basta sognare il passato, bisogna andarselo a prendere. Ritornare a Messina, ritornare fra le mura dove Venera è stata internata e cercare un varco fra le memorie (o le bugie?) tramandate, fra l’invenzione e la realtà, fra i responsi della psichiatria e quelli dei racconti familiari.

COSA NE PENSO

Le mie prime sensazioni a caldo dopo aver terminato la lettura di questo romanzo sono tante, e tutte contrastanti e al contempo struggenti.
Quello che so di te, ci conduce in un binario sconosciuto,due linee parallele che si incontrano e poi si dividono, tra passato e presente.
Venera che dall' oltretomba vuole riscattarsi e chiede "aiuto"alla pronipote Nadia tra sogno e realtà, per se e per tutte quelle donne prima e dopo di lei che nascono, vivono,soffrono e amano allo stesso modo,“Io sono una come tante” sembra dire con fermezza e dignità, perché noi donne siamo madri ma soprattutto donne con un corpo e un anima, un aspetto spesso trascurato dal egoismo altrui.
Nadia Terranova, ne delinea i contorni rendendola reale la sua Venera, così reale che sentiamo le sue fragilità, il suo delirio , l'urlo straziante di un anima in pena, il corpo e la mente di una madre morta seppur non fisicamente insieme alla sua bambina ancora nel grembo. E lei, Giovanna spettro che si fa carne, sogno spezzato che non smette di vivere dentro lo stesso "pianeta" di sua madre.
Una donna può risorgere luminosa dalle proprie ceneri dopo aver incontrato la propria “morte” interiore un'esperienza intensa sia sul piano fisico che mentale.
Per un breve lasso di tempo, "Mussu cuciutu" muso cucito, così come viene nominata dalla sua famiglia Venera, diventa voce di tutte le altre donne, un tempo rinchiuse dentro i Manicomi e spesso abbandonate al loro tragico destino. 
La mente è assai pericolosa e può rivelarsi nostra nemica, un labirinto infido, persecutorio c'è chi si lascia trascinare in quel enorme vortice di paure ed inganni. 

«Se tutto quello che ami scomparisse, sapresti ancora chi sei?»

In conclusione, all'inizio prima ancora di addentrarmi dentro la storia di “Quello che so di te” mi ha colpita la frase scelta da Nadia di Virginia Woolf: «C'è,nella maternità,uno strano potere.»
Vero? Falso? Una frase ad effetto che dà il via ad uno dei romanzi più intensi della Terranova.
Adoro la sensibilità di Nadia, perché ci racconta a cuore aperto la sua esperienza personale di donna e madre, un libro di sorellanza,di supporto e di grande sensibilità.
Consigliatissimo. Buona lettura!


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01 febbraio 2025

FEBBRAIO, IL MESE DELL' AMORE: PAROLE ETERNE CHE ACCENDENDO I CUORI


C'è un mese, tra i dodici, che più di ogni altro sembra scritto con l’inchiostro dei sentimenti: febbraio. Breve, a volte gelido, ma pieno di attesa e di promesse. San Valentino, nel cuore di questo mese, ci ricorda che l’amore – in tutte le sue forme – è ancora la storia più bella da raccontare. Nel tempo, scrittori e poeti hanno provato a definire l'amore. Alcuni lo hanno cantato con dolcezza, altri lo hanno urlato con passione, altri ancora lo hanno vissuto come tormento o salvezza. Eppure, ogni parola che ci hanno lasciato ha contribuito a rendere questo sentimento universale e magico. Pablo Neruda, con i suoi versi intrisi di desiderio e nostalgia, scriveva: "Ti amo come si amano certe cose oscure, segretamente, tra l’ombra e l’anima." Un amore che si insinua nei silenzi, che si nutre di intimità e mistero. Emily Dickinson, nella sua apparente timidezza, ci ha regalato una verità profonda: "Che l’amore è tutto, è tutto ciò che sappiamo dell’amore." Poche parole, come un soffio, ma così dense da lasciare un’impronta eterna. E che dire di Victor Hugo, che nell’amore vedeva una rivoluzione del cuore? "La suprema felicità della vita è essere amati per quello che si è, o meglio, essere amati a dispetto di quello che si è." Anche la letteratura italiana ha reso omaggio all’amore. Dante, nel suo viaggio ultraterreno, ci ricorda che l'amore può essere guida e dannazione, ma soprattutto redenzione: "Amor, ch’al cor gentil ratto s’apprende…" E più vicino a noi, Cesare Pavese ci sussurra l’altra faccia dell’amore: l’attesa, la mancanza, l’illusione che si fa poesia. Febbraio ci invita a leggere (o rileggere) queste voci, a cercare nei libri quella scintilla che ci fa credere – ancora – nel potere trasformativo dell’amore. Che sia romantico, fraterno, nostalgico, idealizzato, l’amore che abita la letteratura ci aiuta a riconoscere quello che pulsa dentro di noi. E allora, in questo mese di cuori e parole, lasciamoci ispirare. Magari con un libro sul comodino, una poesia sottolineata, o una frase che ci ha fatto tremare il cuore. Perché in fondo, come scriveva Rainer Maria Rilke:

"L’amore consiste in questo: che due solitudini si proteggano, si tocchino, si salutino." 

Buon febbraio, e buona lettura con il cuore. 

Hai un autore del cuore che ti ha fatto innamorare dell’amore? Scrivilo nei commenti: il mese è corto, ma le emozioni no.

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30 gennaio 2025

“QUATTRO CHIACCHIERE CON ALESSANDRO PAGANI”


Cari lettori,

L'ospite di questa nuova intervista è Alessandro Pagani.
Alessandro è nato a Firenze nel 1964, dove vive e lavora presso l'Azienda Sanitaria.
Durante gli anni '80 ha partecipato al movimento underground fiorentino Pat Pat Recorder. Nel 1988 inizia un percorso come musicista con svariati gruppi tra cui Stropharia Merdaria, Parce Qu'Il Est Triste, Hypersonics (con cui ha partecipato ad Arezzo Wave nel 1990), Subterraneans, Malastrana e successivamente Valvola (assieme a Giuseppe Barone e Gianni Antonino, con i quali fonda l'etichetta discografica indipendente Shado Records attiva fino al 2007). 
Attualmente è batterista del gruppo rock EST? e ideatore della pagina ironica “Meme o non meme” su Facebook, nonchè autore di libri umoristici:
- in ordine di pubblicazione:
2015: "Le Domande improponibili" - libretto pubblicato in proprio
2016: "Perchè non cento?" - edito da AlterEgo e Augh edizioni
2018: "Io mi libro" - edito da Rue De La Fontaine (una frase del libro è apparsa sull'agenda Comix 2018/2019)
2019: "500 chicche di riso" - edito da Rue De La Fontaine 
2024: "I Punkinari" - edito da Nepturanus Editore

I suoi canali social








D. CHI È ALESSANDRO?

R. È  sempre difficile parlare di se quando contano i fatti piuttosto che le citazioni; In ogni caso mi descriverei un menestrello 'Punk' della parola, continuamente diviso tra letteratura e musica, immerso nell' arte stravagante della scrittura umoristica e appassionato di ritmi e suoni - che provengano da una batteria o da un sintetizzatore  - continuamente in cerca di novità e proiettato con le idee verso il futuro. L'immagine che più mi rappresenta potrebbe essere un caleidoscopio continuamente in movimento, l'alleato che invece mi porto sempre dietro è il sorriso,che nasce prima in me e che poi cerco di far scaturire negli altri.

D. TRE AGGETTIVI PER DEFINIRTI?

R. Brillante, Eclettico, Impulsivo.

D. QUANTO TEMPO E’ STATO NECESSARIO PER LA REALIZZAZIONE DEL LIBRO “I PUNKINARI”?

R. Abbastanza, prima di tutto perché far combaciare i tempi di tutti coloro che hanno partecipato alla realizzazione(Nepturanus Editore , Massimiliano Zatini, Matteo Cialdella, Antonio Mazzolli e Laura Venturi, oltre a Stefano Manca di Pino e gli Anticorpi che ha curato la prefazione) Non è stato semplice;in più riuscire a coordinare le immagini con le frasi ha richiesto attenzione e scrupolosità. Comunque , dall'inizio dell' idea,tolti i tempi tecnici,direi sei mesi circa. 

D. UN LIBRO CHE NON TI STANCHERAI MAI DI RILEGGERE?

R. I miei :-) ... A parte gli scherzi, mi piace sempre rileggere “Esercizi di stile” di Raymond Queneau,
"Novantanove versioni della stessa semplice storia  (Ciò che succede durante un tragitto tra i passeggeri su un autobus a Parigi) Rielaborate in stile letterario diverso, dall' anagramma alle metafore, dal sonetto ai linguaggi settoriali,dai cambi di lettere ai Tanka (Brevi componimenti Giapponesi). Questo libro dimostra quanto la fantasia si possa evolvere sino a raggiungere lo svago intelligente. Anche per me giocare con le parole è pratica stimolante e la lingua Italiana in questo si presta benissimo: Gag, doppi sensi, bisticci,cambi di lettera,paronimie, relativamente al lungo,al tempo e alle persone che lo/mi circondano ,sono il mio pane quotidiano. 

D. C'È QUALCHE ANEDDOTO PARTICOLARE DELLA TUA CARRIERA DI SCRITTORE O MUSICISTA CHE VUOI CONDIVIDERE CON NOI?

R. Poco tempo fa, durante un'intervista, a Conor Curley (Chitarrista dei Fontaines D.C.), è stato chiesto se avesse avuto una canzone Italiana preferita. Con sorpresa , soprattutto per i componenti del gruppo,la risposta è stata non una canzone singola, ma tutto tutto il disco dei Valvola, la mia ex band!Ha detto che in un piccolo negozio aveva scoperto per caso, incuriosito dalla copertina,il nostro album d'esordio “Teenagers filmed their own life” del 1997 e una volta a casa,dopo l'ascolto, l'aveva trovato un disco Psych Fenomenale,una cosa molto speciale... riguardo la scrittura, invece, vorrei ricordare la bellissima disamina del mio modo di scrivere di Giovannantonio Forabosco, membro dell' International society for Humour studies,del board of consulting editors di Humounor nonché componente dell' International Journal of Humour Research. Nella sua analisi di uno dei miei libri ha ricordato una delle frasi più riuscite: “Perché la morte ti fa bella? Perché la vita cessa”, trovandola citazionale,con distanza semantica e vicinanza di senso, oltre che gioco di decrittazione a base polisemica, elegantemente volgare e chicca di umorismo filosofico.

D. C'È QUALCOS'ALTRO CHE VUOI AGGIUNGERE... CHE VORRESTI DIRE AI TUOI LETTORI?

R. In questo momento d'incertezza nel mondo è importante che ognuno di noi allontani le negatività e si riavvicini a se stesso e gli altri. Per questo riuscire a Ri-scoprirsi leggeri può aiutare a sentire meno opprimente il peso delle cose, o perlomeno,a vederle da un altro punto di vista,meno faticoso e più costruttivo. Io mi ritengo un portatore sano di sorrisi, sarebbe bello lo fossimo un po' più tutti. 

D. PROGETTI PER IL FUTURO?

R. A fine aprile parteciperò assieme a Massimiliano Zatini al festival "Lucca città di carta” dove presenteremo “I Punkinari”. Inoltre , continua la continua la collaborazione con Nepturanus attraverso la collana “Chicche di riso” con i prossimi due libri,che sono già in lavorazione sul versante musica, inizierò la stesura del nuovo album di Puah (Piccola Unità Anti Hi-fi), il mio progetto elettronico che ha debuttato a febbraio 2024 con il disco"Due Acca Hho". Il nuovo album sarà strumentale ed avrà atmosfere più cinematiche.


Desidero ringraziare Alessandro per essere stato mio ospite.

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23 gennaio 2025

INTERVISTA A SASHA VASILYUK AUTRICE DEL LIBRO “IL VENTO È UN IMPOSTORE”


Cari lettori,

Bentrovati! L'ospite di questa nuova intervista è Sasha Vasilyuk
Sasha è cresciuta in Ucraina e Russia ma ora vive con la famiglia a San Francisco. È una giornalista e opinionista per le principali testate giornalistiche americane. I suoi articoli sono stati pubblicati, tra gli altri, sul «New York Times», su «Time» e sul «Telegraph». Ha conseguito due lauree e studiato italiano. Il suo primo romanzo, Il vento è un impostore, è ispirato alla storia del nonno, che è sopravvissuto alla Seconda guerra mondiale.


D. COSA TI HA ISPIRATO A SCRIVERE QUESTO LIBRO? 

R. Il romanzo è ispirato alla storia dei miei nonni, sopravvissuti alla seconda guerra mondiale. 
Il personaggio principale, Yefim, è  basato su mio nonno, un veterano di guerra ebreo che nascose la sua identità quando fu catturato in Germania e poi nascose la sua esperienza di sopravvivenza quando tornò in URSS. Abbiamo scoperto la verità su di lui solo dopo la sua morte, quando abbiamo trovato la sua lettera di confessione indirizzata al KGB. Apprendere la sua storia traumatica e il silenzio che deve averlo divorato per decenni mi ha fatto venire voglia di esplorare questa esperienza unica in forma romanzata.

D. PUOI CONDIVIDERE CON NOI UN MOMENTO DELLA TUA VITA PERSONALE CHE HA ISPIRATO UNA SCENA O UN PERSONAGGIO DEL LIBRO? 

R. Nel 2016, mentre andavo a trovare mia nonna di 92 anni nel Donbass, diventato zona di guerra, uscii con mio fratello , c'era la legge marziale, quindi dovevamo tornare a casa entro il coprifuoco per evitare di essere arrestati. Stavamo tornando indietro attraverso il centro di Donetsk.
All'improvviso ci fu un boato terrificante. Mi sono abbassata. 
Era il rumore dei bombardamenti alla periferia della città è stata la prima cosa che abbia mai vissuto da così vicino sulla guerra. Non mi sono mai spaventata così tanto in vita mia. Ho mantenuto quella paura per scrivere i due capitoli principali del libro sulla guerra.

D. DOVE HAI PRESO L'IDEA O LO SPUNTO PER IL TITOLO DEL TUO LIBRO?

R. Il titolo in inglese è “Your Presence Is Mandatory”,  fa riferimento alla convocazione del KGB. Mi piace quel titolo perché riassume cosa vuol dire vivere in un regime totalitario, dove non ti viene chiesto, ma detto. Il titolo in italiano, Il "Vento è un Impostore", ha un'atmosfera molto diversa, che adoro anche perché è poetico e va al centro del dilemma del personaggio principale di mantenere un segreto e sopravvivere contro ogni previsione.

D. COSA HAI SCOPERTO DI INTERESSANTE DURANTE LE TUE RICERCHE PER LA REALIZZAZIONE DEL TUO LIBRO?

R. La mia ricerca si è concentrata sul destino dei prigionieri di guerra sovietici, dei lavoritori (civili sovietici, spesso ragazze, deportati in Germania) e dei soldati ebrei. Ciò che mi ha sorpresa è stato quanto poco sapessi di questa parte della storia, nonostante abbia interessato oltre 9 milioni di persone. La ricerca mi ha fatto capire che mio nonno non era l’unico a nascondere il suo passato. La maggior parte di queste persone hanno trascorso tutta la vita senza parlare della guerra e hanno portato la loro storia nella tomba, come mio nonno, o hanno rivelato i loro segreti sul letto di morte. La sfida era tradurre quella cultura della segretezza e della vergogna per un pubblico occidentale al quale quella psicologia è del tutto estranea.

D. QUAL È STATO IL MOMENTO PIÙ SIGNIFICATIVO DURANTE IL PROCESSO DI SCRITTURA? 

R. La prima volta che ho letto una bozza e ho pensato: “Non è poi così male”.

D. QUANTE ORE AL GIORNO SCRIVI? 

R. Ho avuto due figli da quando ho iniziato a scrivere questo romanzo, quindi il mio programma non è mai stato molto prevedibile. Scrivevo quando potevo e le idee migliori di solito mi venivano mentre ero sotto la doccia.

D. QUALI SONO I TUOI PROGETTI PER IL FUTURO? 

R. Sto lavorando a un romanzo su una giovane donna idealista che ritorna nel suo paese nativo in Russia, dove è costretta a decidere fino a che punto è disposta a spingersi per rivendicare la sua identità.

Desidero ringraziare Sasha per aver risposto alle mie domande.

SINOSSI 

Si può costruire un'intera vita su una bugia? Yefim lo ha fatto. E lo rifarebbe mille volte, perché della sua vita non cambierebbe nulla. Ha una moglie che lo tiene ancora per mano. Dei figli orgogliosi delle loro radici. Dei nipoti che credono che il nonno sia un eroe, perché tornato dalla guerra. Eppure, Yefim si domanda cosa farebbero i suoi famigliari se sapessero del segreto che nasconde da anni. Un segreto celato in una valigia che ora, all'insaputa di tutti, Yefim sta bruciando perché non ne rimanga traccia. Nessuno deve conoscere la storia del giovane, pieno di sogni e speranze, costretto a indossare un'uniforme e combattere i nazisti. Nessuno deve sapere del filo spinato, della fame, del freddo. Soprattutto, nessuno deve sapere del giorno in cui ha dovuto compiere una scelta impossibile: fingere di non essere ebreo per sopravvivere. Quel giorno terribile in cui ha iniziato la sua esistenza controvento, rinnegando sé stesso. Una condizione da cui è scappato con un'altra bugia, pur di tornare a casa. Ma, adesso, è proprio in casa sua che questi segreti stanno per essere riportati alla luce. Yefim avverte nell'aria lo stesso odore di tempesta dei cieli solcati dagli aerei. Ma la storia non può essere cancellata dalle fiamme. Perché quei periodi bui devono essere raccontati, anche quando è difficile. Soltanto così i sommersi non saranno solo polvere portata dal vento. Un romanzo ispirato a una storia vera, che interroga il lettore su cosa voglia dire essere un «salvato», come spiegava Primo Levi. Un libro che racconta un aspetto poco noto della tragedia della Seconda guerra mondiale. In quel passato, ci sono le domande e le risposte che oggi, forse più che mai, non vanno dimenticate.

Nelle librerie e sugli store online dal 17 Settembre 2024 Garzanti


COSA NE PENSO

Il Vento è un impostore è un esordio significativo perché destinato a lasciare un segno indelebile nel lettore.
La penna di Sasha riesce ad emozionarci perché ci scuote interamente e internamente.
In conclusione, consiglio la lettura di questo libro non solo agli appassionati della storia del secondo conflitto mondiale, ma soprattutto a chi, non ha mai letto nulla al riguardo. 
E per finire desidero aggiungere una bellissima frase tratta dal brano, "La Storia" di Francesco De Gregorio che trovo perfetta per questo libro.

“La storia siamo noi, attenzione, nessuno si senta escluso” 


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14 gennaio 2025

RECENSIONE DEL LIBRO: JO&LAURIE DI MARGARET STOHL E MELISSA DE LA CRUZ

NOTE SULLE AUTRICI 

Margaret STOHL è un'autrice molto amata, soprattutto dai ragazzi. Ha scritto quindici romanzi e graphic novel. Ha contribuito a innumerevoli giochi e fumetti,tra cui Beautiful Creatures Widow e Forever Red duology.

Melissa de la Cruz è un autrice bestseller internazionale di molti libri acclamati dalla critica per lettori di tutte le età, famosa per la saga Streghe di East End e Sugar blu.


SINOSSI 

1869, Concord, Massachusetts. Dopo la pubblicazione del suo primo romanzo, Jo March è esterrefatta nel rendersi conto che la sua storia scritta tanto per guadagnare qualche soldo gode di una fama inaspettata e il suo editore e i suoi lettori chiedono a gran voce un seguito, ma non un seguito qualsiasi: il seguito giusto in cui tutte le piccole donne sono appagate, innamorate e felici. Per questo Jo è sotto pressione per scrivere il suo finale e Laurie la porta a New York per una settimana alla ricerca dell'ispirazione: musei, opere e persino una lettura pubblica di Charles Dickens in persona! Ma mentre Jo pensa a quello che sarà il destino dei suoi personaggi, Laurie ha in mente un finale ben preciso per sé e per la donna che ha scoperto di amare: una donna con un tale desiderio di indipendenza da non rendersi conto che la vera indipendenza viene da un cuore appagato.

In libreria e sugli store online dal 24 ottobre 2022 Vintage editore

COSA NE PENSO

D' un tratto, ci si chiede se Jo&Laurie, sia stato scritto dalla vera Louisa May Alcott, stesso stile e scrittura dell'autrice di “Piccole donne”.
Il romanzo si svolge attorno ai giorni liberi e semplici delle sorelle March, ma con un occhio attento verso quello che poteva essere il finale nel romanzo originale, si prosegue così sulle orme della Alcott, tra eventi, luoghi e personaggi che tutti noi abbiamo amato. E poi, new entry particolarmente convincenti che si sposano alla perfezione con i personaggi storici.
Questa volta, nell'immaginario di Margaret Stohl e Melissa De la Cruz, Jo prende il posto di
Louisa May Alcott ,infatti, è lei l'autrice di Piccole donne in questa nuova narrazione,Jo dovrà portare a compimento il sequel del romanzo sulle sue sorelle che l'ha resa famosa anche in Europa,un eccellente coup de théâtre.

«Donne indipendenti, tutte. Esempi di autodeterminazione, chiarezza morale e forza d'animo spirituale.»

In conclusione, anche questa volta, l' adorata Jo è  fuori dagli schemi,coraggiosa, anticonformista, solitaria sempre controvento.
Un libro rivoluzionario, delizioso. Ben fatto, sia il testo che le illustrazioni. Sono certa care amiche che amerete anche questo romanzo. Consigliatissimo.Buona lettura!

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03 gennaio 2025

BENVENUTO 2025 : TRA PAGINE NUOVE, PIOGGIA E PROMESSE LETTERARIE.

L’anno è appena cominciato e, come ogni gennaio, porto con me un mix di aspettative, desideri silenziosi e propositi che profumano d’inchiostro e sogni. Il 2025 si apre sotto il segno di una nuova stagione letteraria, pronta a svelarsi pagina dopo pagina, libro dopo libro. C’è qualcosa di magico nell’inverno. Le giornate lente, la pioggia che batte lieve sui vetri, il silenzio ovattato che avvolge ogni cosa: tutto sembra invitare al raccoglimento, alla riflessione, alla lettura. È questo il tempo ideale per rifugiarsi tra le pieghe di un romanzo, per riscoprire la calma e lasciarsi trasportare da una storia capace di riscaldare il cuore. Accanto a me, una coperta morbida, una tazza di tè fumante e una pila di libri che attende solo di essere esplorata. Quest’anno desidero lasciarmi sorprendere: leggere fuori dai confini del consueto, scoprire voci nuove, autrici dimenticate, parole capaci di illuminare le zone d’ombra. Voglio nutrirmi di storie potenti, leggere per capire, per sentire, per viaggiare anche quando resto ferma. La Finestra della Letteratura continuerà ad aprirsi su questi piccoli mondi di carta, condividendo con voi recensioni, riflessioni, interviste e incursioni nei dettagli più intimi della scrittura. Sarà un anno di incontri, di dialoghi, di bellezza cercata e trovata tra le righe. A chi passa da qui, auguro un anno gentile. Un anno che sappia sorprendervi, commuovervi, incuriosirvi. Un anno pieno di libri giusti al momento giusto. Che il 2025 sia, per tutti noi, una pioggia leggera di letture felici. 

Con gratitudine,

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