23 gennaio 2025

INTERVISTA A SASHA VASILYUK AUTRICE DEL LIBRO “IL VENTO È UN IMPOSTORE”


Cari lettori,

Bentrovati! L'ospite di questa nuova intervista è Sasha Vasilyuk
Sasha è cresciuta in Ucraina e Russia ma ora vive con la famiglia a San Francisco. È una giornalista e opinionista per le principali testate giornalistiche americane. I suoi articoli sono stati pubblicati, tra gli altri, sul «New York Times», su «Time» e sul «Telegraph». Ha conseguito due lauree e studiato italiano. Il suo primo romanzo, Il vento è un impostore, è ispirato alla storia del nonno, che è sopravvissuto alla Seconda guerra mondiale.


D. COSA TI HA ISPIRATO A SCRIVERE QUESTO LIBRO? 

R. Il romanzo è ispirato alla storia dei miei nonni, sopravvissuti alla seconda guerra mondiale. 
Il personaggio principale, Yefim, è  basato su mio nonno, un veterano di guerra ebreo che nascose la sua identità quando fu catturato in Germania e poi nascose la sua esperienza di sopravvivenza quando tornò in URSS. Abbiamo scoperto la verità su di lui solo dopo la sua morte, quando abbiamo trovato la sua lettera di confessione indirizzata al KGB. Apprendere la sua storia traumatica e il silenzio che deve averlo divorato per decenni mi ha fatto venire voglia di esplorare questa esperienza unica in forma romanzata.

D. PUOI CONDIVIDERE CON NOI UN MOMENTO DELLA TUA VITA PERSONALE CHE HA ISPIRATO UNA SCENA O UN PERSONAGGIO DEL LIBRO? 

R. Nel 2016, mentre andavo a trovare mia nonna di 92 anni nel Donbass, diventato zona di guerra, uscii con mio fratello , c'era la legge marziale, quindi dovevamo tornare a casa entro il coprifuoco per evitare di essere arrestati. Stavamo tornando indietro attraverso il centro di Donetsk.
All'improvviso ci fu un boato terrificante. Mi sono abbassata. 
Era il rumore dei bombardamenti alla periferia della città è stata la prima cosa che abbia mai vissuto da così vicino sulla guerra. Non mi sono mai spaventata così tanto in vita mia. Ho mantenuto quella paura per scrivere i due capitoli principali del libro sulla guerra.

D. DOVE HAI PRESO L'IDEA O LO SPUNTO PER IL TITOLO DEL TUO LIBRO?

R. Il titolo in inglese è “Your Presence Is Mandatory”,  fa riferimento alla convocazione del KGB. Mi piace quel titolo perché riassume cosa vuol dire vivere in un regime totalitario, dove non ti viene chiesto, ma detto. Il titolo in italiano, Il "Vento è un Impostore", ha un'atmosfera molto diversa, che adoro anche perché è poetico e va al centro del dilemma del personaggio principale di mantenere un segreto e sopravvivere contro ogni previsione.

D. COSA HAI SCOPERTO DI INTERESSANTE DURANTE LE TUE RICERCHE PER LA REALIZZAZIONE DEL TUO LIBRO?

R. La mia ricerca si è concentrata sul destino dei prigionieri di guerra sovietici, dei lavoritori (civili sovietici, spesso ragazze, deportati in Germania) e dei soldati ebrei. Ciò che mi ha sorpresa è stato quanto poco sapessi di questa parte della storia, nonostante abbia interessato oltre 9 milioni di persone. La ricerca mi ha fatto capire che mio nonno non era l’unico a nascondere il suo passato. La maggior parte di queste persone hanno trascorso tutta la vita senza parlare della guerra e hanno portato la loro storia nella tomba, come mio nonno, o hanno rivelato i loro segreti sul letto di morte. La sfida era tradurre quella cultura della segretezza e della vergogna per un pubblico occidentale al quale quella psicologia è del tutto estranea.

D. QUAL È STATO IL MOMENTO PIÙ SIGNIFICATIVO DURANTE IL PROCESSO DI SCRITTURA? 

R. La prima volta che ho letto una bozza e ho pensato: “Non è poi così male”.

D. QUANTE ORE AL GIORNO SCRIVI? 

R. Ho avuto due figli da quando ho iniziato a scrivere questo romanzo, quindi il mio programma non è mai stato molto prevedibile. Scrivevo quando potevo e le idee migliori di solito mi venivano mentre ero sotto la doccia.

D. QUALI SONO I TUOI PROGETTI PER IL FUTURO? 

R. Sto lavorando a un romanzo su una giovane donna idealista che ritorna nel suo paese nativo in Russia, dove è costretta a decidere fino a che punto è disposta a spingersi per rivendicare la sua identità.

Desidero ringraziare Sasha per aver risposto alle mie domande.

SINOSSI 

Si può costruire un'intera vita su una bugia? Yefim lo ha fatto. E lo rifarebbe mille volte, perché della sua vita non cambierebbe nulla. Ha una moglie che lo tiene ancora per mano. Dei figli orgogliosi delle loro radici. Dei nipoti che credono che il nonno sia un eroe, perché tornato dalla guerra. Eppure, Yefim si domanda cosa farebbero i suoi famigliari se sapessero del segreto che nasconde da anni. Un segreto celato in una valigia che ora, all'insaputa di tutti, Yefim sta bruciando perché non ne rimanga traccia. Nessuno deve conoscere la storia del giovane, pieno di sogni e speranze, costretto a indossare un'uniforme e combattere i nazisti. Nessuno deve sapere del filo spinato, della fame, del freddo. Soprattutto, nessuno deve sapere del giorno in cui ha dovuto compiere una scelta impossibile: fingere di non essere ebreo per sopravvivere. Quel giorno terribile in cui ha iniziato la sua esistenza controvento, rinnegando sé stesso. Una condizione da cui è scappato con un'altra bugia, pur di tornare a casa. Ma, adesso, è proprio in casa sua che questi segreti stanno per essere riportati alla luce. Yefim avverte nell'aria lo stesso odore di tempesta dei cieli solcati dagli aerei. Ma la storia non può essere cancellata dalle fiamme. Perché quei periodi bui devono essere raccontati, anche quando è difficile. Soltanto così i sommersi non saranno solo polvere portata dal vento. Un romanzo ispirato a una storia vera, che interroga il lettore su cosa voglia dire essere un «salvato», come spiegava Primo Levi. Un libro che racconta un aspetto poco noto della tragedia della Seconda guerra mondiale. In quel passato, ci sono le domande e le risposte che oggi, forse più che mai, non vanno dimenticate.

Nelle librerie e sugli store online dal 17 Settembre 2024 Garzanti


COSA NE PENSO

Il Vento è un impostore è un esordio significativo perché destinato a lasciare un segno indelebile nel lettore.
La penna di Sasha riesce ad emozionarci perché ci scuote interamente e internamente.
In conclusione, consiglio la lettura di questo libro non solo agli appassionati della storia del secondo conflitto mondiale, ma soprattutto a chi, non ha mai letto nulla al riguardo. 
E per finire desidero aggiungere una bellissima frase tratta dal brano, "La Storia" di Francesco De Gregorio che trovo perfetta per questo libro.

“La storia siamo noi, attenzione, nessuno si senta escluso” 


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14 gennaio 2025

RECENSIONE DEL LIBRO: JO&LAURIE DI MARGARET STOHL E MELISSA DE LA CRUZ

NOTE SULLE AUTRICI 

Margaret STOHL è un'autrice molto amata, soprattutto dai ragazzi. Ha scritto quindici romanzi e graphic novel. Ha contribuito a innumerevoli giochi e fumetti,tra cui Beautiful Creatures Widow e Forever Red duology.

Melissa de la Cruz è un autrice bestseller internazionale di molti libri acclamati dalla critica per lettori di tutte le età, famosa per la saga Streghe di East End e Sugar blu.


SINOSSI 

1869, Concord, Massachusetts. Dopo la pubblicazione del suo primo romanzo, Jo March è esterrefatta nel rendersi conto che la sua storia scritta tanto per guadagnare qualche soldo gode di una fama inaspettata e il suo editore e i suoi lettori chiedono a gran voce un seguito, ma non un seguito qualsiasi: il seguito giusto in cui tutte le piccole donne sono appagate, innamorate e felici. Per questo Jo è sotto pressione per scrivere il suo finale e Laurie la porta a New York per una settimana alla ricerca dell'ispirazione: musei, opere e persino una lettura pubblica di Charles Dickens in persona! Ma mentre Jo pensa a quello che sarà il destino dei suoi personaggi, Laurie ha in mente un finale ben preciso per sé e per la donna che ha scoperto di amare: una donna con un tale desiderio di indipendenza da non rendersi conto che la vera indipendenza viene da un cuore appagato.

In libreria e sugli store online dal 24 ottobre 2022 Vintage editore

COSA NE PENSO

D' un tratto, ci si chiede se Jo&Laurie, sia stato scritto dalla vera Louisa May Alcott, stesso stile e scrittura dell'autrice di “Piccole donne”.
Il romanzo si svolge attorno ai giorni liberi e semplici delle sorelle March, ma con un occhio attento verso quello che poteva essere il finale nel romanzo originale, si prosegue così sulle orme della Alcott, tra eventi, luoghi e personaggi che tutti noi abbiamo amato. E poi, new entry particolarmente convincenti che si sposano alla perfezione con i personaggi storici.
Questa volta, nell'immaginario di Margaret Stohl e Melissa De la Cruz, Jo prende il posto di
Louisa May Alcott ,infatti, è lei l'autrice di Piccole donne in questa nuova narrazione,Jo dovrà portare a compimento il sequel del romanzo sulle sue sorelle che l'ha resa famosa anche in Europa,un eccellente coup de théâtre.

«Donne indipendenti, tutte. Esempi di autodeterminazione, chiarezza morale e forza d'animo spirituale.»

In conclusione, anche questa volta, l' adorata Jo è  fuori dagli schemi,coraggiosa, anticonformista, solitaria sempre controvento.
Un libro rivoluzionario, delizioso. Ben fatto, sia il testo che le illustrazioni. Sono certa care amiche che amerete anche questo romanzo. Consigliatissimo.Buona lettura!

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03 gennaio 2025

BENVENUTO 2025 : TRA PAGINE NUOVE, PIOGGIA E PROMESSE LETTERARIE.

L’anno è appena cominciato e, come ogni gennaio, porto con me un mix di aspettative, desideri silenziosi e propositi che profumano d’inchiostro e sogni. Il 2025 si apre sotto il segno di una nuova stagione letteraria, pronta a svelarsi pagina dopo pagina, libro dopo libro. C’è qualcosa di magico nell’inverno. Le giornate lente, la pioggia che batte lieve sui vetri, il silenzio ovattato che avvolge ogni cosa: tutto sembra invitare al raccoglimento, alla riflessione, alla lettura. È questo il tempo ideale per rifugiarsi tra le pieghe di un romanzo, per riscoprire la calma e lasciarsi trasportare da una storia capace di riscaldare il cuore. Accanto a me, una coperta morbida, una tazza di tè fumante e una pila di libri che attende solo di essere esplorata. Quest’anno desidero lasciarmi sorprendere: leggere fuori dai confini del consueto, scoprire voci nuove, autrici dimenticate, parole capaci di illuminare le zone d’ombra. Voglio nutrirmi di storie potenti, leggere per capire, per sentire, per viaggiare anche quando resto ferma. La Finestra della Letteratura continuerà ad aprirsi su questi piccoli mondi di carta, condividendo con voi recensioni, riflessioni, interviste e incursioni nei dettagli più intimi della scrittura. Sarà un anno di incontri, di dialoghi, di bellezza cercata e trovata tra le righe. A chi passa da qui, auguro un anno gentile. Un anno che sappia sorprendervi, commuovervi, incuriosirvi. Un anno pieno di libri giusti al momento giusto. Che il 2025 sia, per tutti noi, una pioggia leggera di letture felici. 

Con gratitudine,

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30 dicembre 2024

“SARÀ LA MONTAGNA” IL NUOVO LIBRO DI LUCA SALTINI





Cari amici lettori,

L'ospite di oggi è Luca Saltini.
Nato a Milano vive a Lugano, dove lavora come responsabile dell’attività culturale della Biblioteca Cantonale. Ha scritto racconti per bambini e ha pubblicato Tattoo (Fernandel 2012); Il demolitore di camper (Fernandel 2013, da cui il film con Milena Vukotic co-sceneggiato dall’autore); Periferie (ADV 2015) e Una piccola fedeltà (Giunti 2018) Scrivimi dal confine (Piemme 2023).Il suo ultimo romanzo Sarà la montagna (Neri Pozza 2024).


D. CHI È LUCA SALTINI?

R. Sono una persona a cui piacciono molto i libri e gli incontri e faccio un lavoro che mi permette di fare esperienza di entrambe le cose. Infatti mi occupo delle attività culturali in una biblioteca e organizzo mostre, eventi, incontri. La passione per la scrittura è il filo rosso che lega tutto, perché mi dà quell’energia, quella voglia di scoprire e costruire che sta alla base di tutto quello che faccio. 

D. QUANDO HAI COMINCIATO A SCRIVERE E PERCHÉ? 

R. Fin da piccolo sentivo il desiderio di scrivere romanzi e pensavo che avrei voluto fare quello nella vita. Il primo romanzo che ho provato a scrivere era un fantasy e facevo credo la seconda media. Non sono riuscito ad andare oltre il primo capitolo, anche se l’idea di scrivere mi emozionava molto. Nonostante questa passione che sentivo, mi dicevo però che non avrei mai potuto vivere di libri. Forse sono stato un po’ troppo rinunciatario! Comunque ho certato di fare un percorso che mi aprisse delle possibilità di lavoro. Ho cominciato a fare ricerca storica perché mi piaceva, ma anche perché era un modo di scrivere a pagamento, fino a quando sono riuscito a ritagliarmi lo spazio per la narrativa.  

D. QUALI EMOZIONI PROVI QUANDO SCRIVI? 

R. Per me il processo della scrittura è fortemente emotivo. Credo che ci siano due categorie di scrittori, quelli di testa e quelli di pancia. Quelli di testa pianificano il libro, quelli di pancia, non sanno niente se non il tipo di scrittura che useranno e la prima immagine che li suggestiona. Quindi per me la sfida è trovare anzitutto questa voce. Nella narrativa, la scrittura è la storia. È la scrittura che crea il mondo del romanzo, dà il ritmo, l’immaginario, il punto di vista. La scrittura è l’elemento che dà all’autore il modo di guardare la vicenda di cui parla, che gli consente di stare davanti alle situazioni che racconta e di entrare dentro sé stesso per pescare significati e visioni che altrimenti non riuscirebbe a cavare fuori. Tutto questo accende un processo per cui l’autore in qualche modo partecipa delle vicende che racconta, le vive su sé stesso e ne fa esperienza. Se la scrittura è abbastanza forte, quell’emozione resta nella pagina e passa poi al lettore, il quale, a sua volta, fa esperienza di vita. Quindi per me la scrittura è rivelazione e possibilità di sperimentare situazioni e vite che altrimenti non potrei raggiungere. Dà emozioni diverse, ma ha anche un costo emotivo molto forte. 

D. IN QUALE  MOMENTO DELLA GIORNATA PREFERISCI SCRIVERE?

R. Non c’è un momento migliore. Dipende da quando ho il tempo per farlo in quella giornata. L’importante per me è la continuità, il fatto cioè che quando sento una storia possa ogni giorno aggiungere un tassello, anche piccolo, ma che tenga vivo il fuoco.  

D. DOVENDO RIASSUMERE IN POCHE RIGHE IL SENSO DEL TUO NUOVO ROMANZO, SARÀ LA MONTAGNA, COSA DIRESTI?

R. Il romanzo racconta la montagna nel suo significato di rifugio. Tradizionalmente la montagna aveva questo significato, la gente ci andava per fuggire dagli eserciti e dalle pestilenze. Oggi mi pare che questo significato torni con forza, perché ci si va per sfuggire a una società tecnologica troppo omologante e pervasiva che ci opprime. In questo senso, la montagna, con le sue piccole comunità, con ritmi di vita in armonia coi cicli di rigenerazione dei viventi, diventa un laboratorio per una società alternativa. Questo è il mondo che si racconta nel romanzo e la culla dove i personaggi trovano l’opportunità per essere felici.

D. QUALE È IL MESSAGGIO CHE VORRESTI TRASMETTERE AI LETTORI CHE HANNO LETTO O LEGGERANNO IL TUO ROMANZO? 

R. La natura possiede un’energia che ci trascende e che possiamo percepire tanto meglio quanto più ci liberiamo dalle barriere della nostra società che ci proteggono, ma ci limitano. I protagonisti del libro riescono a compiere il salto e per questo sono in grado di interpretare questi echi e di capire i messaggi della montagna.

D. QUALI SONO I TUOI PROGETTI PER IL FUTURO? 

R. Ho dei libri nel cassetto che spero possano presto trovare una strada editoriale.  

Desidero ringraziare Luca per aver risposto alle mie domande.

SINOSSI 

Nando è nato e cresciuto in montagna. Ha mosso i primi passi sui sentieri scoscesi che si inerpicano verso la cima e, anche quando è stato costretto a lavorare in un cantiere a fondovalle, ha sempre desiderato tornare a quel silenzio, all’ultima luce che accende il bosco la sera, al maso solitario che lo protegge dal rumore del mondo. Per questo, quando il milanese dice di aver sentito, in una notte di tempesta, il ruggito potente di un animale e il raspare cattivo delle sue unghie contro la porta, Nando non gli crede. Il milanese che ha lasciato un lavoro sicuro in città per andare a vivere con le vacche e a vangare l’orto non conosce le montagne, non sa di che cosa parla. Nessun animale è in grado di sradicare un larice, di far tremare una stalla. Quando però Silvia, una delle poche persone in grado di strappare Nando alla sua solitudine, gli confessa che anche lei ha sentito qualcosa e ha paura, lui si mette in cammino verso quel mistero. Parte di notte, solca il silenzio verde della boscaglia, attraversa la pura emozione dei luoghi intatti, vive la bellezza di una notte sotto il cielo stellato, di una radura dopo un inestricabile groviglio di rami. E rivede il passato con i suoi fantasmi, le ombre dei sogni che non ha potuto realizzare, l’amore che non ha avuto il coraggio di difendere. Al ritmo cadenzato del suo respiro, Nando troverà la strada verso ciò che minaccia il paese. Perché la montagna dà molto, tutto, a quelli come lui, ma sa quando è giunto il tempo di far pagare un prezzo.

Nelle librerie e sugli store online dal 27 settembre 2024 Neri Pozza


COSA NE PENSO 

Sarà la Montagna è un libro che ci trascina con sé lungo i sentieri e i pendii più tortuosi e tormentati della montagna, tra segreti a lungo taciuti e leggende tramandate dai vecchi abitanti del luogo.
Luca Saltini non ci fa dono soltanto di un romanzo ben congeniato, ma bensì di una lunga riflessione del rapporto tra uomo e natura. Questo suo romanzo, va accolto con la consapevolezza di quanto più vero esiste attorno a noi. La storia scorre perfettamente fino alla fine.
La storia ruota anche attorno al suo protagonista Nando. Un uomo dal cuore nodoso come le sue mani forti di gran lavoratore pronto a proteggere tutti gli abitanti dall' imminente catastrofe che minaccia l'intera vallata, ma soprattutto un uomo pronto a sacrificarsi per proteggere lei, Silvia. Niente spoiler, promesso!! 

«Il vento è come una persona che ti vuole parlare. Quello di valle è discreto, arriva adagio, simile a un amico quando risale il sentiero con passo regolare,lo scarpone schiaccia l'erba,il terreno assorbe il rumore. La sua voce non è fatta di parole,ma di sussurri e di odori. Li porta da lontano,per raccontare cosa succede sulla montagna.»


Ho apprezzato tutti i personaggi in particolar modo, ho cercato di cogliere in ognuno di loro gli aspetti più nascosti. Il mio personaggio preferito è Franz, un lupo solitario che si muove nel cuore pulsante del bosco ,un anima selvaggia dalla grande personalità, un personaggio che ho rivalutato verso il finale.
In conclusione, la morale di Sarà la montagna è che per vivere abbiamo bisogno di rispettare la natura alla quale dobbiamo molto e della quale  ci occupiamo molto poco.
Lettura consigliata! Buona lettura 

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16 dicembre 2024

RECENSIONE DEL LIBRO: “QUELLA VOLTA” DI GERRY SCOTTI




In libreria e sugli store online dal 29 ottobre 2024 Rizzoli


NOTE SULL' AUTORE 

Gerry Scotti è un conduttore televisivo, radiofonico, disc jockey ed ex politico italiano. All'anagrafe Virginio Scotti, inizia la sua carriera in ambito radiofonico, lavorando per Radio Deejay. Approda in seguito in televisione, grazie alla conduzione di quiz, varietà e talent show, e recitando spesso anche in sit-com o film TV. Ha sempre lavorato sui canali TV di Mediaset, azienda che lo considera un suo personaggio di punta e di spicco. Tra i programmi di maggior successo ricordiamo, Passaparola (1999) e Chi vuol essere milionario? (2000). Dal 2015 conduce il nuovo gioco a quiz per Canale 5 intitolato Caduta libera. È molto apprezzato anche come giudice di Tú sí que vales.
Nel 2023 esce per Rizzoli il suo libro, Che cosa vi siete persi. Segue nel 2024 Quella volta. Un viaggio nel passato di tutti noi.

SINOSSI 

Quanti ricordi si nascondono nelle pieghe della memoria? Momenti fugaci, emozioni intense, persone e oggetti che hanno lasciato un segno indelebile nel cuore, sono come piccoli frammenti di un puzzle che, messi insieme, compongono il mosaico della nostra vita. I ricordi sono un tesoro prezioso che portiamo con noi per tutta la vita. Tutti noi, infatti, ricordiamo con nostalgia le lunghe giornate estive dell’infanzia, i giochi all’aperto con gli amici, i primi giorni di scuola, l’emozione di ricevere un regalo, la paura del buio… E poi le prime infatuazioni, le amicizie profonde dell’adolescenza, ma anche le insicurezze, i dubbi, la ricerca di una propria identità. I primi lavori, le vacanze e i viaggi avventurosi, le notti insonni passate a studiare. E le delusioni, le difficoltà, le scelte difficili da affrontare. Con l’età adulta sono poi arrivati i momenti di riflessione, il bilancio di quanto abbiamo fatto e di quanto ci manca ancora da fare. Ricordiamo i successi professionali, le relazioni affettive, le gioie e i dolori della vita. Senza però dimenticare i rimpianti, le occasioni mancate, i sogni rimasti nel cassetto. Tutti questi attimi, legati nella nostra memoria ai grandi eventi della Storia, quelli che tutti ci ricordiamo, sono un tesoro prezioso che portiamo con noi per tutta la vita. Ci permettono di rivivere emozioni uniche, di imparare dagli errori del passato, di apprezzare il presente e di guardare al futuro con speranza. Sono un ponte tra il passato e il futuro. Un ponte che percorriamo, pagina dopo pagina, insieme con l’autore, divertendoci e commuovendoci di fronte ai suoi, ai nostri ricordi.

COSA NE PENSO 

Quella volta è un libro che ci permette di fare un viaggio tra i meandri della memoria collettiva, Gerry Scotti ha volutamente unito fatti personali a fatti di cronaca e che volente o nolente ci ricordiamo un po' tutti.
Ho apprezzato l'onestà intellettuale con cui il noto conduttore televisivo ha messo nero su bianco, per cui non viene fuori solo il Gerry della televisione il conduttore de La Ruota della Fortuna o di Chi vuol essere milionario? cito solo questi suoi due programmi di grande successo, perché non basterebbe una solo pagina per citare cinquant'anni di carriera prima radiofonica e poi televisiva ma l' uomo dalle umili origini che c'è l'ha fatta proprio grazie alla sua grande voglia di fare e che oggi un po' manca ai giovani di oggi.
Pagina dopo pagina, l' elemento principale che più di tutti prevale è la sua grande sensibilità.
In conclusione, grazie a questo libro abbiamo la possibilità di accrescere la nostra conoscenza sulla musica, e poi ci sono aneddoti molto simpatici, curiosità legate anche ai personaggi di spicco come il grande Mike Bongiorno. Una lettura piacevole,  soprattutto grazie all'uso di un linguaggio spigliato che arriva proprio a tutti. Grazie Gerry per averci regalato una biografia non artefatta ma genuina e scritta col cuore. Consigliato.Buona lettura!

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02 dicembre 2024

INTERVISTA AD ANTONIO CHIRICO

Cari amici,

L'ospite di questa nuova intervista è Antonio Chirico.
Antonio è avvocato e risiede a Lecce. Ha vissuto l'infanzia nel Brindisino. È al suo terzo romanzo. Risale al 2021 il suo primo libro, "Ramondo lo scudiero", ispirato alla figura realmente esistita di Raimondello Orsini del Balzo, risultato al primo posto nella classifica Amazon categorie "Commedie e drammi medievali" e "Narrativa storica medievale per ragazzi e adolescenti".


D. CHI È ANTONIO?

R. Antonio è un uomo qualunque che si è presentato sul palcoscenico del mondo cinquantasette anni fa e, prima o poi, tornerà da dove è venuto e la gente lo dimenticherà, così come Antonio, per sopravvivere e tirare avanti, si è messo alle spalle i molti volti e anime incontrati nel suo percorso e ora scomparsi, in primis quelli di suo padre, che comunque serba nel cuore. È un uomo che, da piccolo, aveva grandi sogni, era convinto che avrebbe rivoluzionato e raddrizzato il mondo, in fondo non pareva tanto difficile. Ora Antonio vive alla giornata, con sua moglie e il suo cagnolino. Se potesse, viaggerebbe sempre. Quando può, raddrizza qualche stortura facendo l’avvocato, ma è come lottare contro i mulini a vento.

D. COME E QUANDO NASCE LA TUA PASSIONE PER LA SCRITTURA?

R. Per la lettura, la passione è nata insieme con me. Da bambino tutte i cartelloni per strada e gli avvisi nelle sale d’attesa richiamavano la mia attenzione. La grammatica mi appassionava, avevo voti molto alti nelle materie umanistiche, i miei temi di italiano venivano letti in classe. Però poi ho scelto giurisprudenza e gli esami universitari erano esclusivamente orali. Sono tornato alla scrittura da avvocato, con gli atti giudiziari, perché un buon civilista deve saper scrivere, altrimenti non riuscirà a convincere il giudice. Sinceramente, appena dieci anni fa, se qualcuno mi avesse detto che oggi avrei scritto dei romanzi, lo avrei giudicato un pazzo. Poi, dopo, in un periodo della mia vita un po’ fosco - era deceduto mio padre, la testa era come una pentola a pressione, molti pensieri la affollavano - presi a riportare su una sorta di diario la mia vita, i miei amori giovanili e i dilemmi del presente. E lì mi accorsi che scrivere mi faceva bene, quei tormenti, una volta scaricati sulla pagina scritta, non mi appartenevano più, erano come di un altro, me ne ero liberato. È così che ho cominciato a scrivere. Consiglio a tutti di farlo: è terapeutico.

D. DOVENDO RIASSUMERE IN POCHE RIGHE IL SENSO DEL TUO NUOVO LIBRO “NON AVRAI ALTRA DONNA ALL' INFUORI DI ME”, COSA DIRESTI?

R. … Che siamo tutti di passaggio, e che tanto odio non ha senso. La famiglia di cui narro era la più in vista del borgo, ma è stata corrosa dal seme dell’odio, che ne ha causato praticamente la disintegrazione.

D. UNA SCENA DEL LIBRO CHE TI PIACE PARTICOLARMENTE?

R. La parte finale, con i dubbi che tormentano da anziano il giudice istruttore, dal cui punto di vista la storia viene raccontata, compresa la poesia di chiusura, che non è mia, bensì di uno dei personaggi reali del libro, che è stato un noto poeta locale. Ma non posso aggiungere altro per non svelare la conclusione del giallo.  

D. A QUALE SCRITTORE TI SENTI PIÙ VICINO PER GENERE O SCRITTURA?

R. Posso dire quali scrittori amo particolarmente: Italo Svevo più di tutti, ma anche Tomasi di Lampedusa, Pavese, Hemingway, Gabriel Garcia Marquez, Zafon, Steinback, Bernard Cornwell per gli storici d’avventura, il nostro Faletti per i gialli. Ma non saprei a quale io assomigli, penso a nessuno di loro, parliamo di giganti della letteratura…

D. QUAL È IL MESSAGGIO CHE VORRESTI TRASMETTERE AI LETTORI CHE HANNO LETTO O LEGGERANNO IL TUO LIBRO?

R. Un messaggio di elasticità e tolleranza, in tempi in cui i femminicidi sono all’ordine del giorno: ammazzare il partner, uomo o donna che sia, non è mai la soluzione, non colma il vuoto, semmai lo amplifica. Inoltre, nel mio libro, in mezzo a tante miserie umane, vince il figlio non riconosciuto, colui che ha sofferto più di tutti e che partiva svantaggiato rispetto agli altri: la pietra scartata dai costruttori è diventata testata d’angolo, mi pare un ottimo messaggio. Biblico, direi, come il titolo del libro.

D. PROGETTI PER IL FUTURO?

R. Questo romanzo è appena uscito. Un’amica, quando ho pubblicato “Ramondo lo scudiero”, per convincermi a superare la ritrosia a sottopormi alle presentazioni in pubblico, mi ha detto: “Un libro è come un figlio. Una volta che lo hai messo al mondo, lo devi accompagnare fino a che non è in grado di camminare sulle sue gambe”. Ecco, la mia attenzione adesso è tutta concentrata nella promozione del nuovo romanzo e, tra l’altro, di pari passo devo portare avanti il lavoro, da cui traggo il mio sostentamento. Verrà il tempo per pensare ad altri progetti, ma ora è prematuro. Ce n’è uno, sempre di quest’anno, che è stato ritirato dal mercato subito dopo la pubblicazione e non per volontà mia o dell'editore, ma per fattori esterni: un obiettivo più immediato potrebbe essere riuscire a farlo rimettere in vendita. È un libro di impegno e denuncia estremamente attuale e leggerlo potrebbe essere utile a molte famiglie che vivono determinate situazioni.

Ringrazio Antonio per essere stato mio ospite


Nelle librerie e sugli store online dal 2 settembre 2024 Readaction


SINOSSI 

1923. C’era stata l’esplosione di tre colpi di rivoltella alla chiusura della farmacia D’Andria. Il morto prima di perdere i sensi era riuscito a ripetere più volte: «i miei cugini mi hanno ucciso.» Venti minuti dopo si era proceduto a un arresto. Due contadini, infatti, si erano imbattuti in uno strano figuro, che procedeva strisciando lungo i muri delle case. Uno dei due era rimasto a sorvegliarlo, mentre l’altro era corso ad avvertire le forze dell’ordine. Quando un carabiniere era giunto sul posto aveva appurato che si trattava di una donna travestita da uom Il giudice istruttore Francesco Giove giunse a Torre Santa Susanna convinto che avrebbe sbrogliato facilmente la matassa. Non sapeva che ne sarebbe rimasto irresolubilmente imbrigliato. 

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29 novembre 2024

RECENSIONE DEL LIBRO: “LA BALLATA DEI PADRI INFEDELI” DI ROSA TERUZZI


In libreria e sugli store online dal 23 aprile 2024 Sonzogno

NOTE SULL' AUTRICE 

Rosa Teruzzi classe 1965, vive e lavora a Milano. Esperta di cronaca nera, è caporedattore della trasmissione televisiva Quarto grado (Retequattro). Oltre ai libri della serie I delitti del casello, editi da Sonzogno, ha pubblicato diversi racconti e tre romanzi. Per scrivere si ritira sul lago di Como, in un vecchio casello ferroviario dove colleziona libri gialli.

SINOSSI 

Tornata dalla prima vacanza con Gabriele, nella Milano grigia di fine ottobre, Libera è in preda a un turbine di emozioni: se da un lato l’attrazione che prova per lui è innegabile, dall’altro è in crisi per le avance di Furio e per via della richiesta del commissario di appendere le indagini al chiodo – specie adesso che è così vicina a scovare il Gatto con gli Stivali, all’anagrafe Diego Capistrano, il rapinatore mascherato che potrebbe essere suo padre. Nonostante le incertezze, Libera decide di dare comunque la caccia al latitante – affiancata dalla madre Iole e dalla Smilza, le socie di sempre –, ancora più determinata a far venire a galla la verità. È così che le Miss Marple del Giambellino scoprono che l’uomo è rientrato in città, e che sta portando avanti un’indagine privata: Hamma, il padre del suo protetto, è scomparso dopo una rissa con un gruppo di peruviani, lasciandosi dietro una scia di sangue. Era uno spacciatore, e tutto fa pensare a una resa dei conti tra bande rivali; ma il suo corpo non è mai stato ritrovato, e Capistrano e le donne della famiglia Cairati sono decisi a vederci chiaro: finiranno per unire le forze, svelando segreti che avranno conseguenze insidiose e taglienti come spine.


COSA NE PENSO 

La ballata dei padri infedeli è un libro delizioso, a tratti ironico, un giallo fuori dagli schemi tradizionali, non manca davvero nulla, tanti i colpi di scena.
La bellezza di questo libro risiede nel farsi leggere tutto d'un fiato senza mai stancare il lettore.
Un giallo con un pizzico di ilarità che non guasta affatto, rendono le indagini delle “Miss Marple del Giambellino” davvero stimolanti.
Adorabile Iole, avanguardista emancipata da sempre, madre eccentrica di Libera. 
Libera è l'esatto opposto di sua madre per natura. Lei è una donna e madre consapevole di sé , sebbene la paura di lasciarsi andare in amore, nuoccia sulle sue scelte. 
A metà lettura ci si comincia a chiedere, se riuscirà mai a trovare la strada per la felicità? I presupposti farebbero ben sperare, pur tuttavia tutte le ipotesi rimangono aperte.

«Lasciar andare non è proprio semplice e non lo è nemmeno rinunciare alle proprie aspettative.»

In linea di massima ho apprezzato molto anche tutti gli altri personaggi narrati.
Una grande storia di emancipazione, amicizia e sorellanza. 
In conclusione, La ballata dei padri infedeli si rivela una lettura piacevole,una scrittura che ti cattura e che mette d'accordo proprio tutti. Consigliato. Buona lettura!

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